Con il fiato di Berlusconi sul collo
Non era ancora stato varato ed il governo Letta era già infilzato allo spiedo ad arrostire a fuoco lento o forte a secondo dei giorni sull'IMU. Berlusconi ha fatto dell'IMU una bandiera, il termometro della sua influenza sul governo. Minaccia la crisi senza farsene grandi scrupoli. Il governo è già debolissimo e non è in grado di reagire con una linea di fermezza e di rivendicazione della sua autonomia.
La questione dell'IMU è diventata fonte di imbarazzo per il governo e non è la sola. Anche per la questione del riconoscimento della cittadinanza ai bambini extracomunitari nati in Italia (sono circa un milione) l'opposizione del PDL è radicale. Lo stesso Letta ha ammesso che si tratta di una questione di difficile realizzazione. Mi è parso di capire che esclude che la questione della cittadinanza possa essere risolta dal suo governo.
Intanto la posizione generale del governo rispetto le questioni di fondo che riguardano l'economia italiana non sembra chiarita dai viaggi fatti da Letta con inusitata solerzia in Germania, in Francia ed in Spagna. Andare a chiedere con il cappello in mano non porta a nessun risultato. Andare a farsi apprezzare come il più europeista dei politici italiani non porta niente di buono nè a Letta nè tanto meno all'Italia. Parlare di "crescita" significa parlare di niente perchè si tratta solo di una parola e non ci sono politiche che si muovono per la crescita cioè per investimenti che può avere luogo soltanto con una importante ripresa dei consumi assolutamente da escludere nello scenario politico e sociale attuale fatto di bassi salari e pensioni in grande maggioranza misere.
Insomma fare i ruffiani alla Triade mostrarsi "migliori" di Berlusconi non dà niente. Ogni ritorno da Bruxelles di Letta è e sarà sempre a mani vuote. Si parla di dodici miliardi che potrebbero venire dall'uscita dell'Italia dalla lista dei paesi con deficit eccessivo ma è cosa tutta da vedere.
Questo Governo sembra già agonizzante prima ancora della presa di possesso degli uffici dai parte dei ministri e dei sottosegretari. Una folla di persone inutili e costosissime di cui l'Italia non ha assolutamente bisogno.
La crisi nella quale è precipitato il PD è il terribile baratro che si è apèrto nella politica italiana. Questa crisi è stata causata dal rifiuto di Napolitano di mandare alle Camere Bersani pur senza una maggioranza precostituita al Senato. La posizione ingiuriosa verso Bersani di Grillo ha concorso nella scelta di una maggioranza PD-PDL. Questa maggioranza viene vissuta da parte dello elettorato e della militanza politica del PD come innaturale ed inaccettabile. Il PD è in preda ad una profonda crisi di identità che difficilmente sarà risolta dalla riunione del suo Consiglio Nazionale convocato per sabato prossimo. La crisi del PD è una crisi di valori, è ideologica. La scelta del PD di stare dalla parte dei liberisti europei e di privilegiare l'intesa con Berlusconi ha messo in crisi parte della sua classe dirigente ed il suo elettorato.
Insomma Letta è già obsoleto prima ancora di avere cominciato ad agire. E' una preda infilzata allo spiedo che Berlusconi rigira a suo piacimento. Letta ha già fatto la fine di Holland in Francia. I partiti socialisti o con base "socialista" come il PD non possono fare le politiche della destra senza sfasciarsi. Aveva ragione Bersani a tenersi caro Vendola ed il SEL che in qualche modo lo nascondeva agli occhi del suo elettorato.
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