sabato 27 agosto 2011

n Ministro "intellettuale"


Un Ministro "intellettuale"

Oggi il Ministro Tremonti, come tanti altri a cominciare dal Presidente Napolitano, si è portato in pellegrinaggio a Rimini per rendere omaggio a Comunione e Liberazione. Trattasi come è noto di una Corporation di conglomerate ideologico affaristica che maneggia miliardi di euro in genere di provenienza pubblica in servizi ed altre cose per le quali impiega personale "volontario" a costi stracciati che induce ad fanatismo allucinante non inferiore a quello delle sette.
Ebbene Tremonti dopo avere fatto una enorme ruota da tacchino ed avere gonfiati i bargigli fino ad un rosso vermiglio accecante ci ha spiegato la sua politica di Grande Ministro della Economia che ha dedicato tutto se stesso alla creazione degli Eurobond.
Ha spiegato la storia europea contemporanea ricorrendo a tre eventi emblematici: Waterloo, Westfalia e Versailles che non c'entrano per niente con le cose che voleva dire ma che hanno fatto tanto tanto "cultura". Per Tremonti Waterloo è il fallimento della globalizzazione napoleonica (sic!), Westfalia il trionfo dei nazionalismi religiosi e Versailles i patti leonini imposti ai perdenti della storia. Il tutto per dire alla Germania che deve stare attenta a non mollare l'Italia ed i paesi del PIGS dal momento che esporta in questi oltre cento miliardi di merci. Insomma il tedesco non può essere attento soltanto alle sue esportazioni ma deve badare ad altro ed assolvere ad obblighi di europeismo.
Infine ha parlato degli Eurobond di cui si è proclamato profeta fin dal 1995 come ha ricordato con modestia. Ne ha parlato come di una necessità immanente che prima o poi deve essere soddisfatta. Ne ha parlato con il tono di chi indica la strada della salvezza che deve essere per forza imboccata.
Mi permetto umilmente di pensare che se si faranno gli Eurobond sarà per gli italiani una randellata peggiore dell'euro. Quanti Bot ci vorranno per fare un Eurobond? Ricordate che per fare Un euro i tedeschi ci misero soltanto un Marco un marco. Noi la bellezza di quasi duemila lire. Sarà una tassa straordinaria per la stabilità del trenta o del quaranta per cento del valore dei nostri titoli di Stato? L'operazione Eurobond potrà essere la più grande svalutazione della moneta italiana dopo quella dello scambio lira-euro.
Tremonti si è anche compiaciuto di denunziare lo spaventoso ruolo delle istituzioni finanziarie sulle economie reali. A sentirlo sembrava fresco di letture di Carlo Marx e di Lenin. Ma è stato soltanto un vezzo da "intellettuale" della politica. Un discorso da salotti perchè il lavoro vero è un altro. Mizzica! Abbiamo un Ministro colto e filosofo di sinistra. Ma soltanto per il tempo del discorso fatto a Rimini. Per il resto è autore di una Manovra che dimagrirà molto l'Italia che lavora ed è autore di "manovre" precedente tutte impregnate ad un rigoroso liberismo ideologico. Il suo lavoro è demolire il welfare e privatizzare cioè impoverire lo Stato. Il suo collega ed amico Sacconi si dedica a demolire i diritti dei lavoratori.
Dopo aver fatto il suo discorso alla Germania ed ai doveri della Cancelliera poteva dirci qualcosa sulle catastrofiche conseguenze sull'economia italiana della disintegrazione della Libia e del suo passaggio nella sfera di influenza francese ed anglosassone. Ma su questo non ha detto una parola.
Pietro Ancona

mercoledì 17 agosto 2011

spigolature di FB

Dimissioni dalla CGIL di Marco Tarantino
le persone più sensibili e disinteressate vanno via. E' una tragedia che tre confederazioni sindacali con dieci milioni di iscritti c he trattano come un gregge enorme e pagante siano passate dalla parte della Confindustria e del Governo e contro i loro iscritti.

Stanno lavorando per l'abrogazione del TFR. La vogliono spalmare sul salario in sostituzione di quanto dovrebbero dare i datori di lavoro per adeguamenti dovuti.
Come dice Warren Buffet, il terzo uomo più ricco del pianeta, la lotta di classe (negata dai ridicoli del PD) non solo esiste ma "è stata vinta da noi ricchi". I governi dell'Occidente tutti di centro-destra hanno gli strumenti giuridici per regolare borsa, mercati finanziari. Non lo fanno. Le montagne russe quasi quotidiane delle quotazioni servono a terrorizzare ed estorcere quanto ancora resta ai lavoratori

Il dibattito interno al PDL sulla manovra è un momento di inizio del postberlusconismo ideologico.Una parte del PDL si sta posizionando su posizioni di estrema destra economica e sociale liberandosi delle remore e dei vincoli che Berlusconi non ha saputo o voluto superare mantenendo una certa comunicazione con i ceti medi moderati. Vedi polemica di Crosetto con la manovra. Nasce il vero partito della destra italiana anche se ancora non sappiamo chi lo guiderà. Il PD è parte del processo spostandosi con le sette proposte di Bersani verso la destra "moderata".

se ci sarà sciopero sarà a scoppio ritardato ed abbastanza "controllato" dal PD nelle rivendicazioni

La manovra ha già prodotto danni terribili. Ha spostato psicologicamente e politicamente il Paese a destra. Dopo la manovra e quello che ha osato fare nelle fabbriche e nei posti di lavoro i capi sono diventati più tracotanti ed i diritti delle persone più incerti. La mancata proclamazione dello sciopero generale è un segnale che viene accolto con sconforto da coloro che senza la difesa del sindacato precipitano ancora più in basso


In questo contesto,presa in mezzo da Napolitano Bersani Marcegaglia e Sacconi ,la CGIL farà uno sciopero fasullo con strizzata d'occhio. Potrebbe comunque sfuggirgli di mano e questo la rende esitante: La gente con le ferite aperte ha gli oc chi spalancati. La manovra sposta a destra tutto il Paese: nei posti di lavoro gli imprenditori i capi ed i capetti sono diventati più tracotanti e più oltraggiosamente prepotenti.

la mancata reazione della sinistra italiana tutta (in questo caso ci comprendo il PD) dell'Anpi della CGIL delle organizzazioni democratiche per la soppressione tramite postergazione delle grandi feste della identità laica dell'Italia è più scandalosa del governo che l'ha fatta per decreto! L'Italia senza il 1 Maggio, il 25 aprile ed il 2 giugno sarà soltanto una marca, un cortile per l'Oligarchia che ci sgoverna!

L'Italia ha alle spalle secoli di fame ed ora vogliono riportarci ai giorni di Pinocchio che mangia i tre torsoli di pera. Tentano di terrorizzarci ogni giorno e con tutti i mezzi. Ieri Bossi ha detto con la sua voce lugubre e la sua faccia da moribondo: L'Italia è finita!!! Il sistema capitalistico garantisce soltanto i ricconi ed i ricchi e nessun altro. Il ceto medio se non si allea alla classe operaia in un movimento rivoluzionario è morto!

domenica 14 agosto 2011

fari trasiri u scecc u pa cuda - fare entrare l'asino per la coda (erga omnes)


Fari trasiri u sceccu pa cada (fare entrare l'asino per la coda"- Erga Omnes

Modo di dire siciliano per esprimere meraviglia per qualcosa di forzato, di sbagliato, di contrario al buon senso. L'asino si fa entrare in stalla accompagnandolo per la cavezza e non certo prendendolo per la coda. Mi sono ricordato di questo modo di dire leggendo la levantina norma del decreto sulla manovra, decreto approvato da Napolitano a tamburo battente come il nostro Presidente usa fare quando vuole lanciare un forte segnale di appoggio incondizionato al governo. La norma che mi ha fatto trasecolare è la possibilità di fare diventare "erga omnes" (valido per tutti) i contratti aziendali. Dentro questa mostruosità giuridica se ne scopre un'altra: la negoziabilità a livello aziendale dell'art.18 dello Statuto. Le parti in azienda possono fare un accordo in deroga al contratto collettivo nazionale di lavoro ed in questo accordo inserire una norma con la quale si abroga l'art.18. Estendendo questo accordo a livello nazionale con il meccanismo erga omnes si estende automaticamente anche l'abrogazione dell'art.18 per tutti i lavoratori interessati. Quale finissimo capolavoro di logica giuridica! Quali mente volpine, quali legulei topi di tribunali del lavoro hanno assistito il Ministro Sacconi nella sua missione di lotta senza quartiere ai diritti dei lavoratori! Ministro Sacconi che negli anni in cui si è occupato del lavoro italiano ha fatto di tutto per trasformare la razionale costruzione del diritto del lavoro fatto da grandi maestri come Donat Cattin e Gino Giugno in un labirinto in cui i lavoratori per cavarsela senza troppi danni dovrebbero essere assistiti da stuoli di fior fiore di giuristi.
Ministro Sacconi che usa agire dietro l'angolo, a tradimento, come ha fatto quando ha modificato le pensioni assieme ai "complici" nel silenzio generale e come ha sempre fatto introducendo peggioramenti ed ostacoli all'accesso alla giustizia per i lavoratori n elle finanziarie o nel cosidetto collegato lavoro nascondendo il veleno e le trappole nel mare magnum di normative le più diverse.
Osservo prima di tutto che un contratto aziendale non può derogare in pejus dal contratto nazionale. Il contratto aziendale non può essere esteso a tutti i lavoratori del settore appunto per la sua natura particolaristica e non universalistica. Le condizioni dalle quali scaturisce il contratto aziendale non sono eguali e quelle in cui operano quanti agiscono nel settore fuori da quella specifica azienda. C'è quindi una contraddizione tra la natura dalla quale nasce la contrattazione aziendale e la sua applicabilità e validità generale.
Osservo ancora che la legge erga omnes è stata dichiarata anticostituzionale sin dal 1960. La legge erga omnes nacque in un momento di grande civiltà giuridica dei governi e del Parlamento italiano e voleva assegnare a milioni di lavoratori sprovvisti di contratto per ragioni legate alla storia economica e sociale del territorio un diritto aggiuntivo a quello riconosciuto dalla Costituzione. La finalità della erga omnes era elevatissima e faceva parte di quella cultura della coesione e della solidarietà che univa cattolici a comunisti. Ezio Vigorelli fu un grande ministro del Lavoro, socialdemocratico, uomo della resistenza.
Ma la Corte Costituzionale bocciò la proposta erga omnes perchè in carenza dell'applicazione dell'art.39 della Costituzione (tuttora carente)-
Ma ora il Ministro Sacconi, indecente epigone di una tradizione illustre che ha onorato il Ministero del Lavoro, vorrebbe usare l'erga omnes per colpire non per migliorare la condizione dei lavoratori: Il contratto aziendale erga omnes diventerebbe un contratto "nazionale" e ne usurperebbe la funzione, il dominio. Una cosa grottesca scaturita da menti avvelenate dall'odio di classe che pensano soltanto per danneggiare e non per migliorare la civiltà di questo paese.
Napolitano conosce la storia dell'erga omnes perchè in politica attiva durante il Ministero Vigorelli. Si è esposto alla brutta figura di approvare un decreto che,nella parte che ho richiamato, è illegale, è grottesco.
Non ho dubbi che Napolitano farà pressioni sulla CGIL perchè non faccia lo sciopero generale. Queste pressioni sarànno forse condivise dal PD il quale vorrebbe incassare il lavoro sporco fatto dal governo Berlusconi e succedergli. Sono certo che Cisl ed Uil non faranno una sola ora di sciopero. Tuttavia credo non si possa fare rivivere dopo mezzo secolo l'erga omnes allo scopo truffaldino di abolire l'art.18 che non si vuole affrontare a viso scoperto. Spero che qualcuno faccia sapere alle alte sfere del potere che non tutto si può manipolare nonostante squadre di "giuristi" si prestino a fare da guastatori al servizio di Sacconi e della Marcegaglia. Chi lo ricorda alla signora Camusso che l'erga omnes è incostituzionale?
Pietro Ancona
già sindacalista CGIL, già membro del CNEL










http://it.wikipedia.org/wiki/Decreti_Vigorelli

sabato 13 agosto 2011

spigolature sulla manovra








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Il 1 Maggio va celebrato il 1 Maggio, il 25 aprile va celebrato il 25 aprile, il 2 giugno va celebrato il 2 giugno. Lavoro, Resistenza e Costituzione non sono postergabili al lunedì successivo. Postergare equivale a sopprimere. Il recupero in termini di produttività se c i fosse non paga la perdita in termini di disonore e perdita di identità dell'Italia.


Disonestà del governo. Sacconi manipola l'art.18 rendendolo revocabile con una mostruosità giuridica, un inganno dentro l'altro inganno dell'erga omnes dei contratti aziendali, e nega di averlo toccato. Vigliaccheria di chi è consapevole di fare del male ai lavoratori. Presto comincerà la grande ristrutturazione delle aziende basate sulla perdita di tutela dell'art.18. Saranno colpiti sopratutto coloro che hanno una età media di 45 anni

Non ho dubbi che Sacconi si sia fatto richiedere dalla BCE l'abolizione dell'art.18. La linea del governo ha complici in basso tra i servili collaborazionisti dei sindacati confederali ed in alto, nelle alte sfere della Cupola Mafiosa del Liberismo europeo che con il terrore, minacciando default, sta plasmando le legislazioni degli stati europei in senso premoderno e fortemente classista anticeti medi ed operai.-


La manovra non risolve la "crisi" perchè lo stato di crisi è una scelta permanente del capitalismo oc cidentale per finanziarsi spremendo il ceto medio e la classe operaia, riducendo al minimo le pensioni ed il welfare. Entro sei mesi ci diranno che sono necessarie altre misure magari proporranno la giornata lavorativa di 12 ore e l'abolizione delle ferie. E poi ci chiederanno altro e altro ancora
Salari alti, una moderata dose di assenteismo , sicurezza del futuro, orari flessibili inferiori alle quaranta ore settimanali, welfare elevato e capillare, rendono assai più produttive le aziende ed il Paese. C'è una produttività generale che viene dal buon funzionamento dei pubblici servizi ed aiuta il sistema economico. Privatizzazioni, bassi salari, terrorismo padronale, rendono il c ontesto mefitico ed improduttivo


L'estensione erga omnes degli accordi aziendali è una contraddizione in termini che svela la menzogna padronale e del governo : un contratto è aziendali perchè riferito ad una realtà particolare. Se diventa erga omnes non si capisce più perchè è stato stipulato se ne abbiamo uno nazionale.

‎1 maggio, festa del lavoro, 2 giugno festa della repubblica e 25 aprile festa della Resistenza sono state soppresse. Si dice per ragioni di produttività ma in effetti perchè sono tre ricorrenze invise ed odiate da sempre dalla destra italiana. Berlusconi solo recentemente ha accettato di ricordare il 25 aprile. Questa soppressione è un atto di odio verso i lavoratori e verso la democrazia e la resistenza.


Se sciopero ci sarà (e della sola CGIL) sarà a cose fatte e soltanto per registrare una protesta e non per segnalare una vera volontà di cambiamento della manovra.In fondo le libertà che vengono concesse al padronato per legge erano state già annunziate dagli accordi del 28 giugno e dalla sostanziale adesione di Camusso agli accordi di Pomigliano.
Pietro Ancona

martedì 9 agosto 2011

cgil cisl uil non difendono l'art.18









CGIL,CISL ed UIL non difendono l'art.18

Privatizzazioni, mercato del lavoro, pensioni. Sono queste le indicazioni perentorie date all'Italia che sarebbe commissariata per fare cose che sono nel programma del suo governo ed anche della sua opposizione da sempre. Il "commissariamento" europeo è una messa in scena per fare passare come fatale e n on rifiutabile la macelleria sociale che viene imposta. Vendere i beni ed i servizi di proprietà dello Stato per destinarne il ricavato al risanamento del debito. Non è detto che la vendita apporti i benefici che vengono fatti balenare: uno Stato che vende parte del suo patrimonio diventa più povero, più "leggero". E' quello che predicano i neocons che considerano lo Stato una bestia da affamare e da fare dimagrire fino quasi alla morte. E' l'anarchia dei ceti ricchi, l'ideologia del the party che sembra oggi guidare la cultura politica dell'Occidente. Una ideologia per la quale lo Stato della California vede bruciare le sue foreste senza poter intervenire efficacemente perchè non ha i mezzi per mantenere una adeguata rete di protezione civile. Ed i mezzi mancano perchè le migliaia di miliardari californiani considerano un attentato alla loro libertà ed alla Costituzione americana dovere pagare le tasse.
La richiesta riguardante le pensioni è sfacciata, indecente. L'Italia ha modificato in peggio il suo sistema pensionistico fino quasi a renderlo inaccessibile alle nuove generazioni precarie.Ma l'Inps ha un tesoro di alcuni miliardi di euro che fa gola e che probabilmente sarà espugnato. Anche il tesoro dell'INAIL è il mirino della gente che sta facendo l'inventario delle risorse. Credo che l'estensione alle lavoratrici private della regola della pensione a 65 anni sarà una delle cose che saranno deliberate assieme alla quasi abolizione della pensione di anzianità.
Ma il punto di attacco più duro sarà l'abolizione dell'art.18 e lo svuotamento dello Statuto dei Lavoratori. Milioni di lavoratori con contratto sono stati finora protetti dai licenziamenti arbitrari, senza giusta causa, dall'art.18. La norma ha consentito la preservazione nelle aziende di un corpo di lavoratori che ha maturato diritti connessi all'anzianità riguardanti il loro stato contrattuale. Ebbene si vorrebbe realizzare la cosidetta "flessibilità in uscita", licenziamenti senza giustificazione per sostituire l'attuale classe operaia con nuovi assunti magari attraverso le agenzie interinali e la legge Biagi. Realizzare la precarizzazione di tutti i lavoratori. La totale mercificazione della prestazione realizzata in una condizione di altissima ricattabilità.
Ho maturato la convinzione che a CGIL, Cisl ed UIL non dispiacerebbe una drastica riduzione dei diritti dei lavoratori, della loro condizione giuridica. Da tempo i sindacati gestiscono un potere nella contrattazione che viene imposto a coloro che dovranno rispettarlo. Le rare consultazioni con referendum e con pronunziamenti degli organismi avvengono tutti a posteriori, a cose già fatte. Il sindacato non è più di classe ma un organismo di regolazione ademocratico. Lavoratori licenziabili senza giusta causa sono ricattabili non solo dal padronato. Diventano più vulnerabili e meno forti nel rapporto con le loro strutture sindacali . Insomma, come in USA! Nella fabbrica il sindacato diventa una sorta di collaboratore dell'ufficio risorse umane ed il lavoratore come individualità deve stare attento a come parla ed a quello che fa se non vuole perdere il suo pane quotidiano. Ecco: sindacati collaborazionisti preferiscono lavoratori con poco o nullo peso giuridico. Una merce che può essere cambiata se non sta al gioco della nuova fabbrica marchionniana.
Per questo credo che l'art.18 diventerà presto un ricordo di una epoca diversa.
Pietro Ancona
sindacalista cgil in pensione
già membro del CNEL

domenica 7 agosto 2011

31 anniversario dello assassinio di Gaetano Costa

← →Il partigiano Gaetano Costa

di Giuseppe Casarrubea. dal suo blog
Il procuratore Gaetano Costa al tempo in cui era partigiano
Ricorre oggi, 6 agosto, il trentesimo anniversario dell’assassinio del procuratore capo della Repubblica di Palermo Gaetano Costa, ucciso nel 1980.

Tra le vittime della mafia è una delle più illustri, per la sua singolarità e per il tempo in cui ebbe a svolgersi la sua azione di contrasto di Cosa Nostra. Prima ancora dell’epoca di Falcone e Borsellino. E’ un precursore, un magistrato che precorre i tempi, come il Battista.
Originario del nisseno, quando arriva a Palermo, trova un ambiente ostile. Ciò nonostante continua l’azione coraggiosa intrapresa dal giudice Cesare Terranova assassinato l’anno prima, nel 1979. Comincia così a fare quello che non avevano fatto alcuni dei suoi colleghi: firma diversi mandati di cattura contro il boss Gaetano Spatola e diventa presto, consapevole di esserlo, il numero uno della lista dei nomi che la mafia decide di cancellare. Il delitto è ordinato da Salvatore Inzerillo, ma a distanza di trent’anni possiamo dire che nessuno è stato condannato per la sua morte. Avvenuta quella sera d’estate a Palermo mentre solo è intento a guardare un libro in una bancarella di via Cavour. Aveva rifiutato ogni scorta perchè non voleva essere responsabile della morte provocata indirettamente agli uomini che lo avrebbero accompagnato.

Tirò dritto per la sua strada come un uomo che sapeva che quella era la via giusta da percorrere per arrivare alla meta. Cioè l’esempio, la serietà professionale, il coraggio delle proprie scelte, quando altri magistrati lo lasciavano solo e apparivano arrendevoli. La sua fu, al contrario, una vera e propria guerra di Liberazione, molto simile a quella che egli stesso aveva combattuto dopo l’8 settembre durante la Resistenza antifascista. E da combattente è caduto.

Nell’occasione della ricorrenza del suo assassinio, pubblichiamo alcuni stralci di documenti che abbiamo avuto tramite il figlio, l’avvocato Michele Costa. Ne ricordiamo la figura in questi tempi in cui il disfacimento dei valori, il personalismo, e la corruzione sono persino al governo della cosa pubblica.

mercoledì 3 agosto 2011

l'art.18 e la crisi

L'art.18 e la crisi

L'ultima seduta della Camera dei Deputati si è conclusa con il dibattito sulla relazione di Berlusconi sullo stato dell'Italia.Da domani la Camera dei Deputati sarà chiusa fino al 6 settembre un mese cruciale per la sorte del nostro Paese che possiamo immaginarci come una nave in mezzo ad una spaventosa tempesta. La relazione di Berlusconi è stata come doveva essere: concepita e svolta da chi sa che ogni parola sarà soppesata dai centri europei ed internazionali che contano e dai cosidetti "mercati". Berlusconi ha negato con molta forza e solide inattaccabili argomentazioni ogni giustificazione all'attacco rivolto ai nostri titoli di Stato che, all'indomani della manovra finanziaria per circa ottanta miliardi varata dal governo, sono caduti rovinosamente. Berlusconi non ha mai pronunziato la parola "speculazione" ma non c'è dubbio che ha difeso l'Italia da un attacco che non ha basi vere e che sembra un'aggressione "politica" di poteri internazionali che vogliono che la disgrazia cada sul nostro Paese.
Sarebbe stato utile all'Italia , patriottico e giusto, che i "fondamentali" difesa da Berlusconi fossero difesi da tutto il Parlamento. Così non è stato. La prima smentita al nostro Governo è venuta dal suo stesso Parlamento. Domani "il mercato" ci farà a pezzi.
Il discorso di Bersani è stato quanto di più maramaldesco si potesse immaginare. Ha rimproverato a Berlusconi di essere stato trascurato nel corso di questi anni ed ha in effetti avvalorato le tesi della speculazione internazionale contro l'Italia. Ha detto in sostanza che la crisi l'abbiamo davvero e che il "mercato" ha ragione di criticarci e di attaccarci. Inoltre ha detto che è disposto a collaborare per creare una via d'uscita dalla "crisi" a condizione che Berlusconi si dimetta. "Se Berlusconi fa un passo indietro, noi faremo un passo avanti".Quasi in contemporanea con Bersani, l'ineffabile Marchionne chiedeva un nuovo leader per l'Italia e annunziava che nel 2015 lascerà la Fiat provocando una piccola crisi in borsa.
La seconda parte del discorso di Berlusconi è stata di apertura ai partiti ed al parlamento per creare un fronte di lotta alla crisi. Tra i punti che ha enunziato per rassicurare i mercati c'è l'abolizione dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori naturalmente con l'art.18 compreso. Insomma la vecchia fallimentare logora ricetta di spoliazione dei diritti dei lavoratori come toccasana per attirare investimenti in Italia. Berlusconi non si sarebbe esposto ad una proposta così grave se non avesse su questo punto assicurazioni precise dal PD e dalla CGIL. Sono tutti d'accordo a presentarsi al mondo con una classe lavoratrice umiliata e priva di tutele.
Da domani tutti in vacanza. Tutti coloro che se lo possono permettere e tra questi certamente gli oligarchi ed i miliardari che affolleranno la baia antistante villa certosa con le loro "barche" sempre più moderne, avveniristiche e lussuose.
Pietro Ancona