martedì 1 ottobre 2013

Il giorno del coraggio

  Il giorno del coraggio

Non pensavo proprio che Alfano avrebbe trovato il coraggio di Bruto. Si può dire di lui che è stato da sempre una creatura di Berlusconi, il suo fedelissimo in tutte le situazioni anche le più sgradevoli e turbolente. Anche gli altri protagonisti della rottura stanno mostrando un coraggio che non si sospettava in loro. Fabrizio Cicchitto, Quagliarello, Maurizio Lupi, Nunzia di Girolamo, Beatrice Lorenzin E tantissimi altri come Giovanardi. Sacconi Formigoni...
   
  Berlusconi ha commesso una sequela di errori uno dietro l'altro. Li ha commessi in proprio ed anche su istigazione di consiglieri stupidi ed arroganti come la Santanchè Sallusti ed altri.

  E' stato fondamentale l'errore di chiedere le dimissioni a tutti i parlamentari. Evento traumatico di rara drammaticità che ha messo ogni deputato ed ogni senatore del suo gruppo difronte ad una responsabilità morale e politica  eccezionale. Anche il più scalcagnato dei parlamentari sente di essere un legislatore dello Stato e non una semplice marionetta del segretario del suo partito.

   Le dimissioni dei deputati e dei senatori non sarebbero state da sole capaci di provocare il terremoto politico del gruppo dirigente se non fossero state seguite dalla richiesta di dimissioni dei Ministri. Mossa questa dovuta credo esclusivamente alla protervia padronale di Berlusconi. Qui è saltato tutto e i ribelli hanno trovato la forza per resistere e ribaltare il diktat.

  
 Certo hanno avuto un ruolo importante i poteri forti: l'Osservatore Romano, l'Europa, la Germania, la Confindustria, gli USA. Basta osservare il comportamento di Lupi e di Formigoni e di quanti sono legati a Comunione e Liberazione per capire dove andava a parare il Vaticano.
  La proposta Berlusconi di andare subito alle elezioni anticipate lo ha bruciato. Brucerebbe anche Grillo se continuasse ad insistervi. Nessuno dei deputati e dei senatori eletti dopo appena sei mesi di legislatura e con la prospettiva di altri quattro anni e mezzo di mandato è disponibile di buon grado a condividere l'avventura di elezioni anticipate. Qui è caduto l'asino berlusconiano.
  Il governo Letta non viene travolto dal ricatto berlusconiano perchè è il migliore governo possibile per la destra italiana ed euroatlantica.  Migliore di quanto potrebbe essere un governo diretta espressione dello stesso Berlusconi.  Se il governo Letta avesse avuto pulsioni, scelte, propositi e fosse stato spostato a sinistra magari solo di un poco rispetto a quello che è stato probabilmente il disegno berlusconiano sarebbe stato appoggiato dalle forze conservatrici e reazionarie  ed avrebbe avuto più possibilità. 
 
  Oggi è una giornata storica in cui  Berlusconi esce malamente di scena. Dopo la sentenza della Cassazione avrebbe dovuto osservare un profilo basso non farsi nè vedere nè sentire e cercare per se le migliori condizioni possibili per un condannato a quattro anni di carcere. Ha tentato la carta del "Muoia Sansone e tutti i filistei" e non ha tenuto conto che  come era nell'ordine naturale delle cose sarebbe rimasto solo o quasi.Anche coloro che restano con lui presto si guarderanno attorno e decideranno sul da farsi. Un sul da farsi che è post berlusconiano.

 In questo quadro anche l'annunzio della candidatura della figlia Marina  risulta bruciata. E' stata riproposta nel peggiore momento di disgrazia del padre e della famiglia. Perchè una cosa era la sentenza della cassazione ben altra cosa è che i cinque ministri e non si sa quanti deputati e senatori  lasciano il Cavaliere nella bufera ad affondare da solo.
  
  Si è chiusa l'era di Berlusconi e  credo anche della sua famiglia e del suo gruppo industriale. Mediaset per sopravvivere dovrà cambiare totalmente linea.
  
 
 
 

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