mercoledì 4 dicembre 2013

Un freno al populismo

  Un freno nella corsa verso il precipizio populista

La decisione della Corte Costituzionale è davvero come dice Vendola "un raggio di sole nel gelo della democrazia", un freno, un grosso freno nel processo di disfacimento del sistema politico nel populismo incoraggiato dalle primarie e delle scelte personalistiche dei maggiori partiti italiani. Spero che al momento della pubblicazione delle motivazioni della sentenza  non spunti un verme velenoso che possa inficiarne o limitarne  il valore rivoluzionario di recupero della libertà e della democrazia nel nostro paese. Ma allo stato dei fatti la condanna del premio di maggioranza  che ha dato luogo alla mostruosa deformazione della volontà popolare e del divieto di preferenza che nega il diritto elementare del cittadino di scegliersi il suo deputato  costituiscono un grosso risarcimento dopo anni di progressivo logoramento e denegazione dei diritti democratici sanciti dalla Costituzione e prima ancora dal buon senso comune.
 La Corte Costituzionale ha affrontato solo il problema del premio di maggioranza e quello del voto di preferenza. Non ha affrontato l'altra umiliante limitazione della democrazia arrecata dallo sbarramento al quattro per cento. Adriano Olivetti non sarebbe mai stato eletto alla Camera dei Deputati se ci fosse stato a suo tempo lo sbarramento. Lo sbarramento nega il diritto di cittadini anche se in sparuta minoranza di avere la loro rappresentanza parlamentare. Non è vero che questo diniego favorisce la governabilità che, come abbiamo visto dalla esperienza di questi anni, è stata insidiata e spesso impedita proprio dal bipolarismo che in Italia è una forzatura rispetto la vocazione proporzionalistica e profondamente democratica dell'elettorato.
  Non è casuale l'irritazione mostrata verso la sentenza di personaggi come Berlusconi e come Renzi che in un sistema proporzionale o il più vicino possibile al proporzionale perdon o l'enorme distacco che stabiliscono con il loro solipsismo e con la conformazione dei partiti che li sostengono a loro meri comitati elettorali verso l'intero quadro politico.
  Certo il Mattarellum non  è quanto di meglio ci possa essere dal momento che è un brutto compromesso tra le pretese della partitocrazia ed il diritto alla democrazia dei cittadini. I collegi uninominali sono estranei alla realtà della politica italiana a come essa si è fatta nel corso del tempo e sono comunque un incentivo alla personalizzazione. Solo il proporzionale puro senza premio di maggioranza con quattro preferenze e senza sbarramento risponde al diritto dell'elettorato di esprimersi in tutta la sua potenzialità.
   Il recupero di una buona legge elettorale ci fa vedere meglio quanto sia ingannevole falsa demagogica populistica ed anche fascista la scelta delle primarie nelle quali una piccola parte dell'elettorato influenzata dai massmedia controllati da chi ha potere e denaro  impone il suo uomo, omino od omuncolo che sia  e passivizza le masse riducendole in tifoserie secondo la falsa democrazia USA che si vorrebbe sostituire alla tradizione democratica europea.
 

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