martedì 27 agosto 2013

Domani per la Siria sarà la fine del mondo

Domani per la Siria sarà la fine del mondo

Secondo notizie diffuse diffuse dalla stampa, domani la Siria sarà attaccata dagli USA. Scrive il Washington Post che l'attacco durerà tre giorni giovedi, venerdi e sabato. Una apocalisse di missili si abbatterà dal mare e dal cielo su Damasco e su tutta la Siria. L'attacco è per distruggere lo Stato siriano e dare una mano ai gorillas che da quasi tre anni sono dediti al massacro della popolazione e delle infrastrutture della Siria, gorillas che si trovano in difficoltà ed in una situazione di stallo. Non riescono a piegare le resistenze dell'esercito.
Naturalmente tra gli obiettivi del bombardamento americano c'è la uccisione di Assad e della sua famiglia. Obama si sostituisce a Dio e decide la vita e la morte di persone e di nazioni che non sono in grado di fronteggiare l'immensa potenza tecnologica della macchina militare americana. Saranno lanciati sulla Siria missili eguali a quelli che furono lanciati su Bagdad e poi si Tripoli. Ognuno di essi costa oltre un milione di dollari. Ma gli USA non si preoccupano di questo,. Recupereranno dal bottino di guerra come hanno fatto a suo tempo con l'Iraq e la Libia. Le loro industrie avranno la commessa per costruire subito nuovi missili e rinnovare l'arsenale.
Non sappiamo ancora che cosa deciderà di fare l'Iran. Se interverrà subito nel conflitto o aspettare che arrivi il suo turno di macellazione. Aspettare come un bue davanti la camera di tortura e di morte del macello.
Sappiamo tutti che l'uso di armi chimiche attribuite alla Siria è un protesto che gli USA non si preoccupano neppure di puntellare con qualcosa di verosimile. Assad non ha mai usato contro il suo popolo armi chimiche che sono state portate in Siria dai gorillas istruiti da ufficiali della Nato e dell'Arabia Saudita.
La popolazione civile siriana che sarà martoriata dai bombardamenti subirà un terribile crimine. Una ingiustizia senza eguali. L'Onu sarà complice di questo crimine e di questa ingiustizia. Purtroppo a questo mondo nessuno interviene per la salvezza di altri. Gli Stati sembrano avere paura di scontentare gli USA, un paese nelle mani delle multinazionali delle armi e del petrolio in cui il Congresso e lo stesso Governo contano soltanto se fanno gli interessi dell'industria militare e petrolifera e dei potentati di WallStreet. Gli USA sono diventati un pericolo per tutti i popoli del mondo compresi i loro stessi alleati.
Quello che interessa agli USA in Siria come in Libia come altrove non è tanto la instaurazione di un nuovo ordine sociale e politico gradito all'Occidente ma la mera distruzione dello Stato, la disgregazione al posto di ciò che prima era forte, fiorente e prospero. Erano forti e fiorenti la Libia, l'Iraq, la Siria.
In una occasione della storia, la crisi di Suez del 1956 precisamente la notte del 6 novembre, gli americani furono scoraggiati dalla minaccia sovietica di bombardare Londra e Parigi e desistettero dai loro progetti di aggressione all'Egitto. La Russia di oggi non è l'URSS del grande partito comunista sovietico che garantiva la pace nel mondo. Sebbene il bombardamento della Siria sia una minaccia alla sua stessa sicurezza è difficile che faccia un ultimatum agli americani. Se l'Iran non interverrà subito a difesa della Siria presto farà la sua stessa fine. Il progetto statunitense di dominio imperiale del mondo andrà avanti.
Il giornale israeliano Haaretz che sembra molto bene informato della strategia americana nei prossimi giorni spiega la verità e cioè che l'intervento degli USA serve per dare la vittoria sul campo ai "ribelli". Esattamente come è avvenuto in Libia. "Ribelli" che non hanno alcuna possibilità di vincere come si è visto in quasi tre anni di guerra.

http://www.haaretz.com/news/middle-east/1.543880

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