sabato 30 marzo 2013

La Pasqua di Resurrezione di Monti

   La Pasqua di Resurrezione di Monti  


Ieri Napolitano, dopo lunga cogitazione, ha gettato il suo asso sul tavolo. Non conferisce nessun incarico per la soluzione della crisi. Nomina due commissioni di personalità rappresentative della peggiore cultura politica esistente in Italia dal leghismo di Giorgetti all'inciucismo di Violante ma sopratutto rilancia alla grande il governo Monti adoperando un termine che costituisce una sorta di reincarico istituzionale: operativo. Ha detto proprio così: il governo Monti è operativo. Un governo morto nella coscienza degli italiani, devastato dallo scandalo Terzi, in carica soltanto per la cosidetta ordinaria amministrazione viene rilanciato dall'allontanamento della soluzione della crisi rappresentato dalle due commissioni. Monti viene premiato come fondamentale entità politica del Paese dalla presenza in Commissione di  Walter Mauro trasfuga da Forza Italia ed ora capogruppo al Senato. Un personaggio che deve essere ammanigliato fortemente nell'olimpo dei potenti dal momento che passa da Berlusconi a Monti come se questo cambio di casacca trasformistico fosse la cosa più naturale del mondo.
  Altro personaggio di rilievo è un vecchio storico dirigente della Lega Nord, uno che è in campo sin dagli albori del leghismo e ne è stato per quasi un ventennio autorevole dirigente politico. Giorgetti è passato indenne attraverso tutte le fasi del leghismo comprese quelle più xenofobe. Forse non è irrilevante ricordare che è bocconiano come la maggioranza del ceto politico che ha in mano l'Italia di oggi.
  La presenza di Violante va decifrata. Forse è stata fatta per imbarazzare Bersani. Violante  ha subito una profonda involuzione politica che lo ha portato a cambiare le sue posizioni sull'impegno antimafia della Magistratura. Non  dimentichiamo che da Presidente della Camera  tentò lo sdoganamento dei "ragazzi di Salò" e la parificazione di resistenza e fascismo nella considetta "memoria comune degli italiani"  Ha avuto un ruolo nefasto nel riposizionamento della cultura degli ex comunisti italiani nel moderatismo  di sempre della borghesia nazionale, una delle più retrive d'Europa (e forse anche la più corrotta)
  E' sconcertante l'adesione entusiasta di Grillo e dei grillini a questo mirabolante uovo di Pasqua di Napolitano. Grillo dichiara che la proposta gli ha dato ragione sul fatto che il Parlamento può operare senza scegliere un governo. Non è affatto vero. Le commissioni con il Parlamento non c'entrano per niente. Il governo c'è ed è quello di Monti ma per il Parlamento dovrebbe essere come se non ci fosse nel senso che questo governo non può produrre atti da sottoporre all'esame del Parlamento.
  Grillo cambia discorso sul governo che non c'è ed impegna i suoi nella ricerca di candidati per la presidenza della Repubblica. Ma la nostra non è una Repubblica presidenziale. Il Presidente è scelto ed eletto dal Parlamento. La ricerca di Grillo è una provocazione per il Parlamento in  uno dei suoi più delicati poteri che non è stato ancora modificato.
  C'è una cosa agghiacciante nella scelta dei dieci "saggi" fatta da Napolitano. Non uno di loro è di cultura e di orientamento progressista. Sono tutti liberisti più o meno montiani. E' tutta gente che si riconosce nelle leggi Fornero per quanto riguarda i diritti sociali e che non ha niente da innovare o da cambiare. A queste dieci persone l'Italia sta bene cosi com'è e la cultura politica di cui sono impregnate è quella che ci ha portato alla rovina. La cultura di chi ritiene che dando il meno possibile alla gente che lavora e privandola di tutti i diritti si fa il bene di tutti.

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