domenica 28 luglio 2013

DURT



DURT
L'On.le Girolamo Pisano del M5S aveva presentato, ed era riuscito a fare approvare dalla Camera, una norma che affrontava la questione della regolarità fiscale delle imprese che lavorano per la pubblica amministrazione in regime di subappalto, stabilendo il principio, che a me sembra ovvio, che per riscuotere crediti bisogna essere in regola con quanto si deve per tasse.
La norma si chiamata con un acronimo DURT (documento unico di regolarità tributaria) ed è stata approvata all'interno del decretone del "fare".
Mi sono informato sull'autore della norma. Trattasi di un ingegnere imprenditore impegnato nel settore degli ascensori. Una persona quindi competente e non uno sprovveduto irresponsabile. Il DURT è stato oggetto di un fitto fuoco di artiglieria da parte delle associazioni. E' stata anche criticata dai montisti e l'Unità vi dedica un articolo scandalizzato contro. I partiti ed il governo, a seguito dell'intervento di Grillo che ha smentito il suo deputato ed ha promesso che al Senato la norma sarà abrogata, hanno voluto rassicurare i subappaltatori. Insomma tutto il mondo politico, il governo, lo stesso movimento cinque stelle hanno voluto rassicurare la lobby che subito si è mossa contro il DURT.
Le critiche che sono state fatte non entrano nel merito. Si limitano a dire che si tratta di un appesantimento burocratico e si ricorda che la burocrazia ha un costo per le imprese che si aggira attorno al dieci percento. Si insinua che la convergenza di Fassina con Pisano era una sorta di prova di alleanza tra PD e 5 Stelle e che questa alleanza già si presenta foriera di guai per il mondo delle imprese. Insomma gli industriali protestano per il gravame burocratico che la norma introduce e che si somma a quello esistente. Resta comunque il fatto che l'evasione fiscale ha uno dei suoi maggiori fenomeni proprio nel campo del subappalto e che questo campo abbisogna di una migliore regolamentazione e di maggiore rigore.
Una impresa assume un appalto dalla pubblica amministrazione e subito ne cede parti importanti a tanti subappaltatori. E' il terreno di proliferazione del lavoro nero del sotto-salario e degli infortuni mortali. Le aziende subappaltatrici spesso vengono imposte dalla mafia agli appaltatori. Si prestano alla elusione ed alla evasione fiscale e spesso imbarbariscono il settore nel quale operano. Infatti il sistema che deresponsabilizza l'azienda che dà l'appalto costringe quella che lo riceve a scatenare una gara al ribasso che può vincere solo comprimendo salari e sicurezza sul lavoro e del manufatto. Pensiamo solo allo scandalo del cemento impoverito che è stata una delle cause del crollo della casa dello studente dell'Aquila. È un sistema criminogeno.
E' curioso il fatto che quanti avevano approvato una norma oggi si trovino tutti d'accordo nel volerla abrogare. La fretta con la quale si è compiuto il voltafaccia distoglie l'attenzione su un settore che invece dovrebbe essere profondamente verificato analizzato e cambiato. Che ci sia uno strumento di controllo della regolarità fiscale delle aziende è una necessità imposta dalla realtà. Che ci sia da combattere la farraginosità, la pesantezza, a volte l'assurdità delle documentazioni richieste dal fisco è una necessità che va affrontata salvando però la possibilità di fare controlli.
Tuttavia la vicenda dimostra che: a) le aziende vogliono solo mano libera per sfruttare sempre di più i lavoratori e non ammettono interferenze; b) il PD abbaia alla luna parlando di evasione fiscale, ma laddove essa si annida veramente non andrà mai a cercarla; c) il M5S potrà pure essere composto da alcuni singoli esponenti che possono mettere su qualche idea che astrattamente potrebbe essere giusta, ma poi si scontrano fatalmente col fatto che questo sistema è irriformabile, che le famose piccole e medie imprese (che a loro piacciono tanto) sono refrattarie a ogni regola e che Grillo li bacchetta appena usciti dal seminato.
Pietro Ancona

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