lunedì 16 dicembre 2013

La politica regno della contentezza contenti

 Due pianeti diversi
 La politica come regno della contentezza

Guardavo ieri l'assemblea affollata del PD riunita a Milano. Ma quanti sono? La platea era stipata. Seppur attraverso lo schermo televisivo si sentiva aleggiare su quella gente un'aria di serenità, di soddisfazione, di godimento, di benessere. Si, di benessere! Benessere perchè era radunata una folla di privilegiati di parlamentari, di dirigenti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e padronali, insomma l'avanguardia ben nutrita di quel milione di famiglie che vivono in Italia di politica e di mediazione sociale. Gente assai benvestita che indossa camicie  che come si può notare da quanti di loro arrivano in tv sembrano appena tolte dalla scatola con cellofan ed indossate. Molte camicie bianche che molti di noi non indossano più da anni e si limitano a mettere soltanto nei giorni di festa di un matrimonio o di una cresima.....
  Confrontavo questa assemblea di contenti arringati da uno sbruffone che li intratteneva come un magliaro del mercatino rionale  e che ha l'obiettivo personale di arrivare subito il più in alto possibile con quello che vedo ogni giorno uscendo di casa, con il numero davvero eccessivo di mendicanti che mi chiedono qualche soldo, con il fatto che molti di questi sono miei concittadini.  Mi capita anche di vedere stendere la mano a qualche donna decentemente anche se poveramente vestita madre di famiglia il cui marito ha perso il lavoro da mesi ed ha esaurito la CIG che ha a casa due o tre bambini da sfamare e che coraggiosamente mette da parte l'orgoglio e cerca di raggranellare qualcosa.
   Ripensavo alla descrizione della folla dei "forconi" di Torino fatta dal professore Marco Revelli ed a quello che vedo e come li conosco io. All'artigiano indoratore finissimo che da mesi e mesi non è più chiamato a rinfrescare un appartamento perchè le famiglie preferiscono tenerselo così com'è ed usare il denaro per priorità diverse, al piccolo commerciante che è già finito dagli usurai dopo che la banca gli ha negato una possibilità di sopravvivenza, ai giovani che dopo la laurea hanno avuto le ali spezzate dal primo lavoro precario con la legge Biagi, dalle vittime della grande carnefice del governo Monti che con la complicità della Camusso ha creato gli esodati persone che dopo quaranta anni di lavoro si trovano improvvisamente senza niente, pensavo ai nostri ragazzi che sopravvivono con l'aiuto dei genitori che pensavano di fare una vecchiaia serena ed invece debbono contare il centesimo e limitare financon consumi indispensabili perchè quello che era di due deve bastare a quattro o a cinque...
   Insomma  il mondo della politica e delle istituzioni è un mondo di persone felici e sazie che possono permettersi un pranzo da cento e più euro in un ristorante alla moda di Milano o di Roma tanto hanno il rimborso spese. Un mondo in  cui non c'è alcuna comunicazione con il pianeta nel quale viviamo e quello in cui loro parlano delle loro cose. Pensate alla proposta di Renzi a Grillo: rinunzio ai rimborsi elettorali se tu cambi idea sulla legge elettorale. Il cretinetti non si rende conto che la frase si può leggere in un altro modo e cioè che il rimborso elettorale è il privilegio che può essere barattato con un altro privilegio e non per i bisogni della comunità.
  Per ora il problema che hanno  questi signori è quanta corda da il PD a Letta e quando tempo ci mette Renzi a togliergli la sedia sotto il culo. L'altro problema che li angoscia è la legge elettorale sebbene non c e ne sia alcun bisogno e basta applicare la sentenza della Consulta. Ma come si fa a rinunziare alla possibilità di avere cento deputati eletti per uno scarto della percentuale, come si fa?

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