domenica 29 maggio 2011

L'Italia torna ad essere civile dopo venti anni di volgarità della destra e del leghismo

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Archivio123456>29 maggio 2011
Tutti a votare!
Scusate il ritardo di questi ultimi giorni, le pagine del diario lasciato in bianco, ma è stato come quando in un campo di calcio la palla si mette a rotolare all’impazzata, senza controllo, e tu devi seguirla a perdifiato, ovunque vada, scartare gli avversari, parare i falli, cercare i tuoi e farti aiutare perché tu sai che devi farlo, devi arrivare sotto la porta e devi segnarlo, quel gol. E non ti rimane tempo per niente altro.
Ma scusate anche il ritardo di questi ultimi anni. Davvero bastava così poco per smuovere tutto questo entusiasmo, questa passione, perfino questa felicità? Davvero bastava che un gruppo di persone dicesse “io ci metto la faccia”, e poi ce la mettesse davvero, per coinvolgere tutta una città, per riprendere in mano le fila del proprio destino di cittadini?
Per completare l’opera però è necessaria una grande partecipazione, una festa della democrazia: oggi e domani tutti a votare, ogni singolo voto è prezioso. Tutti con l’orgoglio di sentire che quello che è stato è anche merito di ognuno di noi. Come dicevano le magliette di venerdì sera: io c’ero.

shareshareshare28 maggio 2011
Pisapia infiamma i 50mila del Duomo: “E’ arrivato il nostro tempo per Milano”. Repubblica Milano
L’ultimo appello ai cinquantamila in piazza Duomo è insieme un invito e un incoraggiamento ai milanesi. A trasformare in realtà un’idea diversa di città. “Io ci credo – ha detto Giuliano Pisapia sotto la pioggia – È arrivato il nostro tempo. Abbiamo ripreso in mano il nostro destino. Non facciamocelo sfuggire. Andiamo tutti alle urne, andiamo a festeggiare la democrazia, facciamo vincere Milano”. Un discorso in cui il candidato di centrosinistra ha voluto parlare già da “sindaco di tutti”, nonostante abbia disegnato in modo chiaro le differenze con il centrodestra: “In questi anni, loro hanno seminato paura – ha spiegato – io coltiverò la fiducia. Loro non hanno avuto scrupolo nel discriminare alcuni cittadini per chiedere il voto di altri. Io non avrò scrupolo nel chiedervi di impegnarci per il bene di tutti. Hanno fatto una politica ridicola. Noi faremo una politica responsabile”.

Sul palco dove si alternano musicisti e comici, l’avvocato lancia anche un messaggio a tutti i suoi: “Voi e io non cerchiamo rivincite politiche: vogliamo contribuire a costruire una città fatta da noi, per tutti noi. Una città accogliente, una città affettuosa”. E agli altri dice: “Mi hanno accusato di non essere moderato, non capisco cosa voglia dire questa parola sulle loro labbra, questa parola che viene offesa e smentita ogni giorno da comportamenti indecenti”. Sono le ultime parole – ricamate con una citazione di don Milani – prima del silenzio elettorale. In una giornata in cui si è consumato l’ultimo duello a distanza tra i due aspiranti inquilini di Palazzo Marino.

È l’avvocato il primo ad arrivare negli studi della Rai dove è stata registrata l’ultima tribuna politica. Spazi separati con Letizia Moratti. Nessun faccia a faccia, dopo quello a Sky. Dopo l’attacco a tradimento degli ultimi secondo sferrato dal sindaco uscente. “Perché la coltellata alla schiena che ho ricevuto – spiega ancora Pisapia – non mi permette di fidarmi come non può fidarsi la città. Non intendo cadere in un altro tranello”. Poi, avanti con i punti del programma e i temi di un ballottaggio caricato dalle accuse e dalla propaganda del centrodestra. E la speranza di far tornare Milano “una città affettuosa verso gli altri e attrattiva”.

Parla di Expo, Pisapia. Di cultura: “Vorrei che, oltre ai grandi eventi, ci fossero tanti luoghi di aggregazione e di cultura che siano aperti tutto l’anno”. Dell’importanza di votare ai referendum del 12 e 13 giugno. E, da qui, anche “ascoltare i cittadini sul futuro di Ecopass”. Di sicurezza: “La ricetta del centrodestra non ha funzionato”. Del sogno che ha per la città: “Mi batterò perché nel 2015 si tenga a Milano l’idea della Conferenza mondiale dell’Onu sulle donne”. Sul Pgt è deciso. Sostiene che Milano “non abbia bisogno di più grattacieli, meno verde e più case di lusso” e promette “modifiche sostanziali, anche totali”, partendo da quel “Pgt alternativo, quello delle 4mila osservazioni scritte da associazioni e cittadini che non sono state esaminate, e questo è stato un atteggiamento antidemocratico”.

Pisapia parla anche della coalizione di centrosinistra. E, per ribadire la certezza che ha nell’unione dei partiti che lo sostengono, chiama in causa anche il concerto di chiusura del centrodestra in piazza Duomo con il forfait di Gigi D’Alessio: “Forse è la prima volta a Milano – dice – che i partiti e le liste civiche non hanno mai litigato, a differenza della Lega e del Pdl che sono divisi su tutto e che hanno litigato anche sul concerto in piazza Duomo”. L’avvocato ribadisce che i nomi della sua squadra arriveranno dopo il voto: “È il primo atto di un sindaco, ma vedrete: saranno assessori competenti, professionali e coerenti politicamente, di cui potete fidarvi”. Sull’annuncio degli assessori fatto da Letizia Moratti, invece, si limita a un commento: “Non mi sembrano nomi di grande novità, è il vecchio che avanza”. Con la sua avversaria è impietoso: “Questi sono i titoli di coda della Moratti come sindaco”. Alessia Gallione

shareshareshare27 maggio 2011
Grazie Giuliano. Grazie a tutti Voi.
Grazie.

Vi ringrazio perchè,
grazie ed insieme a molti di voi,
come molte persone ormai, a prescindere dal risultato di questa campagna elettorale,
ho rit e nel suo ambiente.

Ho cominciato a tredici anni,
nella Sicilia della fine degli anni ottanta, a lottare per le cose che mi sembrava tutti dovessero poter fare, poter vivere, liberamente.
A quel tempo, era dura per esempio, in Sicilia, lottare contro l’omofobia, specialmente quella femminile.
Era dura sostenere i diritti degli operai avvelenati dalle petrolchimiche che avevano violentato il territorio con la scusa dei posti di lavoro
era dura differenziare la mafia da coloro che non la volevano, o peggio, facevano solo finta.

Ero lì, ero piccola, ma come mi bruciava dentro quella voglia di usarmi per cercare di essere un piccolo mattoncino!Del resto, se avevano lottato i miei nonni partigiani, a Trieste, rischiando la vita per i propri ideali ( e purtroppo perdendola anche, in alcuni casi) come potevo non farlo pure io?
Poi, dopo un giro un pò largo, passando dalla Spagna ancora in mano ad Aznar,
sono tornata a Milano… dove non mi affittavano, nel 2000 (!!!) facilmente una stanza… perchè avevo un forte accento siculo.
Piano piano… ho perso la grinta,
la speranza,
il mordente.


E invece,
guardando oggi Milano,
e tanti, come me, che non ci credevano più,
tanti che forse avevano solo bisogno di pensare che il vento sarebbe potuto di nuovo cambiare,
di tanti che non credevano più che la profonda notte avrebbe potuto finalmente finire,
guardando la stupenda originalità di quella persona che si alza di nuovo,
come può,
con il primo scolapasta arancione che trova a casa….

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