giovedì 30 settembre 2010

una ricostruzione del 2001 di Giulietto Chiesa sulla fine dell'URSS

Luglio/ Agosto 2001 -> Sommario -> Lo strano golpe del ’91.....



RICOSTRUZIONI

MOSCA, 18 agosto 1991
Lo strano golpe del ’91
Non fu nell’89 la fine del bipolarismo, ma nell’agosto di dieci anni fa a Mosca. I ricordi del corrispondente della Stampa, testimone oculare di quei giorni...

di Giulietto Chiesa


Dieci anni fa quel “golpe rosso” segnò – come tutti pensano – la fine dell’Unione Sovietica. Che venne, inesorabile, qualche mese dopo, esattamente la notte di Natale del 1991. Ma la partita finale, quella che resta sui libri di storia, anche se non necessariamente è il momento vero della verità, fu giocata quel 18 agosto 1991, tra Mosca e Foros: la capitale dove risiedevano i congiurati e il resort estivo sul Mar Nero dove stava riposando la vittima.
Io ebbi la ventura di vederlo tutto in presa diretta. Ero tornato a Mosca, da Jakutsk, per un fortunato concorso di circostanze, proprio la sera prima. Anch’io come Boris Eltsin. Che però tornava da una visita ufficiale in Kazakistan nella sua qualità di presidente della Rsfsr (Repubblica Sovietica Federativa Socialista Russa). La Russia attuale, in poche parole, ma che allora era ancora la più possente delle quindici repubbliche dell’Unione Sovietica.


Boris Eltsin, in piedi su un mezzo blindato dei golpisti davanti al Parlamento, legge un discorso circondato dai giornalisti



L’altra differenza, tra me e Eltsin – in quella specifica occasione, s’intende, ché molte altre furono, grazie a Dio, le differenze tra me e lui – era che io ero tornato a Mosca in piedi, cioè con le mie gambe, mentre lui era stato trasportato di nascosto ai giornalisti, all’aeroporto di Alma-Ata, a bordo di un’ambulanza per ultra-vip, essendo completamente ubriaco. Tanto ubriaco che i festeggiamenti, organizzati per lui da Nursultan Nazarbaev, avevano dovuto essere interrotti prematuramente per impossibilità materiale di tenere in piedi Eltsin.
Ecco dunque un’altra fortuita circostanza: quella che permise a Boris Nikolaevic di essere a Mosca il giorno del “golpe rosso”. Altrimenti, certamente comunque ubriaco, essendo quella la sua abituale condizione, sarebbe stato sorpreso dal golpe nella lussuosa residenza dei capi di Stato di Alma-Ata, invece che nella sua lussuosa dacia fuori Mosca.
Io fui svegliato da un insistente trillo del telefono. Erano le cinque del mattino e, dopo otto ore di viaggio, naturalmente dormivo. Tre, quattro volte, avevo lasciato suonare senza rispondere. Alla quinta decisi che non potevo esimermi. In fondo un corrispondente deve ritenersi in servizio permanente effettivo.
All’altro capo del filo c’era una voce nota, simpatica. Jurij, l’addetto stampa del Partito comunista di Jakutsk, mi stava chiamando dai suoi sei fusi orari d’anticipo. Eravamo stati assieme per quattro giorni; mi aveva accudito, come gli era stato detto di fare, ma senza quella patina di noia burocratica che di solito caratterizzava quel tipo di accompagnatori. Il sistema era ancora quello che – per definitivo disdoro di ogni futura idea di giustizia sociale – veniva chiamato comunismo. Un giornalista non poteva girare per il Paese senza essere accompagnato. Qualcuno penserà: da un agente del Kgb. Macché. Spesso si trattava di modesti funzionari del Partito, che avevano il compito di riferire sì, ma non al Kgb (se non in casi eccezionali), bensì al Comitato centrale. Si era fortunati se il Caronte di turno non era un cretino, e Jurij, con il suo sorriso orientale stampato in permanenza negli occhi, era un uomo intelligente.
Per lui, che il giorno prima mi aveva accompagnato all’aeroporto, erano in quel momento le undici del mattino. Si potrebbe dire che, rispetto a me che dormivo, si trovava nel futuro. Ma un futuro compresente al mio, se non altro perché le televisioni stavano trasmettendo a reti unificate. Tutti i tre canali la stessa cosa, da ore: il Lago dei cigni di Ciajkovskij. E Jurij aveva tratto le sue conclusioni, esatte. E aveva pensato di farmi un piacere, comunicandomele.
«Giulietto, accendi la televisione, sta succedendo qualcosa di grave». Poche altre parole. Lui non voleva dire di più, io avevo capito subito che non c’era un minuto da perdere. Fu quella telefonata, provvidenziale per un giornalista, che mi consentì di arrivare per primo (con mia moglie, Fiammetta Cucurnia, e la corrispondente di El Pais, Pilar Bonet, che svegliai subito) nella Casa Bianca, la sede del governo della Rsfsr, cioè la sede di Eltsin.


Gorbaciov ritorna a Mosca dopo il golpe del 18-22 agosto 1991



Per primi e per ultimi, perché un minuto dopo le porte si chiusero, il palazzo fu assediato dai golpisti, e noi tre potemmo assistere in presa diretta a tutti gli avvenimenti successivi. Dalla parte di coloro che, in seguito – ingiuria della storia – furono chiamati i “democratici” e che, in quel momento, anche a me apparivano come tali, tant’è vero che andai da loro per cercare di capire cosa stesse succedendo. Ma questo è un altro discorso che non posso fare qui.
Qui voglio solo ricordare perché quel golpe mi apparve subito, fin da quelle ore antelucane della telefonata di Jurij, uno strano golpe. Ma come?! Il Kgb organizza un colpo di Stato contro il segretario generale del Pcus, Michail Gorbaciov, e non si preoccupa neppure di interrompere le comunicazioni telefoniche interne? Questo pensavo, mentre ascoltavo i comunicati radio, sempre gli stessi per ore, il cui contenuto era anch’esso strano. Si capiva che c’era un colpo di Stato, ma sembrava che i golpisti facessero il possibile per negarne l’esistenza. E molti di loro apparivano francamente anomali rispetto a un qualsiasi colpo di Stato: il vicepresidente Janaev, che conoscevo dai tempi della Fgci, era un brav’uomo senza peso politico; il premier Valentin Pavlov aveva un’aria (assolutamente esatta, per altro) da grande bevitore. E così via. L’unico che incuteva timore, in quella compagnia, era Vladimir Kriuchkov, il presidente del Kgb. Ma neanche lui aveva un’aria troppo truce. L’avevo conosciuto personalmente, quattro anni prima, quando mi aveva concesso un’intervista: primo corrispondente straniero a entrare nella sede del Kgb per intervistare il suo presidente. Mi si era presentato come un grande sostenitore di Gorbaciov.
Così pensavo, aggirandomi negli staliniani corridoi della Casa Bianca semideserta (erano le otto del mattino), tra deputati trafelati che arrivavano alla spicciolata, anche loro in cerca di notizie e di protezione. Poi, dalle grandi vetrate della Casa Bianca, vidi arrivare i carri armati delle divisioni Kantemirovskaja e Tamanskaja. Venivano lenti, con le torrette scoperte e l’ufficiale seduto di sghembo sulla botola, in lunghissime file che si muovevano nella nuvola di fumo nero dei loro scappamenti. Ma soprattutto scortati, preceduti, accompagnati – colonna per colonna – da macchine della polizia con i lampeggianti accesi. I poliziotti all’interno a fumare, tranquilli, come se fossero a una parata militare.
Strano golpe, pensai. I comunisti mangiano i bambini e poi non sono neanche capaci di sparare qualche cannonata, di sbrecciare un angolo di palazzo, di fare paura? Neanche un colpo fu sparato in quel primo giorno di golpe. Solo la sera, sull’anello circolare interno, un blindato assaltato da un gruppo di giovani nei pressi della piazza Smolenskaja, sbandò e ne travolse tre. Gli unici tre morti del “golpe di agosto” in tutta l’Unione Sovietica.
Tre a tre. Perché il golpe si concluse, tre giorni dopo, con tre suicidi eccellenti di golpisti e dei loro amici. Vladimir Pugo, ex ministro dell’Interno, si sparò un colpo in bocca; Sergej Akhromeev, maresciallo dell’esercito, s’impiccò; Nikolai Krucina, amministratore del Comitato centrale del Pcus, volò fuori dalla finestra della sua abitazione.


Manifestazioni contro la giunta dei golpisti



Due suicidi veri, il terzo un po’ meno, ma il conto era pareggiato sul serio. L’altra stranezza fu l’arrivo di Boris Eltsin alla Casa Bianca. La città era tutta bloccata dalle colonne di blindati, ma lui riuscì a passare con la sua Ciaika. Nessuno lo fermò, lui che a occhio e croce avrebbe dovuto essere il nemico principale dei golpisti. Se n’erano dimenticati? Niente affatto. Era stata una scelta deliberata dei golpisti: non arrestare nessuno. Strani golpisti che volevano apparire legali.
Fatto sta che Eltsin arrivò verso le undici, quando già Ruslan Khasbulatov, speaker del Soviet supremo e suo braccio destro, aveva convocato il Presidium e discusso la linea da tenere: linea di opposizione ai golpisti. Noi tre giornalisti fummo addirittura ammessi a seguire i lavori del Presidium, con una votazione specifica: meglio avere testimoni. Tutti si aspettavano che i soldati facessero irruzione nella Casa Bianca, ma non ci fu nessuna irruzione.
Fu in quel momento, appunto verso le undici di mattina, che Eltsin (per meglio dire il suo aiutante più fido, colui che sarebbe divenuto il suo pretoriano, Aleksandr Korzhakov) organizzò la più spettacolare ed efficace “operazione d’immagine” di tutta la sua carriera. Salendo, come tutti ricorderanno, sul carro armato per arringare la folla. Non c’era nessuna folla. C’era solo un gruppetto di giornalisti, fotografi e teleoperatori, tra cui chi scrive, che assistettero a una complicata trattativa tra Korzhakov e l’ufficiale che comandava il carro armato. Il quale, poverino, chiedeva un ordine scritto – per far salire Eltsin – e non potendo ottenerlo pretendeva di far scendere tutto l’equipaggio e di far smontare preventivamente gli otturatori della mitragliatrice e del cannone.
Così diceva il regolamento. Korzhakov lo convinse, non so come, e Eltsin fu issato, sotto gli occhi delle telecamere, che immortalarono il gesto di supremo coraggio.
Allora non pensai all’importanza di quella scena, ma mi chiesi che diavolo di golpe era quello se l’ufficiale del carro armato più vicino all’ingresso principale della Casa Bianca non sapeva esattamente cosa fare, alle undici del mattino della prima giornata.
Che trascorse moltiplicando i miei dubbi. Avrei capito solo qualche mese, e poi via via qualche anno dopo, cos’era accaduto. Ma quel primo giorno ricordo che la mia sensazione più netta fu che il golpe sarebbe fallito molto presto. Non per l’opposizione popolare, niente affatto. Mosca, la Russia intera, non mossero un dito. I dimostranti furono una minoranza irrilevante. Il fatto evidente fu che nessuno avrebbe seguito attivamente i golpisti. Che, anche se non fossero crollati da soli dopo tre giorni, come fecero, sarebbero crollati dopo qualche settimana. Il Paese non “ci credeva più”. Le cose che loro, disperatamente, cercavano di trasmettere: patria, socialismo, non avevano più senso per milioni di sovietici.


Il 23 agosto, durante una riunione del Parlamento della Federazione russa, Gorbaciov riceve da Eltsin una nota riguardante la posizione assunta da ciascun ministro nel corso del colpo di Stato dei giorni precedenti



Questa fu la condanna più grave per i golpisti: l’essersi resi conto che il loro golpe non avrebbe potuto vincere. L’unica, grande loro attenuante, fu che non ordinarono di sparare.
Ma non capirono nulla. L’altro loro errore madornale fu la loro convinzione che Gorbaciov avrebbe ceduto alle loro richieste, avrebbe bloccato la trattativa con le repubbliche per dare vita a un’Unione Sovietica riformata, democratizzata, e soprattutto più piccola (in quel momento solo nove repubbliche su quindici avevano dichiarato la loro disponibilità a entrare nella nuova Unione). Tutto sarebbe stato fermato e si sarebbe ricominciato daccapo, con Mosca che imponeva le sue regole a tutta l’Urss. Se Gorbaciov, isolato a Foros, avesse ceduto, fosse ritornato a Mosca e avesse convocato il Soviet supremo per comunicargli le “sue” nuove convinzioni, ecco che il golpe iniziato il 18 agosto sarebbe divenuto una normale convocazione del Parlamento. Cioè non sarebbe stato un golpe. Ecco perché non avevano dato ordini di arresto, e non avevano sparato. Pensarono che non ce ne sarebbe stato bisogno. Quando cominciarono a capire che ce ne sarebbe stato bisogno, era ormai il secondo giorno, era tardi, Gorbaciov non aveva ceduto, il Paese era rimasto inerte.
Sbagliarono dunque due volte: su Gorbaciov e sulla Russia.
Volevano conservare l’Unione Sovietica e ne provocarono il collasso definitivo. Volevano liberarsi del “traditore” Gorbaciov (che comunque parlò fino alla fine come leader di una grande potenza) e consegnarono il proprio Paese nelle mani di un Quisling senza dignità che avrebbe smantellato non solo l’Unione Sovietica ma anche la Russia.
Giulietto Chiesa

una domanda a Gorbaciov

Sarei curioso di chiedere a Gorbaciov se ritiene la Russia di oggi migliore dell'URSS, più equa verso popolazione. Se oggi i russi hanno le stesse opportunità che offriva loro il comunismo. Mi chiedo quando qualcuno scriverà la storia del colpo di Stato che ha distrutto l'URSS ed il suo inerme e pacifico gruppo dirigente. Mi chiedo se Eltsin non sia stato per gli USA quello che Mousavi è oggi per loro in Iran.
Pietro Ancona

testo discorso Di Pietro alla Camera

Sig. presidente del Consiglio,
Lei è uno spregiudicato illusionista, anzi un pregiudicato illusionista che, anche oggi, ha raccontato un sacco di frottole agli italiani, descrivendo un’Italia che non c’è e proponendo azioni del Governo del tutto inesistenti e lontane dalla realtà.

Fuori da qui c’è un Paese reale che sta morendo di fame, di legalità e di democrazia e Lei è venuto qui in Parlamento a suonarci l’arpa della felicità come fece il suo predecessore Nerone mentre Roma bruciava.
Quella stessa Roma che anche oggi i barbari padani vogliono mandare al rogo, insieme alla bandiera e all’Unità d’Italia.
Sono sedici anni che racconta le stesse frottole, ma le uniche cose che ha saputo fare finora sono una miriade di leggi e provvedimenti per risolvere i suoi guai giudiziari o per sistemare i suoi affari personali.
Al massimo, ha pensato a qualche altro suo amico della cricca, assicurando a lui prebende illecite e impunità parlamentari, proprio come prevede il vangelo della P2, Cosentino, Dell’Utri e compagnia bella docet!
Anzi, no! Un’altra cosa lei è stato ed è bravissimo a fare, e lo ha dimostrato ancora una volta in questi giorni: comprare il consenso dei suoi alleati ed anche dei suoi avversari. I primi pagandoli letteralmente con moneta sonante, con incarichi istituzionali, con candidature e ricandidature di favore; i secondi ricattandoli con sistematiche azioni di dossieraggio e di killeraggio politico di cui lei è maestro.
Sì, perché Lei, sig. Berlusconi è un vero “maestro”: intendo dire un maestro della massoneria deviata, un piduista di primo e lungo corso, un precursore della collusione e della corruzione di Stato.
Anzi di più. Lei è l’inventore di una forma di corruzione di nuovo conio, più moderna e progredita: cambiare le leggi in modo da non far risultare più reato quel che prima lo era e in modo da non rendere più punibili coloro che prima potevano essere condannati.
Questa mattina, Lei si è gonfiato il petto ricordando un nobile principio liberale: “Ad ognuno deve essere consentito fare tutto tranne ciò che è vietato”.
Certo, ma chi, in Europa, ha scritto con il proprio sangue questo tassello di democrazia liberale non pensava affatto che un giorno si sarebbe trovato davanti ad un signorotto locale che avrebbe dichiarato “non vietato” tutto ciò che gli pareva e piaceva a lui e che non era la legge a governare il sistema ma doveva essere Lui a governare la legge.
Lei, sig. Berlusconi, non è un presidente del Consiglio ma è uno “stupratore della democrazia” che, dopo lo stupro, si è fatto una legge, anzi una ventina di leggi ad personam per non rispondere di stupro!
Lei non è, come alcuni l’hanno definito, uno dei tanti tentacoli della piovra.
Lei è la testa della piovra politica che in questi ultimi vent’anni si è appropriata delle istituzioni in modo antidemocratico e criminale per piegarle agli interessi personali suoi e dei suoi complici della setta massonica deviata di cui fa parte.
Lei, oggi, ci ha parlato della volontà del Governo di implementare la lotta alla corruzione, all’evasione fiscale, alla criminalità economica delle cricche.
E che fa si arresta da solo? O ha deciso di prendersi a schiaffi tutte le mattine appena si alza e si guarda allo specchio?
Lei si è impossessato e controlla il sistema bancario e finanziario del Paese.
Lei controlla le nomine degli organi di controllo che dovrebbero controllare il suo operato.
Lei fa il ministro dello Sviluppo Economico e, come tale, prende decisioni a favore del maggior imprenditore italiano, cioè Lei (e dico maggior imprenditore, non migliore come maggiore e non migliore è l’imprenditoria mafiosa).
A Lei non interessa nulla del bene comune perché si è messo a fare politica solo per sfuggire alla giustizia per i misfatti che ha commesso.
Non lo dico solo io. Lo ha detto pure il direttore generale delle sue aziende, Fedele Confalonieri, ammettendo pubblicamente che “se Berlusconi non fosse entrato in politica noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera”.
Lei si è impossessato dell’informazione pubblica e privata e la manipola in modo scientifico e criminale.
Un esempio? La casa di Montecarlo venduta da Alleanza nazionale. Lei e i suoi amici dell’informazione avete fatto finta di scandalizzarvi nell’apprendere che, dietro quella compravendita, c’è una società off-shore situata in un paradiso fiscale.
Ma si guardi allo specchio, imputato Berlusconi: Lei di società off-shore ne ha fatte ben 64 proprio per nascondere i proventi dei suoi reati societari e fiscali e per pagare tangenti ai politici e ai magistrati e lo ha fatto ricorrendo a quell’avvocato inglese David Mills, condannato per essere stato, a sua volta, da lei corrotto per mentire ai giudici e così permetterle di ottenere un’assoluzione comprata a suon di bigliettoni.
Già! Perché la magistratura che Lei ha corrotto: quella a Lei piace.
Invece, non le piace quella che vuole giudicarla per i suoi misfatti, tanto è vero che ora, al primo punto del suo ”vero programma”, quello di cui oggi non ha parlato, c’è la reiterazione del Lodo Alfano, cioè proprio di quella legge che deve assicurarle l’impunità per un reato gravissimo che lei ha commesso: la corruzione di giudici e testimoni.

Solo per questo fatto, Lei non meriterebbe un minuto in più di rappresentare il Governo italiano e se ancora riesce a starci è solo perché compra i voti ricattando quei parlamentari che si rassegnano a vivere vigliaccamente senza onore o senza coraggio!
Questo è il ritratto che noi dell’Italia dei Valori abbiamo di Lei, sig. Berlusconi!
E Lei, oggi, viene a chiederci la fiducia?
Lo chieda, ma non a noi.
Lo chieda a quelli che ha comprato o ricattato.
Lo chieda ai parlamentari di Futuro e Libertà che finalmente si sono resi conto con chi avevano e hanno a che fare ma non trovano, o non hanno ancora trovato, il coraggio di dissociarsi dal macigno immorale che Lei rappresenta.
Lo chieda al presidente Fini che nel suo discorso estivo a Mirabello ha detto esattamente (ed anzi di più) delle cose che sto dicendo io e ancora indugia a staccare la spina, passando, suo malgrado, da vittima a complice delle sue malefatte!
Lo chieda a tutta quella pletora di disperati che in questi giorni ha convocato a casa sua per offrire loro prebende o per minacciare imbarazzanti rivelazioni e che ora , abbagliati da improvvisa ricchezza o intimoriti dai dossieraggi che Lei ha architettato e commissionato, hanno deciso di vendere la loro anima e il loro onore dandole una fiducia che non merita!
Non lo chieda a noi che siamo stati primi a smascherare le sue reali e criminali intenzioni.
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politicantismo miope di Fini

Politicantismo miope di Fini.
Ieri, l'unica persona vera che è intervenuta in Parlamento dicendo delle cose vere. comprensibili, con un senso, è stato l'Onle Di Pietro, il quale ha trattato il Primo Ministro per quello che è e per l'enorme danno che ha procurato all'Italia nel corso di tutti gli anni in cui ha avuto il potere , invitandolo alle dimissioni. In Fini e nei finiani ha prevalso il politicantismo, il calcolo di non provocare lo scioglimento anticipato delle Camere al quale non si sentono preparati e forse anche il fatto che non tutti i trentacinque deputati di "futuro e libertà" erano disponibili a negare la fiducia a Berlusconi. Il discorso dell'on.le Bocchino è stato semplicemente meschino! Non ha mai parlato della campagna scandalistica orchestrata ed in corso da mesi contro il Presidente della Camera e la sua famiglia dai giornali del Presidente del Consiglio, nè dell'ingaggio di personaggi incaricati di attingere o creare notizie atte a nuocere.
I giornalisti della stampa estera hanno avuto difficoltà a spiegare nei loro servizi il voto di fiducia dato dai finiani al Presidente del Consiglio. Voto che avrebbe avuto un senso se ci fossero state le scuse di Berlusconi o quanto meno una dichiarazione di stima e di fiducia
per il Presidente della Camera. Non c'è stato niente di tutto questo. Sullo sfondo resta aperta la squallida storia della casa di Montecarlo che doveva fungere come una sorta di
scandalo della collana che squalificò Maria Antonietta ed accelerò la fine dell'ancien regime. Naturalmente non ha destato alcuna emozione l'uso di società off shore per eludere il fisco italiano e dissimulare le proprietà al quale un partito politico ha fatto ricorso per la vendita di un suo bene, nè la denunzia in aula fatta da Di Pietro di ben ottantantaquattro società off shore con le quali il Presidente del Consiglio evade le tasse ed occulta nei paradisi fiscali le sue immense ricchezze. Il Parlamento sembra mitridatizzato alla corruzione e niente lo scuote dal suo tirare a campare.
Oggi i giornali si affannano tutti a pronosticare imminenti elezioni politiche perchè, fatti i conti, il governo senza i finiani e senza il gruppo di Lombardo non raggiungerebbe più i fatidici 316 voti. Fini avrebbe fatto il capolavoro politico di dimostrare a Berlusconi la sua forza, di essere essenziale per la sopravvivenza del Governo. La Lega che secondo i suoi calcoli vincerebbe le elezioni si è affrettata a fare sapere addirittura attraverso il Ministro degli Interni che a marzo 2011 si vota.
Ieri si è scritta una delle pagine più oscure ed inquietanti della morente democrazia italiana. Il calcolo politico dei politicanti ha avuto la meglio sul dovere di verità e di giustizia.
Il Presidente della Camera avrebbe avuto il dovere di difendere se stesso e la sua famiglia dagli attacchi del Capo del Governo che, oltretutto, lo ha invitato ripetutamente a sgombrare, a lasciare l'incarico. Ha dato invece la sensazione di possedere un enorme apparato digerente, di poter ignorare ed inghiottire l'accusa di avere usato per la sua famiglia un bene del suo Partito, accusa mossagli da un Presidente del Consiglio che mentre la maggioranza degli italiani si impoverisce ha appena acquistato un castello alle porte di Roma e si accinge ad una ulteriore colonizzazione della Sardegna con l'acquisto di una seconda enorme villa da affiancare a Villa Certosa. Intanto un panfilo da venti milioni di euro viene aggiunto da uno dei suoi figli alle altre "barche" di famiglia.
Ieri Fini avrebbe dato una occasione di recupero alla democrazia italiana , di liberazione
dal dominio berlusconiano e dal suo enorme conflitto di interessi. Fini ha negato questa occasione forse perchè convinto che non tutti i suoi seguaci lo avrebbero assecondato.
Del fatto che a conti fatti si sia dimostrato che è determinante per la sopravvivenza del governo non credo possa interessare nessuno. Il calcolo di Palazzo ha preso il sopravvento
sulla etica della politica. Non credo che Fini abbia più nulla da darci.
Le elezioni anticipate che Fini voleva evitare con il suo furbissimo glissare su tutta la materia da contendere con Berlusconi ci saranno lo stesso. Da qui ad allora la democrazia italiana continuerà ad affondare ed a perdere del tutto l'identità che le era stata data dalla Costituzione.
Pietro Ancona

mercoledì 29 settembre 2010

Una nuova villa ipermiliardaria di Berlusconi in Sardegna circondata da muri come quelli di Gaza

Costruire una villa miliardaria bis in Sardegna sottraendo e separando con mura altissime tanta altra terra ai sardi. Immaginare un futuro di miliardari frequentatori di esclusive ville servite da eserciti di cameriere e camerieri e guardati da gorillas armati fino ai denti.
Il futuro della diseguaglianza italiana è cominciato......senza alcun ritegno per chi non ha i soldi per comprare i libri scolastici ai propri figli........
Si dovrebbe mettere un limite alla proprietà privata e garantire meglio i diritti comuni di tutti sul territorio.....Ma il futuro sembra solo per i ricconi..
Pietro Ancona
http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/villa-certosa-berlusconi-porto-rotondo-567562/

letterina a Lucia Annunziata

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
To: lucia.annunziata@lastampa.it
Sent: Wednesday, September 29, 2010 12:37 PM
Subject: Teresa e Sakineh


Cara Annunziata,

capisco che se scrivete che gli asini volano e qualcuno non ci crede il sistema massmediatico è tale da fare prevalere coloro che dicono di vedere volare gli asini.
Lei hon ha mai scritto un articolo su Teresa Lewis. Il caso di Teresa è ancora più scottante di quello della Sakineh. Perchè lei si dedica a Sakineh e cita la povera Teresa solo perchè non ne può fare a meno?
Lei dice una cosa di falsità assoluta. Dice che ha la certezza che il verdetto per Teresa sia equo mentre non lo è quello per Sakineh. Lei finge di ignorare come negli USA sono stati portati al patibolo persone anche dopo l'accertamento della loro conclamata innocenza e la letteratura enorme sugli "errori" giudiziari di tantissime condanne a morte.
Lei poi afferma che non sono confrontabili Iran ed USA. La capisco: Guantanamo va bene, la Patriot Act va bene, i bombardamenti alla cieca dei villaggi afghani vanno bene: sono tutti figli della superdemocrazia americana che, se ogni tanto, si serve degli squadroni della morte, lo fa soltanto con uno scopo finale buono e condivisibile. L'Iran è il c attivo che non vuole cedere il suo petrolio di cui noi abbiamo tanto bisogno ed oltretutto è antipatico alla cara Israele.
Cordiali saluti.
Pietro Ancona

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=7891&ID_sezione=&sezione=

martedì 28 settembre 2010

IL flirt

IL flirt
Mentre l'Italia del lavoro diventa un campo di macerie, il segretario della CGIL è in pieno flirt con la Presidente della Confindustria con la quale scambia baci e sorrisi e si accinge a restituire quanto resta dei diritti mentre il Parlamento, con la finta opposizione del PD sta per demolire per sempre lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori ed in particolare l'art.18. Mentre flirta con la Marcegaglia, dopo l'incontro di Genova preceduto da una intensa diplomazia sotterranea del PD che vorrebbe accreditarsi partito che tutelerà "con serietà" gli interessi confindustriali, Epifani finge di non vedere la sofferenza di circa sei milioni di precari condannati a meschine retribuzioni inferiori oltre il quaranta per cento dei minimi contrattuali e presenta le sue credenziali alla Confindustria: una perdita secca di circa 5 mila euro l'anno dei lavoratori dovuta a diversi fattori (parametri per i rinnovi contrattuali, fiscal drag, niente scala mobile), perdita maggiore di quella denunziata dal centro studi della CGIL se si tiene conto dei salari di fatto nella piccola e media azienda, negli studi professionali, nell'agricoltura, nel piccolo commercio. Vedete come siamo stati bravi a contenere il costo del lavoro!
L'obiettivo che si è proposto la Confindustria è la sterilizzazione del ccnl attraverso deroghe. La strada è stata indicata con violenza da Marchionne il quale vorrebbe produrre in Europa a costi inferiori di tutti gli altri. Ma la deroga avrebbe effetti devastanti in tutto il Mezzogiorno d'Italia dove non esiste contrattazione articolata per settori o per territori e l'unico punto di riferimento legale è il contratto nazionale. Introduce un principio di derogabilità dai minimi nazionali che non costituiranno più un punto di riferimento. Non ho dubbi che l'ottimismo ed i larghi sorrisi di Guglielmo Epifani e di Emma Marcegaglia sono segno di una intesa già raggiunta. Questa intesa demolirà la regola che ancora mantiene un certo ordine ed una certa legalità nei posti di lavoro. Poi non ci sarà più niente. Il salario sarà quello imposto dal datore di lavoro e dipenderà dal suo buon cuore e dalle sue convenienze.
L'Italia è un paese anomalo da tanti punti di vista. Ha un Parlamento tutto di destra con una opposizione che pur avendo un esteso elettorato popolare rappresenta interessi padronali al pari del centro-destra; ha sindacati che a differenza di altri sindacati europei
non danno e non garantiscono niente ai lavoratori ma tolgono diritti conquistati o garantiti dalla legge.
L'età pensionabile è stata innalzata ad oltre i settanta anni con una truffaldina trovata inserita in una finanziaria. Questa trovata è stata una idea geniale del governo ma è stata concordata con le tre confederazioni che hanno fatto finta di non vedere come peraltro hanno fatto in tante altre occasioni del genere. A differenza di Sacconi che si limita a parlare genericamente di "complicità sindacali", Tremonti ha voluto informare il mondo intero di quanto sono fessi ed autolesionisti i sindacati italiani!
Non ho dubbi che la vicenda dei licenziamenti dei professori "precari" non troverà soluzioni nonostante il patetico appello del Presidente della repubblica, il pianto di tanti insegnanti privati del loro lavoro perduto magari dopo venti anni, le agitazioni, gli stiliti e quant'altro. La CGIL tranne che in Sicilia non ha alzato un dito in loro favore derubricando la questione in una mera vertenza di categoria. Ma la devastazione gelminiana della scuola italiana è una questione generale che riguarda il welfare, la libertà e la democrazia degli italiani. La CGIL avrebbe dovuto organizzare uno sciopero generale per la scuola come hanno fatto i sindacati francesi. Ma non lo ha fatto e non lo farà. Lo stesso atteggiamento mantiene per la sanità che oramai è diventata uno strumento per il finanziamento delle cliniche private e con una crescente insolente privatizzazione della attività dei medici. Con i soldi pubblici del servizio sanitario si sono costituiti imperi economici in tante regioni d'Italia. Imperi che attraverso i loro giornali spesso scandalistici
ed aggressivi condizionano la politica italiana.
In sostanza diritti, salari, scuola, sanità e pensioni sono in un tritacarne. Inoltre crescono le distanze sociali e le ingiustizie di un Paese che registra centinaia di migliaia di mutilati del lavoro, migliaia di morti, e che ha un sistema penitenziario nel quale si suicidano o vengono suicidati diecine e diecine di detenuti all'anno.
Considero eversiva per la Costituzione e l'equilibrio democratico del Paese l'azione del PD e delle Confederazioni Sindacali. La dialettica politica e sindacale è stata da sempre garanzia di equilibrio e di coesione sociale. Ora che tutto il Parlamento e tutto il Sindacato si spostano a destra non c'è più equilibrio in un paese in cui il risentimento sociale diventa acutissimo ma senza vie di sbocco.
Pietro Ancona
già sindacalista CGIL e membro CNEL

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2010/05/marcegaglia-contratti-dialogo.shtml?uuid=e7f5552c-58ee-11df-a0f0-dfea661b6fe1

lunedì 27 settembre 2010

israele non vuole la pace ma tutta la terra dei palestinesi

Israele non vuole la Pace ma tutta la terra dei palestinesi

Gli israeliani non hanno alcuna intenzione di restituire i territori occupati oramai pieni da cuculi (coloni) armati fino ai denti e protetti dall'Esercito. La modesta richiesta di Abu Mazen di prolungare la "moratoria" che è molto meno della richiesta di finirla con le costruzioni di nuovi edifici fortificati non sarà accolta., Le lobby ebraiche metteranno a tacere Obama e gli daranno una lezione subito alle prossime elezioni. Intanto due milioni di persone sono condannate alla fame, alla sete, a morire a Gaza. Anche il mare è inibito. Se qualcuno si azzarda a pescare un po di pesce ci lascia la vita.
Soltanto un Iran forte della bomba nucleare potrebbe garantire i diritti al popolo palestinese a cominciare dal diritto alla vita.
Pietro Ancona
http://www.ilpost.it/2010/09/27/israele-palestina-insediamenti-west-bank/

domenica 26 settembre 2010

testo integrale discorso Ahmadinjed all'ONU settembre 2010

Versione integrale del discorso del Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite - 23 settembre 2010

Nel Nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso
La Lode appartiene al Signore dei due mondi ed elogi e pace sul nostro patrono e profeta Mohammad e sulla sua sacra famiglia e sui suoi discepoli vicini e su tutti i nunzi e i messaggeri(di Dio/ndr).
O nostro Allah affretta l’apparizione del Tuo prescelto(il Mahdi/ndr), garantisci a lui la salute e la vittoria e collocaci tra i suoi migliori seguaci e sostenitori, pronti a lottare per la sua nobile causa.
Signor Presidente,
Gentili colleghi, signore e signori;
Ringrazio il grande Dio per avermi donato la possibilità di presentarmi un’altra volta in questa importantissima Assemblea mondiale. Prima di ogni cosa voglio ricordare le vittime delle terrificanti inondazioni del Pakistan ed esprimermi partecipe nel dolore dei superstiti, del governo e del popolo di questo paese. Invito tutti a correre in aiuto dei propri simili come un dovere umano.
Negli anni passati vi ho parlato di alcune delle speranze e delle preoccupazioni, della crisi della famiglia, della sicurezza, della dignità umana, dell’economia e del clima, e della speranza nella giustizia e nella pace duratura.
Ora che dopo circa 100 anni di predominio, il sistema capitalistico e l’attuale ordine mondiale si sono dimostrati incapaci di offrire soluzioni valide ai problemi della società, questi sono giunti alla loro fine. Cercherò di esaminare i due principali motivi di questo fallimento e di descrivere alcuni aspetti di un futuro ordine adeguato.
A: l’elemento della fede e del modo di vedere
Sapete che i profeti divini avevano la missione di invitare tutti al monoteismo, all’amore ed alla giustizia, e di mostrare all’umanità la strada per raggiungere la felicità. Loro invitavano gli uomini alla contemplazione ed alla conoscenza per poter meglio comprendere la verità, e per evitare l’ateismo e l’egoismo. La natura essenziale dell’invito di tutti i profeti è unica. Ogni profeta ha confermato il messaggio di quello venuto prima di se ed ha dato la buona novella dell’arrivo del profeta successivo ed ha offerto una figura sempre più completa della regione proporzionalmente alla capacita’ di comprensione dell’uomo. Questo andamento è continuato fino all’ultimo messaggero di Dio, che ci ha portato la religione al completo.
In forma parallela a questo andamento, gli egoisti e gli adoratori della mondanità, hanno cercato di opporsi a questo chiaro invito e si sono ribellati per fermarlo.
- I sostenitori di Namrud contro il profeta Abramo, i sostenitori del Faraone contro il profeta Mosè, e gli adoratori della mondanità contro il profeta Gesù ed il profeta Mohammad (che la Pace di Dio sia con lui e la sua progenie). E nei secoli recenti, con la scusa di non far ripetere le ingiustizie commesse nel Medioevo dai presunti religioni in Occidente, l’etica ed i valori umani sono stati presentati come elemento retrogrado ed un qualcosa di opposto alla scienza ed alla ragione.
- L’interruzione del legame dell’uomo con il cielo in pratica è stato l’interruzione del legame dell’uomo con la vera identità di se stesso.
- L’uomo, con la sua capacità di comprendere i segreti dell’universo, il suo istinto di cercare la verità, le sue aspirazioni verso la giustizia e la perfezione, la sua ricerca della bellezza e della purezza, e la sua capacità di rappresentare Dio sulla terra, è stato ridotto ad una creatura limitata al mondo materiale il cui compito è divenuto quello di portare al massimo i piaceri individuali delle persone. Le voglie dell’istinto hanno preso il posto della natura umana.
- Gli esseri umani ed i popoli sono stati trasformati in rivali e la felicità di un individuo o di una nazione sono state presentate dipendenti dall’eliminazione degli altri. La cooperazione costruttiva ed evolutiva è stata sostituita da uno scontro distruttivo per la sopravvivenza.
- L’avidità di ricchezza e potere hanno sostituito il il monoteismo, che è la chiave dell’amore e dell’unità.
- Questa guerra degli egocentristi ai valori divini ha dato origine alla schiavitù e al colonialismo.
Una grande porzione di mondo fu sottomessa al dominio di pochi stati occidentali. Decine di milioni di persone furono fatte schiave, e decine di milioni di famiglie furono distrutte come conseguenza. Tutte le risorse, i diritti e la cultura delle nazioni colonizzate furono saccheggiati. Molte terre furono occupate, e gli autoctoni umiliati e decimati.
Ma con l’insurrezione dei popoli, il colonialismo venne respinto, e l’indipendenza delle nazioni venne riconosciuta. Fu allora che rinacque la speranza per il rispetto, per il benessere e per la sicurezza. All’inizio del secolo scorso belli slogan parole come libertà, diritti umani e democrazia crearono la speranza di poter guarire le profonde ferite del passato. Ma oggi purtroppo quei sogni non solo non sono stati realizzati, ma abbiamo anzi aggiunto ricordi a volte ancora più amari di quelli precedenti.
- Le due guerre mondiali, l’occupazione della Palestina, le guerre di Corea e del Vietnam, la guerra dell’Iraq contro l’Iran, l’occupazione dell’Afghanistan e dell’Iraq e le tante guerre dell’Africa, in cui centinaia di milioni di persone sono state uccise, ferite o eradicate dal loro territorio.
- Il terrorismo, il narcotraffico, la povertà e l’abisso tra ricchi e poveri e i governi golpisti e dittatoriali che sostenuti dall’Occidente hanno afflitto il sudamerica.
- Invece del disarmo, la proliferazione e l’accumulo di armi atomiche, biologiche e chimiche si è diffuso, ponendo il mondo sotto una minaccia sempre maggiore.
E così gli stessi obbiettivi dei colonialisti e degli schiavisti sono stati perseguiti ma questa volta in una nuova forma e con nuovi slogan.
B: l’elemento dell’amministrazione globale e la strutture dominante
- La società delle Nazioni e poi le Nazioni Unite furono istituite con l’aspirazione di diffondere la pace, la sicurezza e l’affermazione dei diritti umani, e di fatto amministrare il mondo.
- Per analizzare l’attuale metodo di amministrazione del mondo, si possono esaminare questi tre eventi.
Primo: L’11 settembre 2001, che ha condizionato la storia del mondo da quasi un decennio.
- Con la trasmissione improvvisa delle immagini la notizia dell’attacco alle Torri Gemelle è stata diffusa nel mondo.
- Quasi tutti i governi ed i personaggi importanti hanno condannato fermamente questa azione.
- Poi però è stata messa in moto la macchina della propaganda che diceva che l’intero mondo fosse ora esposto ad un pericolo enorme, quello del terrorismo, e che l’unico modo per salvare il mondo sarebbe stato quello di mandare forze armate in Afghanistan.
- E così l’Afghanistan, e poco dopo l’Iraq, furono occupati.
Vi prego di fare attenzione;
- È stato detto che circa tremila persone furono uccise l’11 settembre, fatto per il quale siamo tutti molto rattristati. Fino ad oggi però in Afghanistan e Iraq centinaia di migliaia di persone sono state uccise, milioni sono stati feriti o eradicati dal loro territorio, e il conflitto è ancora in corso, ed in via di espansione.
Nel ricercare i responsabili dell’attacco terroristico, vi furono tre punti di vista:
- 1 - Che un gruppo terrorista molto potente e sofisticato, in grado di perforare tutte le barriere di intelligence e sicurezza americane, abbia portato a termine gli attacchi. Questa è la tesi sostenuta prevalentemente dagli uomini di governo americani.
- 2 - Che alcuni settori all’interno del governo americano, abbiano orchestrato l’attacco, per capovolgere il corso negativo dell’economia americana, permettere un nuovo dominio del Medio Oriente, salvando al contempo il regime sionista. La maggioranza degli americani, come la gente e i politici di altre nazioni, condividono questo punto di vista.
- 3 - Che gli attacchi siano stati portati a termine da un gruppo terrorista, ma che il governo americano li abbia supportati e abbia tratto vantaggio dalla situazione. Apparentemente questa versione non ha molti sostenitori.
- La prova più importante esibita, relativa a questi attacchi, furono alcuni passaporti trovati nella montagna di macerie, e il video di un certo individuo, il cui luogo di domicilio era sconosciuto, ma del quale si sapeva che avesse partecipato ad accordi petroliferi con alcuni importanti personaggi americani. C’è stato anche un insabbiamento, nel senso che è stato detto che a causa dell’esplosione e del fuoco non si è trovata altra traccia degli aggressori suicidi.
Ma alcune domande fondamentali sono rimaste senza risposta.
1) Non sarebbe stato più logico condurre prima una completa investigazione, da parte di gruppi indipendenti, per identificare con certezza i responsabili degli attacchi, e poi mettere a punto un piano razionale per prendere misure contro di loro?
2) Pur dando per buona la versione del governo americano, vi sembra logico scatenare una guerra classica, con ampio impiego di truppe - che hanno portato alla morte di centinaia di migliaia di persone - per combattere un gruppo terrorista?
3) Perché non si è agito nello stesso modo in cui ha fatto l’Iran contro il gruppo terrorista Rigi, che aveva ucciso o ferito 400 persone innocenti in Iran? In questa operazione condotta dall’Iran nessun innocente è stato toccato.
- Voglio proporre che le Nazioni Unite inaugurino una commissione d’inchiesta indipendente per indagare sull’11 Settembre in modo che in un domani certe persone non proibiscano ogni sorta di considerazione su questo fatto.
Voglio annunciare che l’anno prossimo si terrà nella Repubblica Islamica dell’Iran una conferenza per studiare il terrorismo e i modi per combatterlo. Invito i responsabili governativi, gli studiosi, i pensatori, i ricercatori e gli istituti di ricerca di tutte le nazioni a partecipare.
Secondo: l’occupazione della Terra della Palestina.
- Il popolo oppresso della Palestina da sessant’anni si trova sotto il giogo di un regime di occupazione, ed è stato privato di libertà, sicurezza e diritto all’autodeterminazione, mentre gli occupanti vengono legittimati. Quotidianamente vengono distrutte le case che danno riparo a donne e bambini innocenti. La gente è privata di acqua, cibo e medicine in casa propria. I sionisti hanno scatenato cinque guerre devastanti contro i paesi confinanti e contro il popolo palestinese.
- I sionisti hanno commesso crimini orribili contro popoli indifesi, nelle guerre contro il Libano e a Gaza.
- Il regime sionista ha aggredito una flottiglia umanitaria, in palese disprezzo di tutte le norme internazionali, uccidendo dei civili.
- Questo regime gode del totale supporto di alcuni paesi occidentali, minaccia continuamente le nazioni vicine, e prosegue con assassini di personaggi palestinesi e di altri annunciati pubblicamente, mentre coloro che difendono i palestinesi vengono sottoposti a pressioni ed etichettati come terroristi ed antisemiti. Tutti i valori, compreso quello della libertà di espressione, in Europa e negli Stati Uniti vengono sacrificati sull’altare del sionismo.
- Tutte le soluzioni falliscono, poiché non prendono in considerazione i diritti del popolo palestinese.
- Avremmo davvero assistito a questi crimini orribili, se invece di legittimare l’occupazione fosse stato riconosciuto il diritto di sovranità del popolo della Palestina?
- Noi proponiamo senza ambiguità il ritorno degli esuli palestinesi alla loro terra madre, per poter esercitare il diritto di voto del popolo palestinese, con il quale riaffermare la propria sovranità e decidere il proprio tipo di governo.
Terzo: La questione dell’energia nucleare
- L’energia nucleare è pulita e poco costosa, ed è un dono divino e fra le energie alternative più accessibili per ridurre l’inquinamento prodotto dai combustibili fossili.
- Il trattato di non proliferazione nucleare permette agli stati membri di utilizzare l’energia atomica senza limiti, mentre l’agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) ha il compito di assistere gli stati membri, con supporto tecnico e legale.
- La bomba atomica è la peggiore arma disumana mai inventata, e va completamente eliminata. Il trattato di non proliferazione nucleare proibisce lo sviluppo e l’accumulo di armi atomiche e invita al disarmo nucleare.
- Nonostante questo vorrei far notare quello che hanno fatto alcuni membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, che sono anche possessori di armi atomiche:
- Hanno equiparato l’energia nucleare alla bomba atomica, allontanando molte nazioni dall’accesso a questo tipo di energia, grazie al monopolio ed alle pressioni esercitate sull’AIEA. Nel frattempo hanno continuato a mantenere, espandere e migliorare i propri arsenali nucleari.
Questo ha comportato ciò che segue:
- Non solo il disarmo nucleare non si è realizzato, ma le bombe atomiche sono proliferate in molte regioni, compreso il regime sionista, invasore e intimidatorio.
- Vorrei proporre qui che l’anno 2011 sia proclamato anno del disarmo nucleare, l’anno “dell’energia atomica per tutti, e delle armi atomiche per nessuno.”
Nelle diverse situazioni di cui vi ho parlato, le Nazioni Unite non sono state in grado di mettere in atto nulla di efficace. Sfortunatamente, nel decennio definito “Decennio internazionale della cultura e della pace” centinaia di migliaia di persone sono state uccise o ferite a causa di guerre,di aggressioni e di occupazioni, mentre le ostilità e gli antagonismi sono aumentati.
Signore e signori,
Recentemente abbiamo assistito all’azione brutta ed anti-umana del rogo del Corano.
- Il Corano è un testo divino e il miracolo eterno del profeta dell’Islam che invita al monoteismo, alla giustizia, all’amore per la gente, allo sviluppo, alla riflessione ed al ragionamento, alla difesa degli oppressi ed alla lotta contro gli oppressori e cita grandi profeti del Signore come Noè, Abramo, Isacco, Giuseppe, Mosè e Gesù(la pace sìa con loro). Hanno bruciato il Corano per bruciare tutte queste verità ma la verità non può essere bruciata. Il Corano è eterno perchè Dio e la verità sono eterni. Bisogna stare attenti a non cadere nella trappola di Satana. Questa azione ed ogni azione che aumenti la distanza e la divisione tra i popoli è satanica. Io a nome del popolo iraniano esprimo il mio profondo rispetto per tutte le sacre scritture ed i fedeli. Questo è il Corano e questa è la Bibbia ed entrambi sono rispettati da noi.
Stimati amici,
sono anni che l’inefficienza del pensiero capitalista e delle attuali strutture di governo del mondo si è resa palese, e la maggioranza degli stati e delle nazioni sono da tempo alla ricerca di cambiamenti radicali, affinché possa prevalere la giustizia nelle relazioni globali.
- La causa dell’incapacità delle Nazioni Unite sta nella sua ingiusta struttura. La maggioranza del potere viene monopolizzata dal Consiglio di Sicurezza, grazie al diritto di veto, mentre il pilastro fondamentale dell’organizzazione, e cioè l’Assemblea Generale, è stata marginalizzata.
- Nei decenni trascorsi, almeno uno dei membri del consiglio di sicurezza è stato anche parte in causa delle varie dispute.
- Il diritto di veto garantisce impunità all’aggressione e all’occupazione. Come ci si può attendere una gestione competente, quando il giudice e l’accusa sono parti in causa nella disputa?
- Se l’Iran avesse goduto del diritto di veto, secondo voi il consiglio di sicurezza e il direttore generale dell’AIEA avrebbero assunto le stesse posizioni sulla questione nucleare?
Cari amici,
- Le Nazioni Unite sono il centro focale per il coordinamento della gestione globale. La sua struttura va riformata, in modo che tutti gli stati e le nazioni indipendenti possano avere un ruolo attivo e costruttivo nella gestione globale.
- Il diritto di veto dovrebbe essere revocato, l’assemblea generale dovrebbe diventare il corpo più importante, il segretario [delle Nazioni Unite] dovrebbe essere in posizione di totale indipendenza, e tutte le sue decisioni dovrebbero essere prese con l’approvazione dell’assemblea generale, e debbono essere dirette alla promozione della giustizia e all’eliminazione delle discriminazioni.
- Il segretario generale delle Nazioni Unite non dovrebbe essere sottoposto a pressioni da parte dei poteri del paese che ospita l’Organizzazione, quando afferma la verità e amministra la giustizia.
- Suggerisco che entro un anno, nell’ambito di un programma di sessione straordinaria, l’assemblea generale completi la riforma strutturale di questa Organizzazione.
- La Repubblica islamica dell’Iran ha delle proposte precise in questo senso, ed è pronta a partecipare in modo attivo e costruttivo al processo di riforma.
Signore e signori,
- Io proclamo chiaramente che l’occupazione di altri paesi con il pretesto di portarvi libertà e democrazia è un crimine imperdonabile.
- Il mondo ha bisogno della logica della compassione e della giustizia, e della partecipazione inclusiva, e non della logica della forza, del predominio, dell’unilateralità, della guerra e dell’intimidazione.
- Il mondo deve essere governato da gente virtuosa come i Profeti divini.
- Due grandi zone geografiche, l’Africa e l’America latina, hanno avuto uno sviluppo radicale nel corso degli ultimi decenni. Il nuovo atteggiamento in questi due continenti, basato su un accresciuto livello di integrazione e di unità, come sulla nazionalizzazione dei modelli di crescita e sviluppo, ha portato frutti notevoli ai popoli di quelle regioni. La saggezza e la lungimiranza dei leader di questi due continenti hanno superato i problemi regionali, senza l’interferenza di poteri non-regionali.
La Repubblica islamica dell’Iran ha incrementato le proprie relazioni con l’America latina e con l’Africa, negli anni scorsi, in tutti i sensi.
Stimati amici e colleghi, ora vorrei attirare la vostra attenzione sul glorioso Iran, e sulla sua coraggiosa nazione.
- Una nazione che con la sua partecipazione senza precedenti ha aperto un nuovo capitolo nella volontà dei popoli per la conquista della libertà e della democrazia. Il popolo iraniano, in quanto una nazione che lungo la storia ha avuto l’onore e l’onere di costruire una parte significativa della cultura umana, da canto suo è una delle prime vittime del terrorismo più cieco. Il popolo iraniano nel corso di questi tre decenni successivi alla gloriosa Rivoluzione Islamica, ha dovuto sempre combattere coloro che vedevano nell’Iran islamico il nemico più grande dell’egemonia e della miscredenza.
- E tornando ai giorni attuali possiamo citare l’ostilità e l’inemicizia con cui le potenze egemoniche hanno preso di mira il nostro progresso sul campo dell’energia nucleare. La Dichiarazione di Teheran è stata un passo fortemente costruttivo verso la fiducia reciproca, che è stato reso possibile dalla ammirevole buona volontà dei governi del Brasile e della Turchia, insieme alla sincera collaborazione del governo iraniano. Per quanto la dichiarazione sia stata ricevuta in modo inappropriato da alcuni, e sia stata seguita da una risoluzione illegale, rimane del tutto valida.
- Noi abbiamo rispettato i regolamenti dell’AIEA ben oltre gli impegni previsti dalla legislazione internazionale, ma non ci siamo mai sottomessi a pressioni imposte in modo illegale, e mai lo faremo.
- È stato detto che qualcuno vuole obbligare l’Iran al dialogo. Bene, prima di tutto l’Iran è sempre stato pronto ad un dialogo che sia basato sul rispetto e sulla giustizia. In secondo luogo, i metodi basati sulla mancanza di rispetto alle nazioni sono diventati da tempo inefficaci. Coloro che hanno usato l’intimidazione e le sanzioni come risposta alla chiara logica della nazione iraniana, stanno di fatto distruggendo quel poco che rimane della credibilità del Consiglio di Sicurezza, e della fiducia delle nazioni in questa organizzazione, dimostrando ancora una volta quanto ingiusta sia la funzione del Consiglio.
- Quando costoro minacciano una grande nazione come l’Iran, che è conosciuta nella storia per i suoi scienziati, poeti, artisti e filosofi, la cui cultura e civiltà sono sinonimo di purezza, di rispetto di Dio e di ricerca della giustizia, come possono aspettarsi di veder crescere la fiducia delle altre nazioni verso di loro?
- È ben risaputo che i metodi aggressivi nel cercare di governare il mondo sono falliti. Non solo l’epoca della schiavitù, del colonialismo e del dominio del mondo è tramontata, ma perfino la strada per cercare di restaurare i vecchi imperi è ormai bloccata.
- Abbiamo annunciato che siamo pronti ad un serio ed aperto confronto con il governo americano, per poter esprimere in modo trasparente le nostre opinioni su argomenti di grande importanza per il mondo, in questa stessa sede.
- Proponiamo qui che per avere un dialogo costruttivo venga anche istituito annualmente un dibattito all’interno dell’assemblea generale.
Ma l’ultima parola:
Amici e colleghi;
- la nazione iraniana e la maggioranza delle nazioni e dei governi nel mondo sono contrari all’attuale tipo di controllo discriminatorio del mondo. E la natura disumana di questo tipo di controllo l’ha portato in un vicolo cieco, ed ora richiede di essere rivisto alla radice.
- Per ricostruire le relazioni globali e per riportare la tranquillità e la prosperità sono necessari la partecipazione di tutti, intenzioni oneste, e il contributo umano e divino.
- Condividiamo tutti questa idea: la giustizia è l’elemento fondamentale per la pace e per una sicurezza duratura, e per il diffondersi dell’amore fra i popoli e le nazioni. E’ nella giustizia che l’umanità cerca la realizzazione delle proprie aspirazioni, dei diritti e della dignità, mentre soffre nell’oppressione, nell’umiliazione e nel maltrattamento.
- La vera natura dell’umanità si manifesta nell’amore per gli altri esseri umani e nell’amore per tutto ciò che è bene nel mondo. L’amore è l’elemento fondamentale su cui costruire le relazioni fra i popoli e le nazioni.
- Come disse Vahshi Bafqi, un buon poeta iraniano, “Anche se avrai bevuto mille volte alla fontana della giovinezza, morirai comunque se non sarai nelle mani dell’amore”.
- Nel riempire il mondo di purezza, di sicurezza e di prosperità, gli uomini non sono più rivali, ma compagni.
- Coloro che vedono la propria felicità soltanto nelle sofferenze altrui, e il proprio benessere e la sicurezza soltanto nell’insicurezza altrui, coloro che si ritengono superiori agli altri non stanno sul cammino dell’umanità, ma su quello di Satana.
- L’economia e i mezzi materiali sono soltanto strumenti per raggiungere gli obbiettivi, per creare amicizia e per rafforzare i rapporti umani, al fine di raggiungere la perfezione spirituale, e non sono strumenti per vantarsi nè un mezzo per dominare gli altri.
- L’uomo e la donna si completano a vicenda, e l’unità famigliare, con una duratura ammirevole e pura relazione fra gli sposi, sta al centro ed è la garanzia per la continuità e la crescita delle nuove generazioni, per i veri piaceri, per difendere l’amore e per migliorare la società.
- La donna è riflesso della bellezza divina, è sorgente di amore e di attenzioni. Lei è la depositaria della purezza e della squisitezza della società.
- La libertà è un diritto divino che deve servire alla pace ed al perfezionamento dell’essere umano. I pensieri puri e la volontà dei giusti sono le chiavi per accedere ad una vita pura, piena di speranza, di vitalità e di bellezza.
- Questa è la promessa di Dio, che la terra resterà in mano ai puri ed ai giusti. La gente priva di egoismo prenderà in mano il controllo del mondo, ed allora non vi saranno più tracce di dolore, discriminazione, povertà, insicurezza ed aggressione. Sta per arrivare il momento della vera felicità e della realizzazione della vera natura dell’umanità, come Dio l’ha sempre intesa.
- Tutti coloro che cercano la giustizia e tutti gli spiriti liberi hanno atteso a lungo questo momento, con la promessa di un tempo glorioso.
- Il completo essere umano, il vero servo di Dio, il vero amico dell’umanità, il cui padre apparteneva alla generazione dell’amato Profeta dell’Islam, e la cui madre era della stirpe dei devoti di Gesù il Messia, attende insieme a Gesù figlio di Maria e agli altri uomini prescelti per tornare sulla terra nei tempi luminosi e aiutare l’umanità.
- Nel dare loro il benvenuto dovranno unirsi tutti e cercare la giustizia.
Onore all’amore e al rispetto della giustizia e della libertà, onore alla vera umanità, all’essere umano completo, al vero compagno dell’umanità, e che la pace sia su tutti voi, e su tutti i giusti e puri.
Che la pace di Dio e la Sua Clemenza sia con voi

http://italian.irib.ir/notizie/politica/item/85217-iran-/-onu-versione-integrale-del-discorso-del-presidente-mahmoud-ahmadinejad

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Un PD tutto Chiesa e Confindustria ed Impero

Un PD tutto Chiesa e Confindustria ed Impero!

Il labour Party cerca di cambiare strada dopo il decennio di Blair che lo ha sfigurato privandolo dell'anima e facendone uno strumento docile del capitalismo feroce e asociale. Blair è stato per il socialismo inglese quello che Craxi è stato per l'Italia: una forza devastatrice della sua identità.
La elezione di Miliband potrebbe ricondurre il Labour alla sua naturale missione politica e storica: rappresentare e difendere le classi lavoratrici in una visione della vita e del mondo
legata alla solidarietà del socialismo.
In Francia il Partito Socialista è diretto da Martine Aubry, l'autrice della legge sulle 35 ore ed è impegnato nelle lotte sindacali per la difesa delle pensioni e della scuola. La tendenza rappresentata da Segolene Rojal è stata messa in minoranza ed il socialismo francese non corre il rischio di deragliare e diventare liberista.
In Germania la socialdemocrazia si lecca le ferite dopo il governo di unità nazionale con la Merkel, una scelta che le è costata la scissione e la formazione della Linke alla sua sinistra.
Ma non si può dire che abbia un programma di adulterazione di sè stesso.
L'Italia vive una condizione anomala: lo spazio parlamentare è occupato dal PD, un partito che non vuole essere di sinistra, non vuole allearsi o essere condizionato dalla sinistra comunista che ha contribuito a lasciare fuori dal Parlamento, ha un programma che potremmo definire tutto Chiesa e Confindustria.
L'anomalia italiana ha anche un pesantissimo risvolto sociale. La CGIL, da sempre identificata dai lavoratori come il loro sindacato, asseconda la politica del PD di conquista dei ceti imprenditoriali oggi in grande parte radunati attorno a Berlusconi. Nonostante i lavoratori italiani siano i peggio pagati dell'Occidente ed abbiano perso grande parte dei diritti, la CGIL si accinge a cedere ancora alla Confindustria il ccnl, strumento essenziale di difesa specialmente in tutto il Mezzogiorno, la scuola e la sanità, mentre per le pensioni ha già praticamente ceduto tutto specialmente a seguito delle ultime norme sulle "finestre mobili" che hanno alzato l'età pensionabile ad oltre settanta anni..
Nel PD non esiste una corrente di sinistra. I vari gruppi che si danno battaglia per il controllo del Partito sono tutti di destra e si scavalcano reciprocamente a destra. Il documento dei 75 presentato da Veltroni è ispirato, nella sua parte sociale, da Ichino un giuslavorista che vorrebbe i lavoratori senza tutele e che teorizza l'abolizione del sussidio di disoccupazione perchè li "impoltronisce"!!! Il gruppo del rampante Enrico Letta ha
proclamato l'estraneità del PD dai giovani che si battono contro la legge Biagi e che contestano la Cisl di Bonanni. Non c'è una sola area, un solo uomo nel PD che sia ancora socialista o cattolico progressista. Tutto il gruppo dirigente è liberista e tutte le organizzazioni che un tempo si definivano "democratiche" della cooperazione, dell'agricoltura e dell'artigianato sono ferreamente allineate con la Confindustria e la Confagricoltura. Nel PCI erano assai importanti gli amministratori locali perchè potevano dar luogo, utilizzando le autonomie territoriali, a modelli di vita sociale più progrediti socialmente di quelli garantiti dal Governo. Ricordiamo l'Emilia per anni simbolo di una idea progressista di pubblica amministrazione. Ebbene, gli amministratori locali hanno attuato programmi di privatizzazione selvaggia dei servizi, propendono financo per la privatizzazione dell'acqua e si sono allineati alla Lega con politiche repressive verso i Rom ed i poveri.
PD e CGIL non partecipano alle lotte contro lo smantellamento della scuola pubblica
e la sanità. Non si propongono di rimettere in discussione il sistema pensionistico.Teorizzano il precariato in sintonia con la Chiesa che invita i giovani a non
sperare nel posto fisso. In sostanza, rincorrono a destra il Pdl la Cisl e l'Uil.
La scomparsa del socialismo dal Parlamento italiano, la perdurante divisione dei pochi spezzoni sopravvissuti ma esiliati dalla politica, ha impoverito enormemente le classi lavoratrici e la stessa Italia che è diventata una nazione di infelici sgovernata da una destra corrotta priva financo dell'idea di Stato. Venti milioni di lavoratori italiani vivono, tranne una piccola parte, con un reddito inferiore a mille euro mensili mentre la pensione media non supera i seicento euro. Questo terribile disagio di massa è contrappuntato dagli iperbolici stipendi dei managers e della oligarchia politica. La diseguaglianza sociale è diventata enorme e priva il Paese della coesione necessaria per andare avanti.
Dagli accordi che saranno stipulati tra il PD e la Confindustria i lavoratori italiani perderanno ancora, aumenterà la loro povertà e saranno consegnati spogliati da ogni diritto
nelle mani delle classi possidenti. L'Italia diventa come Panama e le Repubbliche povere
del Sud America. Il processo di deindustrializzazione cancellerà gli ultimi nuclei di resistenza. I chimici dell'Isola dei Cassiintegrati dell'Asinara, ricevuti dopo 213 giorni di
autosegregazione da Berlusconi che li accoglie a Palazzo Chigi raccontando barzellette,
difficilmente recupereranno le produzioni che l'ENI ha deciso di comprarsi all'estero. Sembra che il capitalismo italiano non abbia più voglia di investire nelle industrie, almeno in Italia.
Bisognerà vedere se la gente, da sola, senza guida di sindacati e partiti, riuscirà a reagire a tutto questo, a darsi una alternativa, una prospettiva diversa.
Soltanto la nascita di un grande radicale partito socialista può far risalire i lavoratori dal pozzo in cui giacciono e restituire prosperità all'Italia.
Ma un partito non un messia o un papa straniero.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

Pietro Ancona




http://www.parti-socialiste.fr/

sabato 25 settembre 2010

Giulietto Chiesa (2008). GRANDE ANALISI!

Giulietto Chiesa (2008). GRANDE ANALISI!

Il Patto di Genova contro i lavoratori

.La Confindustria si rende conto che Cisl ed UIL non bastano per ridurre in mutande i lavoratori italiani: c'è bisogno della CGIL. Intenso corteggiamento ad Epifani della Marcegaglia e avvio del patto di Genova (dove si svolgeva l'incontro). I settori riottosi della CGIl saranno bacchettati da Bersani, Letta, D'Alema, Veltroni....
Anche la legislazione del lavoro sarà demolita a cominciare dalla prossima approvazione del cosidetto "collegato" lavoro. Le pensioni sono state portate ad oltre i settanta anni con la complicità anche della CGIL. Ma sarà come non andarci in pensione perchè saranno talmente basse da non bastare neppure a comprare il pane....

Pietro Ancona
http://www.google.it/#q=patto+di+genova&hl=it&prmd=ivn&source=univ&tbs=nws:1&tbo=u&ei=zUOeTKXtNZmN4gb1y8XYDQ&sa=X&oi=news_group&ct=title&resnum=1&sqi=2&ved=0CCMQqAIwAA&fp=a1aae7ec0ef59c4a

Un importante articolo di Megachip sul caso Sakineh

Lo scandalo Sakineh
Scritto da Thierry Meyssan Sabato 18 Settembre 2010 00:06


http://www.megachipdue.info/tematiche/democrazia-nella-comunicazione/4571-lo-scandalo-sakineh.html

di Thierry Meyssan*

Il saggista Bernard- Henry Lévy e il Presidente Nicolas Sarkozy hanno mobilitato l'opinione pubblica francese per sottrarre alla lapidazione una donna iraniana accusata di adulterio. Sommersi dall’emozione, i francesi non si sono presi il tempo per verificare l’accusa, fino a che Dieudonné M’Bala M’Bala non è andato a Teheran. Una volta lì, LA VICENDA SI E' RIVELATA DEL TUTTO FALSA.

Thierry Meyssan si sofferma su questa spettacolare e azzardata manipolazione.

Nota di Pino Cabras in fondo all'articolo




L’annuncio di un autodafé del Corano da parte di un pastore statunitense in occasione del nono anniversario degli attentati dell'11 settembre ha scosso il mondo musulmano. La notizia ha avuto contraccolpi diversi a seconda delle culture.

Per gli occidentali questa provocazione va relativizzata. Certo, si tratta di un libro che i musulmani reputano sacro, ma alla fine non è altro che carta che brucia.

Al contrario, nel mondo musulmano, si ritiene che nel bruciare il Corano si tenti di separare gli uomini dalla parola “divina” e di negar loro la salvezza.

Ne sono conseguite reazioni emotive incontrollabili che gli occidentali percepiscono come isteria religiosa. Mai una cosa simile potrebbe manifestarsi in Europa, e ancor meno in Francia, paese forgiato da un secolo di combattiva laicità. Eppure ...



Mobilitazione

Di recente il saggista Bernard-Henri Lévy [1] ha messo in guardia l'opinione pubblica sul caso di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, una giovane donna che avrebbe dovuto essere condannata alla lapidazione per adulterio. Ha lanciato una petizione su internet per fare pressione sulle autorità iraniane affinché rinunciassero a cotanta barbarie.

In costante contatto telefonico con il figlio della vittima, che vive a Tabriz (Iran), e con il suo avvocato, Javid Houstan Kian, da poco trasferitosi in Francia per sottrarsi al regime, Lévy non è stato avaro di dettagli: la lapidazione, la cui messa in pratica sarebbe stata interrotta da una moratoria, sarebbe ricominciata su impulso del presidente Ahmadinejad. L’esecuzione della signora Mohammadi-Ashtiani, avrebbe potuto avverarsi alla fine del Ramadan. Nel frattempo, il direttore della sua prigione, furioso per via del chiasso mediatico, le avrebbe fatto infliggere 99 frustate.

Il saggista concentra i suoi attacchi sulle modalità dell’esecuzione. Scrive:

«Perché la lapidazione? Non esiste un altro modo di dare la morte, in Iran? Perché è il più abominevole di tutti. Perché questo attentato contro il volto, questa pioggia di pietre su un volto innocente e nudo, questo raffinarsi della crudeltà che arriva persino a codificare le dimensioni delle pietre per assicurarsi che la vittima soffra più a lungo, sono un raro concentrato di disumanità e barbarie. Perché c’è, in questa maniera di distruggere un volto, di farne esplodere la carne e ridurla a un magma sanguinante, perché c’è in questo gesto di bombardare una faccia fino a farne uscire poltiglia, qualcosa di più che il mettere a morte. La lapidazione non è una condanna a morte. La lapidazione è più che una condanna a morte. La lapidazione è la liquidazione di una carne che è stata processata, in un qualche modo retroattivo, proprio questa carne: la carne di una donna giovane e bella, forse amante, forse amata, e che ha forse goduto di questa felicità di essere amata e di amare.»
Il presidente Sarkozy ha confermato le informazioni di Lévy in occasione della conferenza annuale degli ambasciatori di Francia, [2]. Al termine del suo discorso, ha dichiarato che la condannata era ormai «sotto la responsabilità della Francia».

Ben presto, numerose associazioni e personalità hanno aderito a questo movimento e sono state raccolte più di 140.000 firme. Il primo ministro François Fillon è apparso sugli schermi del principale telegiornale della televisione pubblica per esprimere la sua solidarietà a Sakineh, «sorella di noi tutti» Mentre l'ex segretario di Stato per i Diritti Umani, Rama Yade, affermava che la Francia faceva ormai di questo caso una « questione personale».



Mistificazione

Benché non ne abbiano coscienza, la reazione emotiva dei francesi rimanda alla parte religiosa del loro inconscio collettivo. Che siano cristiani o meno, sono stati segnati dalla storia di Gesù e dell'adultera.

Ricordiamo il mito [3].

I farisei, un gruppo di ebrei arroganti, tentano di mettere in difficoltà Gesù. Gli portano una donna appena sorpresa in flagrante adulterio. Secondo la Legge di Mosè, dovrebbe essere lapidata, ma questa sanzione crudele è fortunatamente caduta in disuso. Chiedono allora a Gesù cosa convenga fare: se raccomanderà che la si debba lapidare, apparirà come un fanatico, se rifiuta di punirla, sarà messo sotto accusa per avere sfidato la Legge. Tuttavia, Gesù salva la donna rispondendo loro: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra». Ha dunque invertito il dilemma: se i farisei la lapidano, pretendono di essere puri, se non lo fanno, sono loro a violare la Legge. E il testo precisa: «Si ritirarono uno a uno, a partire dai più anziani».

Questo mito nel pensiero occidentale è il fondamento della separazione tra legge religiosa e civile. L'adultera ha peccato davanti a Dio e non deve renderne conto che a lui. Non ha commesso un reato e dunque non può essere giudicata dagli uomini.

La lapidazione annunciata di Sakineh è avvertita dai francesi come una terribile regressione: la Repubblica islamica dell’Iran dev’essere un regime religioso che applica la Legge di Mosè rivista alla luce del Corano, la Shari‘a. I mullah devono essere dei fanatici fallocrati che reprimono gli amori delle donne fuori del matrimonio e le tengono sottomesse agli uomini. Accecati dal loro stesso oscurantismo, arrivano a uccidere e nella maniera peggiore.

Qui si tratta proprio di isteria religiosa collettiva, perché in un caso del genere la reazione normale di chiunque sarebbe dovuta essere quella di verificare i capi d’accusa. Ma per settimane nessuno si è preso la briga di farlo.



Interrogativi

Avendo a sua volta firmato questa petizione, il leader del partito antisionista Dieudonné M'Bala M'Bala, trovandosi a Teheran nel quadro di un progetto cinematografico, ha desiderato intercedere in favore della condannata. Ha chiesto udienza dalle autorità competenti ed è stato ricevuto da Ali Zadeh, vice presidente del Consiglio della Magistratura e portavoce del Ministro della Giustizia.
L'intervista deve essere stata sul genere di una farsa: con Zadeh che si domandava se il suo interlocutore, umorista di professione, non lo stesse per caso prendendo in giro nel dargli conto della sua apprensione. Mentre dal canto suo M'Bala M'Bala si faceva ripetere più volte le risposte alle sue domande, non potendo credere di essere stato manipolato sino a quel punto. La Repubblica islamica, succeduta alla dittatura dello scià Reza Pahlavi, si è innanzitutto preoccupata di porre fine all’arbitrio e di instaurare uno Stato di diritto quanto più possibile rigoroso. Per quanto riguarda i delitti da giudicare in corte d’assise, già da lungo tempo è previsto l’appello. In qualunque stato della causa, la Corte di Cassazione può essere automaticamente interpellata per verificare la legittimità della procedura. Il sistema giudiziario offre garanzie assai superiori rispetto a quelle dei tribunali francesi, e gli errori sono molto meno frequenti.

Tuttavia, le condanne hanno conservato una particolare durezza. Il paese applica in particolare la pena capitale. Piuttosto che ridurre il “quantum” delle pene, la Repubblica islamica ha scelto di limitarne l’applicazione. Il perdono delle vittime, o dei loro familiari, è sufficiente per annullare l'esecuzione delle pene. Proprio per via di questa disposizione e del suo uso massiccio, non esiste l’istituto della grazia presidenziale.

La pena capitale è spesso comminata, ma molto raramente applicata. Il sistema giudiziario prevede una dilazione di circa cinque anni tra la sentenza e la sua esecuzione, nella speranza che la famiglia della vittima conceda il perdono, e il condannato sia perciò graziato e immediatamente liberato. In pratica, le esecuzioni capitali riguardano soprattutto i grossi trafficanti di droga, i terroristi, e gli omicidi di bambini. L'esecuzione è eseguita per pubblica impiccagione.

Possiamo sperare che la rivoluzione islamica continuerà la sua evoluzione e abolisca prossimamente la pena di morte.

Comunque sia, la Costituzione dell’Iran si basa sul principio della separazione dei poteri. La magistratura è un potere indipendente e il presidente Ahmadinejad non può interferire con una qualsivoglia decisione dei tribunali.



Manipolazioni

Nel caso Sakineh, tutte le informazioni diffuse da Bernard-Henry Levy e confermate da Nicolas Sarkozy sono false.

1. Questa signora non è stata processata per adulterio, ma per omicidio. Inoltre, in Iran non è prevista la condanna per adulterio. Anziché abrogare questa incriminazione, la legge ha prescritto delle condizioni, per poter stabilire il fatto, impossibili da mettere insieme: occorre che quattro persone siano state testimoni nello stesso istante. [3]

2. La Repubblica islamica non riconosce lo Shari‘a, bensì esclusivamente la Legge civile votata dai rappresentanti del popolo in seno al Parlamento.

3. La signora Mohammadi–Ashtiani ha drogato il marito e l’ha fatto uccidere nel sonno dal suo amante, Issa Taheri. Lei e il suo complice sono stati giudicati entrambi in primo e secondo grado. Gli «amanti diabolici» sono stati condannati a morte in tutti e due i gradi del giudizio. La Corte non ha fatto distinzioni di sesso nel pronunciare la condanna degli accusati. Va notato che, nell’atto di accusa, la relazione intima tra i due assassini non è menzionata, proprio perché non la si può provare secondo la legge iraniana, quantunque i parenti la dichiarino come un fatto certo.

4. La pena di morte potrà essere eseguita per impiccagione. La lapidazione, che era in vigore sotto il regime dello scià e per qualche anno ancora dopo la sua deposizione, è stata abolita dalla Rivoluzione islamica. Indignato per le asserzioni di Bernard-Henri Lévy e Nicolas Sarkozy, il vicepresidente iraniano del Consiglio della magistratura ha dichiarato a Dieudonne M'Bala M'Bala di voler sfidare le insigni personalità sioniste a trovare un testo di legge iraniana in vigore che preveda la lapidazione.

5. La sentenza è ora all'esame della Corte di Cassazione, che deve verificare la regolarità di ogni dettaglio della procedura. Se questa non è stata scrupolosamente rispettata, la sentenza sarà annullata. Questa procedura di riesame sospende il processo. Poiché questo non è ancora definitivo, l'imputata gode tuttora della presunzione di innocenza e non si è mai posta la questione di giustiziarla alla fine del Ramadan.

6. Javid Houstan Kian, presentato come l’avvocato della Signora Mohammadi-Ashtiani, è un impostore. È legato al figlio dell’accusata, ma non ha ricevuto alcun mandato da questa signora e non ha avuto alcun contatto con lei. E’ membro dei Mujaheddin del popolo, un'organizzazione terroristica protetta da Israele e dai neo conservatori [4].

7. Il figlio della donna vive normalmente a Tabriz. È libero di esprimersi senza impedimenti e telefona spesso a Lévy per criticare il proprio paese, a riprova del carattere libero e democratico del suo governo.

In definitiva: niente, assolutamente niente nella versione Sarkozy-Lévy della vicenda di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, è vero. Forse, Bernard- Henry Lévy ha rilanciato in buona fede delle accuse false che servivano alla sua crociata contro l'Iran.

Quanto al presidente Nicolas Sarkozy non può invocare la negligenza. Il servizio diplomatico francese, il più prestigioso al mondo, gli ha certamente indirizzato tutti i rapporti sul caso. Ha dunque deliberatamente mentito all’opinione pubblica francese, probabilmente per giustificare a posteriori le drastiche sanzioni prese contro l'Iran a danno soprattutto dell'economia francese, già duramente deteriorata dalla sua politica.



*Thierry Meyssan, Analista politico francese, presidente-fondatore del Réseau Voltaire.

Fonte: http://www.voltairenet.org

Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.



[1] Si veda il dossier Bernard-Henry Lévy, Réseau Voltaire.

[2] Discours à la conférence annuelle des ambassadeurs de France, di Nicolas Sarkozy, Réseau Voltaire, 25 agosto 2010.

[3] Il termine mito deve essere preso qui nel senso più neutro. Che si creda o no ai Vangeli, la storia della donna adultera appartiene alla simbologia occidentale.

[4] Sullo stesso tipo di disinformazione, si legga Pour diaboliser l’Iran, «Rue 89» confond crimes pédophiles et homosexualité, Réseau Voltaire, 13 juillet 2007.

[5] Si veda il dossier Les Mujahedin-e Khalq, Réseau Voltaire.



*******

Nota di Pino Cabras per Megachip


L’articolo di Thierry Meyssan, al di là di qualche ossequio di troppo alle presunte virtù liberali del governo iraniano, che purtroppo dà invece oltremodo da fare ad Amnesty International, e al di là di alcune imprecisioni sulla vigenza della pena della lapidazione, espone nondimeno dei fatti molto importanti, in grado di ridimensionare drasticamente la rappresentazione corrente della vicenda.

Mi rendo conto che il caso Sakineh, come ogni minaccia concreta della violenza di Stato su una vita umana con un nome e un cognome, ha risvolti morali che ci fanno sentire responsabili della difesa di quella vita e proprio quella. Ma nel caso di specie il piccolo vagone del caso giudiziario iraniano è inserito in un lungo treno composto da carrozze cariche di buona fede e soprattutto da una potente locomotiva mediatica che ha altri scopi, anche se li dissimula benissimo.

Personalmente uso un criterio guida che negli ultimi anni mi ha fornito una mappa infallibile nel percorso delle notizie, anche se sembrerà solo una battuta: quando in una causa compare la firma, l'engagement, il supporto battagliero di Bernard-Henry Lévy, dobbiamo sapere che quella causa è irrimediabilmente contaminata da gravissime falsità: è accaduto nella guerra dell'Ossetia del Sud nel 2008, nella strage di Gaza del 2009, e ora sull'Iran.

I fomentatori della campagna su Sakineh sono stati abilissimi.

Si parte da una causa in sé giusta, su cui già si impegna Amnesty International come in mille altri casi che nessuno di norma si fila.

La si deforma stuzzicando il pregiudizio antiislamico e dipingendola come l'oppressione del Regime sulle donne.

La si personalizza nello stile del "reality show" in base all'assunto che se di un individuo conosci il nome automaticamente diventa un tuo "prossimo" e tirarti fuori sarebbe disumano.

Si crea l'evento autopropulsivo e alla moda, con i VIP - compresi quelli davvero perbene - che associano la loro faccia e la loro lacrima con quel nome concreto.

Si lanciano coinvolgenti aggiornamenti che trascinano la stampa progressista e chi ha un approccio vivace, onesto e impegnato alle notizie.

Infine si scarica il tutto sull'immagine demonizzata di Teheran per costruire il consenso preventivo alla prossima guerra contro l'Iran, durante la quale centinaia di migliaia di donne - come in Iraq - saranno lapidate dalle bombe di un Occidente così femminista da non voler disturbare con un ricordo i loro troppi nomi.

L'articolo di Meyssan richiama il fatto che la procedura penale iraniana attuale rende ardua se non impossibile l’esecuzione di una condanna per adulterio, potendo procedersi solo in presenza di quattro testimoni del fatto, una testimonianza che “deve essere basata sull’osservazione e non sulle congetture”. È una di quelle salvifiche ipocrisie formali dettate dal buon senso che rendono il mondo islamico molto più flessibile di quanto ci si aspetti: si omaggia la forma, gli articoli della legge penale ricalcano certi precetti della Shari‘a, per cui si tiene in piedi un vecchio istituto, ma lo si rende inapplicabile. Quattro testimoni che assistono tutti alla consumazione di un adulterio sarebbero un "unicum" statistico perfino a San Francisco.

La vita pratica dei paesi musulmani offre vari esempi. Mi viene in mente l'istituto islamico del "matrimonio temporaneo", che può durare addirittura solo mezz'ora, con tanto di dote matrimoniale conferita dallo "sposo", anche in vile denaro: così quella mezz'ora la sta passando mica con una prostituta, ma con una moglie.

O i musulmani dello Xinjang che mangiano tranquillamente maiale perché a tavola lo chiamano "montone", riproducendo le gesta dei preti nostrani che mangiavano carne nei venerdì di Quaresima con la formula "ego te baptizo piscem".

A qualunque latitudine la giustizia divina si piega al pragmatico convenzionalismo del vivere umano. Si chiama ipocrisia. Ma l’ipocrisia riporta la durezza della Legge al passo delle cose mondane. Nel male, ma anche nel bene.

La controprova dei due pesi e due misure l'abbiamo dal silenzio della stampa mainstream sul caso di Teresa Lewis. Meritava forse meno clamore? In base a quale ragione, peso, qualità di una vita umana?

Ed Miliband eletto segretario del Labour Party

Il labour prova a spostarsi a sinistra dopo l'indecente e guerrafondaia parentesi del liberista Blair che lo aveva sfigurato. In Europa il socialismo ritorna ed anche il sindacalismo di classe. In Italia l'ala sinistra del parlamento è occupata da un Partito tutto Chiesa, Confindustria e vocazione maggioritaria: il PD. La CGIL è ridotta a collaboratrice del padronato.
Pietro Ancona

giovedì 23 settembre 2010

Teresa è stata uccisa! Sakineh è viva!

Teresa è stata uccisa! Speravo che gli USA non avessero la tracotanza di eseguire il delitto dopo tutta la propaganda che avevano organizzato per la liberazione della Sakoneh. Non temono la contraddizione! Vergogna per la stampa mondiale e per le TV
che hanno osservato un silenzio tombale! Vergogna per i Pannella I Bonino e quanti non hanno esercitato nessuna pressione sull'Ambasciata USA! Vergogna per la coppia Sarkozy!
Pietro Ancona


La stampa
Giustiziata la disabile mentale Lewis

Fuori dal carcere le proteste contro la condanna a morte



Il suo ultimo pensiero per la figlia
Da quando è stata reintrodotta
la pena di morte sono state
giustiziate 12 donne
È stata dichiarata ufficialmente morta alle 21.13 locali, le 3.13 di questa notte in Italia. Teresa Lewis, la ’Sakineh americana', è stata giustiziata al Greensville Correctional Center di Jarratt, in Virginia, con un’iniezione letale. Tre diversi medicinali l’hanno portata dalla vita, allo stato catatonico, all’arresto cardiaco. «Non ci sono state complicazioni», ha spiegato Larry Traylor, portavoce delle autorità penitenziarie locali. Il suo ultimo pensiero è stato rivolto a Kathy Clifton, sua figliastra. «Voglio solo che Kathy sappia che le voglio bene e che sono veramente desolata», ha detto. Prima dell’esecuzione, Teresa Lewis aveva ricevuto la visita dei suoi figli, del suo legale e di un prete.

Per il suo ultimo pasto ha chiesto pollo fritto, fagiolini, un dolce al cioccolato e una crostata alle mele. Poi ha fatto una doccia ed è stata trasferita nella camera della morte. Durante l’esecuzione, una trentina di persone si sono radunate in prossimità del carcere per protestare contro la pena di morte. Lewis, 41 anni, è stata ritenuta colpevole di aver organizzato l’omicidio del marito e del figliastro nell’ottobre 2002 per incassare i soldi di una polizza sulla vita. Ha assoldato due sicari, offrendogli in cambio denaro e favori sessuali, a cui ha aperto la porta di casa il giorno degli omicidi. Secondo la difesa la donna sarebbe però affetta da ritardi mentali e sarebbe stata manipolata dagli assassini.Il suo caso ha suscitato una grande attenzione negli Stati Uniti e in tutto il mondo, e da molti paesi sono arrivate forti pressioni per chiedere al governatore della Virginia di commutare la sentenza in un ergastolo. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, da parte sua, ha utilizzato il caso per scopi politici, paragonando la Lewis a Sakineh Mohammadi Ashtiani, donna condannata alla lapidazione per adulterio in Iran per la cui salvezza si è mobilitata una campagna mondiale. Secondo Ahmadinejad i media occidentali utilizzano due pesi e due misure. Nonostante la camera della morte in Virginia sia la più attiva dopo quella del Texas, la Lewis è la prima donna giustiziata nello stato dal 1912.

I suoi avvocati e sostenitori ritengono la sentenza ingiusta, anche in considerazione del fatto che i due assassini materiali hanno ricevuto una condanna all’ergastolo. Uno di essi, Matthew Shallenberg, dalla prigione sostenne di essere stato lui l’architetto dei delitti e di aver manipolato la Lewis. Shallenberg si è suicidato in carcere nel 2006. L’ultima esecuzione di una donna negli Stati Uniti è stata in Texas nel 2005. Da quando la Corte Suprema ha reintrodotto la pena di morte negli Stati Uniti nel 1976 sono state giustiziate oltre 1200 persone, di cui 12 donne.
Il coraggioso Presidente dell'Iran ha detto in faccia agli USA ed al mondo la verità: l'11 settembre è stato opera degli stessi USA per avere il pretesto di attaccare e distruggere l'Iraq e l'Afghanistan ed inaugurare la guerra infinita teorizzata da Bush e dai neocon. Le delegazioni occidentali hanno abbandonato l'aula dell'ONU ma i loro eserciti non abbandonano i territori occupati oramai da quasi dieci anni e continuano ad uccidere.
Pietro Ancona


"Una cospirazione a favore dei sionisti", le delegazioni occidentali lasciano la sala Onu
24 settembre, 05:09



Guarda le foto1 di 3Mahmud Ahmadinejad
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(di Emanuele Riccardi)

NEW YORK - All'Onu il presidente Usa Barack Obama socchiude una porta invitando ancora una volta al dialogo il presidente iraniano, ma Mahmud Ahmadinejad gliela sbatte in faccia, accusando gli Usa di avere ordito un complotto, l'11 Settembre, per salvare l'economia in declino e l'odiato ''regime sionista'', cioe' Israele. La parole di Ahmadinejad, dal sapore palesemente anti americano e dai toni chiaramente antisemiti, provocano immediatamente le reazioni degli occidentali. Guidate dagli Stati Uniti le delegazioni europee, Italia compresa, lasciano la sala del Palazzo di Vetro. La giornata si era aperta con toni concilianti. Obama aveva detto che per l'Iran, ''la porta rimane aperta alla diplomazia se Teheran scegliera' di attraversarla'' e ha ricordato che gia' ''l'anno scorso avevo offerto una mano tesa alla Repubblica Islamica dell'Iran''. Anche se in un'intervista tv il presidente ha prospettato una ripresa rapida del dialogo sul nucleare, le parole di Ahmadinejad sul complotto dai sapori sionisti dietro alle oltre 3.000 vittime delle Torri Gemelle e del Pentagono sono state interpretate come una chiara provocazione, una chiusura totale. Secondo il presidente iraniano, accanto alla teoria ufficiale di un attacco terroristico ce n'e una che si potrebbe definire un complotto. ''Alcuni segmenti all'interno del governo Usa - spiega Ahmadinejad - hanno orchestrato gli attacchi per rilanciare l'economia americana in declino e le sue estensioni in Medio Oriente, per salvare il regime sionista''. Ahmadinejad si e' detto convinto che ''la maggioranza del popolo americano, com'anche una maggioranza di nazioni e di politici intorno al mondo condividono questa visione''. Gia' subito dopo gli attacchi all'America ci fu un proliferare di teorie 'negazioniste' e 'cospirative': ne e' stato capofila il francese Thierry Meissan, che a riguardo ha scritto ben due libri, diventati best seller. Sul Medio Oriente, e in particolare su Israele che Ahmadinejad insiste col chiamare, con toni sprezzanti, ''l'entita' sionista'', continua a pronunciare parole inaccettabili per Paesi occidentali, Usa in testa. Al Larry King Show della Cnn Ahmadinejad ha definito il premier israeliano Benyamin Netanyahu ''un esperto assassino'' che dovrebbe ''finire in tribunale per avere ucciso donne e bambini'', mentre di fronte all'Assemblea Generale spiega che ''il regime sionista ha commesso i piu' orribili crimini'' contro i palestinesi. Completamente diversi i toni di Obama. ''Sono convinto'' che il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il presidente palestinese Abu Mazen ''hanno il coraggio'' di raggiungere la pace, ha detto l'inquilino della Casa Bianca, prospettando - se le cose andranno come da lui auspicate - la presenza di un 193/o Stato dell'Onu l'anno prossimo all'apertura della 66/a Assemblea Generale: la Palestina, con frontiere in comune con Israele. Con una frecciata palesemente diretta ad Ahmadinejad, che a piu' riprese ha prospettato la distruzione di Israele, Obama ha infine spiegato che chi appoggia l'esistenza di una Palestina indipendente, ''deve smettere di tentare di distruggere Israele. Deve essere a tutti chiaro che qualsiasi sforzo per scalfirne la legittimita' si scontrera' con l'opposizione incrollabile degli Stati Uniti''.

IL Papa Protestante

Carissimi,

sbagliate di grosso cercando l'uomo come Diogene. Dovete anche voi disintossicarvi del leaderismo. Il problema non è l'uomo ma il blocco sociale, il suo partito, la sua vita interna, il suo gruppo dirigente collettivo (vi ricordate dell' intellettuale collettivo?)
Inoltre fino a quando si costruiranno coalizioni per vincere non si farà chiarezza nella vita politica italiana perchè ci sarà l'ambiguità del centro-sinistra che poi diventa destra come è successo al governo Prodi e poi al PD.
Costruire un partito o uno schieramento per il suo programma e per rappresentare le classi lavoratrici ed i progressisti e non per vincere le elezioni.
Pietro Ancona
http://temi.repubblica.it/micromega-online/caro-eugenio-all-opposizione-serve-un-papa-protestante/

----- Original Message -----
From: MicroMega newsletter
To: pietroancona@tin.it
Sent: Wednesday, September 22, 2010 11:57 PM
Subject: All'opposizione serve un "Papa protestante"


Newsletter
22 settembre 2010

Risposta a Scalfari
Caro Eugenio, all'opposizione
serve un "Papa protestante"
di Paolo Flores d'Arcais
Domenica, su "Repubblica", hai affrontato la questione politica cruciale: "La sinistra non trae finora alcun beneficio dal marasma della maggioranza. Perché?". Ma credo sia fuorviante la polarità che istituisci tra sognatori e realisti. Il vero problema è l'assenza di riformismo dei dirigenti del centrosinistra.
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"il tricolore che costò loro la scomunica, evidentemente ormai venuta meno, vista la presenza del card. Bertone, accanto al presidente della Repubblica.
MANTELLO 20 settembre, il Vaticano riconquista Porta Pia?

I suicidi dei carcerati non interessano gli Oligarchi della Politica

in meno di nove mesi quarantacinque persone si tolgono la vita nelle allucinanti carceri italiane. In grande maggioranza si tratta di persone giovani. Delle prigioni, nonostante le spettacolari visite ferragostane di Pannella con Dell'Utri e Cosentino e schiere di parlamentari in cerca di pubblicità, non si occupa ness...uno. Aspettiamo il prossimo ferragosto per una nuova kermesse ed un nuovo sciopero della fame!
Pietro Ancona



A SANTA MARIA MAGGIORE
Marocchino si suicida in carcere
Ventidue anni, aveva tentato più volte

VENEZIA - Un detenuto marocchino di 22 anni si è impiccato stamane nella cella del carcere di Santa Maria Maggiore (Venezia) che condivideva con altri sei detenuti. Lo rende noto Ristretti Orizzonti, ricordando che l’uomo aveva già tentato più volte di togliersi la vita, tanto da essere sottoposto al regime di «grande sorveglianza», accorgimento che tuttavia non è bastato a impedire la tragedia. Da inizio anno a livello nazionale, viene ricordato, salgono così a 45 i detenuti suicidi nelle carceri italiane (38 impiccati, cinque asfissiati col gas, un morto dissanguato dopo essersi tagliato le vene e un avvelenato con dei farmaci), mentre il totale dei detenuti morti nel 2010, tra suicidi, malattie e cause da accertare arriva a 126. (Ansa)

mercoledì 22 settembre 2010

Teresa e Sakineh

Forse stanotte sarà giustiziata Teresa. Notate: la foto è forse anche imbruttita per suscitare repulsione in chi la vede mentre quella della Sakineh sembra la Madonna di Antonello da Messina! Nessuna gigantografia per Teresa, nessuna campagna massmediatica, i tv ne parlano pochissimo e di malavoglia.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/09/22/visualizza_new.html_1760416169.html
Pietro Ancona

il Trono, l'Altare e l'UAAR

La storia italiana corre all'impazzata all'indietro seminando sconcerto in quanti, come me, si erano illusi di un suo percorso ascensionale sempre verso il meglio, verso il progresso. Il Cardinale Bertone si è presentato da vincitore alla breccia di Porta Pia soddisfatto per gli innumerevoli lacci e laccioli clericali imposti allo Stato laico voluto dall'odiatissimo Cavour. Non solo siamo al blocco delle leggi sui diritti civili ma il Parlamento è commissariato dal cardinale Bagnasco e dalla Cei che si occupano minuziosamente di tutto e stringono d'assedio le riforme che in periodi migliori di questo per la laicità ed i diritti l'Italia era riuscita a darsi. L'aborto viene reso difficile negli ospedali pubblici da una quantità indecente di obiettori di coscienza, le proposte di legge sul testamento biologico, sulle coppie gay, sulla fecondazione assistita, sono diventate tutte occasioni di ribaltamento dei loro contenuti. Costrizioni e limitazioni grottesche vengono votate al posto delle liberalizzazioni proposte. Il Parlamento italiano non ha alcun ritegno a diventare il più reazionario e sanfedista d'Europa. Il Governo ha proposto ricorso contro la decisione della Corte di Giustizia sul Crocifisso ed il Ministro Gelmini propone l'introduzione dello studio della Bibbia nelle scuole. Tutta la pubblica amministrazione viene torchiata e spremuta di risorse a vantaggio della Chiesa.
Ha fatto bene quindi Ratzinger a farsi fotografare con il cappello dei bersaglieri. Da Porta Pia ha fatto irruzione il potere della Chiesa sullo Stato italiano che, ad opera di Mussolini e di Craxi ha perso la sua sovranità per diventare Stato concordatario con diritti limitati ed ha consentito alla Chiesa di ripristinare in forme nuove il suo Stato. Il cattolicesimo è l'unica religione al mondo che dispone di uno Stato e che intrattiene rapporti diplomatici con le nazioni. Uno Stato al servizio di un espansionismo, di una "evangelizzazione" causa di
terribili conflitti e tantissime sofferenze, perchè ovunque si formi una forte comunità cattolica si mette subito in atto un progetto di secessione come è accaduto in Indonesia ed ora sta accadendo in Sudan.
A Porta Pia lo Stato italiano si è umiliato accettando senza contraddirla l'affermazione di Bertone sui soldati italiani e papalini caduti. Una sorta di refrain della tesi della destra sulla Resistenza e sulla Repubblica di Salò e sulla conciliazione e condivisione dei valori applicata ai Bersaglieri ed agli Zuavi e Dragoni.
Di grande valore simbolico della discesa agli inferi della storia italiana, della sua svolta
reazionaria è il trattamento inflitto alla delegazione dell'Uaar. E' stata tenuta a distanza
e sotto stretta sorveglianza da Bertone e Napolitano. I componenti della delegazione sono stati tutti identificati. I loro documenti sono stati sequestrati e restituiti soltanto dopo la fine della manifestazione. Trattasi di un insopportabile abuso, di una misura liberticida
consumata ai danni di un gruppo di benemeriti cittadini, di difensori della laicità delle Istituzioni dello Stato. Non risulta che le stesse misure siano state prese a carico dei rappresentanti delle organizzazioni di destra o cattoliche presenti in piazza. Si è trattato di un attacco mirato a colpire e scoraggiare quanti continuano a difendere la libertà dagli attacchi sanfedisti della destra di governo.
Nella giornata di ieri è scoppiato lo scandalo dello Ior, il discusso e tenebroso istituto finanziario del Vaticano. Magistrati italiani lo sospettano di riciclare denaro sporco e stanno seguendo una pista che finora ha portato alla scoperta di 23 milioni di euro i cui passaggi debbono essere chiariti. La reazione del Vaticano è stata di attacco ai Magistrati. Le parole e gli aggettivi usati sembravano prelevati da una delle dichiarazioni di Berlusconi contro i giudici. Non dubito che nelle alte sfere del Potere si siano già attivati per mettere la cosa a tacere o per farla quanto meno sparire dalle prime pagine dei giornali e delle televisioni.
Ma la grande sconvolgente vittoria del Papato sullo Stato è nel Parlamento Italiano, nella sua composizione. Maggioranza ed opposizione sono in gara per accaparrarsi la benevolenza della Chiesa. Nessuno è disponibile a dare un voto che possa suscitare la contrarietà dei cardinali. Questa sottomissione, questo allineamento alla Gerarchia contribuisce non poco a soffocare l'insoddisfazione di tantissimi cattolici per la politica di questo Papato sulla pace, sui diritti civili, sul lavoro. Il Trono e l'Altare sono uniti in un quadro di restaurazione preconciliare e di condizionamento dello Stato. La responsabilità di quella che una volta era la sinistra parlamentare è enorme. Il PD tira la volata ad un incrocio sempre più osceno tra destra e religione. La latitudine di questo incrocio arriva fino alla xenofobia da un lato ed alla persecuzione delle coppie gay dall'altro.
Mi auguro che il prossimo XX Settembre non venga preceduto dall'arresto precauzionale degli atei come si usava fare durante il fascismo in occasione delle ricorrenze e della presenza del Duce. Certo è sconsolante lo scarso rilievo che la stampa italiana ha dato a questo inqualificabile episodio di polizia ancora più grave perchè perpetrato alla presenza del Presidente della Repubblica massimo garante dei diritti garantiti dalla Costituzione,.
Pietro Ancona
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