martedì 30 giugno 2009

la tregua di Napolitano

LA "TREGUA" DI NAPOLITANO

L'invito di Giorgio Napolitano a dismettere le polemiche da qui al G8 merita
una attenzione particolare. I giornali che tirano la volata al centro-destra, a cominciare da Libero ed il Giornale (1) hanno accolto con molto favore l'appello di Capri di Napolitano sostenendo che la cessazione del gossip diffamatorio per il Presidente del Consiglio è necessario per il buon nome dell'Italia tuttora aggredita spesso dalla stampa estera. Repubblica replica sostenendo che non si tratta di polemiche ma di fatti. Può la stampa ignorare i fatti, non parlarne? Ma quasi tutte le forze politiche con l'eccezione del solo PdC di Paolo Ferrero
hanno accolto l'appello alla tregua che a quanto pare è stato preceduto e forse sollecitato dallo stesso Berlusconi con una lunga telefonata al Capo dello Stato. Mi domando: dal momento che le gesta di Berlusconi sono note al mondo che figura fa l'Italia a far finta di niente, a non polemizzare, a far credere che non è successo niente e che non abbiamo niente da dire? La tregua delle "polemiche" squalifica l'Italia assai di più della loro ripresa virulenta.
Penso che l'appello di Napolitano sarebbe stato condivisibile se fosse stato preceduto da una precisa condanna per comportamenti lesivi della dignità delle istituzioni e della figura, del prestigio, del ruolo del Capo del Governo. Non c'è ombra di dubbio che le boccaccesche riunioni di Villa Certosa e di Palazzo Grazioli non possono essere liquidate con il richiamo alla privay che sarebbe stata violata oppure dalla guascona affermazione di Berlusconi: piaccio agli italiani così come sono e non cambierò. Le fotografie
dei festini con diecine e diecine di ragazze compiacenti, escort, aspiranti veline, e non si sa che altro hanno fatto il giro del mondo provocando scandalo e ludibrio per l'Italia. Non risulta che il Presidente della Repubblica abbia in qualche modo redarguito comportamenti licenziosi degni di Tiberio a Capri, divertimenti a base di sesso certamente offensivi per tutta l'Italia che arranca e che è in affanno per fare quadrare i bilanci ma anche per tutta l'Italia civile che si è fatta rispettare nel mondo per cultura, sapere, ingegno, iniziativa.
Ricordo la durissima invettiva di Napolitano contro il deputato Francesco Caruso, persona benemerita impegnata sui fronti sociali più difficili dai senza tetto ai carcerati ai disoccupati. Napolitano definì "indegni vaneggiamenti"
le critiche di Caruso alla legge Biagi, legge che ha stravolto il diritto del lavoro e aiutato gli imprenditori ad eludere la legge a tenere sotto ricatto milioni di giovani molti dei quali sono già incanutiti da precari. La condanna per le parole di Francesco Caruso fu durissima. Il reprobo a momenti finiva fuori dal Parlamento espulso per indegnità ( se ci fosse stata una norma al riguardo). Maa evidentemente ci sono due pesi e due misure. Una per Caruso l'altra per Berlusconi.
A guardare con serenità e freddezza l'operato di questo Presidente della Repubblica bisogna dire che lo stato di degrado del diritto imputabile certamente al governo di destra non lo vede estraneo. La legislazione di repressione xenofoba verso i migranti spesso oltraggiosa dei diritti della persona non lo ha visto riluttante e custode delle garanzie costituzionali. Inoltre sono stati introdotti incrudelimenti del codice penale e riduzioni della libertà dei cittadini e le leggi ad personam sono tutte in vigore a cominciare dal lodo Alfano. Questa Presidenza quando si è trattato di diritti della persona osteggiati dal Vaticano è sempre stata assai attenta
alle pretese della Chiesa. In quanto alla continua, monotona richiesta di coesione delle forze politiche non si può dire che sia stata una cosa positiva dal momento che un Parlamento assolve alle sue funzioni se l'opposizione non è subalterna, non è collaborazionista, porta avanti istanze presenti nel Paese e che non possono essere conculcate.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

(1)diventati parametri di riferimento di quanti si occupano della rassegna stampa che mentre prima apriva sempre dal Corriere della Sera e da Repubblica ora apre dai due giornali berlusconiani quasi a volerne fare la sintesi dell'informazione giornaliera e l'ispirazione dei commenti vocali dei mezzibusti radiotelevisivi e dei giornalisti della Radio.

lunedì 29 giugno 2009

honduras ed Iran nel mirino dei gringos

La malvagia influenza USA sull'America Latina


Un Presidente eletto democraticamente da appena due anni viene rovesciato da un colpo di Stato diretto dalla Corte Suprema ed eseguito dall'esercito il giorno stesso in cui viene indetto un referendum per il raddoppio del mandato presidenziale.
Nessun atto, niente di niente viene rimproverato tranne l'avere chiesto all'elettorato un pronunziamento che, nelle intenzioni del promotore, dovrebbe consolidare il governo e lo Stato.
Bisogna ammettere che la fantasia dei gringos è davvero fertile e spazia delle rivoluzioni colorate, alle contestazioni dei risultati elettorali (Iran) alla preventiva contestazione di un referendum non ancora consumato. Spazia dall'uso dei Mousavi a quello dei paludati membri di una Alta Corte.
L'Honduras ha gli abitanti della Sicilia ma è tre volte più grande.Si è schierato con Chavez ed è membro attivo dell'organizzazione sudamericana che tenta di affrancarsi dal tallone di ferro degli Usa specialmente nella gestione del commercio e nell'uso delle materie prime. I gringos non lo vedono molto di buon occhio
ed hanno mobilitato le forze socialmente legate alla dominazione per abbattere il Presidente Zelaja che è stato rapito in camicia da notte e senza calzini ed imbarcato su un aereo per il Costa Rica.
Obama si dichiara "preoccupato" dell'avvenuto ed ostenta un atteggiamento da estraneo al loro svolgimento.
Ma non poteva non sapere che cosa stava bollendo nel pentolone della Cia e del Pentagono. L'arresto degli ambasciatori del Venezuela, Cuba e Nicaragua la dice lunga sulla portata strategica dell'operazione Honduras. L'obiettivo è sgominare, scompaginare, l'alternativa politica e sociale che si sta costreendo in America Latina che non è comunista, non è terrorista, spesso cresce e si impone attraverso vasti consensi popolari ma non per questo è meno temuta dai gringos.
Se vogliamo paragonare la politica degli Usa a quella della Grecia classica possiamo dire che come Sparta si alleava con "la destra" delle polis e dovunque poteva insidiava al potere le classi aristocratiche ed oligarchiche, gli USA si alleano con i ricconi, con gli squali sociali, i grandi proprietari e capitalisti di tutto il pianeta e lottano apertamente i modelli sociali alternativi, democratici, egualitari, redistributivi.
In Iran stanno giocando una grossa partita a fianco degli esponenti della ricchezza e della imprenditoria come Rafsanjani. Se riescono ad installare al potere questi e Mousavi avranno vinto la loro battaglia per il controllo di un pezzo assai importante di pianeta.
pietro ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
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http://www.granma.cu/italiano/2009/junio/domingo28/colpo-it.html
http://www.granma.cu/italiano/2009/junio/domingo28/alba-it.html

domenica 28 giugno 2009

Berlusconi è stato " posato"

Cara Olga, Silvio è un morto che cammina. Gli USA non gli perdonano i rapporti con la Russia e con Gheddafi. Gli accordi sul gasdotto gliela faranno pagare. Lo vedo in pericolo di galera come Andreotti e come Craxi (se non fosse scappato)
Berlusconi cadrà presto ma ad opera appunto degli USA. Fosse per l'opposizione camperebbe altri cento anni
Pietro Ancona

http://temi.repubblica.it/limes/italia-russia-laccordo-sul-gasdotto-south-stream/4551

I GRINGOS

i GRINGOS
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Quasi mi offendevo, da ragazzo, quando leggevo nei fumetti che i cattivi banditi messicani con sombrero, basettoni, doppie cartuccere e dentoni smaglianti chiamavano spregiativamente "gringos" i miei eroi americani! Per me gli americani erano i buoni civilissimi soldati che mi avevano liberato dai tedeschi e, a prezzo di tantissimi morti, avevano debellato la terribile minaccia nazista dal mondo.
Ma poi non mi è stato tanto difficile capire la ragione di tanta carica dispregiativa insita nel termine "gringos".
Il sud america è stato da sempre luogo di immense sofferenze dei contadini angariati da sanguinari caudillos sostenuti dagli squadroni della morte addestrati dagli Usa nelle caserme dei marines. Tutto il Sud America è stato sempre mercato di consumo dei prodotti americani ed agricoltura colonizzata dalle sue multinazionali. Ogni tentativo di indipendenza è sempre stato frustrato ed ucciso sul nascere. Cuba ha resistito soltanto perchè appoggiata dall'URSS che non avrebbe permesso la sua distruzione ma tutti i governi che hanno mostrato un minimo di autonomia da Washington sono stati subito rovesciati. I gruppi dirigenti rivoluzionari sono finiti quasi tutti assassinati, incarcerati, dispersi, costretti all'esilio. Ricordo per tutti il Cile di Allende rovesciato da Kissinger. Non è detto che non saranno rovesciati i governi della grande ondata di sinistra e di centro-sinistra che ha trionfato nelle recenti consultazioni elettorali. Il Brasile di Lula è tollerato per via delle concessioni agli Usa delle biomasse che hanno sottratto le terre alle coltivazioni dei contadini e di altri compromessi raggiunti con le multinazionali USA.
L'esempio del governo preferito dalla Casa Bianca è la Colombia retta da una giunta militare che ha espropriato i contadini delle loro terre, li ha incarcerati o costretti a vivere in estrema miseria e ceduto le loro terre
a grandi aziende USA. Nella colonizzazione del sud americana è presente anche l'Italia. Benetton possiede milioni di ettari di terreno che sono stati recintati ed inibiti agli abitanti del posto,
Per comprendere quanto sia mostruoso il sistema politico imposto al sud america con la complicità delle caste dominanti locali basta pensare alle favellas, mostruose agglomerazioni di casupole di lamiera e cartone
e le centinaia di bambini che frugano lmontagne di immondizia nelle discariche in cerca di un pò di cibo o di qualcosa da poter vendere. Le distanze sociali sono immense: miliardari da una parte e poverissimi dall'altra.In mezzo una classe media sempre in pericolo di sprofondare nell'abisso della povertà.
I gringos sono padroni del mondo con l'aiuto dell'Occidente che si presta al loro dominio incontrastato e che fornisce copertura anche per le operazioni coloniali più sporche come l'occupazione dell'Iraq e dell'Afghanistan o il genocidio di Gaza e la distruzione del Libano. I gringos impongono la loro pax che consiste nel dominio dei oro interessi su tutto il mondo. La parte di mondo che si sottrae è in pericolo e viene attaccata in tutti i modi. La Cina viene attaccata con la contestazione del Tibet che si vorrebbe assegnare al Dalai Lama ed ai suoi monaci. La Russia è oramai assediata da governi filoamericani imposti dalle rivoluzioni "colorate" e la riunione dell'OSCE di oggi l'ha
provocata proponendo "osservatori" nel suo territorio della Ossezia recentemente aggredito dalla Georgia.
L'Iran viene minacciata da Israele che si prepara ad invaderlo ed in vista di ciò fa manovre navali nello stretto di Gibilterra ed ha subito una profonda ferita interna con la lacerazione del suo gruppo dirigente in parte arruolato ad un progetto "moderato" tipo Abu Mazen.
La Pax americana consiste nella continua opera di destabilizzazione o di distruzione delle nazioni che resistono e non consentono l'installazione di basi militari nel loro territorio. Tutti i mezzi sono buoni per raggiungere lo scopo anche l'arruolamento dei monaci buddisti come è stato fatto in Birmania, le rivoluzioni "colorate", l'assedio e l'isolamento economico, l'aggressione.

Iran infelice

continua la provocazione dei golpisti. No alla verifica dei voti, si vogliono nuove elezioni!!
http://www.agi.it/news/notizie/200906271941-cro-rt11134-iran_moussavi_no_a_riconteggio_voti_ma_nuove_elezioni

cara doriana.....

Cara Doriana, non so che cosa scrivere dopo aver letto il tuo racconto del
circolo di rifondazione. Mi ha fatto sentire tristissimo. Mi hai fatto pensare
ad un mio vicino di casa, comunista di rifondazione da tutta la vita che prima
delle europee mi ha detto che avrebbe votato Di Pietro. La nostra gente forse
non esiste più e forse non ha alcuna ragione di stare insieme, di
organizzarsi.La politica è morta dal momento che è stata tutta risucchiata dalla
destra e cioè da un sentire comune antipolitico. Leggo oggi nel blog di Paolo
ferrero : "Bene berlusconi....e continua elogiando misure di un qualche spirito
di carità per i cassi integrati. In quel" bene Berlusconi-" leggo una gran
voglia di ricevere una bella pacca sulla spalla....... La sinistra non ha più
dignità dal momento che non ha più identità.... Non ci resta che fare quel poco
che possiamo e tirarci la porta dietro uscendo nel buio della strada..... In
Lista_di_Geopolitica@yahoogroups.com, Doriana Goracci ha

altra lettera a Doriana
Cara Doriana, siamo stati abbattuti da un terribile colpo di vento che viene dalla smobilitazione una ideologica e l'altra giudiziaria dei due grandi partiti del socialismo italiano. Questa smobilitazione è stata seguita dall'adozione del liberismo specialmente nei campi delle privatizzazioni e del diritto sindacale e sociale.
Ma anche il liberismo è fallito e il PD non è nè carne nè pesce mentre Bertinotti, Vendola Di Liberto e Ferrero non riescono più nè ad essere comunisti nè ad essere altro. Si rifugiano nell'empirismo quotidiano che li fa sballare specialmente sulle questioni internazionali.( se è per questo anche Berlinguer dichiarò di sentirsi al sicuro sotto l'ombrello della Nato ed a questo forse dobbiamo fare risalire la grande confusione che si è impadronita della sinistra).
Vorrei rinfrancarmi e rinfrancarci della tristezza di ieri ricordando che c'è sempre qualcosa che riprende a germinare. Ero in un corteo contro i bombardamenti di Gaza e riflettevo sul fatto, per me scandaloso, dell'assenza dei dirigenti dei partiti della sinistra e del PD quando fui avvicinato da un ragazzo che mi chiese di comprare un giornaletto quasi ciclostilato fatto mi pare a Firenze. Un giornaletto che parlava di socialismo, nato da un gruppo che magari si era formato spontaneamente in una classe di liceo come si formavano i primi gruppi di sinistra negli anni cinquanta.
Ho pensato che se una cosa continua a rifiorire dopo quasi due secoli deve essere davvero molto buona!
Pietro-- In Lista_di_Geopolitica@yahoogroups.com,

sabato 27 giugno 2009

lo squalo Mousavi e l'Iran in pericolo

IL CAPO DELLA RIVOLUZIONE LIBERAL IN IRAN

Mousavi: un mostro che l’Occidente fa finta di non vedere di Fabristol

FONTE: http://www.giornalettismo.com/archives/29389/mousavi-il-ritratto-di-un-mostro-che-l%E2%80%99occidente-fa-finta-di-non-vedere/



Mentre l’Occidente sta con il fiato sospeso sperando che la piazza rovesci il regime iraniano, nessuno si rende conto che quella piazza è aizzata da un candidato peggiore di Ahmadinejad.

È curioso come l’opinione pubblica e i media dell’Occidente in questi giorni si siano schierati a favore di Mousavi senza minimamente essersi informati sul suo passato e soprattutto sulle sue idee politiche attuali. Con questo articolo cercheremo di rispondere a due domande: chi è Mousavi?; e, soprattutto, l’Iran sarebbe diverso con Mousavi?

CHI È MOUSAVI? – Mir-Hossein Mousavi Khameneh è stato il principale candidato dell’opposizione nelle appena svolte elezioni iraniane. All’interno del panorama politico iraniano è considerato un riformatore. Il che per i canoni dell’occidente democratico rimane comunque un conservatore di stampo fascista. Mousavi non arriva dal nulla. Non è parte di un progetto rivoluzionario nato nell’illegalità, nel sottosuolo della resistenza, fuori dai palazzi del regime. Mousavi è stato parte del regime per quasi un decennio. Fu infatti il Primo Ministro (la più alta carica in Iran prima della riforma presidenziale) della Repubblica Islamica d’Iran dal 1981 al 1989. Fu prima ancora tra i rivoluzionari che nel 1979 seguirono Khomeini nella sua rivoluzione culturale islamica e scacciarono lo Shah. Fu quindi uno tra i fondatori del regime attuale. Come Primo Ministro iraniano condusse la guerra contro l’Iraq in cui morirono quasi un milione tra irakeni e iraniani. Fu durante il suo mandato che il governo iraniano decise di mandare sul campo di battaglia 100.000 bambini per pulire i campi di mine, arruolandoli nel corpo dei volontari Basij. Negli anni terribili del rapimento degli americani all’ambasciata americana di Teheran nel 1979, Mousavi dichiarò che quell’atto era necessario e faceva parte del “secondo stadio della nostra rivoluzione”. Sotto il suo mandato vennero uccisi per impiccagione migliaia di dissidenti politici, criminali, donne fedifraghe e omosessuali. Altri vennero uccisi dai servizi segreti e dai Pasdaran. È del 1988 invece la fatwa di Khomeini contro lo scrittore Salman Rushdie, reo di aver scritto “Versetti satanici”. Fondamentalisti in tutto il mondo si mobilitarono per ucciderlo e diversi traduttori della sua opera furono assassinati o feriti (incluso quello italiano). Mousavi appoggiò in pieno la condanna a morte di Rushdie e si felicitò della mobilitazione internazionale dei fedeli khomeinisti, definendo Rushdie “uno strumento dei sionisti contro l’Islam”. Nello stesso anno Mousavi dichiarò Israele un “tumore canceroso” da eliminare. L’anno prima definì gli Stati Uniti d’America “il grande Satana”. Tutte frasi e concetti ricorrenti nella retorica iraniana. Di fatto Mousavi fu il fondatore della politica isolazionista e fondamentalista dell’Iran. Negli anni ’80 fondò e finanziò il gruppo terroristico sciita Hezbollah in Libano e fu accusato di essere tra i mandanti degli atti di terrorismo internazionale di quegli anni, dalla Germania all’Argentina. Fu anche l’architetto dietro il MOIS, i servizi segreti iraniani, su modello del KGB sovietico, che in quegli anni torturava e uccideva i dissidenti interni.

L’IRAN SAREBBE DIVERSO CON MOUSAVI? – Per rispondere a questa domanda bisogna capire quale sia la faccia che si nasconde dietro la maschera di Mousavi e la sua pseudorivoluzione. È ormai assodato che si tratti di Rafsanjani. E, allora, conviene chiedersi chi sia anche Akbar Hashemi Rafsanjani. Fu Presidente della Repubblica alla fine degli anni ’80, fa parte della casta clericale e del Consiglio degli Esperti, il potentissimo organo di potere iraniano (secondo solo alla Guida Suprema, l’Ayatollah). È considerato uno tra gli uomini più ricchi del paese e la sua famiglia tiene in mano l’industria del petrolio. Nel parlamento iraniano viene soprannominato “lo squalo”, per la sua tenacia e i suoi modi duri. Ma, soprattutto, fu grande amico di Mousavi negli anni della sua presidenza. Nei giorni scorsi la folla di centinaia di migliaia di persone scese in piazza per sostenere la vittoria di Ahmadinejad urlava il suo nome con rabbia, stramaledicendolo. Tutti sanno che dietro le rivolte c’è lui. Avversario storico dell’attuale ayatollah Khamenei (considerato debole), molti pensano che stia progettando di prendere il suo posto.

RIVOLUZIONE O RESA DEI CONTI? - Ma allora che sta succedendo in Iran? In poche parole, trattasi non di rivoluzione, ma di resa dei conti all’interno del regime degli ayatollah. Nei prossimi giorni potrebbe anche diventare guerra civile. Altro non è che una lotta per la supremazia all’interno del regime. Nessuno dei contendenti mette in discussione il clero, le sue leggi e le sue guide e di fatto nessuno mette in discussione il regime iraniano. Men che meno il “riformatore” Mousavi, dipinto come un rivoluzionario, ma che altro non è che un gerarca del regime in cerca di potere. Sulla carta poi, tra Mousavi e Ahmadinejad, è il primo ad essere stato il più sanguinario, integralista e di fatto “il più cattivo”. Quest’uomo, che tutti in Occidente vedono come il buon salvatore, ha sulla coscienza centinaia di migliaia di morti, mutilazioni, torture, impiccagioni, sofferenze. È responsabile dell’odio contro Israele, della fondazione di Hezbollah e di attentati terroristici al’estero. Ahmadinejad in confronto pare un agnellino.

FONTE: http://www.giornalettismo.com/archives/29389/mousavi-il-ritratto-di-un-mostro-che-l%E2%80%99occidente-fa-finta-di-non-vedere/


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venerdì 26 giugno 2009

honduras e Iran

honduras e Iran
del rovesciamento del legittimo governo dell'Honduras sembra non si interessi
nessuno delle grandi anime liberal e democratiche del comunismo italiano.

Interessa soltanto criminalizzare il legittimo governo dell'Iran ed assecondare
il golpe sanguinario di Mousavi e della Cia

http://www.giannimina-latinoamerica.it/visualizzaNotizia.php?idnotizia=249

nota ad articolo di "Aprile"

presto la bandiera americana e quella della Nato sventoleranno al centro di Teheran come già sventolano in Irak ed in Afghanistan
La rivoluzione colorata della Cia avrà i suoi effetti come in Georgia, Ucraina e altrove
E voi, "sinistra" italiana sarete felici e contenti.
Intanto se i drone americani ammazzano migliaia di donne, vecchi, bambini e anche patrioti non ve ne fotte niente
Ma siete finiti anche voi. Avete perso identità e con essa la ragione e la capacità di leggere il mondo.
Pietro Ancona

giovedì 25 giugno 2009

il potere dalla tragedia al grottesco

Subject: Il Potere dalla tragedia al grottesco


Le cene notturne
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Il nostro Presidente del Consiglio è un pozzo inesauribile di sorprese. E' difficile capire da dove trae tutte le energie che sembrano inesauribili e che dedica, non so se in parti eguali, alla politica, al governo, agli affari,alle donne. A leggere una intervista della signora Patrizia D'Addario si scopre anche l'abitudine alle cene notturne, cene che finivano all'alba. La signora si ricorda perfettamente anche il menù e gli ornamenti della tavola adatti a creare una atmosfera leggera, rilassata, gaudente,libertina.
La cena notturna che finisce all'alba di Berlusconi mi ha fatto ricordare Stalin che aveva la stessa abitudine. Naturalmente l'atmosfera delle cene di Stalin erano di ben altro colore e spessore, durante le conversazioni che
il grande tiranno aveva con i suoi commensali (credo tutti uomini) venivano decise le sorti di quanti cadevano in disgrazia con il Regime e venivano liquidati senza tante storie. Le cene di Stalin erano un rituale del boia. Nelle cene notturne di Berlusconi non viene decretata la morte od il carcere per nessuno! Il nostro Presidente si compiace di circondarsi di tantissime ragazze che sbavano vogliose per un suo cenno di interesse e che vengono tutte ringraziate con regali che il Nostro ha a disposizione in quantità industriali: collane, pendenti, braccialetti, orecchini....Queste ragazze assistono alla proiezione di filmati sulla sua attività di Presidente del Consiglio, incontri internazionali, comizi, bagni di folla etcc....proiezioni che, a detta della testimone, durano a lungo ma nessuna naturalmente deve mo
strarsi annoiata o distratta. Alla prescelta si dice: aspettami nel letto grande. La D'Addario che ha esperienze di squillo notevoli con frequentazioni in Arabia di sceicchi sostiene che il Nostro è meno gentile e rispettoso
delle donne che lo circondano di quanto gli sceicchi lo siano con le donne dei loro harem. La D'Addario so-
stiene di essere stata in diversi harem.. Quindi sa di che cosa parla..
Anche Ceausescu aveva abitudini di cene notturne e più di lui i suoi figli. Se uno dei figli di Ceausescu adocchiava una bella cameriera e gli veniva un attacco di libidine, la rovesciava sul tavolo e la "usava" in presenza dei commensali che continuavano a gozzovigliare.. Naturalmente la cameriera violentata non aveva alternative al silenzio dal momento che rischiava di scomparire nel nulla.
Insomma, a seconda delle circostanze, il potere si esprime dalla tragedia al grottesco e financo al ridicolo.
Nell'Italia repubblicana di oggi, propensa a chiudere un occhio ma anche ad ammiccare furbescamente sulle
notti di un uomo ricchissimo proprietario della comunicazione televisiva, non so quale risultato avrà la critica
dei comportamenti del primo ministro.
La struttura cattolica che dovrebbe presiedere la morale dell'Italia è dominata dall'utilitarismo del Vaticano che, ricevendo doni in natura ed in leggi da Berlusconi tace sulla sua pubblica indecenza ed isola le voci che, dentro l'ecclesia, si azzardano a condannarlo. La gerarchia cattolica è forse ancora più immorale del nostro poco decente Primo Ministro.
Infine, mi chiedo quale tecnostruttura, quale organizzazione presiedeva ai molteplici contatti di berlusconi con le tantissime ragazze che lo frequentavano. Chi sono le persone preposte ai piaceri sessuali del Presidente? Sono funzionari pubblici o del suo staff privato? Quali garanzia offrono allo Stato? Bisognerà pure rispondere a queste domande.
pietro ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/

ihttp://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-10/parla-patrizia/parla-patrizia.html



http://tools.rcs.it/tools/rcslibri/rassegna_stampa/pdf/rizzoli/stalin_corriere.pdf

mercoledì 24 giugno 2009

il drone assassino e la doppia morale dell'Occidente

IL DRONE ASSASSINO E LA DOPPIA MORALE DELL'OCCIDENTE
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I massmedia italiani registrano molto di malavoglia e con poche righe l'ennesimo massacro di popolazione civile perpetrato dagli americani. Un centinaio di persone, in un piccolo villaggio del Pakistan, sono stati massacrati da tre missili ad alta precisione lanciati da un Drone. Scrivono probabilmente" americano ma sanno benissimo che questo genere di assassino senza pilota comandato a distanza prodotto da una altissima e sofisticata tecnologia militare è americano. La notizia è accompagnata da insinuazioni velenose che servono a giustificare il massacro: il funerale era di un capo talebano ( parola calda altamente criminalizzata)ed i convenuti alla veglia funebre erano naturalmente in qualche modo legati al defunto. Quindi di è trattato di una operazione di pulizia antitalebana e pertanto legittima. Non costringono forse i talebani le donne ad indossare il burka? Quindi.....
Non credo che esista una sola ragione al mondo che potrebbe essere addotta da Obama per la sanguinaria catena di stragi che il suo esercito e la sua aviazione infliggono alle popolazioni del Pakistan, dell'Afghanistan e dell'Irak. Le ragioni sono, come sappiamo, di natura geostrategica e petrolifere e non sono confessabili.
Ma l'Occidente intero fa finta di credere ad AlQaeda, a Bin Laden ed alla necessità di combattere il Burka per liberare le donne, civilizzare l'Oriente.
Obama si spaccia per difensore della giustizia e della libertà e mostra di difendere le ragioni dei golpisti insorti a Teheran condannando la reazione del'Iran dal momento che ogni vita umana è insostituibile e va difesa. Certamente ogni vita umana è insostituibile ma la sono tutte anche quelle recise ieri in un villaggio pakistano e non soltanto quelle che servono alla cinica propaganda del colonialismo.. Quante parole sono state scritte dagli opinionisti occidentali
per la morte di Neda e di altri ragazzi di Teheran ? Sicuramente tante. Ma costoro e loo stesso segretario dell'ONU intervenuto contro le repressioni in Iran hannp forse detto una parola per l'ennesima strage della morte che arriva
dal cielo in un villaggio del Pakistan con un aereo sprovvisto di pilota?
L'approccio di Obama ai problemi è meno schematico e più complesso di quello di Bush. Ma la sostanza non cambia. L'unica pax che riesce a concepire è quella che passa come con la falce della morte sui popoli c he hanno la disgrazia di abitare dove c'è il petrolio e dove gli americani pensano di installarsi.
http://www.megachip.info/modules.php?name=News&file=article&sid=6994

Pietro Ancona
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lunedì 22 giugno 2009

la visita di Netanjahu in Italia

La visita di Netanjahu in Italia
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Oggi il Primo Ministro del governo di destra e razzista d'Israele sarà in Italia per la sua campagna di intossicazione dell'opinione pubblica occidentale contro i "terroristi" di hamas prigionieri nella striscia di Gaza alla quale è rigorosamente impedito di accedere, di far giungere aiuti, di curare i malati ed i feriti. La ricostruzione di Gaza è resa impossibile da Israele che impedisce a chiunque di avvicinarsi e costringe i palestinesi a scavare gallerie sotterranee come fossero talpe per far giungere con molto pericolo un pò di cibo e qualche medicina.
Nessuno chiederà conto a Netanyahu dei cinquecento bambini e dei millesettecento civili uccisi durante trenta giorni di spaventosi bombardamenti eseguiti da un possente esercito armato di armi sofisticatissime
che hanno terrorizzato Gaza per un mese. Quanti in questi giorni si sono stracciate le vesti per la libertà e la democrazia conculcate dal regime iraniano non apriranno bocca e magari giustificheranno le atrocità naziste
del Governo di israele ed al massimo faranno i cerchiobottisti diranno che la colpa è di entrambi le parti, del lupo e dell'agnello che gli sporca l'acqua.
Netanyahu chiederà all'Italia di isolare ancora di più l'Iran e di impedire che i suoi programmi nucleari vengano bloccati. Israele deve essere la sola a possedere in Medio Oriente un arsenale di oltre mille bombe nucleari. Una nazione grande costantemente minacciata dall'imperialismo non deve attrezzarsi per la difesa dei suoi settanta milioni di cittadini e deve essere aperta alle incursioni ed alle violenze del suo bellicoso vicino ebreo. Vicino che ha aggredito ripetutamente il Libano riducendolo in un cumulo di macerie inquinate.
I massimi dirigenti della Repubblica da Napolitano a Fini a Berlusconi saranno assai aperti e sensibili alle richieste di Israele e non chiederenno neppure di bloccare gli insediamenti dei coloni in Gisgiordania che costituiscono la prova di come la logica colonialistica ed annessoria di Israele non rispetta neppure atteggiamenti collaborazionistici e subalterni come quelli del "moderato" Abu Mazen.
Chiederà Napolitano la liberazione dei tredicimila prigionieri palestinesi rinchiusi nelle carceri di Israele?
Chiederà conto e ragione dei delitti contro i diritti umani e civili che ogni giorno vengono perpetrati contro una popolazione inerme ed in preda al terrore da soldati che si vantano dei loro crimini vantandosene con magliette decorate da scritte ingiuriose verso le madri ed i bambini palestinesi?
Scorreranno fiumi di retorica sulla sacralità dello Stato di Israele frutto dell'Olocausto (ma lo stesso Netaniahu ha cercato altrove la legittimazione del suo Stato facendolo risalire ad un presenza di 3500 anni fa) e sulla necessità di difenderlo dai "cattivi" come Ahmaninjed che vorrebbero distruggerlo. Si parlerà del processo di pace che, dal momento che dura da cinquanta anni, può durare per altri cinquanta ed intanto i palestinesi possono crepare nelle carceri di Tel Aviv e di Gerusalemme oppure di fame e di sete nella striscia di Gaza o ammazzati come bestie dai coloni che li considerano "bipedi parlanti".
La pax dell'Occidente non prevede il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

referendum fallito, vittoria della democrazia

Il fallimento del referendum, vittoria della democrazia
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Non sono andato a votare per i referendum come la maggioranza degli italiani. Sbagliano coloro i quali ritengono che si è cittadini rispettosi delle legge se si va a votare un si o un no. Anche l'astensione è un voto, Una opzione legittima. Per la prima volta, dopo tantissimi anni, mi ritrovo dalla parte di chi vince e questo può rallegrare un perdente come me che sceglie da sempre di stare dalla parte di chi finisce sempre in minoranza. Il fallimento del referendum sconfigge in un sol colpo tutti coloro che si era schierati in sua difesa, il vasto e variegato mondo del sistema maggioritario e della repubblica presidenziale. La somma della legge elettorale che sarebbe scaturita dalla vittoria del referendum al presidenzialismo delle annunziate riforme avrebbe sgretolato e questa volta definitivamente la Repubblica dal momento che avremmo un Presidente o un Capo di Governo con poteri quasi assoluti con una maggioranza parlamentare del 55 per cento. Insomma una democrazia assai meno equilibrata di quella iraniana ricca di contrappesi che nel nostro Paese non esistono. Abolito il bicameralismo (che di per sè è un deterrente), abolita la Corte Costituzionale da tempo nel mirino della destra, occupato il Parlamento da una maggioranza peraltro non scelta dall'elettorato ma dal Capo del Partito che magari è il Capo del Governo o dello Stato, la democrazia diventa veramente una burla e l'intero sistema un marchingegno da operetta.
Esce sconfitto in primo luogo il PD che scegliendo per il si ha inteso completare la sua opera di semplificazione del Regime dopo l'espulsione dal Parlamento dei socialisti,dei verdi e dei comunisti. La destra al Governo ed il PD all'opposizione quasi con lo stesso programma in politica economica, sociale, estera. Tutti gli altri fuori come se non esistessero e se non rappresentassero correnti culturali ideali e politiche profondamente radicate nella società e nella storia italiana. Ma come ha fatto un partito che viene dall'Ulivo e dalla tradizione democratica dei cattolici e dei comunisti italiani ad arrivare all'aberrazione referendaria? Che cosa ha corrotto nel profondo la cultura democratica che ravvisa nel proporzionale rappresentativo di ogni tendenza politica del Paese la garanzia più forte per la democrazia? Oggi ci troviamo con circa quattro milioni di cittadini privi di rappresentanza parlamentare. Non credo che sia giusto sopratutto se pensiamo che i seggi che sarebbero spettati alla loro rappresentanza sono stati distribuiti a quanti hanno varcato lo sbarramento usando anche il vile argomento del "voto utile".
Il referendum è fallito ed oramai da molti anni, dal 95, la gente non vota più. Perchè? Le ragioni sono tante. In primo luogo la saturazione provocata dagli abusi di Pannella e dei radicali, in secondo luogo dalla natura dei quesiti posti spesso suscettibili di promuovere coalizioni di elettori contro diritti di minoranze, in terzo luogo dal fatto che in effetti i referendum non sono abrogativi ma sostitutivi della legge che si vorrebbe abolire con altra legge. Nel caso di questo referendum si sarebbe sostituita alla norma del Porcellum del premio di maggioranza alla coalizione il premio di maggioranza al partito relativamente vincitore. Quindi una nuova e più grave e velenosa legge antidemocratica a sostegno della oligarchia vincente. La Lega ha boicottato il referendum per ragioni di bottega ma resta titolare della peggiore legge elettorale della storia italiana. Le forze democratiche pagano lo scotto del loro sincretismo con la destra italiana. Spero che il PD sappia trarre lezione dal fallimento ed imparare a far coincidere i propri interessi con quelli della democrazia e del rispetto delle culture politiche esistenti nel Paese. Saprà farlo?
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2009/06/22/pop_referendum.shtml

Pietro Ancona
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la rivoluzione ingannata

La rivoluzione ingannata
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Gli obiettivi della "rivoluzione" in corso in Persia non sono libertà, democrazia eguaglianza sociale, laicizzazione dello Stato e separazione della religione dalla politica. Niente di tutto questo certamente assai presente nell'animo dei tantissimi giovani che sfidano il Regime è presente e ravvisabile nelle parole d'ordine imposte da chi ha fatto la "griffe" ed ha assegnato un colore (verde) alla rivolta. Le parole d'ordine sono: Morte ad Ahmaninejd e potere a Mousovi. La rivoluzione è scoppiata a causa di una profonda frattura interna
all'estambliscement del Regime da coloro che aspirano alla collaborazione con Israele e l'occidente, a spartire con le multinazionali la ricchezza escludendone il popolo e lo Stato a vantaggio di una oligarchia già assai potente. La rivoluzione è nelle loro mani. I giovani sono soltanto carne da macello da immolare per svergognare il Regime.
Uno dei capi del tentato golpe è tra le prime cariche dello Stato. Rafsanjani è il ricchissimo proprietario di trecento università private. Mousavi è noto per avere foraggiato i contras contro il legittimo governo sandinista del Nicaragua.
E' legittimo supporre che abbiano stretti legami con i servizi segreti occidentali che puntano ad insediare in Iran
un Quisling, un Petain da aggiungere ai Quisling ed ai Petain al vertice di Iraq ed Afghanistan e della Cisgiordania.,
Se il golpe sarà sconfitto (la cosa non è certa) non è da escludere iniziative militari dirette o indirette dello Occidente per ridurre l'Iran al servizio degli interessi geostrategici e delle multinazionali dell'imperialismo.
http://www.altrainformazione.it/wp/2009/06/17/una-connessione-tra-mir-hossein-mousavi-e-lirangate/

Pietro Ancona
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domenica 21 giugno 2009

il golpe in Iran

altre considerazioni sul golpe di Mousavi



Il golpe tentato da Mousavi con l’appoggio anglosassone forse fallirà ma comunque ha già ferito l’Iran. L’Iran da sempre è preda dell’Occidente per via del petrolio ed ora della sua posizione strategica nel mondo globalizzato. L’Occidente non avrà pace fino a quando non lo ridurrà in macerie come Gaza, come l’Irak, come l’Adghanistan. Sempre in nome della libertà e della democrazia….. Escludere aprioristicamente l’intervento della Cia o del Mossad è davvero irrazionale ed è comunque diventato una moda. Le sollevazioni dei contadini colombiani contro il regime militare vengono subito coperte dal silenzio delle batterie massmediatiche dell’occidente e duramente represse con le torture e la morte. Ma i contadini colombiani non contano niente per la sinistra italiana che oggi si rinnova accettando il libero arbitrio delle masse iraniane che si sono mosse spontaneamente ed in nome della libertà contro il Regime.
Riflettete: l’alternativa non è tra il regime teocratico e le masse assetate di libertà ma tra l’Iran autonomo e Mausavi agente americano!
Irak ed Afghanistan hanno due regimi fantocci travestiti di democrazia diretti dagli Usa e dalla Nato. Dobbiamo farne un terzo?
La tristissima esperienza della Palestina di Abu Mazen dimostra che la scelta di una direzione “moderata e filooccidentale” non cambia niente e non ottiene niente. L’Occidente non ha rispetto per niente, vuole solo espandere i suoi interessi economici e militari.
http://wapedia.mobi/it/Rivoluzioni_colorate

pietro ancona
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sabato 20 giugno 2009

la guerra preventiva degli USA in Iran

La guerra preventiva degli USA con l'Iran
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Gli Usa escono allo scoperto per spalleggiare apertamente il golpe "populista" del loro quisling Mausavi che, appena iniziato lo spoglio, si era proclamato subito immediatamente vincitore per dare il via alla grande eversione antidemocratica di questi giorni. Non ci sono dubbi sulla vittoria di Ahmaninejad come ben sanno gli stessi americani che avevano monitorato le elezioni con ben due sondaggi di pubblico dominio. Ma tutto era stato preparato minuziosamente per dare vita ad una "rivoluzione colorata" come le tante che abbiamo visto e che sono state dimenticate presto dalla opinione pubblica occidentale sempre pronta a difendere libertà e democrazia dei cattivi di turno o trattati come tali dagli Usa. Ieri il Congresso americano, dopo avere stanziato altre centoseimiliardi di dollari per le guerre con l'Iraq e l'Afghanistan ha espresso simpatie per la
"rivoluzione"iraniana ed oggi Obama-Bush che fino all'altro ieri si dichiarava indifferente e pudicamente guardava da un'altra parte ricordando che per lui Mousavi equivaleva ad Ahmaninejad oggi minaccia lo Stato iraniano dicendo di stare attento perchè gli occhi del mondo sono tutti fissati su di lui. Questa uscita di aperto
appoggio smaschera la natura di sovversismo e di tradimento della patria del movimento "verde" ma dimostra anche la difficoltà a fare come in Ucraina, in Georgia, in Bielorussia ed altrove...
Gli Usa sono in guerra preventiva con tutto il mondo. La loro pax è fatta di distruzioni, montagne e montagne di cadaveri, bombardamenti, occupazioni militari, asservimento colonialistico, inquinamento, distruzione dei
beni archeologici e della storia dell'umanità. Ma anche di "rivoluzioni colorate". Le uniche nazioni che "rispettano" sono quelle che hanno affidato
dopo l'intervento degli squadroni della morte ad incalliti criminali, a regimi militari come quello colombiano che tiene in galera diecine di migliaia di contadini dopo averli depredati delle loro terre assegnate alle loro multinazionali. Il pianeta è stretto in una rete di basi militari usa che hanno lo scopo di controllare innanzitutto la nazione dove sono collocate. In Italia le basi militari ed i depositi nucleari USA servono innanzitutto a controllare la fedeltà del nostro Paese. L'Iran (lo chiamerei volentieri Persia) non minaccia nessuno ed è minacciato da vicino da una israele dotata di oltre mille testate nucleari e di un esercito tra i più potenti del mondo.
L'Iran è in pericolo come lo sono la Russia, la Cina, l'India e tutti i paese che non sono stati marchiati dalla presenza di una base militare Usa. Ma forse questa ennesima ciambella al signor Obama- Bush terzo non riuscirà con il buco.
http://www.osservatorioiraq.it/modules.php?name=News&file=article&sid=7771
Pietro Ancona
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venerdì 19 giugno 2009

Termini Imerese chiude?

Se le Confederazioni sindacali CGIL-CISL-UIL e ora anche UGL (i cobas sono rigorosamente discriminati) accettano la filosofia generale del piano Merchionne che lascia all'Italia poco più degli uffici e si libra nel globo, le lotte che faranno i lavoratori di Termini Imerese sono destinate alla sconfitta. Si difende Termini se si rigetta la strategia complessiva della Fiat. Ma a quanto pare le cose non stanno così. La questione Sicilfiat è già stata regionalizzata e confinata in fatto
assistenzialistico.
Pietro Ancona
già segretario generale cgil sicilia

giovedì 18 giugno 2009

sulla libertà e sui "moderati"

ha scritto Sancho a proposito della sinistra e della libertà
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La sinistra italiana, e non solo, dovrebbe seguire una sola stella...la libertà nel rispetto delle libertà altrui. Tutto qui.

E' un concetto universale che va ricercato sempre ed ovunque, senza alibi, riprendendo anche i discorsi del mio venerabile maestro Don Chisciotte (don Quixote)..."la libertà, Sancho, è uno dei doni più preziosi che agli uomini abbiano dato i cieli; non possono paragonarsi a lei tutti i tesori che racchiude la terra o ricopre il mare: per la libertà, come anche per l'onore, si può e si deve mettere in gioco la vita; e invece non c'è più grande male che possa venire agli uomini che la schiavitù." (1605)


ho così risposto (si parlava anche dell'Iran e della tempesta che lo scuote)

Sono d'accordo con te!
Bisogna comunque tenere conto che la libertà non è eguale per tutti. La libertà di Don Chisciotte è certamente maggiore e diversa da quella di Sancho; la libertà degli indiani che vivono ricavando qualche rupia raccogliendo sale non è la stessa di quella della signora Gandhi. Per fruire della libertà come bene universale ed indiscutibile per tutti dobbiamo mettere tutti nelle condizioni adatte.

Nel caso dell'Iran bisogna ricordare che la scelta di Abu Mazzen in Palestina non è servita
a migliorare la condizione del suo popolo. L'Occidente vuole i "moderati" al potere come Quisling al suo servizio.Il "moderato" Mausavi foraggiato dalla Cia per una rivoluzione colorata (verde) che durerà a lungo non è alfiere di libertà. Il Presidente contestato, per quanto possa essere antipatico, è stato fattore di progresso e di libertà della popolazione più povera. Ha dato all'Iran un servizio sanitario che gli americani sognano da decenni, ha migliorato le pensioni, la scuola, i salari. E' proletario e non borghese e questo difficilmente viene perdonato in un mondo in cui la borghesia è la classe di riferimento di tutti anche della "sinistra".

GLI USA E LA GUERRA

CENTOSEIMILIARDI DI DOLLARI PER LA GUERRA
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Il mondo bipolare uscito dalla seconda guerra mondiale era certamente assai più sicuro del mondo unipolare
in cui abitiamo dal 1990. La fine dell'Unione Sovietica non ha generato la fine della storia ma l'inizio di una dominazione alla quale gli USA si erano preparatI nei cinquanta anni precedenti con numerose iniziative militari e politiche tutte rivolte all'affermazione della loro assoluta supremazia militare, economica e politica.
Dall'alternanza di Presidenti democratici a Presidenti repubblicani non c'è molto da aspettarsi. La strategia USA è di lungo periodo, può subire variazioni o attenuazioni, ma non viene meno ad i suoi obiettivi fondamentali di dominazione imperiale.
Tutto il mondo dove gli USA sono riusciti ad allungare le mani è in una rete fittissima di loro basi militari che si allargano con l'espansione della loro influenza politica. Dovunque si incontrano resistenze o ostilità sono pronte opzioni di intervento che possono essere militari o politiche. In Polonia e Cecoslovacchia si sfrutta il sentimento anticomunista delle popolazioni per installare basi missilistiche praticamente a ridosso della Russia la quale, peraltro, individuata come obiettivo da abbattere o da sottomettere è già dentro un grande reticolato di basi strategiche installate dagli Usa negli ultimi anni in tutte le Repubbliche ex sovietiche a volte dopo la sostituzione incruenta ma manovrata dei governi attraverso le rivoluzioni colorate.
Gli USA non hanno mai ritenuto di dare spiegazioni al mondo della occupazione dell'Iraq dopo la diffusione
della verità sulla inesistenza delle armi di distruzione di massa. Si sono resi responsabili del macabro rito di potere della impiccagione di Sadam Hussein e della distruzione del governo e della classe dirigente irakena.
Mi hanno molto colpito le carte di poker con le immagini dei "ricercati" distribuite ai soldati ed ai contractors quasi si trattasse di selvaggina da cacciare. Non ha alcuna giustificazione l'invasione dell'Afghanistan dal momento che è ridicola la tesi dei talebani che minaccerebbero la sicurezza del pianeta con il loro terrorismo!
Oramai è abbastanza accettata una spiegazione dell'11 settembre che esclude il complotto "terroristico" mentre continuano a risultare assai ambigui i rapporti degli USA con Bin Laden. Altre guerre sono in preparazione in Africa per costringerla dentro binari rirogosamente filo occidentali Il Congresso .ha approvato la spesa di 106 miliardi di dollari per la guerra in Iraq ed Afghanistan e varato blande norme per il controllo dei mercati finanziari preda delle scorrerie di finanzieri privi di scrupolo che hanno piazzato patacche in tutto il mondo e provocato la crisi che ha ne messo in ginocchio l'economia.
Fa senso e mette paura la decisione di continuare a bombardare ed occupare due grandi nazioni islamiche stanziando enormi cifre che vengono sottratte al welfare necessario ad una Americana priva di servizio sanitario, priva di ammmortizzatori sociali, con centinaia di migliaia di famiglie che vivono in tenda non potendo più permettersi una casa.
Cìè da chiedersi a chi serve tutto il potere militare ed economico che gli USA si sono procurati e continuano a procurarsi nel mondo se la popolazione americana nella sua stragrande maggioranza vive in condizioni di grande disagio e soltanto le multinazionali e la casta militare-industriale ne ricavano vantaggi. Gli stanziamenti
per finanziare le guerre sottraggono risorse ad una nazione in cui la solidarietà e la coesione sociale non esistono ed ha zone di sofferenza sociale.
Insomma, la supremazia USA
, il bellicismo militarista non servano alla popolazione americana e tengono il mondo in costante pericolo.
Obama non ha cambiato di una virgola niente nè per il suo popolo nè per il mondo. Si va avanti come negli ultimi venti anni verso il peggio della rottura con gli Stati renitenti (Russia,Cina,Iran...)
Pietro Ancona
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martedì 16 giugno 2009

pettegolezzi in cucina

Pettegolezzi in cucina
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Nei luoghi dove la servitù del palazzo di riuniva per attendere gli ordini che arrivavano da uno scampanellio o da un citofono interno attraverso la voce del maggiordomo o della governante si commentava la vita dei "padroni", si diffondevano pettegolezzi, si esprimevano naturalmente con molta, moltissima circospezione, opinioni sugli avvenimenti della vita del signori, non importa se nobili o soltanto ricconi, dei quali si era a servizio, si facevano difficili esercizi di decifrazione, di interpretazione dei fatti del giorno.
A leggere i giornali di oggi ed a sentire i commenti sulla gita a Washinton del Presidente del Consiglio sembra appunto di essere nella stanza della servitù dei palazzi padronali di una volta come ci sono stati tramandati dalla letteratura e dal cinema. La servitù si divide tra il gruppo capeggiato dal facinoroso Feltri
e l'angelico Giordano che danno il là a tutti i pennivendoli del Regime ( ieri questo ruolo era assolto dal Foglio di Ferrara ma oramai considerato inadatto alla brutalità dello scontro in corso dal capo delle batteria massmediatica) che sostiene il pieno successo dell'incontro americano, le pacche sulle spalle, i sorrisi, il clima di cordialità mentre un'altra parte della servitù sostiene che l'incontro è stato freddo, che è durato poco, si è svolto quasi in piedi, Berlusconi non è stato invitato a pranzo ed altre cose di questo genere.
La servitù analizza le fotografie, le parole ad una ad una, si chiede se Berlusconi si è visto o no con la fist lady Michelle
Obama , il fatto che l'incontro sia stato l'ultimo del giro del neo Presidente americano e si chiede quali riflessi avrà sulla politica italiana. Insomma un battito di ciglio, un tono di voce, una risata di Obama sono decisivi per
l'Italia!
La classe dirigente italiana non da sempre è stata tanto morbosamente dipendente dalla Corte Imperiale Usa. Da De Gasperi a Craxi l'atlantismo è stato praticato complessivamente con dignità naturalmente nello ambito di una subalternità spesso assai accentuata. D'Alema per farsi accettare come Primo Ministro ex PCI ha addirittura bombardato Belgrado dentro una guerra tra le più discutibili che la Nato ha combattuto contro la Jugoslavia ed in particolare contro la Serbia. Paradossalmente il Berlusconi che si è presentato tremebondo ad Obama timoroso per l'offesa che gli aveva arrecato e bisognoso della sua benevolenza è il primo Ministro Italiano dopo Moro a sfuggire alle direttive della Casa Bianca: ha aperto verso la Russia proponendone addirittura l'ingresso nell'Unione Europea ed ha chiuso il contenzioso coloniale con la Libia diretta da uno "segnato" come Gheddavi, personaggio che gli USA hanno tentato di uccidere diverse volte bombardandolo o inseguendolo sui cieli d'Italia.
Insomma, dalla destra italiana si vuole dimostrare agli USA una fedeltà canina, acritica, priva di ritegno e di pudore mentre dall'opposizione si manda un messaggio pure di fedeltà totale e si lascia capire che i dirigenti del PD sono più seri, garantirebbero meglio gli interessi americani con la dignità della nuova fase ispirata da Obama e dal suo stile di comando.
Pietro Ancona
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lunedì 15 giugno 2009

il prezzo pagato

----- Original Message -----





Guerra in Afghanistan e Detenuti di Guantanamo
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Un Berlusconi visibilmente rinfrancato dall'incontro con Obama rientra a casa e riprenderà con maggiore lena
il suo lavoro consistente nel "rivoltare l'Italia come un calzino" per farne una a-società aperta ed in preda ai più forti per nascita o per fortune acquisite ai danni degli sfortunati nullatenenti che non finiranno in tenda come i licenziati USA ma saranno sempre più isolati, umiliati, financo derisi per il loro stato di bisogno. Lo Stato sarà sempre più "massaria" dei partiti di centro-destra.

Scuola, sanità e pensioni da tempo nel mirino e oggetto di taglieggiamenti ripetuti saranno ulteriormente massacrati mentre le privatizzazioni, a cominciare dalle gestioni dell'acqua e dei servizi locali andranno avanti velocemente. Il Parlamento continuerà ad essere un guscio vuoto "un'aula sorda e grigia"ed i progetti di riduzione ad una Repubblica presidenziale senza contrappesi andrà avanti e si realizzerà.

Il prezzo pagato da Berlusconi ad Obama per essere riammesso nel club dei dirigenti occidentali è costituito dall'aumento del nostro contingente militare in Afghanistan e il suo impegno sempre più combattente in una guerra coloniale in cui non esistono ragioni ed interessi dell'Italia. La Costituzione non prevede che l'Italia aggredisca e faccia la guerra a migliaia di chilometri di distanza ed a sostegno di interessi geostrategici del dominio americano sul pianeta. Si parla di altri cinquecento soldati. Inoltre l'Italia dovrà accogliere tre prigionieri di Guantanamo non so se nelle nostre prigioni o come persone liberate da una detenzione illegale
durata tanti anni in totale assenza del rispetto dei diritti dei "terroristi". A quanto pare i liberati da Guantanamo non hanno diritto di tornare nelle loro patrie ed alle loro famiglie. Insomma ci integriamo ancora più profondamente negli interessi americani e nella loro guerra contro il mondo che ancora resiste alla loro penetrazione. Il mondo è già affollato da basi militari Usa ma queste non bastano ed altre ancora sono in programma per stringere in una morsa mortale ed opprimente l'intero pianeta.

Pietro Ancona
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la pace lontana 3500 anni

LA PACE LONTANA 3500 ANNI!
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Il discorso del leader del governo di ultra destra Netanyahu è stato accolto bene dal Presidente Obama. E' un passo avanti ha detto. Non è vero. In effetti, il discorso è servito alla dirigenza israeliana per tirarsi dall'angolo in cui si era cacciata e per rilanciare la palla ad Obama ed ai palestinesi. I quali hanno reagito con irritazione su entrambi i fronti di Gaza e della Gisgiordania. Spero che la comune irritazione del Presidente Abu Mazen e di Hamas per lo spocchioso e provocatorio discorso di Netanyahu serva ad avviare un processo di riunificazione del popolo palestinese diviso dagli israeliani in collaborazionisti e "terroristi " che hanno creato una amministrazione retta da un Quisling per isolare i patrioti e aumentare a dismisura la colonizzazione della Gisgiordania oramai quasi inabitale per i palestinesi stretti in un angolo dal grosso, vorace e sanguinario cuculo israeliano. L'elettorato israeliano è fortemente condizionato ed orientato dai coloni e dalla loro ideologia di sterminio dei "bipedi parlanti". (così gli ebrei chiamano tutti i non ebrei) Hanno avuto la tracotanza di dichiararsi insoddisfatti del discorso di Netanyahu che ovviamente non riconosce il diritto del ritorno alle loro case dei profughi, proclama Gerusalemme città degli ebrei, concede ai palestinesi uno Stato-burla demilitarizzato (il monopolio della violenza deve continuare ad essere detenuto da Israele), e privo di sovranità sui cieli che lo sovrastano.
In un passaggio del suo discorso, Netanyahu ha detto che la legittimità dello Stato "ebraico" di Israele nasce non dalla Shoah ma dal fatto che gli ebrei hanno abitato la Palestina 3500 anni orsono. Gli ebrei non abitano una terra assegnata dalla comunità internazionale a risarcimento delle sofferenze patite dal regime nazista ma un luogo in cui sono stati loro antenati 3500 anni fa. Quanti hanno legato e legano l'esistenza di Israele alla Shoah sono serviti! Gli israeliani non ritengono di avere ancora bisogno dell'Olocausto per la nascita del loro Stato. Non sappiamo come risolvono il problema dei palestinesi e se ritengano o no che questi abitano la Palestina anche loro da 3500 anni! Intanto intensificano i programmi degli insediamenti colonici, continuano a tenere in gabbia la popolazione di gaza, affilano le armi per l'aggressione all'Iran dentro il quale hanno creato un forte movimento di destabilizzazione che ha già dato i suoi frutti nei tumulti di questi giorni.
Nessuna speranza di pace dalle parole di Netanyahu!
Non ci resta che sperare in un ravvicinamento di Hamas e ANP per tornare ad essere l'unico popolo palestinese che lotta per i suoi diritti e di una reazione della sinistra e dei democratici israeliani al governo fascista, razzista e genocida che li dirige. Entrambe le cose sono assai difficili e problematiche ma non c'è altra strada, non c'è alternativa.
Pietro Ancona
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domenica 14 giugno 2009

iram cia mossad e Ned tra tulipani rose jeans e colori vari

IRAN CIA MOSSAD e NED TRA TULIPANI ROSE JEANS E COLORI VARI
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Chissà quale nome ha in codice e quale colore ha dato la Cia alla "rivoluzione" iraniana. In Georgia, per cacciare via Sevardnadze e mettere al suo posto Saakasvile assai più servile dell' orgoglioso ex Ministro agli Esteri di Gorbaciov, si diede vita ad una operazione denominata "Rivoluzione delle Rose". In Ucraina l'operazione Cia si chiamò "rivoluzione arancione" e si vedevano in tv enormi attendamenti di colore arancione, abitate da dimostranti vistiti di arancione, che agitavano stendardi arancione, Qui come in Georgia la ciambella riuscì con il buco ed il candidato filooccidentale ottenne la ripetizione delle elezioni e la vittoria. C'è stata una rivoluzione dei "tulipani" in Kirghizistan anche questa coronata dal successo del filooccidentale che poi si è installato al potere con il novanta per cento dei voti (non controllato da nessuno)
Qualche ciambella però è venuta senza buco come in Birmania dove sono stati inquadrati e mobilitati i monaci buddisti contro il regime che non permette penetrazione degli interessi americani. Abbiamo anche avuto la recita dello stesso copione in Bielorussia con la rivoluzione dei "Jeans" ed in Mongolia, in Serbia, dappertutto gli americani ed i loro alleati hanno ritenuto di dover destabilizzare governi e nazioni considerati se non veri e propri stati-canaglia perlomeno non funzionali al loro dominio imperiale. In occasione delle Olimpiadi fu intensissima la mobilitazione dei seguaci del DalaiLama per avvelenare alla Cina il successo internazionale e destabilizzare il Tibet teatro di pogrom di monaci armati dalla Cia contro i civili cinesi.
Esistono teorie e manuali su questa strategia adottata dagli Usa in alternativa ai bombardamenti ed alle occupazioni militari che a volte risultano troppo costosi. Teorici come Gene Sharp hanno scritto manuali che propongono ed analizzano le sequenze di una destabilizzazione dalla denunzia dei brogli alla disobbedienza civile elle manifestazioni di piazza agli assedi dei Parlamenti e dei Governi.
La giustificazione dei movimenti di rifiuto del responso elettorale e di denunzia dei brogli e richiesta o di ripetizione delle elezioni o di immediato riconoscimento del leader della "rivoluzione" è sempre la stessa: difesa della democrazia e della libertà, lotta al tiranno o ai tiranni, rinnovamento in senso filooccidentale dello Stato. Se analizziamo le conseguenze che si sono registrate dove questi movimento hanno avuto successo notiamo la massiccia penetrazione di multinazionali e di interessi stranieri e la svendita delle risorse locali al mercato oligopolistico.
In Iran l'operazione Cia-Mossad è stata eseguita da maldestre maestranze capeggiate da Maussavi. Questi, ad urne ancora aperte, si è autoproclamato vincitore e ha dato il via a violente agitazioni dei suoi seguaci con assalti ai negozi ed alle banche e falò nelle pubbliche piazze. Una vera e propria insurrezione contro il responso elettorale mancata ma che sarà ampiamente sfruttata dal potentissimo apparato massmediatico occidentale per gridare al regime che si macchia le mani di sangue e che organizza la repressione. Le urla di brogli elettorali non sono convincenti ed il broglio non viene invocato da tanti opinionisti dell'occidente che si limitano a sottolineare la delusione o la sconfitta di Obama per la riconferma di Ahmadinejad e quanto possa essere sgradevole il regime iraniano. Israele ha già ribadito al mondo intero la sua proposta di distruggere l'Iran prima che possa dotarsi di armamento nucleare e molti incitano l'Occidente a menare le mani, a liquidare l'autonomia della nazione persiana.
Credo che questa "rivoluzione" frutto di collaudate e sofisticatissime metodologie di penetrazione e rovesciamento non riuscirà dal momento che non si potranno sfruttare situazioni come quelle date dai sentimenti antisovietici delle repubbliche caucasiche e l'Occidente è sempre più nudo e smascherato nella sua voglia di potenza e di sopraffazione.
pietroAncona
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notes
http://it.wikipedia.org/wiki/Gene_Sharp
http://www.nuovimondi.info/Article1346.html
http://www.resistenze.org/sito/te/po/ci/poci8d29-003024.htm
http://www.eurasia-rivista.org/cogit_content/articoli/EkEyEpAlyAYgkhZJKN.shtml

etc....etc....etc...

sabato 13 giugno 2009

le elezioni in Iran e l'invia rapace dell'Occidente

LE ELEZIONI IN IRAN E L'INVIDIA RAPACE DELL'OCCIDENTE
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Le immagini che arrivano dall'Iran (che io chiamerei Persia in onore della sua antichissima civiltà) che vota sono davvero un documento civile di eccezionale valore. Siamo davanti ad un popolo che con grandissimo entusiasmo e partecipazione ha dato vita al rito più importante della democrazia, il rito delo voto, del recarsi in un luogo stabilito dove stanno le urne, fare la fila per poi esprimere la propria volontà sul governo della nazione. Questo entusiasmo,confrontato alla stanchezza della sfregiata democrazia italiana, ci fa capire di quanto siamo stati allontanati dall'esercizio concreto dei nostri diritti.
Una nazione giovane fatta di sessantasemilioni di persone dall'età media di 27 anni ( in Italia 43 anni!) proiettata verso il futuro, una nazione sopravvissuta ad un secolo di massacri e di spoliazioni del colonialismo anglosassone e tedesco ed alla guerra dolorosissima durata quasi dieci anni provocata dall'Irak che ha causato oltre un milione di morti, milioni di invalidi e mutilati per sempre, molte vittime delle armi chimiche fornite dagli USA a Sadam Hussein.
Questa nazione tanto ricca di gioventù, con università piene zeppe di ragazze, aperta al mondo con oltre ventidue milioni di utenti internet, è stata per anni nel mirino di Bush che l'ha assediata e non l'ha aggredita per mancanza di mezzi e perchè non poteva delegare l'attacco alla sola Israele che tuttavia non esiterebbe un solo istante ad azzannarla e si prepara ogni giorno all'ora x con esercitazioni navali e terrestri.
La Persia ha una antica voglia di democrazia e di libertà. Ricordo per tutti il Primo Ministro Mossadek al quale gli americani fecero fare la fine di Allende per gli interessi delle compagnie petroliferi e poi installarono
al potere lo Scià, un individuo feroce, sanguinario, ligio ai padroni mondiali del petrolio. Mossadek aveva aperto la strada ad una rivoluzione democratico-borghese che, se aiutata a radicarsi, avrebbe cambiato il volto dell'intera regione medioorientale ma fu rovesciato ed ucciso da un complotto organizzato dalla Cia. La rivoluzione religiosa che ha portato al potere l'attuale regime parte dalle stesse motivazioni profonde della Persia che Mossadek avrebbe voluto ma si è materializzata in uno Stato che comunque evolve verso forme superiori di civiltà e di democrazia se l'assedio, il malanimo, l'ostilità dell'Occidente non la costringeranno a difendersi ed a spendere sopratutto nelle armi le risorse che si potrebbero destinare alla cultura ed al progresso civile.
L'invidia dell'Occidente per il possibile itinerario di progresso e di benessere della Persia susciterà tensioni e forse nuove guerre. E' destino di tutte le Nazioni che si sottraggono all'abbraccio mortale dell'imperialismo Usa essere riportate alla loro preistoria, all'anno zero. Il Libano dei meravigliosi cedri per ben due volte è stato raso al suolo dagli israeliani. La sua prosperità è stata distrutta e ridistrutta con sadico piacere di gente come Condolence Rice che si fece una storica passeggiata nel corso di Beirut fiancheggiato a destra ed a inistra da plazzi in fiamme o ridotti in macerie. L'Iraq di Sadam Hussein era un treno in piena corsa con una alfabetizzazione elevatissima, migliaia e migliaia di ingegneri, di tecnici, scienziati, centri culturali pulsanti di vita. Ebbene, dopo essere stato spinto alla guerra contro l'Iran è stato distrutto dagli USA ed i suoi volenterosi alleati da guerra interminabile e tuttora occupato da un esercito di occupazione fiancheggiato da contractors spesso0 killers assassini con licenza di uccidere.Maddalena Albright dichiarò senza provocare alcun rimorso che i cinquecentomila bambini irakeni morti a causa dell'isolamento del boicottaggio erano "un prezzo" da pagare gli interessi degli USA e del "mondo libero"!!!
Insomma, se qualcuno comincia ad alzare la testa ed a partecipare al progresso, viene subito fatto regredire
alla condizione della massima emarginazione economica sociale e culturale.
Avevo sperato nelle dichiarazioni di Obama all'Università del Cairo e vorrei continuare a sperare. Ma ritengo che non farà niente di diverso dal suo predecessore. Democratici o Repubblicani fanno la stessa politica estera e magari quella repubblicana, a volte, ha maggiore apertura dal momento che non hanno l'ansia dei democratici di mostrarsi abbastanza "patriottici".
Pietro Ancona
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venerdì 12 giugno 2009

menzogne sul terrorismo

Illustre Presidente,

il terrorismo è sempre stato organizzato dalle democrazie specialmente da quelle anglosassoni. Mi permetto ricordarle la esperienza degli squadroni della morte e del loro addestramento in scuole nordamericane, il terrorismo israeliano, e le tante organizzazioni segrete che nei paesi occidentali presiedono allo "ordine" occidentale come la Gladio italiana. Esemplare tra tutto la destabilizzazione del Cile di Allende organizzata da Kissinger. Senza dire che è da dimostrare che l'11 settembre non sia opera americana.
Cordiali saluti.
Pietro Ancona



Fini: "Le democrazie non hanno mai alimentato il terrorismo" (repubblica online)
Gianfranco Fini corregge Muammar Gheddafi: "Il terrorismo non è mai stato alimentato dalle democrazie. Le democrazie, a partire da quella americana, possono sbagliare, ma non possono certo essere paragonate ai terroristi".
Questo un brano del discorso che il presidente della Camera avrebbe dovuto leggere al leader libico aprendo il convegno poi annullato per le due ore di ritardo del Colonnello."




http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=printpage&artid=280

all'indomani del voto alla Camera

all'indomani del voto alla Camera
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All'indomani del voto della Camera che ha approvato senza discutere e senza emendare il decreto governativo detto delle intercettazioni ma che riguarda la limitazione della libertà di stampa v ittima
di pesanti sanzioni per gli editori ed i giornalisti mi aspettavo (illuso!) che l'informazione
radio televisiva desse conto di ciò che è realmente accaduto.

Stamane Corradino Mineo leggeva e commentava i giornali a RaiNew 24 per circa quaranta minuti, fino alle 7,30.
Ebbene per una buona mezzora ha ignorato del tutto la notizia e quando ne ha parlato lo ha fatto molto di malavoglia e citando con sottolineature i commenti dei favorevoli alle legge molto di più delle opposizioni.

Comunque se ne è occupato soltanto per pochi secondi ed ha mostrato la pila dei giornali in modo da fare quasi scomparire la notizia.

Grande importanza hanno per quanti "leggono" i giornali alla TV o alla Radio due testate: Libero di Feltri ed il Giornale di Berlusconi. Vengono citati quali parametri della confezione delle notizie. Ieri questo ruolo di capofila era dato al "Foglio" che continua ancora ad essere citato quale autorevole opinion leader ma pare che Feltri sia diventato assai più importante di Ferrara. C'è insomma una accelerazione nella campagna di imbarbarimento e di involgarimento della informazione.
Si è molto chiacchierato stamane di Gheddafi, della Libia, di quanto l'Italia dei "diritti civili"guardi di malocchio al "bizzarro! dittatore.
Naturalmente nessuno dei giornalisti che ho sentito ha parlato delle atrocità commesse dall'Italia prefascista e fascista in Libia, atrocità che il nazismo ha poi copiato ed applicato alle sue vittime.
Il famoso editorialista del Corriere della Sera Sergio Romano ha ritenuto di dover sottolineare quanto di "buono" abbiamo fatto in Libia oltre ai massacri e si nota una insofferenza diffusa verso ogni critica ai crimini del colonialismo.
Non vengono risparmiate ingiurie al "dittatore" Gheddafi ma non si dice mai una parola di biasimo per le agghiaccianti dittature di tanti paesi alleati dell'occidente come l'Egitto e sulla prigionia della popolazione palestinese chiusa in gabbia a Gaza dal superalleato Israele e lasciata morire di stenti. Ma tanti cosa sono i palestinesi? Che cosa contano difronte ad un israeliano o ad un europeo (specie se dell'Ovest ed anglosassone?)

Pietro Ancona
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mercoledì 10 giugno 2009

protesta per un commento a Radio tre

Caro Dott.Folli,

la sua estemporanea dottrina del relativismo storico in base alla quale erano "normali" per la morale dell'epoca i raccapriccianti eccidi compiuti dal colonialismo italiano in Libia negli anni trenta e, se ora questi vengono rifiutati è dovuto ad una diversa "morale" che abbiamo maturato nel tempo applicata a quanto è accaduto nella storia potrebbe condurci a giustificare tutti i massacri e tutti gli orrori del passato, compresi i lagers di Hitler.
Sono davvero disgustato per l'opera diseducatrice che opinionisti del suo stampo fanno, profittando dei megafoni della rai e della stampa, ai danni dei principi di umanità,giustizia sociale e libertà che dovrebbero ispirarvi.
Il regime non lo costruisce soltanto Berlusconi ma la gente come lei che ogni giorno si dedica ad indottrinare il pupo italico.
Cordiali saluti.
Pietro Ancona

gheddafi e la cialtroneria politica italiana

Gheddafi e la cialtroneria politica italiana
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Con l'ottusità di modesti politicanti molti esponenti del PD a cominciare da Veltroni e Franceschini si sono uniti agli strilli di tanti ipocriti sepolcri imbiancati che contestano a Gheddafi di non rispettare i diritti umani e che stanno trasformando in una grottesca farsa un momento che poteva e doveva essere di risanamento di una gravissima ferita storica costituita dai crimini mostruosi commessi dall'Italia per oltre un trentennio in Libia (dal 1911 al 1943) che causarono la morte atroce di non meno di centomila cittadini libici. Molti furono deportati in Italia e di loro non resta alcuna traccia. Non se ne è saputo più niente.
La superficie della contestazione orchestrata da diversi partiti a cominciare dai radicali e finire a gran parte del PD che ha mostrato in questa occasione di non avere la struttura culturale e politica necessaria per aspirare alla guida del governo è del tutto ipocrita e riguarda i diritti umani e civili che non vengono rispettati dal dittatore libico ma nel profondo emerge l'odio dei colonizzatori che non esitavano a gasare le popolazioni dei villaggi considerandoli essere inferiori o, come amano dire gli ebrei in segno di profondo disprezzo per coloro che odiano "bipedi parlanti. Emerge l'odio dell'Italietta fascista vile e assassina che ieri si è riversata sui popoli nordafricani e che oggi dà vita ad una legislazione orribilmente persecutoria verso
i migranti.
Ha sbagliato Gheddafi a offrire collaborazione poliziesca e repressiva all'Italia per i respingimenti e la clausura in Libia dei respinti. Avrebbe dovuto chiedere accordi di cooperazione con l'Europa e sottoporsi a garanzie internazionali per la tutela dei migranti dalle sevizie inflitte dalla sua polizia e dai nostri lagers.
Tuttavia Gheddafi si trova in Italia per concludere una operazione iniziata dal governo Prodi e portata avanti dall'attuale governo sia pure allo scopo di crearsi un alleato nella repressione dei clandestini e nel business finanziario che ha innanzitutto il carattere di una riappacificazione alla quale l'Italia è avvantaggiata dal momento che agevola i suoi interessi strategici anche di lungo periodo e dal momento che chiude senza
il giusto e opportuno atto di pentimento pubblico un capitolo fascista della nostra infame storia in Africa. Berlusconi non si è inginocchiato come Willy Brandt difronte al sacrario del ghetto di Varsavia. Probabilmente non esiste in Libia un sacrario per i martiri del colonialismo italiano difronte al quale il nostro governo dovrebbe compiere un rito di riconoscimento dei propri errori ed orrori.
E' stata grave la decisione del Senato di non accogliere Gheddafi dopo averlo formalmente invitato. Ancora più grave la ridicola decisione del gruppo senatoriale del PD di disertare l'aula.
Tutto questo strillare per i diritti umani avviene nel giorno stesso in cui il governo chiede ed ottiene la fiducia
sulla legge liberticida della stampa e della informazione e sul divieto delle intercettazioni telefoniche ed all'indomani di un successo della Lega che ha fatto le sue fortune elettorali alimentando xenofobia e odio contro gli islamici ed i rom, in una Italia che parla di democrazia mentre ha svuotato di qualsiasi dignità e funzione il proprio Parlamento ridotto ad approvare le leggi ad personam di Berlusconi ed a votare la fiducia praticamente su ogni atto del governo.
L'Italia è stata una democrazia. Oggi non lo è più anche se resta ancora il suo impianto costituzionale seppur svuotato di contenuti e contraddetto da una legiferazione e da un concreto operare del governo autoritari, anti sindacali, antioperai. Diritti civili e diritti sociali sono in parte scomparsi e quanto rimane è in pericolo. Oggi l'Italia è una oligarchia che potrebbe degenerare in un sultanato.
Non si può proprio dire che la gente che grida ha le carte in regola per trattare la Libia da stato canaglia ed il suo rappresentante come un indesiderabile beduino . Il termine beduino non è in sè dispregiativo. Indica un popolo del deserto meritevole di rispetto. Nella bocca di tanti leghisti e di autorevoli giornali che formano il comune sentire della destra italiana beduino è dispregiativo sinonimo di rozzezza, ignoranza, mancanza di igiene

http://www.venceremos.it/primo_piano/colonialismo.htm
http://www.mascellaro.it/node/21983
http://www.pasti.org/salerno.html
Pietro Ancona

la democrazia espropriata

L'Italia era un paese democratico fino a quando, in nome della governabilità che sarebbe stata impedita dal pluralismo delle rappresentanze politiche, non è cominciato un processo di progressiva espropriazione del cittadino-elettorale dei suoi diritti che sono stati compressi, deformati, limitati fino quasi all'annullamento.
Questo processo che chiamerei di autoritarismo pseudo democratico si basa su quattro cose fondamentali: il premio di maggioranza, lo sbarramento del 3 o del 4 o addirittura del 5 per cento (Sicilia), la elezione diretta del Sindaco o del Presidente della Provincia o del "Governatore" della Regione, la eliminazione del voto di preferenza. La legge regionale siciliana presenta inoltre particolari mostruosità come il listino del Presidente che consenta la elezione di alcuni personaggi soltanto perchè indicati dallo Stesso Presidente e l'attribuzione alla minoranza che supera il cinque per cento di un terzo dell'assemblea regionale.
Le conseguenze di queste norme sono una democrazia azzoppata e drogata dalle scelte delle segreterie dei partiti e la prevaricazione della maggioranza sulle minoranze che non vengono ammesse nelle istituzioni
o cancellate dalle stesse se hanno la disgrazia di scendere anche solo di qualche frazione dalla linea di sbarramento.
Sullo sfondo di questo scempio oramai quasi ventennale del sistema elettivo e della legittimità delle rappresentanze sta la scelta del maggioritario e la volontà di mettere la camicia di forza del bipolarismo allo scopo di ridurre la qualità e la diversità degli apporti politici e culturali. Il risultato è che questa degenerazione e regressione verso semplificazioni autoritaristiche hanno reso ingordo il centro-destra che governa l'Italia al quale non basta una maggioranza assoluta nel Parlamento e ricorre alla decretazione sistematica con richiesta di voto di fiducia tutte le volte che vuole imporre la sua arbitrarietà.
Bisognerebbe percorrere all'indietro la strada delle cosidette "riforme" e tornare alla proporzionale pura
lasciando un premio di maggioranza per la coalizione o il partito che risultano vincenti. La proporzionale pura dal momento che nessun cittadino può essere privato del diritto di vedere rappresentato il suo voto nella assise degli eletti anche se largamente minoritario. All'indomani del voto per le europee abbiamo oltre il dieci per cento dell'elettorato privato del suo diritto di eleggere la propria rappresentanza con un vulnus politico-culturale notevole della scomparsa obbligata di partiti fondamentali come socialisti, verdi, comunisti. .
La questione della non sommabilità del premio di maggioranza e dello sbarramento che consente un ingiusto vantaggio ai vincitori dovrebbe essere sollevata anche davanti la Corte Costituzionale non ignorando
l'appropriazione delle liste vincenti dei rappresentanti che sarebbero toccati agli esclusi come possiamo vedere subito dalla attribuzione del 72 seggi italiani al Parlamento Europeo.
La democrazia è limitata e manomessa dal sistema maggioritario e dai marchingegni che ho denunziato.
La riduzione delle rappresentanze politiche è una perdita secca di diritti di cittadinanza per gli elettori. La crisi della politica e della governabilità non può essere attribuita allo strumento tecnico della legge elettorale quanto a processi politici spesso di disfacimento morale o di blocchi sociali che feriscono l'integrità delle maggioranza. La DC non finì a causa del sistema elettorale quanto per il disfacimento della sua politica.
Pietro Ancona
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lunedì 8 giugno 2009

prime riflessioni sulla sconfitta

Prime riflessioni sulla sconfitta
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Consolarci con il mancato trionfo di Berlusconi che non riesce a varcare il quaranta per cento che si era prefisso e staziona punto più punto meno dove era
non credo sia proprio quello che dobbiamo fare. E' segno della estensione del degrado che ci avvolge
tirare un respiro di sollievo e confortarci.
La forza del centro destra guidato da Berlusconi resta formidabile, schiacciante ed è in insidiosa e diffusa espansione culturale at
traverso la Lega che mette radici in regioni
nella quali da oltre mezzo secolo governano i comunisti: Emilia, Toscana, Umbria Marche sono in fase di rapida colonizzazione
leghista. Non ho dubbi che le politiche di amministratori come Cofferati, Domenici ed altri hanno favorito questa penetrazione che non è solo razzista ma rimette in discussione
la coesione civile del Paese con le parole d'ordine "Roma ladrona" e "Forza Etna"!!
La Lega ha una forza consimile in Sicilia nel movimento per l'Autonomia di Lombardo che ottiene un successo strepitoso attestandosi nella regione attorno al quindici per cento. Un Partito questo di Lombardo che non può definirsi neppure sicilianista e che vive attraverso l'accaparamento della gestione della pubblica amministrazione a cominciare dal sistema sanitario. Uno sterminato sistema che definire clientelare sarebbe riduttivo dal momento che è una occupazione del "pubblico" scientificamente programmata fino a costituire un mondo parallelo e diverso dentro le stesse istituzioni.
Le elezioni europee confermano lo smottamento a destra del sistema politico italiano nello scenario di una Europa che cessa di costruire se stessa, diventa addirittura scettica sul suo futuro, rischia di diventare terreno di conquista di politiche asociali e di spoliazione di risorse. E' facile prevedere un peggioramento della legislazione sociale, una accentuazione del carattere antioperaio del liberismo di Maastrict a cominciare dallo aumento dell'orario settimanale di lavoro. Le politiche per l'immigrazione diventeranno più restrittive e la Lega italiana ne ricaverà molte soddisfazioni. D'altronde, l'Europa non è soltanto Rousseau, Voltaire, Cartesio, Spinoza, Marx, SaintSimon, Simona Weil: è anche la madre del fascismo e del nazismo che furono preceduti da politiche antiumane di grande crudeltà come quelle contro i Rom praticate dal Belgio, dai paesi scandinavi....in Svizzera.
L'Europa prossima ventura sarà assai più vicina agli uomini della Lega e di Berlusconi che non alle forze che si battono per i diritti umani e civili.
Sarà necessario, infine, capire perchè la sinistra è diventata tanto minoritaria ed il PD tanto debole ed esposto alla egemonia del centro-destra. Ma questo esige una riflessione che dovrà consentire l'elaborazione del lutto ed una diagnosi la più vicina alla verità possibile.
Pietro Ancona
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domenica 7 giugno 2009

paradiso delle huri di tiberio-berlusconi

PARADISO DELLE HURI DI TIBERIO-BERLUSCONI
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Mi ha molto colpito la vita relazionale che si svolgeva (continua a svolgersi?) a Villa Certosa. Non si tratta di
persone adulte e maggiorenni, dello stesso ceto sociale, ricche, sazie, disinibite, senza inutili remore "moralistiche" ( l'avvocato Agnelli sosteneva che l'amore è roba da camerieri e che solo il sesso conta) che si intrattengono tra di loro, a parità di condizioni, per passare insieme un fine settimana più o meno lungo.Sembra che le donne presenti siano in maggioranza ragazze di estrazione e nicchia sociale assolutamente diversa ed assai ma assai distante da quella del potente proprietario della villa e dei suoi amici attempati e non. Insomma giovani donne reclutate all'uopo come figuranti del bellissimo giardino realizzato da chi dispone di mezzi illimitati per soddisfare qualsiasi capriccio compreso quello di un vulcano artificiale e di una grotta-canale che, al momento della sua realizzazione contestata dagli ambientalisti fu inibita alla vista ed alla visita di chiunque. Un paradiso terrestre popolato di giovani Huri da fare invidia a quello promesso da Maometto ai musulmani.
Ho letto da qualche parte che in occasione di particolari feste le ragazze affluivano a Villa Certosa anche in grossi gruppi. Come venivano reclutate? Ricevevano ognuna un diamantino, una collanina d'oro come Noemi? Perchè, dopo lo scandalo internazionale delle fotografie, nessuna di loro si fa avanti e dice come andavano davvero le cose?
Tra le foto pubblicate c'è quella in cui si è riconosciuto il capo del governo ceco Topolonanech del tutto nudo e con il pene in bella mostra, una foto che lo ritrae all'aperto con diverse persone di sesso femminile nelle vicinanze. Non so se il nostro Paese abbia bisogno di relazioni particolarmente intime con la Repubblica ceca ma non c'è alcun dubbio che la lubrificazione di tali relazioni a Villa Certosa avveniva con irresistibili ingredienti sessuali. Chissà se anche i soggiorni di Putin e di altri Capi di Stato sono stati dello stesso tipo di quello del Topoloneck ceco.
. Che cosa c'è di più affratellante di godere insieme in una bellissima villa costruita su una Isola da quaranta anni luogo privilegiato di vacanze dei miliardari italiani in compagnia di quantità industriali di bionde mozzafiato?
l'Imperatore Tiberio aveva 68 anni quando si ritirò nell'isola di Capri in una villa imperiale probabilmente più "modesta" di quella di Berlusconi. Ogni tanto ordinava di tagliare la testa a qualcuno a Roma e così teneva le redini del suo regno da lontano . Il sesso era il suo passatempo preferito praticato con adolescenti maschi e femmine.
Se qualcuno di loro lo dispiaceva in qualche modo lo dava in pasto alle murene che allevava nella grotta Azzurra ( o in altra lì vicino), murene di cui era ghiottissimo. Almeno di racconta.
Le ragazze di Villa Certosa non finiscono sicuramente in pasto alle murene. Ma credo che qualcuno dovrebbe spiegare il meccanismo psicologico e materiale che le ha portate a Villa Certosa.
Ma quanto si riferisce a Villa Certosa è evitato accuratamente dal nostro giornalismo politico e non.
Forse non ne sapremo mai niente e si scoprirà che le foto erano tutte fotomontaggi. In definitiva la verità non è quella che viene accreditata dai massmedia?
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polemiche sul brigantaggio e il sud

Lettere al Corriere
La lettera del giorno
|Domenica 7 Giugno 2009
NEL SUD DOPO L’UNITÀ FRA BRIGANTI E PATRIOTI
Lei ha usato l’espressione «guerra del brigantaggio» Penso che si sia semplicemente servito, per facilitare il lettore, di una espressione d’uso comune. Ma non sarebbe ormai ora di abolire il termine «brigantaggio» per quei tempi e quei luoghi, sostituendolo con «imponente sollevazione contadina»? Per quasi un anno ho raccolto materiale nel meridione, dove lavoro, e i 100.000 morti (almeno) che quella guerra provocò (oltre metà sicuramente tra la popolazione civile) meritano, a mio avviso, la cancellazione definitiva del termine «brigantaggio» e delle bugie ad esso collegate, o almeno la spiegazione di che cosa avvenne realmente tra il 1860 e il 1870 in quelle disgraziate terre.


Fulvio Capezzuoli , ciennefc@tin.it




Caro Capezzuoli, La parola «brigantaggio», con cui il governo italia­no definì il conflitto che sconvolse alcune province del Sud, soprattutto fra il 1861 e il 1865, fu certamente partigia­na. Rifletteva la sorpresa, la rabbia e l’indignazione dei pie­montesi di fronte a una società arcaica, permeata da costumi e tradizioni che apparivano pri­mitivi e incomprensibili. Vi fu ferocia da ambo le parti e vi fu soprattutto una pressoché tota­le incomunicabilità. Un più at­tento esame del fenomeno avrebbe forse permesso ai «to­rinesi » di capire che i «brigan­ti » erano troppi per essere sol­tanto pericolosi fuorilegge. Ma lo Stato appena costituito era considerato con diffidenza, se non peggio, da alcuni Paesi eu­ropei, e il governo aveva fretta di terminare il più rapidamen­te possibile la conquista del Sud. Negli anni seguenti, quan­do gli storici cominciarono a ri­costruire le varie tappe del Ri­sorgimento, la «guerra contro il brigantaggio» finì ai margini del racconto: un brutto capito­lo che nessuno aveva voglia di rievocare. Il giudizio cominciò a cam­biare dopo la Seconda guerra mondiale quando alcuni stu­diosi di sinistra vollero vedere in quel fenomeno (nello spiri­to delle teorie di Eric Hob­sbawm) una anticipazione «primitiva» delle lotte popola­ri del XX secolo. Sopraggiunse poi, con le nostalgie borboni­che degli ultimi decenni, il mi­to del Sud prospero, felice, ben governato e progredito di cui i piemontesi si sarebbero brutal­mente impadroniti. E alla fine di questo percorso revisionista la «guerra del brigantaggio» di­venne l’equivalente italiano di un altro conflitto che si com­batteva negli stessi anni al di là dell’Atlantico: la guerra civi­le americana. In realtà si trattò soprattut­to di una grande «jacquerie», nello stile di quelle che scuote­vano periodicamente le campa­gne francesi durante l’Ancien Régime. Durò a lungo perché fu ingrossata dai soldati smobi­litati dell’esercito borbonico, sostenuta dai signorotti locali, benedetta dai parroci, foraggia­ta dagli esuli della corte borbo­nica che si erano rifugiati a Ro­ma. Ma questo blocco di forze disparate e prevalentemente reazionarie non ebbe mai un programma, un leader, una strategia. I pochi legittimisti che giunsero al sud in quegli anni non riuscirono a prevale­re sui capobanda locali e fece­ro come il povero Borjes, una brutta fine. Ammetto che «guerra del brigantaggio» sia una espressione sbagliata, ma temo che quella suggerita nel­la sua lettera («grande insurre­zione popolare») sia troppo ge­nerosa.

Lettera a Romano

----- Original Message -----
From: pietroancona@tin.it
Sent: Sunday, June 07, 2009 10:49 AM
Subject: Briganti e patrioti nel Sud Italia
Caro Romano,

lei rispondendo ad un signore che parla della repressione dei "briganti"
del Sud ha scritto:
"Rifletteva la sorpresa, la rabbia e l’indignazione dei pie­montesi di fronte a una società arcaica, permeata da costumi e tradizioni che apparivano pri­mitivi e incomprensibili,,,,"
E' davvero straordinario che una persona della sua cultura e della sua conoscenza del mondo storico e contemporaneo possa descrivere il Sud post unitario come una società arcaica permeata di costumi primitivi ed incomprensibili."
Farebbe bene a rinfrescare le sue letture sul Regno dei Borboni che era certamente assai più ricco ed evoluto di quella dei montanari e pedemontani piemontesi a cominciare da Napoli che era una città europea sede di una grande scuola matematica e filosofica mentre Torino era una assai triste città di cortigiani e loro servi..
Le sole riserve auree del Regno di Napoli erano superiori a quelle di tutti gli stati italiani.
Si ricordi che la prima ferrovia fu tra Napoli e Portici.
Inoltre Napoli aveva avuto la nobiltà più illuminata che pagò con la vita la sua voglia di modernità cosa che non si può dire della lugubre corte dei Savoia.
Le ricordo inoltre che la Sicilia ebbe la flotta navale e le industrie legate
alla metalmeccanica ed all'agricoltura più avanzate d'Europa ( Florio etc..)
La verità è che anche a lei non sembra vero cogliere l'occasione per dire qualcosa di sgradevole sui meridionali.
Siamo davvero stanchi!
Pietro Ancona

sabato 6 giugno 2009

il D-DAY

Lo sbarco in Normandia ed il nostro triste presente
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Ricorre oggi il 65° anniversario dello sbarco in Normandia. Obama lo celebrerà assieme ai fedeli alleati della Alleanza Atlantica che quest'anno registra il ritorno della Francia dopo decenni di assenza. Il significato originario dell'evento è tuttavia profondamente cambiato. Lo sbarco in Normandia fu il titanico sforzo del mondo in lotta contro la barbarie nazifascista pagato a durissimo prezzo di sangue per cancellare l'orrore
del suprematismo hitleriano della razza ariana. Ma sono trascorsi da allora tanti anni e gli Usa ed i loro alleati hanno combattuto tante altre guerre non di liberazione ma di stampo coloniale e imperialistico.Oggi siamo alla fine di un decennio di gravissime umiliazioni inflitte a popolazioni quasi inermi di nazioni che non costituivano nessun pericolo nè per gli Usa nè per il mondo come l'Irak e l'Afghanistan. Non è certo giusto confrontare gli americani ai tedeschi di Hitler ma non dimentico l'orribile esibizione massmediatica della testa di Sadam Hussein con la bocca, i capelli, la faccia frugati da un militare americano nè lo spettacolo macabro della sua impiccagione ed il suo corpo oltraggiato e vilipeso da nemici irridenti. Anche le 52 carte da poker che raffiguravano altrettanti dirigenti dello Stato irakeno saranno ricordate come episodio di imbarbarimento e di
oscuramento dei principi del Diritto che si vollero affermare a Norimberga e nei documenti approvati dalle Nazioni Unite. Guantanamo non è meno di un lager di Hitler ed il sistema delle prigioni terrestri e navali della Cia e del Pentagono sparse in tutto il mondo non ci mostra una civiltà occidentale che diffonde i suoi valori nella pace e nel rispetto dei popoli. Si può dire che la fine della Unione Sovietica abbia consentito all'occidente di abusare della sua forza e di imporsi con la violenza di bombardamenti che non hanno mai fine dal momento che debbono alimentare l'industria bellica statunitense.
Gli ebrei vittime della ferocia razzista di Hitler oggi dispongono di uno Stato che tiene prigioniera l'intera popolazione di Gaza e, come il cuculo, distrugge le abitazioni palestinesi per insediare i propri coloni in Cisgiordania. Il governo di estrema destra di israele non ha interesse alla pace e condiziona pesantemente
gli Usa. Non escludo che un nuovo incendio divamperà nel mondo dal momento che la crisi economica e sociale del capitalismo non trova alternative e risposte in un nuovo ordine nel il socialismo che sembra in crisi o colonizzato dai liberisti come in Gran Bretagna, in Germania, dappertutto. La sinistra è minoritaria in Europa. C'è chi prevede una inflazione tremenda dal momento che gli Usa hanno scaricato i costi delle loroguerre al mondo intero con i titoli tossici e la mancanza di regole del mercato. Inflazione e disoccupazione furono gli ingredienti che favorirono l'ascesa di Hitler. Oggi l'Europa dei ventisette non ha politiche idonee a superare la crisi economica sociale e politica e rischia di sfasciarsi dal momento che
l'Europa orientale si mostra interessata a rapporti diretti sia pure di sudditanza con gli Usa mentre soci fondatori come l'Italia mostrano disinteresse, indifferenza ed insofferenza....e regrediscono dalla democrazia all'oligarchismo e da questo al sultanato..
Pietro Ancona
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lettera a Barbara Spinelli

Commento all'articolo di Barbara Spinelli "Dove porta l'odio per l'altro"
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Cara Dottoressa,

tutto quello che lei scrive di Obama a Buchenwald sarebbe bellissimo se fosse vero, se non fosse una proiezione del suo desiderio di civiltà di parole e di fatti riflessa in Obama.
In effetti la visita di Obama a Buchenwald subito dopo il suo discorso al Cairo ha tracciato una pericolosa simmetria: all'Islam viene contrappuntata Buchenvald ! un Omaggio alla intransigenza di Israele che vuole la soluzione finale per i palestinesi e si è irritata per le sue aperture.
Le ricordo, inoltre, che mentre il signor Obama parlava al Cairo ad un pubblico scelto dal feroce aguzzino USA Mubarak i suoi superbombardieri martoriavano con enormi bombe all'uranio le misere case e le popolazioni dell'Afghanistan e del Pakistan.
Certo sarebbe bello se le cose fossero quelle che lei descrive ma la realtà è nera come la pace.
Infine, lei parla dei 56 mila trucidati di Buchenwald e dice che soltanto undici mila di questi sventurati erano ebrei. Perchè l'Europa ha rimosso la resistenza tedesca ad Hitler ed il suo olocausto? Forse perchè era di sinistra? Si parla dei campi di concentramento come di un luogo dove furono trucidati soltanto ebrei financo in una legge italiana sulla memoria offensiva per la memoria dei "gentili".
Cordiali saluti
Pietro Ancona
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http://eddyburg.it/article/view/13304/

venerdì 5 giugno 2009

al Manifesto che si è invaghito di Obama

Caro Manifesto,


sono veramente deluso per l'uso propagandistico del campo di concentramento di Buchenwald fatto da Obama, Ha detto ; " Ahmadibeiad dovrebbe venire qui..... e poi, non ho pazienza con chi nega la storia..
Avevano ragione ieri i dirigenti iraniani a commentare con scetticismo il suo enfatico e presuntuoso discorso del Cairo fatto ad una platea di profittatori di regime, di quel regime del faraone Mobarak sicario prezzolato, carceriere ed aguzzino di bassi criminali servigi agli Usa.....
Mentre ieri al Cairo Osama richiamava le tre grandi religioni monoteiste ed invocava una retorica pace i suoi bombardieri radevano al suolo altri villaggi pakistani ed afghani, il sangue correva a fiumi nel silenzio allucinante dei massmedia dell'Occidente.
Vedo che siete infatuati da questo personaggio del quale non vi siete presi la briga di approfondire i suoi precedenti di Senatore e sapere per conto di chi ha lavorato prima di giungere alla Presidenza. Me ne dispiaccio....
Pietro Ancona
http://www.apcom.net/newsesteri/20090605_172700_288f725_63670.html

giovedì 4 giugno 2009

Obama Bin Laden

il discorso di Obama-BinLaden
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Da molto tempo sono convinto che Bin Laden sia una sorta di marionetta massmediatica inventata dagli Usa per farla intervenire tutte le volte che ne ravvisano la necessità per ridimostrare l'esistenza del terrorismo e del suo capo, per giustificare il sangue che scorre a torrenti in una zona che va dall'Iraq al Pakistan, per ridestare il terrore in tutto il mondo occidentale e compattare l'opinione pubblica, specialmente quella americana, attorno alle scelte del Governo dell'Impero.

Ebbene, il fatto che il discorso di Obama, una novità assoluta per il contenuto di svolta rispetto la linea di esportazione della democrazia con i bombardamenti di Bush, sia stato contrappuntato dal minaccioso proclama della inafferrabile Primula del Terrorismo, ha tolto verità ed autenticità alla apertura verso l'Islam del giovane Presidente americano che mentre tracciava orizzonti di pace e di rasserenamento del mondo veniva doppiato all'incontrario dall'icona che rappresenta il Male! Mentre si cancella lo scontro di civiltà qualcosa richiama teatralmente all'esistenza del terrorismo che, naturalmente, deve essere estirpato.
Se aggiungo a questo il richiamo di Obama all'undici settembre che è una impostura tuttora spacciata quale spartiacque della storia e causa della guerra senza quartiere agli stati-canaglia, ai talebani, a quanti
sfuggono alla sottomissione diretta o indiretta degli USA, il mio entusiasmo per il suo discorso nella sede dell'Università progressista e combattente ma
davanti ad una platea selezionata dal feroce aguzzino "moderato" Mubarak fatta da quanti si sono arricchiti con un regime filooccidentale,formalmente democratico ma sostanzialmente monarchico, faraonico, ripeto il mio entusiasmo di affievolisce anche se non vuole spegnersi dal momento che non è giusto avere pregiudizi
e bisogna sempre sperare in una leadership che si propone dialogante, costruttiva e rispettosa.
http://www.corriere.it/esteri/09_giugno_04/obama_testo_discorso_dcbff5ee-50f3-11de-89ad-00144f02aabc.shtml


Pietro Ancona
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