martedì 12 marzo 2013

Lo sfarinamento

Lo sfarinamento

La clamorosa manifestazione dei gruppi parlamentari del PDL al Tribunale di Milano segna una tappa della crisi e della discesa agli inferi di questa disgraziata nazione. Nella stessa Milano in queste ore c'è una retata di politici ed imprenditori per ennesimi episodi di corruzione nella pubblica sanità. Per quanto possa essere inquietante l'atto compiuto dal PDL al tribunale esso è soltanto la manifestazione di una impotenza che ha fatto toccare il fondo della disperazione. Niente a che vedere con l'atto finale del Caimano di Moretti. Il gesto di ieri è la prova di una sconfitta. Quando colui che è stato Presidente del Consiglio ed è ancora oggi leader di un partito che è la terza forza del Parlamento si riduce ai gesti clamorosi come quello compiuto ieri vuol dire che ha perduto la partita. Ha perso la partita con la Magistratura non solo perchè questa ha resistito validamente a tutti i suoi attacchi ma anche perchè è stato mollato, abbandonato al suo destino, dalla forze che contano nella borghesia italiana. Basta sentire i commenti di Paolo Mieli o di Stefano Folli per capire come oramai Berlusconi viene considerato come un imbarazzante anacronismo del quale è urgente sbarazzarsi al più presto. La Confindustria italiana fa il tifo apertamente per Renzi che è il suo nuovo astro nascente. Aspetta il fallimento del tentativo di Bersani per poi attraverso nuove elezioni cambiare cavallo e montare sul rampante sindaco di Firenze per inaugurare una nuova stagione di egemonia politica e sociale.

La vittoria della Magistratura è stata eclatante. Ha imposto al suo nemico Berlusconi due visite fiscali ostentate davanti al mondo intero per umiliarlo fino in fondo e metterlo in ginocchio. Avere ridotto Berlusconi dal fasto delle sue ville alla stanza di un ospedale per potere avere qualche giorno in più prima delle sentenze che lo distruggeranno è stata la grande rivalsa di coloro che a suo tempo furono definiti un "cancro" da estirpare.

L'Italia senza Berlusconi e con un uomo che si spaccia come la quinta essenza del galantomismo come Monti corrompe il governo indiano per compiere una grandissima ingiustizia davanti ai poveri di tutto il mondo.L'avere autorizzato i due marò colpevoli di omicidio a non tornare davanti al giudice e sopratutto davanti le famiglie ed i connazionali delle vittime è stata una decisione brutale di uno Stato in cui le Forze Armate hanno oramai un ruolo che li colloca al disopra della legge e dello onore dell'Italia. Non si può dire che il dopo Berlusconi abbia un ethos che ci faccia sperare in una svolta radicale dopo venti anni di disfacimento morale..
L'Italia che si prepara nel dopo Berlusconi e che abbiamo già provato nei quattordici mesi di governo Monti non è certo la migliore. Della crisi sociale non se ne occupa nessuno. I sindacati è come se non ci fossero e stanno dando una prova vergognosissima del loro infeudamento con le cricche della politica. La politica è concentrata nella contesa tra i tre blocchi. Il nuovo che avanza rappresentato dai grillini è malato di megalomania. Insomma le cose non vanno affatto bene e vedremo altri guai.

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