Cosa c'è dietro l'attacco a Napolitano del Financial Times?
Ieri sera Renzi è stato in riunione con Napolitano per circa due ore. Ha anticipato Letta che sarà ricevuto dal Capo dello Stato domani o dopodomani il quale Letta aveva pensato ad un incontro con Napolitano prima della riunione della direzione del PD convocata per il venti febbraio prossimo ma anche questa anticipata di una settimana. I due Letta e Renzi si sono scavalcati a vicenda come in certi giochi di ragazzi in cui ci si scavalca l'uno con l'altro mettendosi a cavalcioni.
Che cosa si siano detti il Capo dello Stato ed il segretario del PD per due ore non sappiamo o almeno ancora non lo sappiamo. Ma c'è una febbrile accelerazione degli eventi. Renzi non sopporta di stare lontano da Palazzo Chigi ed avendo conquistato con le primarie la maggioranza del Partito, una maggioranza che è molto alta pretende subito il malloppo. Oppure vuole azzerare tutto con le elezioni anticipate. Il giovanotto ha una premura pazzesca di raggiungere la poltrona. Teme che perdendo tempo le possa sfuggire. L'incontro naturalmente è avvenuto fuori dal protocollo presidenziale che vuole incontri tra il Presidente della Repubblica ed i gruppi parlamentari. Renzi non è neppure deputato.
Intanto scoppia lo scandalo del Financial Times. L'autorevole giornale inglese ogni tanto si occupa dell'italia e non certo con spirito benevolo. Ieri ha fatto delle anticipazioni di un libro di Alan Friedman un giornalista americano che qualche tempo fa era di casa nelle TV italiane e se mal non ricordo gestiva una rubrica a Rai3 dal titolo "Money line".
Il giornalista sostiene facendone uno scandalo che richiederebbe le dimissioni del Capo dello Stato che alcuni mesi prima della sua nomina a Presidente del Consiglio Monti era stato lanciato in pista da Napolitano per cacciare via Berlusconi. Il quale era stato convinto ad andarsene dal numero risicato di voti ricevuti dalla sua finanziaria e sopratutto dalla crescita dello spread dei titoli italiani e sopratutto dei tassi di interessi giunti quasi al limite del 7 per cento. La cosa che non è stata detta da Friedman è che Berlusconi fu indotto ad andarsene sopratutto dal violentissimo attacco subito dalla speculazione dalle azioni di Mediaset.
L'operazione dei "mercati" è costata lacrime e sangue all'Italia che continuiamo a pagare e pagheremo ancora non si sa per quanto tempo. E' stata agevolata dal killeraggio delle società di Rating che si sono opportunamente prestate ad abbassarci la pagella. Inutile dire che molti banchieri di Wall Street e della City hanno lucrato veri e propri tesori. I Mercati si sono placati soltanto quando Monti ha preso il comando di Palazzo Chigi. Non subito perchè c'era ancora sangue da succhiare dall'Italia.
Il Friedman americano racconta la storia come se un fatto puramente italiano che si sviluppa tra Napolitano Berlusconi e Monti e che Napolitano sia stato mosso per cercare di mettere in sicurezza l'Italia dalla speculazione internazionale ma agendo fuori dalla Costituzione.
A suo tempo ho scritto una mia interpretazione dei fatti profondamente diversa oggi confermata dalla parziale rivelazione del Friedmann e cioè che Napolitano fu soltando un passa carte, un esecutore. In effetti la liquidazione di Berlusconi fu ordinata dalla Casa Bianca e tutto il mondo finanziario euroatlantico collaborò alla operazione attaccando i titoli italiani e mediaset. Sarcozy e la Merkel furono della partita in un quadro di degradazione dell'economia italiana importante nel campo manifatturiero ed agroalimentare. Insomma la sostituzione di Berlusconi fu anche una occasione per banchettare con pezzi succulenti del patrimonio industriale e finanziario italiano.
Le rivelazioni di Alan Friedmann riprese dal Financial Times hanno alimentato la richiesta di impeachment di Napolitano proposto da Cinque Stelle alla quale potrebbe aderire Forza Italia. Nel talk show di Formigli di ieri sera si è anche saputo di una riunione segreta di Prodi, Passera e De Benedetti (che non manca mai quando succedono cose nel cuore dello Stato) che stilarono addirittura il programma adottato da Monti. Il quale Monti ha confermato tutto naturalmente nella versione fornita da Friedman e cioè di una iniziativa tutta italiana per migliorare l'efficienza del governo. In effetti si è trattato di ben altro e cioè della conquista dei "mercati" internazionali e del potere euro-atlantico del governo italiano con un loro uomo di fiducia. Monti è uomo della Goldmann Sacs. Berlusconi era insofferente e non subiva con docilità le voglie USA-UE cosa invece che fa molto volentieri Letta e che sicuramente farà pure Renzi che è omino della Merkel.
Resta un grosso interrogativo: perchè il Financial Times è tornato dopo circa due anni ad attaccare l'Italia? A che cosa preludano le rivelazioni scandalistiche sul governo Monti e su Napolitano? Che cosa significa l'attacco a Napolitano che è stato finora fedelissimo esecutore dei dicktat dei poteri occidentali? Che cosa stanno preparando per l'Italia?
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