Francesco Lo Sardo
Francesco Lo Sardo: un martire della libertà
Francesco Paolo Lo Sardo nasce a Naso il 22 Maggio 1871. Fin dall’adolescenza mostra di avere molteplici interessi culturali. I genitori, di famiglia borghese, lo avviano agli studi sacerdotali nel seminario vescovile di Patti. Il giovane, essendo insofferente nei confronti dell’ambiente clericale, continua i suoi studi a Messina, prima al Liceo e poi alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università peloritana. Insieme a Giovanni Noè fonda un giornale di tendenza anarchico-socialista “ Il Riscatto” sulle cui pagine inizia a propugnare le sue idee progressiste.Rifuggendo gli agi della sua condizione familiare, Lo Sardo, affascinato dalla poesia sociale del poeta catanese Rapisardi, lotta contro la società baronale che opprimeva i contadini e i braccianti.In seguito all’avvento dei “ Fasci siciliani “ “ (1891-1894), ispirati da Giuseppe De Felice Giuffrida, Rosario Garibaldi Bosco, Nicolò Petrina e Nicola Barbato, egli, organizzando i lavoratori, fonda a Naso un fascio operaio. Per questo viene arrestato a ventitré anni e condannato alla vigilanza speciale nelle isole Tremiti. Dopo quattro mesi, a seguito della petizione di studenti e professori universitari e dell’attività dei parlamentari Imbriani e Colajanni, viene liberato. Nella politica siciliana diviene noto come un rivoluzionario. Riprende gli studi e si laurea in legge. La sua professione di avvocato sarà sempre al servizio dei lavoratori. Dall’anarchismo Lo Sardo passa al socialismo continuando la sua opera editoriale su “ Il Riscatto” e incitando alla lotta sociale in tutta Italia dovrà subire un altro breve arresto nel 1898 che accrescerà la sua fama di instancabile difensore delle classi più deboli. Il terremoto di Messina e di Reggio Calabria del 28 Dicembre 1908 provoca anche la tragica morte del figlio di Lo Sardo, Ciccino. Nonostante ciò l’attività giornalistica losardiana è instancabile nel denunciare gli scandali della ricostruzione e le speculazioni delle imprese edili settentrionali sotto lo sguardo benevolo della curia e della borghesia messinese. Dopo essersi battuto contro l’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, in modo inatteso e coraggioso si arruola volontario nel Giugno del 1915. Combatte sul Col di Lana e viene gravemente ferito al petto. Nel 1916 ritorna a Messina dove dirige con passione la Camera del Lavoro.Nel 1919 i fascisti lo minacciano: è l’inizio di una persecuzione che culminerà con il carcere e la morte. Deluso dal programma socialista , Lo Sardo si iscrive al Partito comunista d’Italia” il vero partito socialista… che ha eliminato…gli uomini di poca fede, di dubbia fede, di nessuna fede” Nel 1924, in un clima di dilagante violenza fascista, Lo Sardo, con più di diecimila voti di lista, viene eletto deputato: è il primo onorevole comunista siciliano In questo ruolo sarà sempre pedinato dalla polizia. In prossimità dell’emanazione delle “leggi fascistissime”, in violazione dell’immunità parlamentare,l’8 Novembre 1926, viene arrestato.Nel 1928 è condannato dal Tribunale speciale del regime.Nel corso degli anni viene rinchiuso nelle carceri di diverse città: Messina, Catania, Roma, Sassari, Oneglia, Turi di Bari, luogo in cui incontra l’illustre prigioniero Antonio Gramsci, e Poggioreale di Napoli dove muore il 30 Maggio 1931.
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La nota biobibliografica è a cura di Massimo Pietropaolo.
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