venerdì 22 gennaio 2010

solidarietà con il Giudice Tosti

Solidarietà con il Giudice Luigi Tosti

Il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha rimosso il giudice Tosti dall'ordine giudiziario. Di fronte all'alternativa postagli dal coraggioso giudice di rimuovere i crocifissi dalle aule giudiziarie o di rimuovere lui ha scelto di cacciarlo fuori dall'ordine del magistrati. Questo gravissimo avvenimento che segna di lutto per la laicità dello Stato la giornata di oggi è contemporaneo al ricorso del governo italiano, a suo tempo annunziato dal Ministro Gelmini, alla sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che dava ragione ai genitori di Padova che avevano contestato la presenza del Crocifisso in una aula scolastica. Non ho dubbi che il giudice continuerà la sua battaglia e spero moltissimo in un grande sostegno popolare dal momento che difende la nostra stessa libertà.
Il Paese in cui avviene questo è lo stesso in cui medici cattolici dei pubblici ospedali del servizio sanitario nazionale possono rifiutarsi di praticare l'aborto perchè obiettori di coscienza senza dover rinunziare al loro posto di lavoro ed al loro stipendio. La pretesa di imporre i crocifissi nei pubblici uffici è stata sempre talmente priva di ragione da essere giustificata come parte dello "arredo" dei locali oppure come espressione della "cultura" nazionale. Questa seconda giustificazione è ufficialmente sostenuta dal Vaticano il quale si rende conto che non esistono ragioni per imporre erga omnes il simbolo della religione cattolica. La religione è essenzialmente un fatto privato e non può essere imposta a tutti. Gli uffici pubblici sono aperti a persone di ogni fede religiosa e convincimento filosofico. Tutti non possono subire la presenza di un simbolo che appartiene soltanto ai credenti cristiani. In Italia, dal 1870 al 1929 non è mai esistito nei pubblici uffici ed in Europa non esiste quasi dappertutto. La pretesa tutta italiana di imporne la presenza arrivando financo a punire coloro che non lo espongono è coerente con la ossessione identitaria della destra, con la voglia di fare del crocifisso un simbolo del conflitto di civiltà, uno strumento per affermare la primazia dell'Occidente sull'Islam e su ogni altra cultura.
La decisione del CSM contribuisce oggettivamente a dare manforte agli attacchi contro la laicità dello Stato ed i diritti delle persone che si sono manifestati ed hanno provocato momenti di grande tensione nella questione del testamento biologico, dei diritti delle coppie omosessuali al loro riconoscimento giuridico, del diritto ad una procreazione sana e libera da oscurantismi religiosi.
Il fronte della laicità è indebolito ed in preda al marasma. Il Partito Radicale che è stato tra i più coerenti sostenitori di Tosti probabilmente non interverrà con la dovuta forza dal momento che la signora Bonino, candidata al governatorato del Lazio, dovrà blandire l'elettorato cattolico ed il PD
non è più in grado di connettere e di stare dietro una razionale linea di condotta essendo in preda a pulsioni diverse e contrapposte. L'operazione Crocifisso diventa pienamente una operazione della
destra ed un momento dell'affermazione della sua "cultura" oscurantista e lesiva dei diritti.
Meraviglia non poco il comportamento del CSM che difende a spada tratta l'indipendenza del potere giudiziario dal Governo e dallo stesso Parlamento ed allontana dai suoi ranghi un suo coraggioso esponente che la vorrebbe indipendente anche dal dominio clericale. Rifiutandosi di rimuovere i crocefissi dalle aule giudiziarie compie una prevaricazione sul senso di giustizia e sulla indipendenza del servizio giudiziario dello Stato.
Pietro Ancona
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