Il patto Vidoni nr.2
L'Italia può rinascere soltanto dal conflitto sociale
Il patto stipulato tra le confederazioni sindacali e la Confindustria non è un affare per l'Italia. Magari lo è per il governo che può sventolarlo come pezza di appoggio della cosidetta "stabilità" davanti i SuperOligarchi della Unione Europea ed il FMI e la BCE. Una stabilità che si realizza in negativo perchè basata sul contenimento dei consumi che sarà una conseguenza del fermo dei salari e della riduzione dell'occupazione nel settore pubblico.
L'accordo unifica le richieste al governo di sindacati e confindustria ed è, mi ripeto, un pessimo affare per l'Italia ed il suo sistema industriale in particolare.
L'ingessamento del movimento in collaborazionismo subalterno riduce la dialettica sociale ed azzera il conflitto. L'azzeramento del conflitto e la mancanza di dialettica sindacale induce le aziende a spremere il massimo possibile dall'esistente senza produrre ricerca innovazione tecnologica progresso qualità. In sostanza la mancanza di autonomia e di libertà crea un ambiente triste di sfruttamento di quello che già si ha e si conosce- Inoltre la mancanza di certezze dei lavoratori non agisce per affezionarli alle sorte delle aziende. Un lavoratore che si sente "usa e getta" fa quello che deve fare e non vede l'ora di finire il suo turno di lavoro.
Avere limitato la libertà dei lavoratori che l'accordo consegna agli uffici risorse umane delle aziende agisce contro il rinnovamento e non farà tornare la prosperità nel nostro Paese. Non è un grande affare usare i sindacati come guardiani degli interessi delle aziende contro i lavoratori.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento