DURT
L'On.le
Girolamo Pisano del M5S aveva presentato, ed era riuscito a fare approvare
dalla Camera, una norma che affrontava la questione della regolarità fiscale
delle imprese che lavorano per la pubblica amministrazione in regime di
subappalto, stabilendo il principio, che a me sembra ovvio, che per riscuotere
crediti bisogna essere in regola con quanto si deve per tasse.
La norma
si chiamata con un acronimo DURT (documento unico di regolarità tributaria) ed
è stata approvata all'interno del decretone del "fare".
Mi sono
informato sull'autore della norma. Trattasi di un ingegnere imprenditore
impegnato nel settore degli ascensori. Una persona quindi competente e non uno
sprovveduto irresponsabile. Il DURT è stato oggetto di un fitto fuoco di
artiglieria da parte delle associazioni. E' stata anche criticata dai montisti
e l'Unità vi dedica un articolo scandalizzato contro. I partiti ed il governo,
a seguito dell'intervento di Grillo che ha smentito il suo deputato ed ha
promesso che al Senato la norma sarà abrogata, hanno voluto rassicurare i
subappaltatori. Insomma tutto il mondo politico, il governo, lo stesso
movimento cinque stelle hanno voluto rassicurare la lobby che subito si è mossa
contro il DURT.
Le
critiche che sono state fatte non entrano nel merito. Si limitano a dire che si
tratta di un appesantimento burocratico e si ricorda che la burocrazia ha un
costo per le imprese che si aggira attorno al dieci percento. Si insinua che la
convergenza di Fassina con Pisano era una sorta di prova di alleanza tra PD e 5
Stelle e che questa alleanza già si presenta foriera di guai per il mondo delle
imprese. Insomma gli industriali protestano per il gravame burocratico che la
norma introduce e che si somma a quello esistente. Resta comunque il fatto che
l'evasione fiscale ha uno dei suoi maggiori fenomeni proprio nel campo del
subappalto e che questo campo abbisogna di una migliore regolamentazione e di
maggiore rigore.
Una
impresa assume un appalto dalla pubblica amministrazione e subito ne cede parti
importanti a tanti subappaltatori. E' il terreno di proliferazione del lavoro
nero del sotto-salario e degli infortuni mortali. Le aziende subappaltatrici
spesso vengono imposte dalla mafia agli appaltatori. Si prestano alla elusione
ed alla evasione fiscale e spesso imbarbariscono il settore nel quale operano.
Infatti il sistema che deresponsabilizza l'azienda che dà l'appalto costringe
quella che lo riceve a scatenare una gara al ribasso che può vincere solo
comprimendo salari e sicurezza sul lavoro e del manufatto. Pensiamo solo allo
scandalo del cemento impoverito che è stata una delle cause del crollo della
casa dello studente dell'Aquila. È un sistema criminogeno.
E'
curioso il fatto che quanti avevano approvato una norma oggi si trovino tutti
d'accordo nel volerla abrogare. La fretta con la quale si è compiuto il
voltafaccia distoglie l'attenzione su un settore che invece dovrebbe essere
profondamente verificato analizzato e cambiato. Che ci sia uno strumento di
controllo della regolarità fiscale delle aziende è una necessità imposta dalla
realtà. Che ci sia da combattere la farraginosità, la pesantezza, a volte
l'assurdità delle documentazioni richieste dal fisco è una necessità che va
affrontata salvando però la possibilità di fare controlli.
Tuttavia
la vicenda dimostra che: a) le aziende vogliono solo mano libera per sfruttare
sempre di più i lavoratori e non ammettono interferenze; b) il PD abbaia alla
luna parlando di evasione fiscale, ma laddove essa si annida veramente non
andrà mai a cercarla; c) il M5S potrà pure essere composto da alcuni singoli
esponenti che possono mettere su qualche idea che astrattamente potrebbe essere
giusta, ma poi si scontrano fatalmente col fatto che questo sistema è
irriformabile, che le famose piccole e medie imprese (che a loro piacciono
tanto) sono refrattarie a ogni regola e che Grillo li bacchetta appena usciti
dal seminato.
Pietro
Ancona
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