L'occupazione giovanile non esiste
In Europa si insiste nel distinguere la disoccupazione giovanile da quella generale. Ma questa distinzione è fittizia e serve soltanto a mostrare un demagogico intervento governativo verso i giovani magari accompagnato da qualche nota di astio verso i lavoratori anziani definiti "privilegiati" o "inseriti". Si è anche creata una retorica sui lavoratori anziani che con la pesantezza dei loro diritti ridurrebbero le risorse a disposizione dei giovani e, una volta pensionati, ne assorbirebbero di altre.
Non esistono lavoratori giovani ed anziani. Non c'è nessuna differenziazione reale che possa giustificare questa distinzione su base anagrafica. Generalmente i giovani sarebbero inferiori a 29 anni. E perchè non a 28 o a 30 o a 32? Non si capisce la ratio di questo paletto.
Nel decreto varato dal governo ci sono delle cose assurde. Trattasi di una misura che non funzionerà e non sarà in grado di avviare al lavoro i 200 mila che si propone per il motivo che è difficilissimo riscontrare la condizione di lavoratore che "vive solo con una o più persone a carico" e che " siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale" (sic!) e siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi.
Le condizioni poste dal decreto sono tali da renderne impossibile l'attuazione. I giovani "non vivono soli con una o due persone a carico" ma vivono in generale nella famiglia originaria con papà e mamma che ancora provvedono al loro sostentamento. Non credo che si troveranno facilmente giovani con una o due persone a carico e che da sei mesi siano privi di impiego.
Una cosa che mi ha incuriosito è perchè mai venga fissato il limite minimo a 18 anni. Completato il decennio scolastico cosa avviene attorno ai 16 anni si hanno i requisiti per essere ammessi al lavoro. Perchè mai si fissa in 18 anni? Che cosa dovrebbero fare i giovani tra i 16 ed i 18 anni dal momento che viene prescritto che debbano essere sprovvisti di diploma di scuola media superiore? Insomma niente scuola e niente lavoro?
Staccare la questione della disoccupazione dei giovani fino a 29 anni dal problema generale della disoccupazione e del lavoro è una operazione che mira ad occultare la condizione generale della occupazione Che cosa ce ne faremo dei disoccupati che vanno dai 29 anni in sù? Con quale criterio si possono ignorare tante persone che hanno la disgrazia di avere 32 o 42 anni. Che cosa si fa per l'occupazione dai 29 ai 67 anni?
Non so come rispondono i governanti ed i loro esperti a questo problema. Ieri in sede europea erano intenti a mettersi in posa e farsi fotografare con l'aria tronfia di padreeterni che chissà quale enorme elemosina avevano appena fatta ai mortali che vivono migliaia di metri al disotto di loro... Particolarmente impettito mi è sembrato il Presidente della Commissione Herman Van Rompuy mentre stringeva la mano ad Enrico Letta anch'egli conscio di essere grande statista che aveva appena risolto un problema essenziale.
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