lunedì 31 agosto 2009

sciopero generale subito!

sciopero generale subito!

La CGIL dovrebbe subito indire lo sciopero generale di tutti i lavoratori italiani contro il più mostruoso licenziamento di massa della storia italiana!
pietro ancona
pietroancona@tin.it
già segretario generale cgil sicilia

Campania: 6.180
Sicilia: 5.512
Lombardia: 4.874
Puglia: 3.999
Lazio: 3.211
Veneto: 2.809
Calabria: 2.699
Piemonte: 2.510
Sardegna: 1.826
Toscana: 1.719
Emilia Romagna: 1.637
Abruzzo: 1.108
Marche: 927
Liguria: 791
Basilicata: 727
Friuli V.G.: 641
Umbria: 571
Molise: 362











http://www.facebook.com/search/?q=disoccupati+scuola&init=quick#/note.php?note_id=157254936080&id=1421021640&ref=ss

l'asino volante di Tremonti

L'asino volante di Tremonti
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In un sistema economico in cui da anni si pratica su grande scala il vampiraggio sociale ai danni dei lavoratori dipendenti ( 20% in meno il valore monte salari succhiato dai profitti ) la proposta di partecipazione agli utili, subito approvata dall'ineffabile Angeletti(lo stesso che aveva proposto agli operai dell'INNSE di assumerne la gestione), non può che essere guardata con molti sospetti e grande diffidenza.
Chi fa la proposta? La proposta è avanzata da Tremonti che ha il vezzo, il capriccio, di volere stupire sempre il proprio uditorio. Mi aspetto che un giorno o l'altro indicherà ai suoi astanti il passaggio di un asino volante o annuncerà un pellegrinaggio alla tomba di Karl Marx ad Highgate a Londra. Il Ministro Sacconi, noto per il suo odio verso la CGIL e cioè per il poco che resta di autonomia sindacale in questo Paese, ha subito qualificato "grande" la proposta e si è subito messo in moto per la sua realizzazione.
I proponenti sono certamente espressione di una linea di pensiero economico e sociale che considera i lavoratori non più di una merce da usare nella massima disponibilità delle aziende, al costo pià basso possibile. Lavoratori che subiscono tutti i contraccolpi della crisi da una posizione di grande debolezza nella quale sono stati condotti nel corso degli ultimi due decenni. I loro salari sono inferiori di almeno il venti per cento della media dei salari europei, il welfare di cui godevano è stato enormemente indebolito: l'assistenza sanitaria è diventata più costosa, non ci sono quasi più asili-nido, le pensioni decurtate di quasi il cinquanta per cento. Stipendi e salari vengono decurtati ancora dall'Irpef applicata dalle Regioni e dai Comuni e dal generalizzato aumento dei servizi dovuto a privatizzazioni che hanno appesantito il costo delle gestioni delle exmunicipalizzate dei pesi parassitari degli oligarchi di regime che le dirigono. Per farla breve, oggi i lavoratori sono costretti a dequalificare
la loro alimentazione, a vestire più poveramente, a rinunziare del tutto al teatro, al cinema, ad andare a mangiare una pizza con la famiglia o con gli amici.
Agitare davanti ad una massa fatta da milioni di lavoratori quasi indigenti peraltro preda di un finto mercato che impone prezzi rigidi e crescenti a cominciare dalle assicurazioni, dalle farmacie, dai libri scolastici che tra poco daranno una bella bastonata, un mercato che nelle statistiche ufficiali viene presentato come stabile e con prezzi in calo (sic!), la soluzione magica di una partecipazione agli utili delle imprese (peraltro tutta da specificare ma non è difficile immaginare a che cosa alludano Tremonti e Sacconi), è mancare del tutto di senso di responsabilità, attirare l'attenzione su un vasetto di marmellata che si rivelerà rancida e da buttare.
Il governo liberista che ha fatto del liberismo la sua ideologia di ferro per lottare il movimento operaio, disgregarlo, distruggerlo e che ha appena avallato lo svuotamento del contratto nazionale che inciderà come riduttore salariale permanente "apre " ai lavoratori la partecipazione agli utili di impresa?
Una proposta di partecipazione sarebbe stata più credibile se fosse stata fatta a suo tempo dai governi DC che erano fondati sull'interclassismo e cioè su una dottrina sociale ispirata in parte alla rerum novarum ed alla esperienza cooperativistica sturziana. Questo governo nega identità collettiva
ed autonomia alle classi lavoratrici di cui disconosce financo l'esistenza. Marcia verso la totale estraneazione dei sindacati , la fine della dialettica contrattuale, la cessazione del conflitto sociale con la resa dei lavoratori che al massimo dovrebbero accontentarsi di un contrattino individuale ciclostilato dall'ufficio risorse umane della loro azienda. Può questo governo, questa destra, promuovere un progetto di partecipazione agli utili che dal punto di vista teorico dovrebbe innalzare i lavoratori al vertice delle imprese nelle quali lavorano oramai come robot iperattivi sotto il controllo dell'orologio del cronometrista?
Non avremo una flotta di panfili operai che si uniranno agli yacths dei miliardari ancorati nello specchio d'acqua antistante Villa Certosa ma al massimo qualche centesimo di "utile" in sostituzione di pezzi del contratto di lavoro che vengono cancellati. Non se ne farà niente! Oggi, la linea della Confindustria non è questa. La Confindustria ha un progetto scientifico di riduzione vera del peso dei lavoratori e dei loro sindacati. Lascia che Sacconi e Tremonti provino ad addentare per i polpacci gli operai ma se ne sta lontana. La Marcegaglia è andata talmente avanti nella realizzazione della sua politica di dittatura delle relazioni sociali che sono certo dirà no a questa immaginifica barocca e truffaldina proposta di partecipazione agli utili. Tanto le cose non sono mai andate così bene per lei ed i suoi amici.
pietroancona@tin.it

domenica 30 agosto 2009

valore legale titolo di studio

Valore legale del titolo di studio
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Avrete certamente notato che la discussione sul valore legale del titolo di studio si è spenta. Dotte argomentazioni di tanti "studiosi" e pennivendoli di regime volevano dimostrare come il valore legale della laurea era una cosa negativa che livellava verso il basso mentre, invece, era necessario sapere da quale Università venivi diplomato dal momento che la facoltà di legge dell'ateneo x non è certo la stessa dell'ateneo ipsilon... etc..
Lo scopo sottinteso di questa polemica era una avversione dei ceti professionisti ed economici benestanti inseriti pienamente nel sistema, nei confronti della mobilità sociale verso l'alto. Il figlio del contadino o del pescivendolo che diventa medico o avvocato o ingegnere? La cosa non è mai stata troppo gradita e la reazione è stata di due tipi: una chiusura corporativa rigidissima degli ordini e la voglia di squalificare, togliere valore al titolo di studio, abolire i concorsi, rendere assolutamente elastica la valutazione e la possibilità di inserimento. Tuttavia la borghesia italiana era un po' diversa di quella di oggi dedita alla xenofobia ed al ricatto degli immigrati e delle vittime della legge Biagi. Non ostacolò per decenni la crescita dei ceti "bassi". Si è pertanto creata una aspettativa di progresso attraverso la scuola che la destra al potere sta distruggendo spietatamente.
La mia generazione viene da una realtà in cui le classi sociali si distinguevano dal vestito. I borghesi "galantuomini" con il cappello, gli operai con la coppola. Ad occhio nudo si distingueva l'operaio dal professionista e non solo durante la settimana lavorativa ma in piazza, la domenica, in chiesa a messa.
Partita da questa realtà la mia generazione ha avuto il privilegio di vivere un movimento ascensionale strepitoso nella scala sociale: milioni di figli di operai e di contadini e di piccoli pover artigiani che riusivano a diventare "dottori", a realizzare un titolo che consentiva l'accesso alle alte cariche della pubblica amministrazione e della magistratura. Questo con l'aiuto di un movimento progressista straordinario per la sua incisività e capacità di "acculturazione", L'Unità, l'Avanti!, il Calendario del Popolo venivano diffusi da una rete di volontari a milioni di copie. Nelle sezioni si parlava di tutto a cominciare da Gramsci per finire a Dante. Questo movimento ascensionale ora è diventato discensionale. La laurea non serve più a niente ed è per questo che non interessa più agli occhiuti guardiani della diseguaglianza abolirne il valore legale (anche se non credo che ne abbiamo abbandonato completamente il proposito. Lo hanno accantonato.)
Leggo le lettere ai giornali. Una ragazza di 24 anni laureata in scienze politiche fa la shampista. Un'altra di 27 anni è disperata perchè guadagna troppo poco, quasi niente. Ogni giorno si registrano voci dolenti di una generazione delusa, umiliata, disperata. Non solo la diseguaglianza ha ripreso tutto il vigore che aveva prima, ma quello che conta non è il titolo di studio ma il ceto al quale si appartiene.
Se tuo padre ha una farmacia, uno studio legale, uno studio professionale, sei salvo, avrai il tuo futuro assicurato. Se non appartieni al ceto medio-alto il tuo titolo di studio è un pezzo di carta privo di valore. Il movimento che dagli anni sessanta in poi ha segnato la più grande promozione di ceti sociali della storia d'Italia si è bloccato, è finito anzi si è invertito. Oggi macina verso la dequalificazione. Tuo padre è muratore? lo farai anche tu seppur laureato il filosofia. Ma tuo figlio non avrà la laurea.
Il colpo mortale alla mobilità è stato inferto dall'attacco ai professori ed al personale della scuola che creerà quaranta mila infelici e disperati e dalla diminuzione del valore reale dei salari delle famiglie operaie. Una famiglia operaia riusciva a laureare un figlio fino agli anni novanta. Ora non più. Tutto quello che guadagna serve a pagare bollette e per una alimentazione che non è più neppure quella di una volta. La carne bovina vi è quasi scomparsa. Si mangia pollo o tacchino che sembrano di plastica.
La destra ha mandato in frantumi il patto sociale, ha distrutto la coesione. Questa condizione di reimpoverimento veloce traumatica trascina in un naufragio sociale le nuove generazioni. Molti di loro hanno retribuzioni cosi basse che se non fosse per l'aiuto di noi anziani nonni e padri non potrebbero comprare i pannolini ai figli e non avrebbero di che pagare l'affitto.
Questo, si dice, è il prezzo pagato alla efficienza, alla "modernità", alla capacità competitiva. Mi domando di chi e mi convinco ancora di più che ci vuole una "sinistra" diversa di quella ruffiana del padronato che siede in Parlamento. Il liberismo è una malattia mortale per l'Italia. E' all'origine della regressione barbarica in corso.
pietroancona@tin.it

sabato 29 agosto 2009

funerali in USA

Funerali in Usa
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Le onoranze funebri rese dagli Usa a Ted Kennedy hanno chiuso un periodo della storia che la presidenza Obama pretende di continuare a rappresentare: il periodo di una America liberal civile democratica guida dei movimenti progressisti di tutto il mondo, punto di riferimento delle sinistre
anche delle più dotate e forti del continente europeo. Ma questa America liberal è davvero mai esistita?
Le classi lavoratrici ed i poveri hanno mai avuto una chance diversa da quella offerta dal cosidetto "sogno americano" cioè della possibilità di fare fortuna intraprendendo una qualche attività? Essere socialisti cioè aspirare a dare uno strumento collettivo alle rivendicazioni sociali e politiche delle classi subalterne è sempre quasi un crimine e chi volesse tentare una via diversa da quella dei due grandi partiti del sistema americano verrebbe immediatamente messo nel mirino, vivisezionato, se del caso trattato come un terrorista o un nemico .... Negli Usa c'è la dittatura della Ideologia capitalistica.
L'integrazione delle grandi minoranze etniche a cominciare dagli afro-americani nonostante le grandi
ribellioni oramai dimenticate del secolo scorso e nonostante la elezione di Obama alla Presidenza degli Usa è avvenuta assai parzialmente. I lavoratori americani controllati (o vessati) da sindacati del tutto antidemocratici hanno condizioni salariali e normative peggiori di quelle che avevano trenta anni fa e vanno sempre a peggiorare
L'assistenza sanitaria è un business carissimo nelle mani dei privati e delle assicurazioni e milioni di persone ne sono tuttora escluse. La mortalità infantile è assai alta specialmente tra i poveri appunto per l'inaccessibilità del sistema sanitario. Molti anziani anche ottaugenari sono costretti a lavorare
per potersi pagare le medicine. Una parte considerevole della popolazione vive in roulottes dal momento che non è in grado di pagare un affitto. Mi è capitato di leggere di persone che sono costrette a dormire in macchina o a viaggiare tutta la notte dal momento che non possono permettersi di pagarsi una abitazione seppur piccola.
Le scene che abbiamo visto dopo la crisi dei titoli tossici di centinaia di migliaia di persone costrette a vivere in tenda ci hanno mostrato una America in cui perdere il lavoro significa essere inghiottiti dalle sabbie mobili, perdere tutto a cominciare dalla propria identità sociale e culturale. "ha dato vita al sogno dei padri fondatori" ha detto di Ted kennedy Obama nella sua orazione funebre. "E' stato un grande legislatore, è stato dalla parte dei poveri e non di quella dei ricchi e degli ammanicati. Poi, pensando a sè stesso ed a quanto dovrà rivedere in peggio delle sue promesse di rinnovamento e di
welfare, ha detto: "E'stato grande anche nei compromessi". Non è vero niente: l'America è durissima e spietata con i poveri. Li considera falliti e puniti da Dio.
l'America dei Kennedy, l'America liberale e civile non esiste e forse non è mai esistita specialmente nel rapporto non solo con le sue popolazioni ma con il pianeta terra. La sua politica verso gli altri popoli è fatta di oltre mille basi militari piazzate in quasi tutti gli angoli della terra a presidio del suo potere, del potere verso i suoi stessi alleati e per minacciare le nazioni e le culture che sono diverse o non riconoscono la supremazia e l'unicità del sistema capitalistico. Il Dio Mercato, un Dio bugiardo dal momento che gli oligopoli decidono tutto e la libertà dei commerci è assai più apparente che reale, assieme alla Dea Democrazia sono il parametro per giudicare ed eventualmente condannare tutti gli altri. In atto vaste zone della terra dall'Afghanistan all'Irak al Pakistan alla Somalia
vengono bombardate financo con aerei drone e la morte non ha mai mietuto tante vittime dalla fine della seconda guerra mondiale. Per fermare il processo di indipendenza dalle multinazionali e dalla influenza del dollaro dell'America Latina si abbatte il legittimo presidente dell'Honduras e si valorizzano regimi criminali come quello colombiano, regimi sostenuti anche dagli squadroni della morte addestrati e finanziati in Usa.
La terribile ingiustizia sociale esistente dentro gli USA è il modello che si vuole imporre ed esportare in tutto il mondo.
I funerali di ieri ci hanno mostrato un sazio,agiato, colto pezzo dell'estambliscement USAd . Sono stati anche i funerali della illusione di una America diversa e meno dura con la sua popolazione e con il mondo. Così come Clinton ha continuato sulla linea di Bush padre Obama continuerà quella di Bush figlio. Cambiano soltanto i dettagli. E questo mentre mai come ora il mondo ha avuto bisogno di cambiare radicalmente, di aprirsi una nuova strada.
pietroancona@tin.it


http://www.corriere.it/esteri/09_agosto_29/kennedy_funerali_22522326-94aa-11de-aa5b-00144f02aabc.shtml

schede di regime

L'attacco del giornale di berlusconi ai direttori di Avvenire e repubblica ha messo in luce una questione assai grave e cioè la disponibilità di notizie riservate su persone che rivestono particolari responsabilità (nel caso, direttori di gionale) da parte di uomini della destra che se ne servono per intimidire, demolire, sputtanare, squalificare.....
Esiste sicuramente uno schedario sempre aggiornato su moltissime persone da parte dei servizi segreti, Possiamo domandarci se i servizi segreti sono al servizio non dello Stato ma del governo, del partito di governo, dell destra.....
Andare a scovare che Mauro compra una casa in nero anni orsono o che il direttore dell'avvenire nel 2001 aveva un amante e aveva patteggiato in tribunale con il marito apparentemente è facile: notizie attingibili da tutti ma di fatto non è così!! Chi ha le schede? Chi mette queste schede a disposizione di Feltri o di altri?
pietroancona@tin.it

crudeltà

Più di 400 bambini detenuti e torturati nelle carceri israeliane
Scritto il 2009-08-28 in News


Gaza – Infopal. Il Ministero per gli Affari dei detenuti ha rivelato che l'occupazione israeliana detiene nelle sue carceri più di 400 bambini, la maggior parte dei quali sono studenti scolastici.

Secondo le dichiarazioni del Ministero, la promessa – fatta dall'occupazione – di creare un tribunale militare speciale per i bambini palestinesi sarebbe solo una copertura per le pratiche barbare nei loro confronti, le quali violano i principi del diritto internazionale (che impongono che la detenzione dei minori sia l’ultimo dei rimedi da adottare).

Riyad al-Ashqar, direttore del Dipartimento dell'informazione nel Ministero, in un comunicato stampa di cui il nostro corrispondente "Infopal.it" ha ricevuto una copia, ha illustrato l’intero repertorio di tormenti subiti dai piccoli prigionieri: “Gli uomini dell'occupazione li torturano, li trattano in maniera crudele e degradante per estorcere confessioni, li privano del sonno e del cibo, li ustionano con i mozziconi di sigaretta, li minacciano di deportare la loro famiglia e di far saltare in aria la loro casa, li legano mani e piedi e li bendano, usano le scosse elettriche e li costringono a stare in piedi a lungo, insultandoli”.

Sempre in base a quanto riferito dal politico, la direzione delle prigioni nega i diritti più elementari ai piccoli detenuti, gettandoli in stanze piccole come tombe, calde d'estate e fredde d'inverno, maleodoranti per la fuoriuscita dei rifiuti al loro interno, scarsamente illuminate e igienizzate. I carcerieri importunano la loro intimità spogliandoli e perquisendoli nudi, confiscando i loro oggetti personali e le foto dei parenti, privandoli delle cure e dell'istruzione e sottoponendoli a pesanti multe per le ragioni più banali.

Per quanto riguarda il tribunale speciale di cui ha parlato Israele, al-Ashqar ha commentato: “Vogliono ingannare il mondo intero e la comunità internazionale, facendo credere di rispettare i diritti umani dei bambini detenuti (…) ma la situazione che questi vivono nelle carceri prova la mostruosità dell'occupazione e delle sue pratiche repressive, e il suo disprezzo per tutte le norme e le convenzioni internazionali”.

venerdì 28 agosto 2009

l'emigrazione si può bloccare

Si può bloccare l'emigrazione?
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Molti barconi si caricano fino all'inverosimile di disperati disposti ad affondare per sempre nel mediterraneo piuttosto che restare nelle loro terre martoriate da guerre. carestie, bombardamenti, siccità, invasioni.....

Ebbene tra le tante migliaia di questi disperati non si è mai registrata una presenza di cittadini libici o di cittadini algerini. Come si spiega? Perchè non fuggono dal tanto vituperato dittatore o dal fondamentalismo musulmano che affligge l'Algeria?

Bisogna riflettere su questo dato per domandarsi: se la gente non fugge dalla Libia e dall'Algeria mentre milioni di disperati attraverso il Sahara e si accalcano sulla riva del mare in attesa di un gommone, di un passaggio, è possibile che anche negli altri Paesi si può bloccare l'emigrazione, l'emorragia che si porta via la parte giovane e vitale della popolazione.

Non voglio certamente esaltare il regime di Gheddafi o quello algerino. Ma non c'è dubbio che sia assai sommaria, superficiale e di parte l'esecrazione che in Italia circonda il primo e l'indifferenza diffidente del secondo.

Per non discutere attraverso la stereotipo neocolonialista occidentale che ci fa giustificare la presenza di truppe italiane in Afghanistan a sostegno di un governo di criminali trafficanti di droga e gridare allo scandalo per le frecce tricolori che mandiamo in Libia e che cancellano le nubi di iprite lanciate dagli aerei di Mussolini,
sarebbe opportuno aprire una discussione dalla quale si potrebbe scoprire che certamente è possibile bloccare l'emigrazione non con le leggi naziste ed i lagers ma con una buona politica di aiuto al rientro alla normalità di tanti paesi africani.

pietroancona@tin.it
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

http://www.mondimpresa.it/infoflash/scheda.ASP?st=216

commento intervista Furio Colombo L'Altro di Sansonetti

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INTERVISTA/Furio Colombo: "Obama non tornerà mai indietro"
Mondo
di Andrea Colombo


Giornalista, più volte parlamentare, grande americanista, Furio Colombo è appena tornato dagli Stati uniti. «In aereo - racconta- ho avuto tempo di leggere da cima a fondo i giornali, in particolare il New York Times: la stampa americana e quella inglese sono letteralmente scandalizzate per le feste che si preparano in Libia per onorare l'assassino di Lockerbie, con la partecipazione delle Frecce tricolori e del ministro italiano». Sui giornali Usa, però, figura anche un'altra notizia: il braccio di ferro in corso fra il presidente Obama e la Cia. Uno scontro di portata quasi inaudita, innescato dalla decisione del ministro della Giustizia Helder di nominare un procuratore speciale per indagare sulle torture usate negli interrogatori dei presunti terroristi.

Era prevedibile una mossa così forte da parte del presidente?

Secondo me sì. Io, almeno, me l'aspettavo, perché Obama ha fatto promesse importanti in campagna elettorale e ha dimostrato di essere estremamente tenace nel mantenere quelle promesse. Aveva attratto l'attenzione proprio promettendo cose di enorme difficoltà, e adesso le sta mantenendo una per una, con tenacia, decisione e inflessibilità, anche a costo di sfidare l'impopolarità.

Appunto: l'offensiva contro i metodi della Cia, come quella sulla sanità, non rischia di minare ulteriormente il suo consenso?

Credo che Obama stia coscientemente affrontando una fase di possibile impopolarità. C'è una ragione se ha preso per modello Lincoln, che aveva promesso di abolire schiavitù nella situazione più difficile che si potesse immaginare e lo ha fatto.

Dunque non cederà neppure sulla sanità?



Non cederà di un passo e darà una lezione di coraggio ai membri del congresso che, come hanno già fatto con Clinton, hanno la tendenza a squagliarsi e ad accampare una serie infinita di "se" e di "ma" non appena vedono profilarsi all'orizzonte il rischio dell'impopolarità. E bisogna specificare che la riforma sanitaria, negli Usa, rappresenta una rivoluzione della portata di quella di Luther King e dei diritti civili. E' una riforma che va al cuore del problema fondamentale: chi sono i cittadini, quali sono i loro diritti e perché devono essere uguali per tutti. Per quanto riguarda la vicenda Cia, va anche detto che Obama non potrebbe condurre una battaglia così nobile e isolata come quella sulla sanità e lasciar perdere la Cia.
Perché? Qual è il legame fra le due questioni?



Perché non ci si può dire democratici e liberali e poi uccidere persone in mare, o almeno lasciare che muoiano, come capita in Italia. Obama non vuol essere della stessa partita di cui fa parte il governo italiano, e un po' anche la mite opposizione italiana. Torturare è orrido, come è orrido non poter disporre di soccorso medico e lui lo dice apertamente. Senza voltarsi a guardare quanti nel suo paese non concordano, perché sono stati intimiditi in tutti i modi da un falso patriottismo e da una falsa difesa delle libertà individuali, secondo cui ognuno deve potersi curare come gli pare. Dunque sussiste un rapporto stretto tra il battersi contro le torture della Cia e per la riforma della salute.
Ma l'intervento sulla Cia e sulle torture negli interrogatori non rimanda anche al complessivo cambio di indirizzo nella lotta al terrorismo?



E' più che un semplice cambio di indirizzo. E' un rovesciamento totale, in termini di moralità ma anche di strategia e intelligenza politica. Obama è un presidente che tende a fare la pace preventiva invece della guerra preventiva. Si rende conto che non devi entrare in situazioni da cui poi non sei in grado di uscire. Questa volontà di pace preventiva si è vista in pieno con il discorso sull'Iran, che ha dato coraggio all' opposizione facendola venire allo scoperto come si è visto negli ultimi mesi, ed è una vicenda tutt'altro che finita. Si pensava che Ahmadinejad potesse essere affrontato solo con le bombe atomiche. Obama lo ha ridotto a metà della metà del suo valore solo con le parole. Perché la strategia della pace preventiva non è una parata di bontà ma un modello di intelligenza politica.
E l'Afghanistan, dove invece l'impegno americano è stato intensificato?

L'Afghanistan è la sfida più grande. Ha ricevuto in eredità una guerra che non può finire e c'è da chiedersi, come si chiede appunto il New York Times, se il presidente dispone di consiglieri all'altezza di una simile sfida. Io penso e spero di sì. In ogni caso quello di cui sono convintissimo e che dall'Afghanistan Obama uscirà. Lo diciamo oggi e ne riparliamo entro il prossimo anno. Brak Obama non accetterà mai di essere il presidente per una guerra infinita.

E quanto al Medio oriente?

Che Netanyau se ne renda conto o meno, Obama ha già dato a Israele un aiuto immenso riducendo di moltissimo il ruolo di Ahmadinejad. Troneggiava all'orizzonte del Medio Oriente come il leader che avrebbe trascinato tutto l'islamismo e ora appare come un poveretto che a malapena riesce a restare al potere. Ripeto: grandi cose sono già accadute, e la più importante è che quest'uomo non molla. Il periodo che abbiamo di fronte, per difficile che possa essere, non potrà che essere tra i più importanti. E per fortuna lo sarà anche per noi italiani.

In che senso?

Obama condanna senza mezzi termini la festa che Gheddafi si appresta a fare in onore dell'assassino di Lockerbie. Noi mandiamo le Frecce tricolori a quella stessa festa. Oggi l'Italia è alleata non di Obama ma di Gheddafi, e questo ci dice dove sia finito oggi il nostro paese. Ma la forza della presidenza americana è tale che riporterà anche l'Italia dalla parte dei governi democratici.

Torniamo alla Cia. Perché proprio ora un intervento simile? Non è che in passato fossero mancate zone oscure nei comportamenti di quell'agenzia…

La Cia è un servizio segreto, e i servizi segreti sono sempre zone oscure sulle quali non cala mai tutta la luce del controllo democratico, come invece sarebbe necessario. Ma l'era Bush è stata, anche per quanto riguarda il controllo sulla Cia, la più tenebrosa, terribile, lontana dai princìpi della emocrazia americana. Obama sta riportando la Cia a quei principi, attraverso quell'uomo straordinario che è Leon Panetta, che è non a caso un grande politico democratico e non un tecnico. Averlo messo alla guida della Cia è di per sé un impegno.

Eppure pare che proprio Panetta sia il più inviperito per l'inchiesta sulla Cia…



In questi casi è bene guardare la polvere sotto il tappeto solo se si è davvero in grado di farlo. Sappiamo per certo che le cose stanno così? Abbiamo fonti attendibili? Persino sui giornali americani, in agosto si deve pur scrivere qualcosa... Ma i legami tra Panetta e Obama, e tra Panetta e tutta quella parte del Pd irreversibilmente democratica sono molto più forti di un malumore o di un diverso parere. E chiunque avesse accettato di dirigere la Cia sotto Obama sapeva che comportamenti di quel tipo da parte dei servizi segreti non sarebbero più stati tollerati.

A. C.

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terrorismo e Obama
Avrò fiducia in Obama soltanto se cancellerà il termine "terrorismo" con il quale gli Usa hanno giustificato spaventosi massacri di innocenti in Afghanistan, Pakistan, Somalia, Sudan etc..etccc....

Il terrorismo non esiste e tutti sappiamo che l'undici settembre è come l'incendio del Bundestag o come l'incendio di Roma. Mentre Roma incendiava Nerone suonava la lira secondo la vulgata che ci è stata tramandata. Mentre i grattacieli si accartocciavano l'uno su l'altro e si squagliavano come cera
Bush volteggiava sugli USA e preparava le prigioni dove torturare i patrioti degli Stati che resistono alla assimilazione nell'Impero.-

Fino a quando Obama non dirà che si sono inventati tutto a cominciare da Bin Laden ed Alqaeda il mondo continuerà ad essere in pericolo. La nostra generazione assisterà allo sganciamento di altre bombe nucleari....

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Inserito da pina il Mer, 26/08/2009 - 16:24. #
Democratici: specie da proteggere perché in via di estinzione.
Leggo sempre volentieri i commenti di P. Ancona. Non sempre sono d'accordo, ma li trovo sempre stimolanti. Questa volta non sono d'accordo con lui. Il suo giudizio su Obama non mi convince. Mi pare risenta di una concezione stereotipata e anelastica degli Usa, potenza imperialistica di orizzonte mondiale: il vero "impero del male", da cui non può venire altro che male. Del resto trovo stereotipato anche il giudizio, infallibilmente positivo, del grande americanista, forse meglio "americanofilo", Furio Colombo, che per gli orrori compiuti da Bush pareva soffrire come di un lutto o di un tradimento personale. Di fatto dopo l'implosione dell'Urss, agli Usa è toccato un ruolo egemonico per il quale penso non fossero e tuttora non siano attrezzati. Culturalmente e politicamente, intendo. Quanto a mezzi di distruzione di massa ne hanno fin troppi. E mi capita di pensare che come la natura non tollera vuoti, tanto che le zone di bassa pressione sono subito invase dal fronte di nuovi temporali, così il vuoto intollerabile lasciato dall'Urss ha prodotto e continua a produrre il sorgere di nuove potenze, regionali ma di estensione e portata d'azione rilevanti, che in tutto o in parte quel vuoto vanno a riempire: la Russia stessa, la Cina, l'Iran, il mondo arabo. Tende a riprodursi lo schema bipolare che per più di quaranta anni ha dominato il mondo? L'equilibrio del terrore? Non ne usciremo mai? Nella pochezza delle mie conoscenze e competenze (che sono quelle di un'anonima persona di scuola, oltretutto ormai in pensione) penso che la mondializzazione dell'economia richieda un governo mondiale. Penso che gli ultimi venti anni ci abbiano dimostrato fino a che punto è intollerabile un governo monopolare, sia per gli inevitabili abusi e soprusi che si generano, sia perché non può non produrre il sorgere di continui tentativi di rottura del precario equilibrio. Occorre, penso, un governo mondiale multipolare, che rappresenti tutte le realtà e le diversità e che imponga e mantenga la pace. La massima pace possibile. Per questo sarebbe non dico necessario, ma utile, un accostarsi dei diversi paesi e delle diverse culture a quelli che siamo soliti chiamare valori o principi democratici: per entrare in possesso di un codice comunicativo condiviso, e di per sé più proclive alla pace, almeno in parte. Per potersi parlare. Mi rendo conto che la storia urge tempestosamente e non ci darà, temo, il tempo di fare il necessario. Ma per quel poco che mi resta e quel pochissimo che mi compete mi impegnerò a riconoscere i portatori di democrazia: non sono una specie molto diffusa, ce ne sono sempre meno. Anzi mi sembrano in via di estinzione. Vanno protetti.

rispondi

Inserito da pietro ancona il Mer, 26/08/2009 - 13:08. #
obama come Bush ma più furbacchione..
Per capire la sostituzione alla Cia dell'FBI bisogna rileggere il libello di Gore Vidal " Fine della Libertà". In USA, dice Gore Vidal, le agenzie sono sfuggite al controllo democratico e sono in lotta tra di loro. Commettono le peggiori nefandezze.

Certo Obama dovrebbe spiegarci meglio il minuetto che ha recitato sul golpe honduregno e tante altre cosine,.


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giovedì 27 agosto 2009

altri guai per i lavoratori

Subject: altri guai per i lavoratori




Altri guai per i lavoratori
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Appena due giorni dopo il catastrofico annunzio occupazionale della CGIL, il Ministro Sacconi ha aperto la sua campagna d'autunno per ridurre il costo di quello che chiama "capitale umano" nel suo vezzo di creare una lingua fatta di locuzioni adatte alla fase iperliberista della politica asociale del governo. La CGIL si preoccupa della perdita di un milione di posti di lavoro e non avanza alcuna proposta relativa alla condizione salariale e normativa. Si limita ad invocare interventi del Governo come la Confinustria.I contratti di lavoro che si stanno rinnovando, pur tra polemiche e minuetti vari non si discostano dal binario che ne ha segnato l'impoverimento a cominciare dai famigerati accordi di concertazione del 1993: meno di cento euro netti mensili a regime, un regime che si raggiungerà tra un paio d'anni dalla stipula. Sacconi che ha fatto del suo ministero una corazzata contro la CGIL aiutato dalla Cisl di Bonanni rilancia la proposta di Bossi delle gabbie salariali naturalmente denominandole diversamente. Trova rilanci positivi anche dentro la CGIL (Rocchi).
Propone di ridurre al minimo il salario garantito dal contratto nazionale e di promuovere la contrattazione aziendale legata naturalmente alla produttività. Ora la struttura delle aziende italiane è nota; il 95% ha meno di dieci dipendenti. La media è di 4 dipendenti per azienda. Immaginare che questo pulviscono di aziende di piccole dimensioni possono dar vita a contrattazioni integrative è del tutto inimmaginabile. Tutta la grande riforma sottoscritta da Cisl, UIL, UGL si ridurrà ad una minore tutela contrattuale dei lavoratori italiani. Bisogna essere sommamente ipocriti per pensare che in un cantiere edile di Caltanissetta o in una officina meccanica di Reggio Calabria si possano
contrattare condizioni salariali aggiuntive.
Dei precari, dopo la elemosina umiliante una tantum pomposamente definito "ammortizzatore sociale" e non per tutti non se ne parla più. E' "normale" tenere milioni di giovani quasi senza retribuzione e senza prospettive. Tra il capitale umano che Sacconi dona alla Marcegaglia questo è il più appetitoso e meno costoso!!
Purtroppo la situazione è grave dal momento che la linea della destra italiana è sostenuta da Cisl UIL e da tutte le forze del centro-destra più una significativa parte del PD. La destra è divisa tra il falco Sacconi che odia la CGIL e vorrebbe semplicemente cancellarne l'esistenza ed una linea più cauta che fa capo alla Marcegaglia ed a forze politiche come l'UDC di Casini che invece ritengono di poter catturare la CGIL con l'aiuto di uomini piazzati dentro il PD come Ichino, Letta, Damiano ed altri.
La CGIL non è in grado di elaborare e presentare una proposta che possa restituire l'iniziativa ai lavoratori. Si limita a mugugnare, a giocare di rimessa mentre al suo interno si combatte una dura battaglia tra due gruppi di destra. Cremaschi è soltanto un fiorellino all'occhiello, parla il linguaggio che i lavoratori vogliono sentire ma alla fine le scelte le compiono altri e lui si limita ad allargare le braccia.
Intanto l'Italia si popola di uomini stiliti arrampicati in varie torri. Dopo l'INNSE i soliti cretini hanno salutato l'avvento di una nuova era della lotta operaia, hanno elogiato la nuova creatività delle forme di lotta. Hanno scambiato la disperazione di lavoratori soli e con le spalle al muro per l'inizio di un nuovo 68! L'informazione giornalistica e televisiva italiana si guarda bene dal dare notizie dei tanti operai stiliti che gridano la loro angoscia inascoltati ed isolati.
Quaranta mila professori non saranno riassunti e questo darà un colpo mortale non soltanto alla Scuola italiana, ma al Mezzogiorno d'Italia. Solo a Palermo non saranno richiamati alla cattedra 1200 insegnanti. In Sicilia oltre cinquemila. la struttura unitaria dell'Italia scricchiola dal momento che viene cancellato lo sbocco
nella scuola ed in gran parte del pubblico impiego dei meridionali. La Gelmini,Sacconi e Brunetta dividono l'Italia assai di più e profondamente di Bossi.
La risposta a questo stato di disagio aggravato dai maggiori oneri per le famiglie povere derivanti dagli incrementi imposti dal mercato oligopolistico a cominciare dai libri scolastici e dalle maggiori tasse locali (Irpef comunali e regionali raddoppiate) sarà militare nel senso che il governo di limiterà ad attrezzare e specializzare meglio la polizia antisommossa.
Una situazione squilibrata a vantaggio della destra non darà alcuna speranza ai lavoratori. Nessuno li difenderà. Saranno soli in piazza con il sindacalismo di base e quello che rimane dei partiti di sinistra che vengono discriminati con loro e come loro..
pietroancona@tin.it

http://www.comunicati.net/comunicati/aziende/finanza/86275.html

mercoledì 26 agosto 2009

il paradosso == l'attacco alla scuola attacca l'unità d'italia

alla vigilia del 150 esimo anniversario dell'Italia assistiamo ad una scena inverosimile altrove di un Presidente della Repubblica che redarguisce il governo restio a preparare la pompa magna della cerimonia celebrativa.

La scena di Napolitano che bacchetta Berlusconi e di Bossi che è il Franti cattivissimo della situazione è surreale, inverosimile. Persone pronte a buttare milioni di euro dalla finestra per finanziare il rondismo
o gli inverosimili marchingegni che dovrebbero regolare la laguna di Venezia storcono il naso e propongono l'introduzione dei dialetti nello insegnamento. Inoltre, per non subire la primazia dei terroni nelle classifiche nazionali dell'invalsi o della scuola media si inventano il gioco delle tre carte, il fuzzy logic, un marchingegno per cui valutando la prova ed insieme la biografia di chi la fa se ne deduce che se sei nato a Canicatti non puoi essere bravo come chi è nato ad Abbiategrasso......

Il paradosso di questa situazione è che i meridionali che dovremmo davvero lamentare per come siamo conciati un secolo e mezzo dopo
stiamo zitti in un angolo a subire le sparate sul ponte di Messina ed ad assistere quasi inerti al più grande attacco mai sferrato contro di noi con un grande licenziamento nella scuola (quarantamila unita)e la chiusura della porta di ingresso di tanti figli di povera gente nella classe media, noi che insomma abbiamo ragioni a migliaia per lamentarci di come sono andate le cose dobbiamo subire tonnellate di letame che ci viene gettato addosso da una Italia leghista e da un Nord secessionista.

Non c'è dubbio che nel Mezzogiorno si stava molto meglio prima della occupazione militare coloniale dei piemontesi. Non c'è dubbio che se si fa la Padania si apriranno a noi le porte di una nuova era in cui non ci sarà nessuno a darci del terrone, mafioso,o altro.

Una volta chiuse le vie che tenevano insieme Nord e Sud, Nord industriale e Sud fornitore di professori, presidi, poliziotti, magistrati, provveditori, prefetti etc..etc... davvero non ci saranno più ragioni per stare insieme.
La secessione non l'ha sta facendo Bossi ma la gelmini e Brunetta.
L'attacco alla scuola pubblica ed alla pubblica amministrazione è l'attacco alla presenza del Mezzogiorno nella struttura unitaria del Paese. Rovinata questa presenza, non potremo stare a fare da pali
con milioni di disoccupati ai raduni dei miliardari del Nord Est e del Nord Ovest nel mare antistante la Villa del Milanese. Nasce Berlusconia o Padania. Domani è un altro giorno...
pietroancona@tin.it


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lettera a francesco merlo di repubblica

Caro Dottor Merlo,

lei che è siciliano come me conosce il nostro bellissimo verbo onomatopeico "assugliare" (traduco per il direttore: aizzare ma molto di più, aizzare con un sibilo che non finisce mai tale da smuovere gli animi più restii)

Ebbene, lei stamane ha scritto un articolo che assuglia i militari, i piloti delle frecce azzurre, incitandoli al disprezzo verso il Ministro già fascista che come Starace predilige i giochi da circo equestre e li assegna al divertimento di un tronfio e impataccato Gheddafi per la sua festa nazionale. Ha vellicato un certo spiritaccio orgoglioso di caserma....

L'articolo fa leva furbescamente su diverse cose. Sullo spirito "imperiale" del nostro Esercito. Ma come, voi che fate missioni seriissime in Afghanistan ed in Irak vi abbassate ad esibirvi per un beduino? Sullo spirito
colonialista e razzista degli italiani, spirito che la Lega e la destra italiana hanno coltivato talmente bene da farlo aleggiare sull'intera Penisola, sul disprezzo che la meschina e vorace borghesia italiana ha per un Paese dal quale compra petrolio e fa affari d'oro ma è innominabile. Gente che va a lavarsi le mani dopo ogni
affare combinato con i funzionari del vituperato dittatore della Sirte.

Ebbene, questo Governo ha fatto una cosa egregia. Detesto Berlusconi con tutto il cuore ma approvo la linea di condotta verso un popolo che ha subito dagli italiani sevizie di ogni genere, torture, impalamenti, gasamenti di uomini, donne, bambini, bestiame, deportazioni, lagers.

Assai meglio le strisce rossobiancoverde dei nostri gentili e pacifici aerei della pattuglia acrobatica della nube grigia di iprite con la quale venivano gasate le popolazioni dei villaggi che osavano dare rifugio ai ribelli.


L'Italia compie un gesto di riparazione tardivo che sarà apprezzato dal popolo libico (non storca il naso). Berlusconi e Gheddavi passano. Il gesto riparatorio dell'Italia verso un popolo che ha vessato per quaranta anni resta.
Le consiglio di leggere qualche buon libro sul colonialismo italiano in Africa. Magari di Del Boca.

pietroancona@tin.it


http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefnazionale/View.aspx?ID=2009082613545853-1

http://video.giovani.it/crimini-guerra-italiani-lager-fascista-libia.html

http://www.unimondo.org/Notizie/Colonialismo-italiano-in-Libia-un-passato-da-svelare2















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martedì 25 agosto 2009

si alle frecce tricolori in Libia

http://www.unimondo.org/Notizie/Colonialismo-italiano-in-Libia-un-passato-da-svelare2

a proposito delle tombe senza nome dei palestinesi

Ugo Foscolo

Dei Sepolcri






All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro? Ove piú il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali,
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udrò piú il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né piú nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme,
ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve
tutte cose l'obblío nella sua notte;
e una forza operosa le affatica
di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe
e l'estreme sembianze e le reliquie
della terra e del ciel traveste il tempo.
Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l'illusïon che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli.
Sol chi non lascia eredità d'affetti
poca gioia ha dell'urna; e se pur mira
dopo l'esequie, errar vede il suo spirto
fra 'l compianto de' templi acherontei,
o ricovrarsi sotto le grandi ale
del perdono d'lddio: ma la sua polve
lascia alle ortiche di deserta gleba
ove né donna innamorata preghi,
né passeggier solingo oda il sospiro
che dal tumulo a noi manda Natura.
Pur nuova legge impone oggi i sepolcri
fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti
contende. E senza tomba giace il tuo
sacerdote, o Talia, che a te cantando
nel suo povero tetto educò un lauro
con lungo amore, e t'appendea corone;
e tu gli ornavi del tuo riso i canti
che il lombardo pungean Sardanapalo,
cui solo è dolce il muggito de' buoi
che dagli antri abdüani e dal Ticino
lo fan d'ozi beato e di vivande.
O bella Musa, ove sei tu? Non sento
spirar l'ambrosia, indizio del tuo nume,
fra queste piante ov'io siedo e sospiro
il mio tetto materno. E tu venivi
e sorridevi a lui sotto quel tiglio
ch'or con dimesse frondi va fremendo
perché non copre, o Dea, l'urna del vecchio
cui già di calma era cortese e d'ombre.
Forse tu fra plebei tumuli guardi
vagolando, ove dorma il sacro capo
del tuo Parini? A lui non ombre pose
tra le sue mura la città, lasciva
d'evirati cantori allettatrice,
non pietra, non parola; e forse l'ossa
col mozzo capo gl'insanguina il ladro
che lasciò sul patibolo i delitti.
Senti raspar fra le macerie e i bronchi
la derelitta cagna ramingando
su le fosse e famelica ululando;
e uscir del teschio, ove fuggia la luna,
l'úpupa, e svolazzar su per le croci
sparse per la funerëa campagna
e l'immonda accusar col luttüoso
singulto i rai di che son pie le stelle
alle obblïate sepolture. Indarno
sul tuo poeta, o Dea, preghi rugiade
dalla squallida notte. Ahi! su gli estinti
non sorge fiore, ove non sia d'umane
lodi onorato e d'amoroso pianto.
Dal dí che nozze e tribunali ed are
diero alle umane belve esser pietose
di se stesse e d'altrui, toglieano i vivi
all'etere maligno ed alle fere
i miserandi avanzi che Natura
con veci eterne a sensi altri destina.
Testimonianza a' fasti eran le tombe,
ed are a' figli; e uscían quindi i responsi
de' domestici Lari, e fu temuto
su la polve degli avi il giuramento:
religïon che con diversi riti
le virtú patrie e la pietà congiunta
tradussero per lungo ordine d'anni.
Non sempre i sassi sepolcrali a' templi
fean pavimento; né agl'incensi avvolto
de' cadaveri il lezzo i supplicanti
contaminò; né le città fur meste
d'effigïati scheletri: le madri
balzan ne' sonni esterrefatte, e tendono
nude le braccia su l'amato capo
del lor caro lattante onde nol desti
il gemer lungo di persona morta
chiedente la venal prece agli eredi
dal santuario. Ma cipressi e cedri
di puri effluvi i zefiri impregnando
perenne verde protendean su l'urne
per memoria perenne, e prezïosi
vasi accogliean le lagrime votive.
Rapían gli amici una favilla al Sole
a illuminar la sotterranea notte,
perché gli occhi dell'uom cercan morendo
il Sole; e tutti l'ultimo sospiro
mandano i petti alla fuggente luce.
Le fontane versando acque lustrali
amaranti educavano e vïole
su la funebre zolla; e chi sedea
a libar latte o a raccontar sue pene
ai cari estinti, una fragranza intorno
sentía qual d'aura de' beati Elisi.
Pietosa insania che fa cari gli orti
de' suburbani avelli alle britanne
vergini, dove le conduce amore
della perduta madre, ove clementi
pregaro i Geni del ritorno al prode
cne tronca fe' la trïonfata nave
del maggior pino, e si scavò la bara.
Ma ove dorme il furor d'inclite gesta
e sien ministri al vivere civile
l'opulenza e il tremore, inutil pompa
e inaugurate immagini dell'Orco
sorgon cippi e marmorei monumenti.
Già il dotto e il ricco ed il patrizio vulgo,
decoro e mente al bello italo regno,
nelle adulate reggie ha sepoltura
già vivo, e i stemmi unica laude. A noi
morte apparecchi riposato albergo,
ove una volta la fortuna cessi
dalle vendette, e l'amistà raccolga
non di tesori eredità, ma caldi
sensi e di liberal carme l'esempio.
A egregie cose il forte animo accendono
l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella
e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta. Io quando il monumento
vidi ove posa il corpo di quel grande
che temprando lo scettro a' regnatori
gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela
di che lagrime grondi e di che sangue;
e l'arca di colui che nuovo Olimpo
alzò in Roma a' Celesti; e di chi vide
sotto l'etereo padiglion rotarsi
piú mondi, e il Sole irradïarli immoto,
onde all'Anglo che tanta ala vi stese
sgombrò primo le vie del firmamento:
- Te beata, gridai, per le felici
aure pregne di vita, e pe' lavacri
che da' suoi gioghi a te versa Apennino!
Lieta dell'aer tuo veste la Luna
di luce limpidissima i tuoi colli
per vendemmia festanti, e le convalli
popolate di case e d'oliveti
mille di fiori al ciel mandano incensi:
e tu prima, Firenze, udivi il carme
che allegrò l'ira al Ghibellin fuggiasco,
e tu i cari parenti e l'idïoma
désti a quel dolce di Calliope labbro
che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma
d'un velo candidissimo adornando,
rendea nel grembo a Venere Celeste;
ma piú beata che in un tempio accolte
serbi l'itale glorie, uniche forse
da che le mal vietate Alpi e l'alterna
onnipotenza delle umane sorti
armi e sostanze t' invadeano ed are
e patria e, tranne la memoria, tutto.
Che ove speme di gloria agli animosi
intelletti rifulga ed all'Italia,
quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi
venne spesso Vittorio ad ispirarsi.
Irato a' patrii Numi, errava muto
ove Arno è piú deserto, i campi e il cielo
desïoso mirando; e poi che nullo
vivente aspetto gli molcea la cura,
qui posava l'austero; e avea sul volto
il pallor della morte e la speranza.
Con questi grandi abita eterno: e l'ossa
fremono amor di patria. Ah sí! da quella
religïosa pace un Nume parla:
e nutria contro a' Persi in Maratona
ove Atene sacrò tombe a' suoi prodi,
la virtú greca e l'ira. Il navigante
che veleggiò quel mar sotto l'Eubea,
vedea per l'ampia oscurità scintille
balenar d'elmi e di cozzanti brandi,
fumar le pire igneo vapor, corrusche
d'armi ferree vedea larve guerriere
cercar la pugna; e all'orror de' notturni
silenzi si spandea lungo ne' campi
di falangi un tumulto e un suon di tube
e un incalzar di cavalli accorrenti
scalpitanti su gli elmi a' moribondi,
e pianto, ed inni, e delle Parche il canto.
Felice te che il regno ampio de' venti,
Ippolito, a' tuoi verdi anni correvi!
E se il piloto ti drizzò l'antenna
oltre l'isole egèe, d'antichi fatti
certo udisti suonar dell'Ellesponto
i liti, e la marea mugghiar portando
alle prode retèe l'armi d'Achille
sovra l'ossa d'Ajace: a' generosi
giusta di glorie dispensiera è morte;
né senno astuto né favor di regi
all'Itaco le spoglie ardue serbava,
ché alla poppa raminga le ritolse
l'onda incitata dagl'inferni Dei.
E me che i tempi ed il desio d'onore
fan per diversa gente ir fuggitivo,
me ad evocar gli eroi chiamin le Muse
del mortale pensiero animatrici.
Siedon custodi de' sepolcri, e quando
il tempo con sue fredde ale vi spazza
fin le rovine, le Pimplèe fan lieti
di lor canto i deserti, e l'armonia
vince di mille secoli il silenzio.
Ed oggi nella Troade inseminata
eterno splende a' peregrini un loco,
eterno per la Ninfa a cui fu sposo
Giove, ed a Giove diè Dàrdano figlio,
onde fur Troia e Assàraco e i cinquanta
talami e il regno della giulia gente.
Però che quando Elettra udí la Parca
che lei dalle vitali aure del giorno
chiamava a' cori dell'Eliso, a Giove
mandò il voto supremo: - E se, diceva,
a te fur care le mie chiome e il viso
e le dolci vigilie, e non mi assente
premio miglior la volontà de' fati,
la morta amica almen guarda dal cielo
onde d'Elettra tua resti la fama. -
Cosí orando moriva. E ne gemea
l'Olimpio: e l'immortal capo accennando
piovea dai crini ambrosia su la Ninfa,
e fe' sacro quel corpo e la sua tomba.
Ivi posò Erittonio, e dorme il giusto
cenere d'Ilo; ivi l'iliache donne
sciogliean le chiome, indarno ahi! deprecando
da' lor mariti l'imminente fato;
ivi Cassandra, allor che il Nume in petto
le fea parlar di Troia il dí mortale,
venne; e all'ombre cantò carme amoroso,
e guidava i nepoti, e l'amoroso
apprendeva lamento a' giovinetti.
E dicea sospirando: - Oh se mai d'Argo,
ove al Tidíde e di Läerte al figlio
pascerete i cavalli, a voi permetta
ritorno il cielo, invan la patria vostra
cercherete! Le mura, opra di Febo,
sotto le lor reliquie fumeranno.
Ma i Penati di Troia avranno stanza
in queste tombe; ché de' Numi è dono
servar nelle miserie altero nome.
E voi, palme e cipressi che le nuore
piantan di Priamo, e crescerete ahi presto
di vedovili lagrime innaffiati,
proteggete i miei padri: e chi la scure
asterrà pio dalle devote frondi
men si dorrà di consanguinei lutti,
e santamente toccherà l'altare.
Proteggete i miei padri. Un dí vedrete
mendico un cieco errar sotto le vostre
antichissime ombre, e brancolando
penetrar negli avelli, e abbracciar l'urne,
e interrogarle. Gemeranno gli antri
secreti, e tutta narrerà la tomba
Ilio raso due volte e due risorto
splendidamente su le mute vie
per far piú bello l'ultimo trofeo
ai fatati Pelídi. Il sacro vate,
placando quelle afflitte alme col canto,
i prenci argivi eternerà per quante
abbraccia terre il gran padre Oceàno.
E tu onore di pianti, Ettore, avrai,
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la patria versato, e finché il Sole
risplenderà su le sciagure umane.



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27 agosto 2009: diamo il nome ad ogni tomba!

http://www.infopal.it/
27 agosto giornata nazionale per il recupero dei corpi dei martiri palestinesi
Scritto il 2009-08-25 in News


Ramallah – Infopal. Il ministero per gli Affari dei detenuti palestinesi a Ramallah ha invitato ieri tutte le organizzazioni dei diritti umani a considerare il 27 agosto giornata nazionale per il recupero dei corpi dei martiri palestinesi in stato di sequestro in cimiteri israeliani segreti.

Il ministro ‘Isa Qaraqe‘, in un rapporto pubblicato dal ministero a questo proposito, ha riferito che la decisione è stata presa dal governo nel corso della riunione del 3 agosto, con la quale si chiedeva alle associazioni internazionali di denunciare la politica razzista d’Israele e di esigere dal governo israeliano il rispetto degli obblighi dettati dal diritto internazionale umanitario e dalle Convenzioni di Ginevra.

“Le dure sanzioni imposte da Israele contro i palestinesi in vita – si legge nel rapporto – sono note al mondo intero, e sono rappresentate dall'assedio, dai posti di blocco militari, dagli arresti, dagli omicidi, dalla demolizione delle case, dallo sradicamento degli alberi, dalla confisca dei terreni (…), ma ciò che non può essere accettato dalla mente umana sono le punizioni ai danni dei morti”.

Il ministero ha quindi chiarito che questo accade già nei “cimiteri dei numeri”, tombe comuni e segrete create dall'occupazione israeliana dall'inizio del conflitto arabo-israeliano per depositare i corpi e i resti dei martiri palestinesi e arabi morti in battaglia, durante attacchi contro obiettivi israeliani, o nei campi di detenzione. Si tratta di luoghi semplici, circondati da pietre; ogni tomba è contrassegnata non dal nome del caduto, ma da un numero scritto su una placca di metallo, che fa riferimento al fascicolo contenente le informazioni relative al defunto, e conservato dai responsabili della sicurezza israeliana.

Secondo il rapporto del ministero, non esiste una data specifica che indichi quando è stato creato il primo “cimitero dei numeri”, ma la prima sepoltura di massa di persone uccise dalle forze di occupazione ebbe luogo durante la guerra del 1948 in maniera irregolare, per poi divenire formale e strutturata dopo la guerra del 1967, con la supervisione del ministero della Difesa israeliano. Le tombe comuni aumentarono quindi durante l'invasione del Libano nel 1982, con la crescita esponenziale del numero delle vittime i cui cadaveri cadevano nelle mani dell’occupazione.

Israele è forse l'unico paese al mondo ad imporre sanzioni sui defunti, dal momento che essa sta tenendo sotto sequestro un numero imprecisato di corpi di palestinesi e arabi uccisi nelle diverse fasi del conflitto.

lunedì 24 agosto 2009

vergognoso silenzio della stampa europea

Stupisce come tutta la stampa europea, pronta a riempirsi di titoloni per le traversie del Dalai Lama(che vorrebbe tornare a fare il feudatario del Tibet aguzzino dei contadini tibetani e delle loro mogli e dei loro figli) o per gli arresti domiciliari alla ineffabile agente della Cia in Birmania signora Aung che ha avuto la tracotanza di ricevere
nella sua abitazione un nuotatore "americano" portatore di un messaggio onirico inviatogli dagli Dei di oltre atlantico..) non dica una sola parola, non esprima una opinione, si limiti al massimo a registrare con caratteri piccini piccini la polemica tra Svezia e Israele.
Naturalmente fa eccezione il glorioso giornale svedese, alfiere di libertà nella libera Svezia educata alla civiltà ed alla umanità da oltre un secolo di socialismo che ha inciso profondamente nella coscienza del popolo facendone una nazione veramente civile

E se la rottamazione dei palestinesi e la loro riduzione in organi da espiantare e vendere fosse vera come gridano inutilmente, nel silenzio assordante del mondo, le madri palestinesi?

La stampa occidentale ha la bocca tappata. Se qualcuno sgarra viene subito etichettato come antisemita e, se è giornalista, viene lasciato morire di fame con la sua famiglia dal momento che nessun giornale dal Corriere della Sera al Figarò di Parigi vorrebbe nella sua redazione un "antisemita"........

Lo stesso silenzio assordante circonda le mille bombe nucleari di Israele mentre viene contestato al pacifico Iran che non ha MAI aggredito nessuno (a differenza di israele) il proposito di dotarsi di energia e forse di bombe nucleari.....

pietroancona@tin.
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Tutti gli esseri umani nascono eguali. Tutti senza camicia. Tutti gli esseri umani hanno diritto di cercare dove vogliono il loro raggio di sole.

domenica 23 agosto 2009

il gioco con le marionette!!

al di là del grottesco
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Abdullah Abdullak contende a Karzay il risultato delle "elezioni" in Afghanistan. Sostiene che migliaia di brogli si sarebbero registrati in tutto il Paese. Scommettiamo che è proprio lui l'uomo con cui gli americani vorrebbero sostituire Karzay oramai considerato "bruciato"?
La tecnica della contestazione mentre sono ancora in corso gli scrutini ricorda quella di Mousavi e Rafsaniani
nei confronti di Ahmadinejad in Iran. Anche li non si aspettò la chiusura dello scrutinio e si mise in moto subito un meccanismo di negazione del risultato e di organizzazione del dissenso in piazza. La Clinton ha ammesso di averne avuto la regia. Ma qui in Afghanistan sono davvero curioso di sapere che cosa escogiteranno e come metteranno fuori causa Karzay il quale è un volpone con una grande coda che agiterà con violenza...

Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it


http://www.corriere.it/esteri/09_agosto_23/afghanistan_elezioni_denunce_brogli_e5d2696e-8fcd-11de-ab60-00144f02aabc.shtml

catastrofismo autolesionistico della CGIL

Catastrofismo autolesionistico della CGIL
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La CGIL annunzia, attraverso il suo ufficio studi, la possibile perdita di un milione di posti di lavoro nel prossimo futuro. Non è la prima volta che la CGIL si avventura in previsioni catastrofiche sulla possibile perdita di posti di lavoro degli italiani. Se scorriamo i giornali degli ultimi tre anni troveremo almeno altri due o tre annunci simili spesso contrappuntati da analoghe comunicazioni della Confindustria magari un pochino più contenute.
Questo allarme viene vissuto nei posti di lavoro con timore ed a volte quasi con terrore. La gente percepisce
un degrado sempre più evidente nel sistema economico del Paese, degrado che magari viene amplificato dagli imprenditori per chiedere con insistenza "soldi veri" per reggere l'urto della congiuntura difficile e magari
nuove provvidenze governative.
Se osserviamo la situazione successiva alle profezie precedenti di CGIL e Confindustria vediamo che, in effetti, se è vero che la situazione si è deteriorata e si sono avute perdite significative di posti di lavoro queste sono spesso state originate non tanto da difficoltà di mercato quanto dalla ricerca di sempre maggiori profitti e manodopera sempre più malpagata e priva di diritti. Ma non si sono mai realizzate le previsioni di perdite previste dall'Ires-CGIL. La situazione, nell'insieme, è sempre stata migliore di quella temuta.
Ora la CGIL non è una sorta di ufficio metereologico dell'economia italiana preposta a segnalarci il bel tempo o il temporale. La CGIL è la più grande organizzazione sindacale dei lavoratori italiana e sa bene che
annunzii di andamenti catastrofici dell'economia o di perdita di posti di lavoro vengono immediatamente strumentalizzati dal padronato e dalla destra per scoraggiare qualsiasi possibilità di miglioramento dei miserabili salari che non sono più in grado di soddisfare le esigenze minime di sopravvivenza. La CGIL farebbe bene a pubblicare i bilanci depositati in borsa dalle maggiori aziende italiane e le dichiarazioni dei redditi. Forse si renderebbe conto che le cose non vanno cosi male per gli imprenditori e per le aziende e che non ci sono tante notizie di fallimenti o di moria di aziende.
La CGIL dovrebbe infine chiamare alla mobilitazione ed alla lotta senza quartiere i lavoratori minacciati davvero di licenziamento. Mi riferisco agli insegnanti ed al personale delle scuole italiane che saranno falcidiati da un attacco mortale sferrato dal Governo alla scuola pubblica che ridurrà di diecine di migliaia i posti di lavoro per creare un immenso serbatoio di insegnanti a prezzo stracciato per le scuole private, scuole che spesso non meritano quello appellativo dal momento che sono diplomifici senza alcuna dignità pedagogica e civile.
La CGIL dovrebbe rompere ogni indugio e chiedere un generale miglioramento dei salari. Non basta strillare
e minacciare sciopero contro la proposta Bossi di gabbie salariali. Lottare contro le gabbie salariali non vuol dire niente. Oggi bisogna aumentare i salari, tutti i salari, di almeno il venti per cento per mitigare un poco il loro gap verso i salari europei. Dovrebbe mettere sotto osservazione seria e qui davvero presentare uno studio sugli effetti della legge Biagi ad anni di distanza della sua applicazione per verificare quali sono gli effetti reali sulle nuove generazioni. Si scoprirà che si è creata una immensa e diffusa zona di sofferenza sociale e di umiliazione di tantissimi ragazzi che nonostante le lauree o gli studi compiuti si sono ritrovati precari a meno di mille euro al mese. Dovrebbe chiedere la CGIL un minimo salariale per tutti i nuovi immessi
al lavoro a cominciare dai precari. Dovrebbe chiedere l'abolizione della legge Biagi.
Ma la CGIL è paralizzata al suo interno dalle grandi manovre precongressuali tra i candidati alla successione di Epifani che aspirano alla segreteria. Personaggi che cercano un posizionamento per diventare referenti di questa o quella componente del PD, un PD che si appoggia sopratutto alle associazioni padronali accettandone e spesso condividendone l'aggressione ai diritti dei lavoratori. Calearo, Merloni, Colaninno, Letta, Ichino, Damiani, con qualche sfumatura di diversità sostengono tutti la "riforma" cioè la cancellazione dei diritti garantiti dallo Statuto dei Lavoratori (che vorrebbero abolire).
Per concludere l'annunzio della CGIL di un milione di posti di lavoro in meno tira la volata alla Confindustria
nelle sue richieste di soldi, soldi ed ancora soldi al governo, obiettivamente scoraggia i lavoratori e li induce a subire in silenzio una situazione diventata inaccettabile, non propone alcuna alternativa, alcuna proposta seria
quale un programma straordinario di costruzione di case popolari, asili nido, scuole, ospedali, tutte cose che sembrano cancellate per sempre dai documenti e dalle iniziative.
Oltre alla catastrofe annunziata per l'occupazione, la sola cosa che si percepisce della CGIL è un grande silenzio..
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sabato 22 agosto 2009

1879/2009. Eritrea, un altro massacro coloniale

1879-2009. Eritrea, un altro massacro coloniale
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La morte per fame ,per sete e per stenti di 73 eritrei è l'ultimo massacro coloniale che si aggiunge ai tanti compiuti nel corso di una lunga criminale occupazione manu militari dell'Eritrea iniziata già alla fine dell'ottocento dal governo Crispi e proseguita fino al 1947. Il nome stesso "eritrea" è quello imposto appunto da Crispi ed indica una vasta area di terre prospicienti sul Mar Rosso pari a tre volte la Sicilia ma abitata da meno di cinque milioni di abitanti.
Ho parlato di massacri coloniali compiuti in particolare durante il "regno" eritreo dei generali Badoglio e Graziani. Graziani è stato una sorta di Hitler inviato in Africa per governare l'Impero italiano. In fondo a questo scritto riporto la notizia del massacro di una sola volta di 1600 monaci coopti fatto eseguire da Graziani in rappresaglia ad un attentato compiuto da patrioti ( oggi Cazzullo li chiamerebbe terroristi) ma purtroppo non riuscito. Non sappiamo quasi niente delle migliaia di persone, una vera e propria decimazione genocida) deportate in lagers nei quali morivano di stenti; gasata con l'iprite che l'aviazione del generale Magliocco faceva spargere su donne, vecchi, bambini e bestiame dei villaggi da cancellare; impalata e cioè trapassata ed esposta ai margini delle strade..come macabri lampioni..... Il segretario fascista Storace si divertiva ad uccidere i "negri" dopo avere sparato sui loro genitali (per farli soffrire di più, diceva...)...chi vuole saperne di più degli italiani in Eritrea ed in Africa si legga i libri di Del Boca.
L'Occidente ha responsabilità enormi per le ondate di migranti che nonostante la crudele legge razziale approvata in Italia sono destinate a continuare ed ad ingigantirsi coinvolgendo masse sempre più estese di uomini, donne e bambini pronti a rischiare la vita pur di scappare dalla fame, dalla miseria più nera,
dalla guerra, dai genocidi. La politica USA per l'Eritrea non è rivolta a sollecitare la sua pacificazione con l'Etiopia ma ad approfondirne il conflitto e renderlo endemico. E' naturale che la popolazione scacciata dai bombardamenti e dalle rappresaglie cerchi una via di fuga verso l'Europa. Questa migrazione è una forma nuova in cui si realizza il colonialismo dopo la conquista dell'indipendenza ed il processo faticosissimo delle decolonizzazioni: milioni di lavoratori a prezzi stracciati e trattamenti schiavistici che vanno a mungere le vacche nelle pianure padane od a raccogliare pomodori in Campania o in Puglia , a guardare bestiame nelle foreste dell'Appennino a a lavorare in condizioni terribili alla concia delle pelli....
L'Occidente non vuole la pace ma la vittoria alle sue condizioni. In Afghanistan, in Irak, in Sudan
tutte le guerre ad alta o bassa intensità in corso oramai da decenni mirano alla destabilizzazione degli Stati non inglobati nelle politiche USA o Nato. Mirano a creare disastri economici, sociali, umanitari, a suscitare la fuga verso l'Europa.
Basterebbero alcuni anni di pace ed una politica di cooperazione per lo sviluppo per fare cessare o diminuire drasticamente il biblico movimento emigratorio. L'Eritrea ha un PIL annuo di meno di un miliardo di euro. Non sarebbero necessarie somme immense di denaro per aiutarla.
Ma l'Occidente non vuole ridurre dentro margini fisiologici gli spostamenti di mano d'opera. Vuole che milioni di disperati continuino a fuggire dalle loro terre natie ed a cercare lavoro nella zona ricca del pianeta. L'incrudelimento delle leggi che riguardano queste persone serve soltanto ad abbassarne il costo a ridurli alla condizione di schiavi coloniali.
Malta e Italia negano le loro responsabilità nella morte di settantatre persone. Ma è difficile credere che
un viaggio durato venti giorni sia sfuggito ai controlli marini e satellitari.Si può pensare che qualcuno non li abbia soccorso contravvenendo ad una millenaria legge del mare per sfuggire al reato di complicità in emigrazione clandestina o addirittura di traffico in esseri umani. E' già successo prima dell'ultima feroce legge voluta da Maroni e c'è stato un processo ad Agrigento a gente che aveva salvato la vita ad alcuni migranti in difficoltà. Respingimenti diretti ed impedimenti giuridici per chi volesse soccorrere. Si debbonoi accertare le responsabilità dirette del nostro Governo.,
La durezza e la crudeltà gratuita delle leggi italiane a cominciare dalla Turco Napolitano che istituì i primi lagers alla 94 del luglio scorso servono soltanto a sottomettere il migrante ancora prima che entri in Italia
consegnarlo terrorizzato nelle mani di chi lo userà nel lavoro nero o gli affiderà le incombenze dei lavori più penosi e faticosi.

Se un migrante per rinnovare il suo permesso di soggiorno ha bisogno della dichiarazione del suo datore di lavoro senza la quale diventa clandestino e verrebbe subito criminalizzato, espulso o imprigionato e magari perdere la famiglia ed i figli è chiaro
che dovrà piegarsi a tutte le condizioni che gli verranno imposte. Ecco a che servono le leggi "sicurezza" di Berlusconi e Bossi. Un ricatto malvagio concepito da governanti sadici che non ha riguardo per niente e che
di colpo taglia secoli di civilizzazione della giustizia e del diritto.

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http://www.corriere.it/politica/09_agosto_22/aldo_cazzullo_i_nostri_doveri_482faaa4-8ee3-11de-b751-00144f02aabc.shtml

venerdì 21 agosto 2009

scuola e ammortizzatori sociali

Mi domando se non è il caso di includere gli insegnanti ed il personale scolastico che sarà licenziato o non richiamato in servizio nella erogazione di ammortizzatori sociali pari al settanta per cento delle retribuzioni percepite e per la durata di almeno due anni. Se non è il caso di contrattare una legge che garantisca il rientro in graduatorie pubbliche. Bisogna abbassare drasticamente per legge il numero degli alunni per classe. Ho l’impressione che il governo abbia voluto creare una abbondante manodopera per la scuola privata da utilizzare a costi stracciati come si usa fare attualmente per gli immigrati nell’industria ed il altri settori. Quali sono le proposte del sindacato per i licenziati dalla scuola? Quale è la posizione del PD? -

giovedì 20 agosto 2009

sotto l'ombrello di Berlinguer

Sotto l'ombrello di Berlinguer

Nell'avamposto più spinto della guerra di aggressione prossima ventura contro la Russia e la Cina che la Nato guidata dagli Usa sta preparando con una serie di mosse cominciate dallo smembramento della Jugoslavia e dalla occupazione dell'Irak oggi è andata in scena una grottesca rappresentazione che sarebbe soltanto ridicola se non grondasse del sangue di centinaia di migliaia di vittime immolate su uno dei tanti falsi storici inventati dall'Impero: Alqaeda! al quale è stata attribuito l'attacco dell'11 settembre. AlQaeda viene evocato tutte le volte che serve a creare una pezza d'appoggio ad una delle tante nefandezze americane. AlQaeda dà copertura alla presenza oramai decennale degli eserciti della Nato in Afghanistan che anche qui si servono di un Quisling, un uomo di loro fiducia longa manus dei petrolieri.
Le motivazioni del sostegno occidentale a Karzai sono state lungamente spiegate e rispiegate dagli opinionisti della batteria massmediatica. Libertà, democrazia, liberazione della donna. Una montagna di menzogne che mascherano con una missione quasi umanitaria di esportazione della modernità post illuministica dell'Occidente una feroce e squallida avventura coloniale nella scacchiera di una guerra globale. Una recente legge proposta da Karzay e approvata dal "parlamento" stabilisce il diritto dell'uomo di non dare da mangiare alla moglie se questa gli si rifiuta a letto ed altre piacevolezze del genere. Un Parlamento ed un Governo sostenuto dalla più potente armata del pianeta non sono stati in grado di modificare neppure in misura moderata la realtà sociale dell'Afghanistan: la fila di donne in burka di tutti i tipi che le intabarravano che si sono viste oggi in televisione (quella che la Nato permette di vedere) parla di una regressione feudale dello stile di vita della popolazione. Non c'è dubbio che le donne di Karzay sono assai più umiliate e sottomesse di quelle del periodo dei muhajeddin. C'è oggi assai meno libertà, assai meno laicità di quanto ce ne fossero venti anni fa. Si stava molto meglio ed in modo molto più civile prima che gli americani cominciassero a trafficare con i loro loschi intrighi per collocare Karzai nel seggio più alto del potere-. Anche in Irak abbiamo assistito allo stesso degrado, alla stessa involuzione sanfedista dei costumi.
L'Irak di Sadam Hussein era certamente di gran lunga più laico, più civile, più alfabetizzato ed acculturato
dell'Irak che l'Occidente ha imposto con il ferro ed il fuoco e la morte di milioni di persone.
Hanno ragione i patrioti talebani a boicottare le elezioni-farsa di oggi. Prima di tutto perchè tutti i candidati sono stati scelti e supervisionati dal Comando Militare delle truppe di occupazione a cominciare dallo stesso Karzai. E' un vecchio vizio americano quello di mettere persone di loro fiducia nelle zone che occupano militarmente. In Sicilia hanno collocato molti mafiosi come Sindaci subito dopo il loro sbarco nell'isola. Insomma si va a votare per gente che risponde in primo luogo alle forze di occupazione. Agli afghani resta la soddisfazione di sporcarsi il dito di inchiostro indelebile, ma soltanto questa.
Bisogna notare che la democrazia che gli americani vorrebbero esportare per omologare i regimi alla loro ideologia è assai discutibile e certamente non è più quella dei Padri Fondatori o della Rivoluzione francese.
E' un involucro sempre più malandato di un potere reale che risiede in quello che si chiama apparato industrial-militare che oramai impone le sue scelte strategiche e tattiche a tutti a cominciare dai Presidenti.
Forse Obama si sta allontanando un pochino dalle linee che ha seguito Bush e prima di lui Clinton? Forse ha evitato che il Pentagono organizzasse il colpo di Stato in Honduras? La Clinton non ha forse ammesso che
gli USA hanno tentato di distruggere la dirigenza dell'Iran manipolando la sommossa di Mousavi e Rafsanjani?
In ogni caso l'esportazione della democrazia in Afghanistan è una menzogna che cela l'espansione verso Est delle basi militari Usa .
La Nato è complice e copre gli Usa. Non è certamente l'ombrello dal quale Berlinguer si sentiva riparato
all'epoca della guerra fredda con l'Unione Sovietica. E' la Confederazione di Delo diretta egemonizzata e sfruttata dagli Ateniesi dei giorni nostri.
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qualche numero sul Sindacato

http://www.terzoocchio.org/controinformazione/laltra-casta-i-sindacati/2007/08/

martedì 18 agosto 2009

si può criticare la CGIL? (lettera al Direttore di Liberazione)

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Caro Direttore,

si può parlare male di Garibaldi cioè della CGIL? E' possibile chiedersi cosa sarà il prossimo Congresso?
Ieri abbiamo letto l'intervista di Nicoletta Rocchi che di fatto propone una intesa con Cisl ed Uil sulla riforma del contratto (naturalmente chiamando le cose con nomi diversi ma insomma se non è zuppa è pan bagnato).
E' possibile parlare male della firma apposta al contratto Cai (Alitalia)? E deprecare la firma sulla gestione delle manifestazioni a Roma? Possiamo annotare come deboli e puramente di facciata le critiche CGIL alle leggi sulla sicurezza? Possiamo criticare la sua posizione di pura correzione di bozze delle profonde e radicali modificazioni dell'assetto legislativo del diritto del lavoro? Perchè la sinistra italiana teme di discutere
la politica remissiva, collaborazionista con padronato e governo, della CGIL italiana? Perchè non si colgono
le profonde involuzioni che ne investono il grande corpo organizzativo?
Giuseppe Di Vittorio nel 1911 usci dalla Confederazione del Lavoro disgustato del suo collaborazionismo con il governo giolittiano. Mi domando se oggi la CGIL è riformabile e se sarà possibile restituirla alla sua natura di sindacato riformista di classe (non sono termini antitetici). Temo che avremo una involuzione. Dobbiamo aspettarci il peggio da un congresso condizionato dagli oligarchi del PD.
Pietro

http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/12/Salari_territoriali_Rocchi_chiede_svolta_co_8_090812042.shtml

lunedì 17 agosto 2009

i lavoratori sono soli

i LAVORATORI SONO SOLI
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La lotta dei lavoratori dell'INNSE ha fatto scuola. E' stata osservata e studiata da altri gruppi di lavoratori in difficoltà ed imitata a Roma dai dipendenti della Cim ed ora da un gruppo di vigilantes. Alla Cim è andata bene ai lavoratori che hanno avuto un accordo. Lo stesso non è accaduto per i vigilantes asserragliati sul Colosseo che rivendicano dalla nuova società subentrata al loro vecchio datore di lavoro la continuità di trattamento economico e normativo. Dubito molto che la lotta di questi ultimi stiliti avrà successo per due ragioni: primo perchè è sostenuta soltanto da un terzo dei dipendenti interessati anche se hanno ragione e ne
sono la parte più consapevole. . E' vero che in caso di cambio gestionale le condizioni esistenti non sono cancellabili. Ma dagli accordi Alitalia in poi, accettati dalle Confederazioni Sindacali, è possibile chiedere al dipendente di firmare un nuovo contratto di lavoro naturalmente peggiorativo di quello precedente. L'alternativa che ha il lavoratore è quella o di accettare o di non essere ripreso in azienda. Questa novità estremamente grave in periodi di ristrutturazione delle aziende è stata, mi ripeto, accettata
dalle Confederazioni Sindacali dei lavoratori ivi compresa la CGIL. Se si confronta il contratto CAI con il contratto Alitalia si ha l'idea della regressione subita sul piano dei diritti e delle retribuzioni a cominciare
dal fatto che il rapporto di lavoro diventa sempre di più un fatto bilaterale tra dipendente ed azienda e sempre meno un fatto appartenente alla contrattazione sindacale tra azienda e la rappresentanza sindacale dei dipendenti. L'indirizzo di questa involuzione è verso un futuro in cui il contratto collettivo non ci sarà più ed al suo posto di saranno tanti contratti individuali scritti dall'azienda che il lavoratore dovrà soltanto firmare.
Non so se avremo una moltiplicazione di episodi del genere dei tre che si sono verificati all'Innse,alla Cim ed
alla società dei vigilantes. Forse si dal momento che a fronte della perdita del pane quotidiano e dalla impossibilità di trovare assorbimento in un mercato del lavoro che espelle piuttosto che assorbire,probabilmente avremo altre manifestazioni di disperata protesta. Già Cazzola del PDL ed esponente di punta della lotta ai diritti dei lavoratori ha già denunziato la "spettacolarizzazione" della protesta dei lavoratori e si fanno pressioni sempre più insistenti sui massmedia per ignorare la notizia di altre proteste.
D'altronde queste proteste nascono dall'assoluta solitudine dei lavoratori che sebbene vivano in un Paese che vanta possenti Confederazioni Sindacali forti di oltre dieci milioni di iscritti non ricevono da queste alcun aiuto concreto nè una tutela nè una possibilità di una lotta collettiva e generalizzata.
Una dichiarazione di Angeletti di oggi relega nel passato storico le lotte ed i movimenti collettivi ed un silenzio tombale avvolge il mondo sindacale. Epifani, dopo la conclusione della lotta all'INNSE, si è preoccupato soltanto di sottolinearne il carattere "pacifico" a differenza delle lotte francesi e tedesche e non aggiunge altro.
Non esiste alcuna prospettiva di affrontare la prossima stagione sindacale con un progetto ed un programma di lotte. Non si fanno richieste di alcun genere tranne quelle condivise dalla Confindustria di detassazione degli straordinari o delle tredicesime. Insomma il massimo di beneficio per i lavoratori al quale si pensa va nell'ordine di qualche spicciolo, meno di cento euro su base annuale. Non si vuole restituire alla classe lavoratrice italiana la sua capacità di influire sulla ripartizione del reddito nazionale accaparrato in grande parte dalla borghesia imprenditora e delle professioni che ha già ridotto di una bella fetta la parte del lavoro dipendente.
Basterebbero due grandi rivendicazioni generali per ridare identità sociale e politica e prospettiva ai lavoratori: Una richiesta di aumento generalizzato dei salari di almeno il venti per cento per accorciare la distanza dalla media dei salari europei e l'abolizione della legge Biagi, spaventosa arma di frammentazione ed umiliazione di tutte le nuove generazioni che entrano nel mondo del lavoro.
Ma le Confederazioni Sindacali CGIL,CISL,UIL e UGL si guarderanno bene dal chiedere questo o altro. Non chiederanno niente!! Continueranno a fare da spalla alla Confindustria nelle sue richieste al Governo di nuovi aiuti per migliorare l'efficienza e la competitività dell'economia italiana!! Minacciano uno sciopero contro le gabbie salariali con una posizione di mera difesa dell'esistente. Danno per scontato il fatto che milioni di persone debbono vivere con mille euro al mese. Queste Confederazioni hanno oramai una struttura
profondamente antidemocratica. La loro ossatura è data da un corpo di "funzionari" che ne costituiscono gli organismi interni e forniscono sempre la stragrande maggioranza dei delegati ai Congressi. Non c'è niente da fare.
Le regole interne sono staliniste. Si applica il principio del cosidetto centralismo democratico. Al referendum
indetto da CGIL,CISL,UIL sugli accordi con il governo Prodi i rappresentanti della FIOM che avevano votato nei loro organismi No sono stati costretti ad illustrare nelle assemblee il Si approvato dalla maggioranza del CD della CGIL. Non si vedono prospettive per l'avvio di processo di democratizzazione.
Pietro Ancona
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http://www.borsaitaliana.it/borsa/area-news/news/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=637156&lang=it

domenica 16 agosto 2009

la California in fiamme

La California in fiamme

La California brucia ed il suo Governo propone l'evacuazione degli abitati e delle ville. . Sono anni che la California ogni estate e non solo d'estate si incendia. Nessuna misura è stata adottata per aumentare gli insufficienti presidi di vigili del fuoco e per realizzare un programma veramente efficace di prevenzione. La ragione è semplice: lo Stato non ha i mezzi e sopratutto non ha la volontà di intervenire. Dovrebbe aumentare le tasse ai ricchi ma questo in America comporta esporsi alle fucilate degli inferociti tassati. Obama è minacciato di morte dalle lobby assicurative che molestano ogni manifestazione a favore della estensione ai cinquanta milioni di esclusi della riforma sanitaria........
La soluzione proposta da Bush per gli incendi fu molto semplice: tagliamo tutti gli alberi! Abbattiamo le foreste e facciamone legna da ardere! Non la sto inventando, ha detto proprio cosi qualche anno fa difronte a intere regioni in fiamme degli Stati Uniti d'America che dominano il mondo ma non vogliono spendere un solo dollaro per la sicurezza ed il benessere dei propri cittadini....
Del resto abbiamo visto come si sono regolati con New Orleans

Pietro Ancona
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http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/esteri/california-brucia/california-brucia/california-brucia.html

sabato 15 agosto 2009

15 agosto 2009, annunziata una nuova fase del Regime

!5 Agosto 2009. Annunziata una nuova fase del Regime
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Il governo oggi ha dato una risposta sprezzante alla questione carceri sollevata dalla iniziativa radicale alla quale hanno aderito parlamentari e associazioni umanitarie. Il Ministro Alfano ha scaricato la responsabilità del sopraffollamento alla Unione Europea che non fa applicare i trattati per il rimpatrio dei detenuti e che non darebbe aiuti per la costruzione di nuove carceri. Il fatto che un grande numero di immigrati è in prigione in virtù della criminalizzazione introdotta dalle cosidette leggi sulla "sicurezza" non è tenuto in debito conto dal Ministro che naturalmente non si propone alcuna depenalizzazione. Gli USA sono un riferimento che questo governo non perde mai di vista. Si propone la privatizzazione delle carceri e poi magari della loro gestione.
Il detenuto non sarà più recluso dallo Stato ma da una società che avrà appaltato il servizio "prigionia" dal Ministero e che naturalmente dovrà lucrare, ricavare profitti dal restringimento in carcere delle persone che magari affitterà ad imprenditori come manodopera a prezzo da schiavi. Come avviene da tempo negli USA.

A differenza del PD che è impegnatissimo a litigare al suo interno e che dà spettacolo di uno scontro tra oligarchi tutti più o meno privi di idee, Berlusconi ha le idee chiarissime su ciò che vuole fare. Oggi ha introdotto un nuovo soggetto alla lotta del governo contro la criminalità mafiosa e non. la lotta al MALE!
In autunno ci dirà chi è e come sarà combattuto il Male. Ci sarà una manipolazione del codice penale e del codice di procedura penale per un aggiornamento del reato di sovversione ed un allargamento della sfera di sua applicazione. Saranno anche sovversivi gli operai stiliti che hanno protestato a Milano e Roma e i vigilantes appollaiati sul Colosseo? Meriteranno il 41 bis? Sarà limato ed acuminato per bene il reato di cospirazione politica? Non ho alcun dubbio che la proposta di Berlusconi sarà una stretta paragonabile alle leggi fasciste del primo quinquennio. Le lotte sociali che si annunziano saranno fronteggiate da una polizia in assetto antisommossa sempre più specializzata alla repressione. Se sarà il caso non escludo un intervento
tipo contractors delle "ronde" a tutela degli interessi di imprenditori che si sentono minacciati da scioperi o agitazioni del personale. Il conflitto sociale è diventato e lo sarà ancora di più un problema di ordine pubblico e di polizia.
Dubito molto che questo Parlamento e questa Presidenza della repubblica contrasteranno questa nuova fase del berlusconismo diventato regime. La scarsa lungimiranza del PD e la sua calamitazione verso la destra leghista hanno consentito il varo di due organici provvedimenti "sicurezza" che hanno demolito parte della base dello stato di diritto. Quando si viola il Diritto per dare luogo ad una legiferazione che punisce in modo differenziato i mafiosi, i terroristi, gli eversori si apre la strada allo stravolgimento della giustizia. La legge non è più eguale per tutti dal momento che il potere politico gestisce direttamente i trattamenti afflittivi del 41 bis
e nello stesso tempo esenta dal carcere gli evasori fiscali, i falsari dei bilanci. .........

L'iniziativa radicale della visita al carcere è servita. Non cambierà niente e si incrudelirà ancora lo condizione dei reclusi. Intanto si preparano le nuove celle per le forze del Male che non capiscono il BENE rappresentato dal governo Berlusconi e si ostinano ad essere comuniste, sovversive, liberali.... Queste celle potranno essere approntate, come suggerisce il fido Alfano, da imprenditori privati che potranno poi anche gestirle...

Pietro Ancona
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venerdì 14 agosto 2009

guerra senza quartiere alla Ragione

Guerra senza quartiere alla Ragione
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Una pesante bastonata è stata inflitta ai magistrati del Tar del Lazio dal Vaticano per avere osato
accogliere il ricorso contro la valutazione della religione cattolica negli scrutini finali che attribuirebbe
un ingiusto vantaggio. Il Tar del Lazio sembra essere diventato la bestia nera delle gerarchie cattoliche, un luogo demoniaco per i suoi precedenti come quello riguardante la pillola del giorno dopo che, nonostante le pesanti difficoltà frapposte dalla legge per la sua fruizione ed il sabotaggio di tanti farmacisti, può essere usata dalle donne italiane.
La sentenza del Tar sull'ora di religione segue di pochi giorni la decisione dell'Aifa sulla pillola 486. Monsignore Greccia ha fulminato con la minaccia di scomunica le donne che ne faranno uso, i medici che la prescriveranno, le farmacie che la metteranno in commercio.
E' inutile dire che il Governo italiano ha subito manifestato la più viva riprovazione per il dispiacere che il Tar ha inflitto alla gerarchia cattolica. Il Ministro Gelmini ha annunziato che ricorrerà al Consiglio di Stato come ieri per la RU 486 il Ministro Sacconi ha annunziato sofisticatissimi marchingegni per renderne improbabile l'uso da parte delle donne.
Colpisce la violenza dell'attacco della Chiesa ai magistrati del Tar. Attacco sferrato senza aspettare di conoscere le motivazioni, le ragioni che hanno dettato la sentenza. I magistrati sarebbero ispirati al più "bieco illuminismo", un illuminismo che vorrebbe la cancellazione di tutte le identità (sic!). Inquadrandosi nella linea di attacco alla magistratura della destra berlusconiana e fascista italiana, monsignor Coletti colpisce a testa bassa e si chiede se sia giusto che una magistratura amministrativa regionale si occupi di questioni "tanto delicate". In un passaggio della sua filippica il Monsignore dice di non conoscere i nomi dei magistrati e con ciò ha minacciato le persone fisiche che compongono un organismo che si sono permesse tanta libertà in un giudizio così sgradito dalla Chiesa.
La Chiesa che emerge dalle crociate sessuofobiche contro le donne, dagli attacchi alla laicità della scuola italiana, dalle condanne reiterate del relativismo, è lontanissima dalle aperture e dalle speranze suscitate dal Concilio Vaticano II. Si può dire che dalla conclusione del Concilio ad oggi è stata una continua demolizione delle novità annunciate e delle aperture evangeliche alla pace, alla giustizia sociale,
alla libertà. Le ultime picconate sono state inferte dal gruppo di potere che ha eletto Papa Ratzinger e che ha fatto dell'antimodernismo e della chiusura ad ogni ipotesi di rinnovamento la sua bandiera. Il Vaticano gioca di sponda con la destra berlusconiana che anela di soddisfarne tutte le esigenze e si gioca le sue carte in un Parlamento in cui c'è una grande palude vandeana che coinvolge anche gran parte della opposizione.Mentre le leggi che il centro-destra impone al Paese ne incrudeliscono i tratti illiberali, xenofobi e fascisti, il Vaticano
impedisce qualsiasi legiferazione riguardante problemi essenziali delle coppie di fatto, del finevita, della integrità della salute della donna.
La Chiesa che avrebbero voluto i cattolici del Concilio Vaticano secondo non c'è più. La piena riabilitazione dei lefebriani è stato il segnale del ritorno all'antico. E' tornata la Chiesa di Pio XII che favorì l'espatrio in America Latina di tantissimi criminali nazisti. La Chiesa della intolleranza feroce dei monaci sgherri di Cirillo
che torturano e uccisero Ipazia non sopportando l'immensa popolarità che suscitava la sua luminosa figura di filosofa e matematica. Ipazia fu scorticata viva con conchiglie dai bordi affilati, squartata, trascinata da una folle di fanatici assassini per le strade di Alessandria ed infine bruciata. Dalla morte di Ipazia essendo diventato il Cristianesimo religione dell'Impero Romano furono condannati a morte quanti si attardavano ancora nel paganesimo. La condanna a morte era quasi automatica per chi non si professava cristiano. La storia non ha raccolto molte testimonianze della repressione dei primi secoli del cattolicesimo e la letteratura ed il cinema ci hanno trasmesso soltanto le immagini dei martiri cristiani che vengono dati in preda ai leoni
dentro il Colosseo. Ma possiamo avere la certezza di molte e molte vittime se è vero che Carlo Magno in un solo giorno fece tagliare la testa a quattromila sassoni "infedeli". Tantissime contadine che si servivano della conoscenza delle erbe per curare la povera gente vennero bruciate vive ancor prima che l'Inquisizione per quattro secoli fin quasi al secolo diciottesimo imponesse il terrorismo religioso ed uno sconfinato spavento che è giunto fin quasi ai giorni nostri. Insomma, la vera natura della Chiesa e del suo potere è quella del processo a Galileo Galilei ed a Giordano Bruno. Un assolutismo che si serve di uno Stato retto da un Monarca che si dichiara rappresentante di Dio in terra e che per espandere la sua potenza nel mondo si appoggia alle dittature ed al colonialismo. E' di questi giorni la pubblica adesione non smentita dal Vaticano del Cardinale Oscar Rodriquez Maradiaga primate dell'Honduras al golpe dei militari mentre è ancora possibile ritrovare in internet la foto di Papa Wojtila affacciato da un balcone del governo cileno a fianco del sanguinario tiranno Pinochet, entrambi sorridenti.
pietroancona
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http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Enciclopedia_online/I-J/ENCICLOPEDIA_UNIVERSALE_3_VOLUMI_VOL2_013983.xml

http://vocabolario.biblio.signum.sns.it/cgi-bin/Vocabolario/search_context?rimando=1&pattern=BIECO&tag_n=ENTRY&attr_n=ID&attr_v=C503










http://www.asca.it/news-SCUOLA__MONS__COLETTI__SENTENZA_TAR_FRUTTO_DEL_PIU__BIECO_ILLUMINISMO-852192-ORA-.html


http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/index_it.htm

giovedì 13 agosto 2009

ferragosto in carcere

Ferragosto in carcere
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Leggo che oltre 150 tra deputati,senatori,consiglieri regionali, dirigenti di associazioni di volontariato hanno aderito alla iniziativa promossa dai radicali per una visita ferragostana alle prigioni italiane. Dato il clima esistente in Italia, da anni avvelenato da campagne securitarie, di odio razziale, di allarmismo per i malviventi che una volta erano solo meridionali ed oggi sono i migranti che, per dirla con Bossi, vengono in Italia per ammazzare, c'è da registrare positivamente l'adesione di tante e qualificate persone. Le carceri italiane ospitano 63 mila detenuti. Oltre ventimila persone in più di quanto ne dovrebbero accogliere.
Una popolazione sofferente, stipata in celle che arrivano a contenere anche dieci persone, una popolazione
povera e proveniente dalla parte più povera della società. Non credo che ci siano molte persone in carcere che possiedono un reddito superiore a ventimila euro l'anno. I ricchi non stanno in carcere dal momento che sono assistiti da studi legali supercorazzati e, se proprio debbono varcarne la soglia, ci stanno pochissimo tempo e quasi tutto in infermeria. Basta vedere all'opera gli avvocati dei grandi scandali finanziari del paese
per comprendere come sia difficile per la borghesia benestante e denarosa scontare dietro le sbarre una qualche condanna.
Per quanto il problema del sopraaffollamento sia diventato cruciale e sia simile a quello che precedette il condono non è chiedendo la costruzione di nuovi penitenziari che si risolve la questione. Intanto per costruire nuove prigioni ci vuole tempo e sopratutto denaro. Pare che il denaro non ci sia e, a voler essere ottimista, altre migliaia di posti-carcere si potranno avere tra alcuni anni.
Bisognerebbe considerare l'idea di una forte depenalizzazione di molti reati senza incrudelire le sanzioni pecuniarie che moltissimi non sarebbero in grado di pagare;stabilire pene da scontare all'esterno del carcere
con affidamento dei condannati ad istituzioni disponibili ad assumersene la responsabilità.
Ma l'orientamento del Parlamento dominato dal centro-destra è in direzione opposta alle richieste che sono alla base dell'iniziativa radicale e delle associazioni dei carcerati. Il Parlamento ha incrudelito le pene per gliimmigrati (un terzo in più della pena se sono sanspapiers) e ha criminalizzato comportamenti sociali
come quelli dei Writers. Ha reintrodotto il reato di oltraggio a pubblico ufficiale cancellato dieci anni fa. Nel giro degli ultimi due anni le leggi "sicurezza" approvate sono tutte rivolte ad un appesantimento delle pene
carcerarie. Questo naturalmente non comprende i reati tipici degli imprenditori alcuni dei quali vengono cancellati come il falso in bilancio o neutralizzati da prescrizioni consistenti che il sistema giudiziario non è in grado di contenere.
Un grande e potente riflettore dovrebbe essere puntato sulla condizione esistenziale del carcerato costretto a subire denudamenti, a doversi flettere per consentire perquisizioni corporali umilianti, a subire "tu" dalle guardie carcerarie che vengono appellate come "superiori", a dovere percorrere vari gironi dell'inferno per le differenziazioni del 41 bis e non solo. Sono convinto che bisognerebbe obbligare quanti hanno a che fare con
i detenuti a rivolgersi loro con il "lei".
Con questa maggioranza e con questo governo non credo che ci sarà un benchè minimo miglioramento della
situazione penitenziaria italiana.
Spero che per molti dei "visitatori" ferragostani deputati e senatori non si tratterà di un uno spot pubblicitario, una dichiarazione resa a Radio Radicale, un fioretto da bravi boy scout da fare diligentemente e subito dopo dimenticare per occuparsi di altro.. . Magari di organizzare altre ronde e di allargare le celle di sicurezza dei vigili urbani che a Parma ed altrove ambiscono mostrare i muscoli......
Pietro Ancona
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