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oldhunter
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Registrato: Jan 21, 2009 Messaggi: 163 |
Inviato: Ven Dic 13, 2013 3:54 am Oggetto: Perché l’occidente ama Mandela e odia Mugabe |
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PERCHÉ L’OCCIDENTE AMA MANDELA E ODIA MUGABE
Stephen Gowans
Global Research - 09.12.13
In morte di Nelson Mandela, continuano ad essere cantati osanna verso
l’ex leader dell’ANC e presidente sudafricano sia da sinistra, per il
suo ruolo nel porre fine al razzismo istituzionale dell’apartheid, che
da destra, apparentemente per la stessa ragione.
Ma l’abbraccio della destra di Mandela eroe antirazzista non sembra
genuino. C’è un’altra ragione del perché media dell’establishment e
politici tradizionali sono pazzi di Mandela come la sinistra?
Secondo Doug Saunders, giornalista del quotidiano canadese
sfacciatamente pro-aziendalista, The Globe and Mail, c’è. In un articolo
del 6 dicembre, “Dal rivoluzionario al manager: la lezione del
cambiamento di Mandela“, Saunders scrive che il “grande risultato” di
Mandela fu proteggere l’economia sudafricana, quale sfera dello
sfruttamento da parte della minoranza bianca possidente e delle élite
aziendale e finanziarie occidentali, dalle necessità di una giustizia
economica tra le file del movimento da lui guidato.
Saunders non la mette in questi termini, piuttosto, nasconde gli
interessi settoriali dei detentori di titoli, proprietari terrieri ed
investitori stranieri che sono dietro l’abbraccio del Mandela dai “sani”
principi della gestione economica, ma il significato è lo stesso.
Saunders cita Alec Russell, autore del Financial Times che spiega che
sotto Mandela, l’ANC “si è rivelato un amministratore affidabile della
più grande economia dell’Africa sub-sahariana, abbracciando politiche
fiscali e monetarie ortodosse...” Cioè, Mandela ha fatto in modo che il
flusso dei profitti dalle miniere e dell’agricoltura sudafricane alle
casse degli investitori stranieri e delle élite aziendali bianche non
venisse interrotto con l’attuazione del programma di giustizia economica
dell’ANC, con le sue richieste di nazionalizzazione delle miniere e di
redistribuzione della terra.
Invece, Mandela respinse le richieste di giustizia economica come
“cultura dei diritti”, di cui i sudafricani dovevano liberarsi.
Riuscendo a persuaderli nel farlo, significò che la digestione pacifica
dei profitti dei potenti poté continuare senza interruzioni.
Ma non è il tradimento di Mandela del programma economico dell’ANC che
secondo Saunders merita l’ammirazione della destra, anche se gliene è
certamente grata. Il genio di Mandela, secondo Saunders, fu che lo fece
“senza alienarsi i seguaci radicali o scatenando una pericolosa lotta
tra fazioni nel suo movimento“.
Così, secondo Saunder, Mandela era un tipo speciale di leader: uno che
poteva usare i suoi enormi prestigio e carisma per indurre i seguaci a
sacrificare i propri interessi per il bene delle élite che si
arricchiscono con il loro sudore, arrivando ad accettare il ripudio del
proprio programma economico.
“Ecco la lezione fondamentale di Mandela ai politici moderni“, scrive
Saunders. “Il leader dai principi di successo è colui che tradisce i
membri del suo partito per i maggiori interessi della nazione. Quando si
deve decidere tra il movimento e il bene più grande, il partito non
dovrebbe mai venire prima.”
Per Saunders e la maggior parte degli altri giornalisti mainstream, “i
maggiori interessi della nazione” sono i grandi interessi di banche,
proprietari terrieri, obbligazionisti ed azionisti. Questa è l’idea
espressa nel vecchio adagio “Ciò che è buono per GM, è buono per
l’America.”
Da quando i media tradizionali sono grandi aziende, intrecciate con
altre grandi aziende, e dipendono ancora da altre grandi società
pubblicitarie, l’apposizione del segno uguale tra interessi aziendali e
l’interesse nazionale viene del tutto naturale.
Saremmo scioccati dallo scoprire che un giornale a grande diffusione e
proprietà di ambientalisti (se una cosa del genere esistesse) si
opponesse al fracking? (I giornalisti potranno gioirne, “dico quello che
mi piace.” Ma, come Michael Parenti una volta sottolineò, i giornalisti
dicono quello che vogliono perché ai loro padroni piace quello che
dicono.)
Com’era prevedibile, Saunders conclude il suo elogio del tradimento
anti-partito di Mandela, l’eroe ‘buono’ della liberazione, con un
riferimento al ‘cattivo’ eroe della liberazione sudafricana, Robert
Mugabe. “Basta solo guardare a nord, nello Zimbabwe, per vedere cosa
accade di solito quando i rivoluzionari non riescono a seguire il
percorso economico conservatore di Mandela", scrive Saunders.
A un certo punto, la predilezione di Mugabe per la politica fiscale e
monetaria ortodossa era forte quanto quella di Mandela. Eppure, dopo
quasi un decennio e mezzo di demonizzazione sui media occidentali di
Mugabe come delinquente autocratico, è difficile ricordare che anche
lui, una volta faceva brindisi con i capitali occidentali.
L’amore dell’occidente verso Mugabe finì bruscamente quando respinse il
Washington Consensus e avviò un veloce programma di riforma agraria. Il
disprezzo verso di lui s’approfondì quando lanciò un programma di
indigenizzazione per mettere il controllo della maggioranza delle
risorse minerarie del Paese nelle mani dei cittadini neri dello
Zimbabwe.
La transizione di Mugabe da eroe ‘buono’ della liberazione a ‘cattivo’,
da santo a demonio, coincise con il suo passaggio da “steward
affidabile” dell’economia dello Zimbabwe (cioè affidabile per gli
interessi degli investitori stranieri e dei coloni bianchi) a promotore
degli interessi economici dei neri indigeni.
Questo è un passaggio che Mandela non fece mai. Se l’avesse fatto,
l’élite imperialista non avrebbe affollato il Sud Africa per i funerali
del Santo Mandela, traboccando di gentili elogi.
Copyright © 2013 Global Research
Versione originaria: http://www.globalresearch.ca/why-the-west-loves-mandela-and-hates-mugabe/5360995?print=1
Fonte italiana: http://aurorasito.wordpress.com/2013/12/12/perche-loccidente-ama-mandela-e-odia-mugabe
traduzione di Alessandro Lattanzio |
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bdurruti
Newbie
Registrato: May 25, 2012 Messaggi: 933 |
Inviato: Ven Dic 13, 2013 5:11 am Oggetto: |
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Il camerata Lattanzio proprio non ha il senso del ridicolo. |
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