Pessimismo
Il Presidente della Confindustria è intervenuto più volte per richiamare con accenti allarmati la necessità di avere un governo per affrontare la crisi la necessità di fare comunque qualche cosa di significativo per cercare di fermare la discesa dell'Italia agli inferi. Si è lamentato del modo come il governo Monti ha risposto alla questione dei crediti vantati dagli imprenditori una risposta inadeguata insufficiente che non produrrà gli effetti sperati. Si tratta di una piccola parte dei debiti dello Stato che saranno eliminati ma il problema per quanti ne resteranno esclusi sarà molto grosso e probabilmente provocherà altri fallimenti e anche altri suicidi. Ha detto che 61 imprenditori si sono tolti la vita in questi ultimi mesi.
Mettiamo caso che nei palazzi romani tuttora impegnati nella ricerca di una soluzione politica che risolva il problema creato dai risultati elettorali si rinsavisca e si formi subito un governo sia esso fatto dal PD e dal PDL oppure dal PD e da Monti e dalla Lega con l'appoggio di volta in volta di 5 stelle che cosa succederebbe?
Io sono convinto che non cambierebbe niente ma proprio niente perchè nessuna delle forze politiche che formerebbero il governo è disposta a compiere le scelte che sarebbero necessarie per fare recuperare terreno e rinnovare ill sistema politico italiano.
Bisognerebbe in primo luogo riattivare i consumi interni che sono caduti ed hanno provocato una crisi grave al commercio ed alle industrie ad esso collegato. Per questo bisognerebbe aumentare i salari e proteggerli con un meccanismo di scala mobile. Bisognerebbe anche varare una legge per il Salario Minimo Garantito per impedire che si paghino retribuzioni al disotto di un minimo. Inoltre bisognerebbe recuperare l'occupazione con pubblici investimenti.
Ma nessuno proporrà e si assumerà la responsabilità di un aumento dei salari in Italia. la CGIL non apre bocca e si limita a fare il bollettino della crisi italiana ed a paventare la fine dei soldi degli ammortizzatori sociali. Pertanto
i cosidetti fondamentali della crisi resteranno quelli che sono oggi e non ci sarà alcun recupero.
Una economia si dovrebbe basare su certezze. La legge Biagi ha creato un mercato del lavoro volatile basato sul precariato. L'incertezza domina i rapporti di lavoro e l'economia. C'è un impoverimento della qualità legato allo usa e getta del lavoratore. Si vuole una azienda florida che produce profitti ma che escluda dal benessere i suoi dipendenti che sono trattati sempre peggio.
Insomma le cose resteranno più o meno quelle che sono ora e parlare un linguaggio che differisce da quello che il liberismo ha imposto negli ultimi venti anni è considerato scandaloso.
C'è poi la grossa questione dei rapporti con l' Europa. Ebbene non credo che ci sia volontà di cambiare niente. Nessuno si esporrà all'accusa di antieuropeismo. Si continuerà a subire la supremazia della Germania e la politica della BCE. Si andrà avanti con la politica della austerità e quando questa cederà il posto a qualcosa di più ragionevole per noi magari sarà troppo tardi.
Per questo credo che fare o non fare il governo non cambierà di molto le cose . Certo un governo, anche uno straccio di governo, è meglio averlo. Ma non servirà a molto.
Infine credo che anche la figura del Presidente della Repubblica che sarà scelto da questa classe politica ed in questo clima non potrà essere migliore di quelli che finora abbiamo avuto. Chiunque sarà scelto da questa gente non avrà le qualità che servono all'Italia per diventare migliore.
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