giovedì 10 marzo 2011

Gli Statisti africani invisi all'Occidente vengono eliminati. Ieri Lumumba oggi Gheddafi

Lumumba e quel 17 gennaio di cinquant'anni fa in Africa
Il 17 gennaio del 1961 il premier congolese Patrice Lumumba veniva giustiziato dai separatisti del Katanga appoggiati da Belgio e Stati Uniti.

Fondatore del Mouvement National Congolais (MNC), Lumumba fu il primo capo del governo del Congo indipendente.
La storia dell'ex Congo belga è storia di uno dei più duri regimi coloniali. Così come nel resto dell'Africa, una volta posta fine al lucroso e sicuro commercio degli schiavi nel XIX secolo, società private europee cominciarono a sfruttare ricchezze altettanto redditizie sebbene meno sicure - innanzitutto le risorse minerarie dei giacimenti all'interno del continente - finché l'insicurezza dei commerci e l'atrocità dei saccheggi resero più conveniente l'assunzione del controllo diretto da parte degli stati europei.
Nel caso del Congo all'inizio fu la Association Internationale Africaine del re Leopoldo II del Belgio - per la quale lavorò anche il famoso esploratore Stanley, quello di "Livingstone, I presume" - che acquisì con l'inganno le terre dai capi locali. Con la Conferenza di Berlino del 1884 le potenze europee assicurarono a Leopoldo II lo srfuttamento personale del territorio attraverso il regno privato dello "Stato Libero del Congo". Fu solo dopo oltre un ventennio di saccheggio, soprattutto di caucciù e avorio, e di atrocità commesse dalle società concessionarie e dalle locali forze dell'ordine che nel 1908 il Belgio fu costretto a dare una parvenza di legalità rilevando dal re i possedimenti e procedendo all'annessione formale del Congo.
Il successivo cinquantennale dominio belga sul Congo si distinguerà per la pressoché totale assenza di un sistema di istruzione e di qualsiasi diritto sindacale o politico. Solo negli anni Cinquanta si formeranno su base etnica i primi partiti politici, e nel 1958 il MNC di Lumumba sarà il primo partito interetnico del Congo. Forse per questo due anni più tardi alle prime elezioni dopo l'indipendenza il MNC otterrà la maggioranza relativa e Lumumba diverrà primo ministro.

Durerà poco, perché anziché gestire il potere in continuità con il passato coloniale - come fecero molti dei presidenti africani, spesso arricchendosi personalmente - Lumumba preferì prendere le distanze dal regime di rapina e di corruzione che i belgi avevano instaurato.
La sua condanna a morte Lumumba la firmò il 30 giugno 1960 durante le celebrazioni per l'indipendenza, cerimonia alla quale partecipò anche il re Baldovino del Belgio. La leggenda vuole che Lumumba avesse preparato un discorso piuttosto moderato, ma che le parole del sovrano belga - che sottolineò la magnanimità del Belgio nel riconoscere l'indipendenza al Congo ed elogiò la politica del suo avo Leopoldo II - gli fecero cambiare tono: "Nessun congolese degno di questo nome potrà dimenticare che l'indipendenza è stata conquistata giorno per giorno. Noi abbiamo conosciuto le ironie, gli insulti, le sferzate, e dovevamo soffrire da mattina a sera perché eravamo negri. Chi dimenticherà le celle dove furono gettati quanti non volevano sottomettersi a un regime di ingiustizia, di sfruttamento e di oppressione?" replicò Lumumba, tra gli applausi dei congolesi e l'irritazione dei belgi.
Da quel momento Bruxelles fece di tutto per eliminare Lumumba: in piena guerra fredda convinse gli Stati Uniti che le sue politiche riformatrici erano filomarxiste, e insieme alla società Union Minière provocò e sostenne la rivolta secessionista nel Katanga, la regione sudorientale del Congo ricca di giacimenti. La crisi che ne seguì portò alla caduta del governo; Lumumba venne arrestato e consegnato dal generale Mobutu ai ribelli katanghesi. Il 17 gennaio 1961, dopo che da Washington un cablogramma della Cia voluto da Eisenhower in persona autorizzava la sua eliminazione, alla presenza di ufficiali dell'esercito belga Lumumba veniva assassinato e il suo corpo fatto a pezzi e sciolto nell'acido.

Chi si intende di cinismo della realpolitik internazionale sostiene che Lumumba fu un ingenuo e che avrebbe dovuto scendere a compromessi con le ex potenze coloniali.
Chissà, secondo costoro forse avrebbe dovuto fare come quei leader dei movimenti di liberazione che una volta ottenuta l'indipendenza si misero a capo dei nuovi stati considerandoli possedimenti personali.
Come Kwame Nkrumah, che una volta salito al potere - dopo aver battezzato il nuovo stato con il rutilante nome di un antico impero medievale (del Ghana) e poco importava se storicamente non c'entrasse un granché, essendosi l'antico impero trovato decisamente più a nord, nell'odierno Mali - nel corso della sua presidenza trasformò lo stato in senso autoritario.
O come Jomo Kenyatta, che in Kenya instaurò il culto della personalità e che solo con la morte abbandonò il potere.

Oppure forse secondo questi Lumumba avrebbe dovuto fare come quegli ufficiali dell'esercito saliti al potere con colpi di stato appoggiati da qualche grande potenza (di solito la Francia) e che basarono il proprio potere sul nepotismo e sulla violenza militare.
Come Mobutu, il carceriere di Lumumba, che nel 1965 rovesciò il governo in Congo ed assunse la presidenza. Dal 1971 imporrà l'africanizzazione dei nomi di luoghi e persone: il paese doverrà Zaire mentre lui si farà chìamare Sese Seko Kuku Ngbendu Wa Zabanga, che più o meno vorrebbe dire "guerriero che passa da un trionfo all'altro". Col suo berretto leopardato in testa, Mobutu era famoso per il suo modo molto pratico di risolvere le crisi di governo: l'impiccagione pubblica dei ministri. Ad una di queste esecuzioni, avvenuta allo stadio di Kinshasa nel 1966, assistettero 50mila persone. Appoggiato da Belgio e Stati Uniti per l'ordine che garantiva nella regione, il regime di Mobutu crollerà solo nel 1997.
O come Jean Bèdel Bokassa, divenuto dittatore della Repubblica Centrafricana nel capodanno del 1966. Coinvolto personalmente in torture e uccisioni degli oppositori politici, tra i quali i suoi ex-ministri dissenzienti, nel 1976 proclamava l'Impero e l'anno successivo si faceva incoronare scortato dall'esercito francese in una cerimonia che costò al disastrato paese circa la metà del bilancio statale di un anno. Solo nel 1979 perfino la Francia di Giscard d'Estaing si stancò di Bokassa, al quale sarà comunque concesso da Parigi l'asilo politico, oltre ad una lauta pensione.
Oppure Lumumba avrebbe dovuto secondo qualcuno fare come Idi Amin Dada, presidente ugandese dal golpe del gennaio 1971. "A splendid type and a good football player" lo definiva allora il ministero degli esteri britannico, sponsor del suo colpo di stato insieme a Israele e Sudafrica. Niente, però, è per sempre e ben presto Amin troncò le relazioni con il campo occidentale per ricevere il sostegno di Mosca. Non prima di essersi proclamato "Presidente a vita, Feldmaresciallo, Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare e Conquistatore dell'Impero britannico, in Africa in generale e in Uganda in particolare", nonché - vai a capire! - pure "Re di Scozia", titolo per il quale scrisse alla regina Elisabetta reclamando i suoi diritti sulle Highlands... Meno ilarità Amin la suscitò tra gli oppositori, sterminati in 500mila secondo Amnesty International, e alcuni dei quali secondo la leggenda mangiati dallo stesso dittatore. Umiliato dal raid israeliano su Entebbe e sconfitto nella guerra con la Tanzania, Amin non poté che rifugiarsi in Libia e infine in Arabia Saudita, dove morì nel 2003 senza pagare per i suoi crimini.

In realtà è bene sottolineare che, citati spesso come esempi per descrivere il fallimento della decolonizzazione e dell'indipendenza africana, Mobutu, Bokassa e Amin non ne erano che la prosecuzione. Come scrive Winfried Speitkamp nella sua Breve storia dell'Africa (Einaudi, 2010), "rappresentati come modelli o caricature di autocrati africani, in realtà erano piuttosto delle caricature del dominio europeo e coloniale, e perciò suoi immediati prodotti".
Per questo, a cinquant'anni dalla sua uccisione, è utile ricordare la figura di Patrice Lumumba, che lottò per un Congo davvero indipendente. Forse un altro mondo avrebbe potuto essere possibile.

http://lacriptadeicappuccini.splinder.com/post/23885546/patrice-lumumba-e-quel-17-gennaio-di-cinquantanni-fa-in-africa

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