venerdì 11 gennaio 2013

Destra e sinistra in Europa

Uno dei capi della destra europea difronte alle rovine sociali provocate dalla politica della UE della BCE e del FMI fa il mea culpa sull' euro "responsabile di diseguaglianze sociali " e propone una cosa per contrastare il processo fatale di pauperizzazione dei lavoratori: il salario minimo legale e cioè un minimo salariale europeo valido in tutti gli stati per evitare aree di bassissimi salari e la concorrenza al ribasso tra le classe operaie nazionali. E' davvero surreale, stupefacente, constatare due tristissime realtà, due capovolgimenti del mondo: Bersani ed il PD si incamminano a passo spedito sulla strada della politica di "austerità" quando la destra liberista occidentale comincia a prenderne le distanze ed a parlare quasi il linguaggio della critica marxista contro le sue stesse politiche. L'altra triste realtà è il meschino provincialismo dei sindacati europei che, dopo aver permesso il massacro dei lavoratori senza quasi fiatare, si pronunziano contro il salario minimo garantito in tutta Europa. Vogliono insomma perpetuare il regime di gabbie salariali che partono dal 100 della Germania per giungere al 25 della Bulgaria... Naturalmente non sarà Junker e la destra europea a tendere una mano ed aiutare la classe operaia. Ma non c'è dubbio che non possiamo aspettarci niente da Monti e dalla CGIL. Ma che razza di Europa vogliono i sindacati europei? Dove ci porterà l'agghiacciante austeritismo del PD? http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2013/01/10/Crisi-Juncker-disoccupazione-Ue-drammatica_8051214.html

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