venerdì 18 marzo 2011

L'Italia di Maramaldo

L'Italia di Maramaldo

Maramaldo è vivo e vegeto. All'indomani della festa dell'Unità d'Italia svoltasi in un clima di patriottismo inquieto e pieno di interrogativi nella quale non è vero che il "nobilissimo" discorso del Presidente abbia indicato un orizzonte certo per il futuro, l'Italia, con una doppietta veloce ed impudente da voltagabbana, dapprima ha dichiarato la disponibilità delle basi militari per gli USA e quanti altri parteciperanno alle incursioni aeree ed ai bombardamenti su Tripoli e sulla Libia e poi, con una decisione quasi unanime del Parlamento, ha deciso di partecipare alla guerra contro Gheddafi con uomini e mezzi. Parteciperemo alle "missioni" sui cieli della Libia.
Si ripeterà in Libia il film già visto in Iraq ed in Afghanistan. Si sgancerando bombe al fosforo, all'uranio impoverito, alcune di oltre mille chili per scavare in profondità alla ricerca del bunker di Gheddafi per ucciderlo assieme alla sua famiglia.
L'Italia non è nuova a giravolte strepitose. Nella prima guerra mondiale passò dalla triplice intesa alla triplice alleanza. La stessa cosa è avvenuta durante la seconda guerra mondiale
anche se nel cambio abbiamo recuperato valori che erano andati smarriti ma non fu certamente questo a guidare la decisione del re e della vilissima casta di dignitari e generali che poi fuggirono con lui a Salerno.
Ora passiamo nel giro di poche settimane dalla alleanza di ferro con Gheddafi, mantenuta per quarantanni, alle ostilità.
Non salveremo il ruolo che avevamo e che dava prosperità e lustro all'Italia e dovremo pietire una raccomandazione della Francia presso i rivoltosi monarchici di Idris. Il grande capo mafia dell'Occidente continuerà a diffidare ed essere sospettoso di noi. Magari con le sue buone ragioni.
Avremo la guerra nel Mediterraneo dove passeremo da fruitori pacifici di un Canale di Sicilia pacifico in impauriti spettatori del passaggio di imponenti portaerei USA piene di arroganti marines pronti a menare le mani. In qualche modo con la Libia anche noi saremo un poco colonizzati.
Potevamo unirci alla Germania della Angela Merkel che ha tenuto un profilo decoroso che sarebbe stato ancora più accentuato se Cina e Russia non avessero calato le braghe accontentandosi di qualche affaruccio. Ma la nostra Casta riceve legittimazione soltanto dai salotti di Washington e dalle anticamere del Vaticano..
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

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