sabato 20 aprile 2013

L'esultanza di Grillo

   L'esultanza di Grillo

Nave senza nocchiere in gran tempesta etc... La citazione è troppo facile, banale, scontata. L'Italia sprofonda nella tempesta della crisi sociale dalla quale non può liberarsi perchè prigioniera della Triade e offre lo spettacolo sconcertante di un Parlamento incapace di eleggere il Presidente della repubblica. Il maggiore partito italiano erede dell'Ulivo e prima ancora della grande tradizione DC e PCI si è sbriciolato sotto i nostri occhi. Il Sindaco di Firenze Matteo  Renzi fa l'innocentino. Dice di essere stato leale. Mancano alla conta  101 voti sui 325 del PD (tolti i voti del PSI e di Sel). Potrebbe essere opera del "rottamatore" ma potrebbero anche essere voti di D'Alema che marcia d'intesa con Berlusconi per una intesa politica tra due vecchie volpi della politica italiana.  Bersani e Rosi Bindi si sono dimessi dalle loro cariche. Il Partito è in prenda a shock.  Dal Friuli dove si è trasferito per la campagna elettorale Grillo esulta. La sua opera "fuori tutti" si sta realizzando in tempi molto più brevi di quelli che aveva previsto.
   Ma il vero vincitore sul campo finora è Berlusconi e Grillo non ha fatto altro che assecondare  questa vittoria. La vittoria  del Cavaliere è di chi ha le idee chiarissime sul governo prossimo venturo e sulla maggioranza che deve eleggere il Capo dello Stato: le larghe intese, cioè l'accordo tra PDL PD Monti e Lega con un programma che non potrà che essere quello dei governi Berlusconi e Monti.
  Grillo non ha fatto altro che spingere a calci e portare il PD agguantato per la cavezza da Berlusconi. Il quale oggi è suadente e collaborativo ma domani una volta fatto prigioniero il PD potrebbe diventare molto ma molto esigente e magari tentare la carta di chiedere al Paese la maggioranza assoluta per sedersi finalmente sulla poltrona di comando senza doverlo spartire con nessuno il potere.
   La candidatura di Rodotà che Grillo agita come il drappo rosso del torero davanti gli occhi del popolo del PD è strumentale e serve soltanto a seminare zizzania e dimostrare all'elettore progressista del PD come e quanto sia cattivo Bersani a preferirgli prima Marini e poi Prodi.  Se Grillo avesse voluto davvero non usare Rodotà ma portarlo alla Presidenza della Repubblica avrebbe dovuto proporlo come candidato condiviso dal PD. Così non è stato. C'è stata la buffonata dei dieci nomi scelti dalla rete e che sono tutti rigorosamente autoreferenziali a 5 Stelle.

  L'esultanza di questo individuo mentre l'Italia sprofonda e si sfascia nella tempesta sociale e politica è inqualificabile. Non c'è niente di rivoluzionario in quello che è accaduto e che consegna un potere sempre più grande a Berlusconi ed ora anche a Monti. Stamane Bersani si è recato a trovare questo ultimo che, come giustamente notava qualche giornale, recupera centralità ed importanza nella scena politica e si mostra sembre più impettito e pieno di sè. Un tacchino che fa la ruota.
   

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