E' già bollito ancora prima di nascere.
Sono bastate poche ora dalla bulgara nomina di Renzi a primo ministro fatta dal PD che tuttavia non è un partito-regime ma un partito che deve fare i conti la complessa articolata politica italiana per mettere a nudo tutte le incongruenze e le insufficienze con le quali questo è giunto al soglio di Palazzo Chigi .
Il superdecisionismo brutale e padronale di Renzi ha bisogno di un monocolore ma, purtroppo per lui, il governo italiano si deve fare assieme a qualcuno, Qui casca l'asino perchè bisogna fare una scelta tra destra e sinistra. Deve imbarcare o Alfano o Vendola. Non può imbarcarli tutti e due. Sul programma arrivano veti e paletti. Formigoni diffida dal trattare nel programma di governo "temi eticamente sensibili" Scalfari, il grande trombone guru del partito-giornale si mostra raccapricciato per il "modo" come è stato cacciato via Letta, non sopporta l'odore del sangue e guarda disapprovando e scuotendo la testa verso Renzi.
Il suo governo prima di essere fatto è già sfilacciato. Ha dovuto dire a Baricco di farsi da parte appena appena salvandogli la faccia e la Bonino che vorrebbe imporgli Napolitano per conto della Cia secondo un sondaggio non è gradita da otto italiani su dieci. Farinetti si defila e su tutti gli altri ci sono grandi punti interrogativi. Barroso e Draghi pretendono di mettere le mani sulla struttura del governo e specialmente per quanto riguarda l'economia pretendono di essere loro a decidere. Ma le loro scelte potrebbero non collimare con quelle del PD ed irritano.
Renzi può andare avanti soltanto alimentando il mito della sua capacità di travolgere rottamandola la vecchia politica italiana. Ma questa lo ha preso nella sua rete ed ora rischia di affogare.
Quella che lui chiama "palude" e che è invece la democrazia italiana come è stata ridotta dalla partitocrazia e dall'asservimento alla Unione Europea potrebbe inghiottirlo nelle sue sabbie mobili.
La responsabilità di Napolitano sono nere come la pece. Mai avrebbe dovuto tenere il sacco a Renzi. Avrebbe dovuto rinviare Letta alla Camera come era suo imprescindibile dovere istituzionale. Ora si trova nei guai per avere assecondato gli Ukase di Obama e di Israele.
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