giovedì 19 dicembre 2013

Il flop dei forconi non è un flop

l flop dei forconi non è un flop

il circo massmediatico italiano ma anche i dirigenti della sinistra si sono compiaciuti per quello che loro considerano un fallimento. La piazza semivuota di Roma disertata da spezzoni del movimento dei forconi. Mariano Ferro che si era dissociato a tempo debito dicendo di temere infiltrazioni violente e fasciste si prepara a fare domenica prossima una manifestazione in una diversa piazza di Roma dopo essere stato con i suoi a piazza San Pietro ad assistere ad un discorso del Papa. Una cosa che mi pare un ingenuo tentativo di farsi accettare attraverso la legittimazione della fede cattolica apostolica romana. Credo che Mariano Ferro abbia compiuto un errore ed indebolito il movimento non partecipando alla manifestazione di ieri. In ogni caso questa divergenza di strategie è la prova che il movimento obbedisce a logiche e pulsioni che non sono certo quelle di una macchinazione fascista per abbattere la Repubblica.
Per quanto mi riguarda credo che ieri non si sia trattato di un flop, ma di un successo per coloro che hanno fatto la scelta di recarsi a Roma. Perchè un successo? Perche tre mila o cinquemila persone che si spostano da ogni città d'Italia a proprie spese senza il cestino viaggio ed il biglietto pagato dal PD significa che esiste il bisogno di esprimersi, di manifestare la propria sofferenza sociale, di essere disponibile a fare qualcosa per cambiare la stagnante soffocante Italia del governo Letta e di Equitalia. Se nelle condizioni difficilissime di un movimento spaccato c'è tanta gente disposta a mobilitarsi è segno che il movimento riscuote un consenso certamente assai maggiore dei convenuti nella città dei Palazzi del Potere.
Non si trattava certo di una folla fascista ma di una folla addirittura impaurita e timorosa che si è trovata con tremila poliziotti in assetto di guerra pronti a manganellarli a dovere ed ad arrestare gli attivisti (che certamente sono schedati da un pezzo nelle patrie Questure ).
Una folla di morti di fame, di persone che non hanno i soldi per comprarsi le sigarette e per spendere in questa vigilia natalizia qualcosa per portare un regalo ai figli o alla moglie rimasta a casa. Una folla che è stata descritta egregiamente dal professore Marco Revelli che insegna sociologia alla unniversità di Torino e che non si è è prestato per onestà intellettuale alla campagna di demonizzazione organizzata da un arco di forze che va dal governo Letta alla sinistra comunista espulsa dal Parlamento del Maggioritario. Apro parentesi: nonostante la sentenza della Consulta il PD ed il Presidente della Repubblica hanno deciso di affossare per sempre il proporzionale voluto dalla Costituzione e vogliono un premio di maggioranza di almeno il venticinque per cento!!! Renzi dichiara che chi vince governa come se si trattasse di una lotteria o di una partita a poker. La democrazia semplificata a "chi vince governa" non è più tale ma è una dittatura "fascista" della maggioranza peraltro gonfiata dal premio Acerbo.
Non solo la destra moderata che sta al governo ma anche la sinistra lavora e spera nel fallimento del movimento dei forconi. Io credo che si tratti di un errore strategico: la spazio che oggi è occupato dai forconi sarà occupato da qualcun altro tipo Alba Dorata. Posizionarsi davanti ai milioni di italiani rovinati dalla crisi criminalizzando i Forconi significa non riconoscere la gravità della crisi oppure calcolare che i ceti medi produttivi impoveriti dalla crisi debbano essere abbandonati al loro destino come è stato fatto dal PD e dalla CGIL per la classe operaia e per i giovani che sono stati biagizzati con il concorso della CISL di Bonanni che si è vantata di avere partecipato alla stesura della legge trenta.
Gridare al lupo al lupo davanti a Ferro o Calvani è ridicolo ed è un errore che potrebbe essere tragico. L'Italia non può continuare ad essere oberata di tasse per foraggiare i privilegi della signora Boldrini e degli oligarchi che ostentano i loro vestiti sempre nuovi di zecca ed inappuntabili in TV ed altrove.
Arriveremo alla frattura sociale con o senza i Forconi dal momento che la direzione di marcia che si è dato il nuovo Caudillo Italiano è proprio quella dell'azzeramento dei pochi diritti che ancora restano ai lavoratori e del disprezzo delle ragioni dei ceti medi impoveriti dalla crisi. La frattura ci sarà, ma dal momento che non c'è nessunp che elabora un progetto sociale che possa far tornare coesa la popolazione italiana è possibile che sarà una tragedia che genererà governi ancora più a destra del governo Letta...
  • Pietro Ancona

1 commento:

l'autonomo ha detto...

Perchè non hai pubblicato il mio commento?