La morte di un brigatista
La morte di Prospero Gallinari dirigente mai pentito delle Brigate Rosse induce ad una amara riflessione sul fallimento della "sinistra" italiana che ha oscillato tra la lotta armata e la capitolazione dei partiti socialisti e comunisti per un piatto di minestra. Già dagli anni settanta con Berlinguer il PCI era scontento del comunismo ed ora è arrivato con Bersani nelle anticamere delle grandi banche mondiali e con Craxi il PSI seguiva la linea autarchica di Ghino di Tacco per strappare posizioni di potere non per i lavoratori e riforme socialiste ma per la sua dirigenza politica.
L'Italia ha bisogno di un partito per il socialismo capace di elaborare il lutto dell'ottantanove in modo profondamente diverso magari negando la necessità di una rifondazione del comunismo e dell'abbandono dell'idea di costruire lo stato socialista e di accettare il mercato ed il parlamentarismo che ha portato in tutta Europa al potere la destra economica e sociale più estrema. Un Partito Comunista che si ricolleghi alle sue stesse origine ed alla dottrina che ha portato alla costruzione dello URSS.
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