domenica 31 marzo 2013

Il Papa tra propaganda e verità

 Il Papa tra propaganda e verità

Ancora non si capisce quanto ci sia di propagandistico e di scontato nelle cose che dice e fa il Papa e quanto invece corrisponde a convincimenti profondi che potrebbero portare ad una svolta della Chiesa. Sul senso di questa svolta se sarà progressista o mero doroteismo non sappiamo. Certo i precedenti del Papa non sono incoraggianti. Era avversario del governo di centro-sinistra dell'Argentina e amico o quanto meno non nemico di quello di destra nazifascista dei generali.
 Il fatto che recupera il vecchio armamentario della Chiesa quello per esempio di oggetti religiosi come la Sacra Sindone che, anche se accreditati da illustri scienziati, sono certamente falsi e comunque insignificanti per la fede anche se venerati dal pubblico  non è certo un buon segno. I musulmani venerano la pietra nera della Mecca cosa non certo molto diversa dal venerare un pezzo di stoffa in cui sarebbe impresso il volto di Cristo. Avrebbe mai potuto resistere duemila anni? Se resiste è la natura divina della figura impressa che lo rende possibile. Una natura divina che tuttavia non è sfuggita alla morte per crocifissione anche se dopo un paio di giorno è risorta,
Insomma bisognerà vedere che senso ha il discorso rivolto ai poveri. Della povertà della Chiesa non lo sento più parlare. Dei poveri si. Ma debbono restare tali?
Vedremo dal governo che costituirà se davvero la Chiesa vuole cambiare linea. Se si terrà stretto lo IOR e il mercante di armi che lo dirige e che è stato nominato durante la cri si di Ratzinger non sappiamo se da lui o su imposizione di Bertone ed altri.
  Intanto Ratzinger continua la sua prigionia a Castelgandolfo. Appena finiranno di approntare il carcere di alta sicurezza che stanno preparando per lui in Vaticano sarà trasferito e li troverà la sua ultima dimora.
 

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