venerdì 11 marzo 2011

lo sciopero discriminato dalla informazione embedded

Mentre scrivo è partito a Roma da piazza Esedra il corteo che si porterà nelle vicinanze dei palazzi del Potere per fare sentire la rabbia dei lavoratori italiani abbandonati a sè stessi dal Governo, dai partiti e dai sindacati confederali che sono diventati ansiosi di tirare la volata alla Confindustria ed alle politiche malthusiane di Sacconi e Tremonti. Naturalmente lo sciopero sarà ignorato dalla stampa e dalla televisione. Se i lavoratori dei sindacati di base saranno fortunati avranno qualche secondo en passant verso la fine dei notiziari. Se accadrà qualcosa, se ci saranno provocazioni come qualche volta accade, si risveglierà l'interesse massmediatico per ergere subito una gogna contro gli estremisti, i massimalisti che non capiscono e non si fanno carico delle difficoltà della Patria e sono anche corporativi perchè oggi chiedere qualcosa non è "politicall correct"

Lo scenario in cui si svolge lo sciopero è tra i più foschi degli ultimi anni. Il Parlamento si occupa quasi esclusivamente delle questioni che riguardano il Presidente del Consiglio e le sue vendette contro la Magistratura che poi avranno un altro tornante nelle vendette contro la Costituzione e sopratutti i bilanciatori del suo potere: Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale. Il Parlamento è già stato esautorato dall'offensivo ricorso sistematico al voto di fiducia verso il quale mille oligarchi meschini e pavidi si piegano riducendo a zero la loro dignità di parlamentari rappresentanti del popolo italiano.

La Gelmini ha annunziato il licenziamento di ventimila professori e, con il blocco del turn over, cinquecentomila dipendenti pubblici perderanno il posto.

La crisi che si è aperta in Libia con il colpo di Stato appoggiato dal Colonialismo occidentale contro il Presidente Gheddafi ha già pesanti ripercussione con il rincaro dei carburanti che taglieggiano le miserrime paghe dei lavoratori e dei pensionati italiani ma è destinata a provocare conseguenze disastrose. L'Italia ha un interscambio con la Libia con la quale da quaranta anni intrattiene felici e soddisfacenti relazioni economiche e culturali di oltre venti miliardi di euro annui. Migliaia di tecnici e lavoratori qualificati hanno finora trovato lavoro in Libia. Lo sconvolgimento della guerra interna in corso e l'allineamento seppur di malavoglia dell'Italia ai richiami della Cupola mafiosa USA-UE comporteranno un radicale cambiamento della nostra condizione. In peggio. Ci ritroveremo presto assai più poveri. Non è un caso se dopo la Fiat anche Bulgari ed altre aziende decidono di trasferirsi all'estero. Danno perdente l'Italia e prevedono un futuro prossimo di pesanti difficoltà.

Una critica stupida del PD al Governo Berlusconi è che non realizza riforme e che difatto non governa. Magari fosse vero! Con il collegato lavoro, con il decreto milleproroghe, le leggi Gelmini sulla S cuola, la modifica sulle pensioni che ne innalza di fatto la soglia pensionabile, con le misure drastiche contro la cultura, il governo ha ridotto i diritti dei lavoratori e l'occupazione.

I salari sono mediamente sotto i mille euro e le pensioni per quasi la metà dei pensionati non superano i 500 euro. Il precariato falcidia ancora i salari, il sei per cento dei quali è sotto i 450 euro.



Lo sciopero di oggi ha motivazioni migliori e più importanti di quelle della CGIL e corrisponde assai di più al sentire delle classi lavoratrici. Ma il sindacalismo di base ha contratto dalla CGIL (grande parte dei suoi quadri dirigenti vi proviene) il difetto della indeterminatezza delle piattaforme rivendicative che chiedono cose del tutto giuste ma senza indicarle con la precisione che usano ad esempio i francesi.

Dicono di lottare contro il precariato ma non chiedono l'abrogazione della Legge Biagi per la quale il precariato è diventato generalizzato a tutto il lavoro italiano anche alla pubblica amministrazione. Non indicano l' abrogazione delle ultime norme sulle pensioni. Non chiedono il ripristino della indicizzazione dei salari e della pensioni con una nuova scala mobile in grado di proteggere, seppure parzialmente, i lavoratori dalla inflazione che si profila all'orizzonte sempre più minacciosa. Non chiedono il salario minimo garantito che bloccherebbe la tendenza verso il basso delle retribuzioni.

Nonostante questa carenza di chiarezza e di sintesi il sindacalismo di base è l'unico sindacalismo di classe rimasto in Italia. Non capisco perchè la Fiom che ha posizioni di autentica difesa dei lavoratori e dei loro diritti non abbia rapporti con i Cobas e preferisce la Uilm e la Fim Cisl che certamente sono da tempo dall'altra parte delle barricata. Credo che la unione della Fiom con i CUb potrebbe creare una situazione nuova e rompere il patto mafioso che unisce Cgil Cisl ed Uil alla Mercegaglia ed al governo. I partiti comunisti espulsi dal Parlamento appoggiano lo sciopero. Non so se anche il SEL do Vendola lo appoggi, io me lo auguro. Soltanto da un sindacato di classe e da un partito di classe può essere fermata la continua crescente disgregazione dei diritti e del peso sociale dei lavoratori.

pietro ancona

http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

Nessun commento: