mercoledì 11 settembre 2013

l'11 settembre del Cile. Allende e Berlinguer

   l'11 settembre del Cile. Allende e Berlinguer

l'11 settembre del 1973 i militari cileni ruppero il rapporto di fedeltà con lo Stato e capeggiati da Pinochet rovesciarono il legittimo governo del Presidente Salvatore Allende socialista.
Il colpo di Stato militare fu preceduto da una pesante e quasi insostenibile serie di scioperi fomentati dalla Cia. Un lungo sciopero dei camionisti durato diversi mesi che privò la popolazione degli approvvigionamenti alimentari sanitari ed energetici. Sciopero e manifestazioni delle "massaie" che protestavano appunto per la rarefazione delle provviste. Nel governo di Allende inoltre c'era una vistosa dialettica tra moderati e massimalisti. Una corrente sosteneva di andare avanti con le nazionalizzazioni e le riforme mentre un'altra pensava di tenere conto delle regole del mercato.
Kissinger in persona ordinò la realizzazione del colpo di Stato. I militari cileni avevano un rapporto di forte dipendenza con il Pentagono esattamente come lo hanno i militari egiziani e l'esercito colombiano.
Salvatore Allende fu assediato nella casa presidenziale detta della Moneda con un gruppo di fedelissimi compagni. Morì combattendo con le armi in pugno ed un simbolico elmetto in testa. Prima di morire fece un bellissimo e straordinario discorso pieno di forza di sentimento. Un testo che è un atto di fede nel socialismo e nella umanità. Una profezia del suo successo.
 Dal colpo di Stato cileno prese spunto Enrico Berlinguer per elaborare la cosidetta teoria del compromesso storico. In sostanza Berlinguer ha sostenuto che il Cile era caduto nelle mani dei militari perchè la borghesia cilena non era nel governo di Salvatore Allende. Quindi per evitare all'Italia la sorte del Cile i comunisti non avrebbero tenuto conto di una loro eventuale vittoria ottenuta magari con il 51 per cento dei voti ed avrebbero governato assieme alla borghesia. Bisognava fare un governo fatto da comunisti e democristiani. Cosa che si fece anni dopo con l'aiuto di Aldo Moro. Un governo di compromesso storico presieduto da Giulio Andreotti.
  Ma l'analisi di Berlinguer del colpo di Stato cileno era sbagliata e tendenziosa. Allende fu ucciso ed il suo governo rovesciato perchè l'imperialismo americano e le sue corporations non potevano tollerare un governo che nazionalizzava le risorse fondamentali del Cile a cominciare dal rame. Non tollerava il potere della classe operaia e la sua funzione dirigente e non subalterna.  Il socialismo cileno sommato al comunismo cubano avrebbero avuto una influenza sulle masse popolari del sudamerica e l'avrebbero spinto  contro il predominio USA. La borghesia cilena come abbiamo visto durante il lungo governo di Pinochet e nel dopo Pinochet non si sarebbe mai discostata dall'ideologia liberista. Il Cile stesso di Pinochet fu terreno di sperimentazione della teoria economica di Milton Friedman della scuola di Chicago. Oltre un milione di cileni morirono di fame nei primi anni di applicazione del nuovo corso economico  ed altri milioni furono costretti ad espatriare e cercare altrove il pane che non trovavano più in Cile.  Dal Cile il monetarismo fu applicato in moltissimi paesi del mondo e diventò la dottrina ufficiale del FMI. Alcune nazioni furono condannate al fallimento. Accadde in Argentina ed altrove.
  Non dubito che la riflessione di  Berlinguer sul colpo di Stato cileno fosse sincera ma era comunque radicalmente sbagliata e portò il comunismo italiano alla crisi al fallimento alla perdita di se stesso. Venti anni dopo di lui Occhetto prese spunto dalla crisi dell'URSS per andare avanti sulla via dell'abiura. Veltroni poi arrivò a dire che si vergognava di essere stato comunista...
  Ma la strada percorsa da Allende in Cile come quella di Fidel Castro a Cuba non sono sbagliate. Sono luminose indicazioni per il futuro dell'America Latina e della  umanità. La via della classe lavoratrice non deve mai essere quella del compromesso storico che oggi si chiama no larghe intese dentro le quali il PCI diventato PD sostanzialmente non esiste più neppure come  ricordo. La cultura della classe lavoratrice e dei progressisti italiani è andata dispersa.
   La via di Allende è oggi seguita da valorosi dirigenti del socialismo bolivariano come il grande Evo Morales o come Daniel Ortega in  N icaragua o il grande Chavez recentemente scomparso in Venezuela  o la grande figura profetica del presidente dello Uraguay Jose Mujjca che vive con cinquecento dollari al mese dicendo che a questo mondo dobbiamo avere quanto basta senza rubare agli altri e senza impoverire la Natura.
  Berli nguer ha indicato la strada del fallimento. Allende morendo ha strada della vittoria che continua ad essere una luminosa prospettiva per il socialismo del ventunesimo secolo.
 

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