- Le donne al potere.
Scrivo qualcosa che farà storcere il nasino sensibile di certe persone. Ma mi sono fatto una idea negativa delle donne che facendo carriera giungono al potere e lo usano come glielo abbiamo visto usare...
La Camusso Segretaria Generale della CGIL scambia il principio di autorità per autoritarismo. Deferisce ai Probiviri Landini perchè non la pensa come lei su una questione delicatissima come quella della rappresentanza. Risolve il problema facendonde una questione di disciplina. Disciplina a che cosa? Peraltro la scelta che ha compiuto assieme ai suoi degni compari Bonanni ed Angelletti come molte altre sono state fatte escludendo i lavoratori dal giudizio.
La Fornero ha imposto (aiutata dalla Camusso) la pensione a settanta anni. Ha ridotto l'assegno pensionistico al minimo addirittura a non più del trenta per cento della retribuzione goduta. Ha abolito in grande parte le tutele dello art.18. Ha reso una selva inestricabile l'accesso dei lavoratori al giudizio della magistratura. Ha peggiorato la malvagia legge Biagi rendendola ancora più malvagia.
La Boldrini attacca a testa bassa l'opposizione dando degli eversori ai generosi deputati di Cinque Stelle che si battono contro il degrado del Parlamento al quale lei si presta. Ha ghigliottinato la discussione aggiungendo la repressione del dibattito al ricorso patologico alla decretazione ed al voto di fiducia del governo...
La Cancellieri ha rifiutato di dimettersi quando è stata scoperta dalle intercettazioni in rapporti con parenti di persone in carcere. Si è lamentata del provvedimento di restrizione della Li Gresti ed ha invocato ragioni di salute per tirarla fuori dal carcere.
La Ministra dell'Agricoltura Nunzia di Girolamo gestiva la sanità ed altre cose in Puglia non solo con piglio autoritario ma anche violento. Escludeva persone dall'appalto di opere. Favoriva i suioi protetti ed altro ancora. E' l'unica che si è dimessa ma non certo per sensibilità ma perchè sente puzza di bruciato del governo Letta.
Insomma l'interpretazione del potere che hanno dato e danno queste degne dame dell'oligarchia politica non è certo di servizio alla comunità. La cattiveria attraversa le scelte che compiono. Scelte dalle quali è esclusa ogni promozione della socialità, della democrazia, delle coesione a vantaggio del principio: "il potere è mio e me lo gestisco come mi conviene".
Non possiamo certo dire che le donne che finora emergono dalle file della Oligarchia dello Establishment lasceranno un impronta del loro passaggio che li possa fare ricordare come persone che hanno fatto del bene e che hanno migliorato l'Italia.
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