martedì 16 luglio 2013

Egitto, Egitto, Egitto!!


    Egitto, Egitto, Egitto!
Gli USA  scelgono il governo Beblawi..

Nonostante l'Egitto continui ad essere protagonista di eventi importanti e di tragedie è scomparso dalle prime pagine della filiera massmediatica occidentale. Al Cairo, ad Alessandria, in molti altri posti si continua a morire, ci sono migliaia di feriti, le prigioni rigurgitano di arrestati, ma la piazza Tahrir è ormai vuota da giorni ed i  ribelli "tamarod" che strinsero in una morsa umana Morsi costringendolo alle dimissioni gli stessi che si dice abbiano raccolto ventidue milioni di firme contro il governo dei Fratelli Musulmani, stanno zitti e lasciano lavorare gli oligarchi tecnocrati che i militari spalleggiati dalle cannoniere americane hanno insediato al potere.

  Il sottosegretario americano Bill Burms assistito da specialisti della Cia e da esperti di finanza da giorni si trova al Cairo per guidare la formazione del nuovo governo ed insediarlo. Il sottosegretario americano valuterà uno per uno gli uomini che saranno proposti a completare la squadra di Beblawi che dovrà usare gli enormi fondi che sono stati messi a disposizione dall'Arabia Saudita, dal Kuwait, dagli Emirati del Golfo. Circa dieci miliardi di dollari da usare al più presto. Può darsi che ne beneficeranno sopratutto multinazionali USA.
   Intanto strapelano notizie che i beni dei maggiori esponenti dei Fratelli Musulmani sono stati congelati. Trattasi di una misura che normalmente si prende a carico di persone che hanno abusato notoriamente del governo per arricchirsi personalmente e trasferire all'estero il frutto delle loro ruberie e della loro  corruzione. Ma non risulta che i leaders dei Fratelli Musulmani siano stati corrotti ed abbiano rubato alcunchè il popolo egiziano. Allora evidentemente di tratta di una misura politica che vuole privare il Movimento di Morsi anche delle risorse personali dei suoi dirigenti.
   Nessuna notizia viene data di Morsi prigioniero dei militari. Non sappiamo se viene torturato. Non sappiamo se come Ben Alì avrà rifugio a Gedda in Arabia Saudita ma di certo non ha le montagne di dollari che il suo collega tunisino e riuscito a portare via con l'aiuta della audace e prepotente moglie. Forse sarà ucciso se questo sarà ritenuto "utile" dagli USA.
    Di certo gli americani hanno la regola di trarre dal mondo il massimo di utilità per loro, per le loro imprese e  per l'ideologia che professano con folle inflessibilità, il liberismo assoluto. Non si rendono conto che un governo fatto da un grande partito popolare come sono i Fratelli Musulmani sarebbe stato più accetto all'Egitto di quanto non lo saranno gli algidi tecnocrati capeggiati da El Baraday e da Beblawi. La enorme folla che sosterrebbe questi tecnocrati non esiste anche se l'abbiamo vista fotografata diverse volte in piazza tahrir. L'egitto è un paese di ottanta milioni di poveri e poverissimi e di qualche milione di ricconi e benestanti. Il ceto medio che si sta formando in grandissima parte è povero. L'egitto ha bisogno di comunismo o quanto meno di una distribuzione più equa della ricchezza nazionale. Prepariamoci quindi a nuovi eventi, ad una rivoluzione che io spero questa volta sia vera cioè contro i militari e contro i tecnocrati e sopratutto antiamericana.

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