La fuga e la cattura del carcerato
la vista di Alfano che si compiace della forza dello Stato che è sempre più forte dei criminali e della Cancellieri che telefona al comandante dell'Arma dei carabinieri per complimentarsi della cattura di colui che la stampa di regime ha subito definito "boss" mi sono davvero indigesti e mi spinge verso il fuggitivo catturato e per il commando di sette persone che hanno rischiato la vita la libertà, tutto, per liberarlo.
Provo grande dispiacere per il fatto che ci sia scappato un morto. Si parla dell'evaso come di un ergastolano ma in effetti era in galera per un delitto che possiamo definire di gelosia. Aveva ucciso una persona, un polacco, che insidiava la sua fidanzata. Certo una cosa grave, non si uccide nessuno, ma non era in galera per ragioni infamanti .
Nella società dell'egoismo disegnata dalla Thatcher e da Reagan in cui ognuno si fa gli affari suoi e vede il suoi vicino come rivale da combattere la esistenza di un gruppo di sette amici e tra questi se non erro due donne disposti a farsi ammazzare per liberare dalla galera uno di loro suscita in me un sentimento che mi richiama subito il deserto arido in cui oggi viviamo milioni persone.
La solidarietà è una delle prime cose c he sono state uccise dal capitalismo nella società di diseguali in cui i ricconi che succhiano il sangue alla umanità si godono le loro ricchezze e calpestano i poveri. Con i giochi dei banchieri si spogliano intere popolazioni dei loro beni ma è raro che un miliardario finisca in galera. Non raro, direi che non è mai accaduto!
Il linguaggio usato dai giornalisti per raccontare la fuga è davvero abominevole tutto rivolto alla criminalizzazione. Si parla del fuggitivo come di un boss e non si capisce perchè mai è un boss e sopratutto lo sii definisce ripetutamente un ergastolano. Certo non viene mai usata la parola mafia ma si lascia credere che lo fosse.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/07/viminale-dirigente-indagato-per-camorra-alfano-minimizza-e-qui-da-ventanni/868929/
la vista di Alfano che si compiace della forza dello Stato che è sempre più forte dei criminali e della Cancellieri che telefona al comandante dell'Arma dei carabinieri per complimentarsi della cattura di colui che la stampa di regime ha subito definito "boss" mi sono davvero indigesti e mi spinge verso il fuggitivo catturato e per il commando di sette persone che hanno rischiato la vita la libertà, tutto, per liberarlo.
Provo grande dispiacere per il fatto che ci sia scappato un morto. Si parla dell'evaso come di un ergastolano ma in effetti era in galera per un delitto che possiamo definire di gelosia. Aveva ucciso una persona, un polacco, che insidiava la sua fidanzata. Certo una cosa grave, non si uccide nessuno, ma non era in galera per ragioni infamanti .
Nella società dell'egoismo disegnata dalla Thatcher e da Reagan in cui ognuno si fa gli affari suoi e vede il suoi vicino come rivale da combattere la esistenza di un gruppo di sette amici e tra questi se non erro due donne disposti a farsi ammazzare per liberare dalla galera uno di loro suscita in me un sentimento che mi richiama subito il deserto arido in cui oggi viviamo milioni persone.
La solidarietà è una delle prime cose c he sono state uccise dal capitalismo nella società di diseguali in cui i ricconi che succhiano il sangue alla umanità si godono le loro ricchezze e calpestano i poveri. Con i giochi dei banchieri si spogliano intere popolazioni dei loro beni ma è raro che un miliardario finisca in galera. Non raro, direi che non è mai accaduto!
Il linguaggio usato dai giornalisti per raccontare la fuga è davvero abominevole tutto rivolto alla criminalizzazione. Si parla del fuggitivo come di un boss e non si capisce perchè mai è un boss e sopratutto lo sii definisce ripetutamente un ergastolano. Certo non viene mai usata la parola mafia ma si lascia credere che lo fosse.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/07/viminale-dirigente-indagato-per-camorra-alfano-minimizza-e-qui-da-ventanni/868929/
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