domenica 20 gennaio 2013

Poesia di Patrice Lumumba

Piangi, fratello Negro amatissimo
. O Negro, da millenni bestiame umano le tue ceneri continuano a spargersi in tutte le latitudini e tu continui a costruire cappelle funerarie dove i carnefici dormono il loro sonno eterno. Inseguiti e braccati, scacciati dai propri villaggi sconfitti in battaglie dove la legge del più forte significava per te la schiavitù o la morte, ti eri rifugiato nelle profonde foreste dove l’altra morte incombeva sotto la maschera impaziente per le zanne del felino, o nella morsa immonda e fredda del serpente. E poi venne il Bianco, sornione scaltro e più avido che scambiava il tuo oro per paccottiglia violentando le tue donne ubriacando i tuoi guerrieri ammassando nei suoi vascelli i tuoi figli e le tue figlie. Il tam-tam mormorava di villaggio in villaggio portando in lontananza il dolore seminando lo smarrimento raccontando la grande partenza verso fiumi lontani dove il cotone è Dio e il dollaro Re condannato al lavoro forzato come bestia da soma dall’alba al tramonto sotto un sole infuocato. Ti fu insegnato a cantare le lodi di Dio e questi diversi canti, ritmando il tuo calvario ti davano la speranza in un mondo migliore.. ma nel tuo cuore chiedevi solo il tuo diritto alla vita e la tua parte di felicità. Tu danzavi, folle, nell’umidità della sera. Da questo sole che tu ami sempre soffocherai il tuo dolore e tu farai del Congo una nazione libera e felice al centro di questa grandiosa Africa nera. Patrice Lumumba (Congo)

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