venerdì 29 gennaio 2010

no alla ridicola piattaforma dello sciopero del 12 marzo

la Confindustria si schiera con la Fiat per la chiusura di Termini! Oramai è chiaro il disegno di padroni di fare i loro porci comodi magari cercando all'estero nuovi schiavi. E' l'ora della risposta! Basta con il piagnucolio dei sindacati che chiedono soltanto sgravi fiscali. Quali salari dovranno alleggerire gli sgra...vi di Epifani se questi non ci saranno?

Un popolo non puà dipendere dagli interessi degli azionisti e dalla loro ricerca di nuovi schiavi all'estero. Rispondere alle privatizzazioni con le nazionalizzazioni! Chiedere la nazionalizzazione della Fiat, dell'Alcoa, L'azienda ha una funzione sociale e non deve servire per rovinare le famiglie italiane!!




la Confindustria si schiera con la Fiat per la chiusura di Termini! Oramai è chiaro il disegno di padroni di fare i loro porci comodi magari cercando all'estero nuovi schiavi. E' l'ora della risposta! Basta con il piagnucolio dei sindacati che chiedono soltanto sgravi fiscali. Quali salari dovranno alleggerire gli sgravi di Epifani se questi non ci saranno?

La Marcegaglia è d'accordo sulle richieste dello sciopero di Epifani!



ridurre gli stipendi dei consiglieri regionali Sardegna Sicilia del cinquanta per cento e destinare il ricavato al sostegno dei lavoratori di Termini, del Sulcis, dell'Aloa, dei professori ed insegnanti licenziati dalla Gelmini. Creare un fondo per il sostegno delle famiglie come la famiglia Bellavia di Favara. La crisi non deve solo essere pagata dai lavoratori e dalla povera gente!

Non si possono mandare al macero le famiglie dei lavoratori che vengono licenziati e mantenere gli enormi privilegi da nababbi dei politici della regione! Possono benissimo fare i nababbi con diecimila euro al mese al posto dei ventimila attuali. Per capire la crisi tutti dobbiamo farcene carico senza demagogia

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Scioperare non serve è necessario portare le forme di lotta in altri ambiti, i consumi sono il campo delle nuove battaglie dei lavoratori.
L’attuale drammatica condizione dei lavoratori impone un nuovo approccio nel modo di protestare, è necessario che il lavoratore adotti nuove leve per forzare il raggiungimento di quegli obiettivi che consentano di affermare che il lavoratore riceve una contropartita equa e non sia sfruttato. La dimostrazione che lo sfuttamento è cosa reale sta nel fatto che dopo avere normato il costo del lavoro al basso ora ci vengono a dire che il lavoratore consumatore deve utilizzare il prestito al consumo o altri generi di indebitameto, sempre a suo discapito, per sostenere il consumo.
E’ invece fondamentale che il lavoratore consumatore che voglia ottenere risposte alle sue rivendicazioni inizi una reiterata dimostrazione di forza basata sulla riduzione dei consumi; questa forma di lotta è l’unica arma convincente che possa portare risultati concreti costringendo gli esecutivi, con questo termine si intendono: governi, politici, sindacati, ecc. ad impegnarsi raggiungimento di risultati che siano nell’interesse dei lavoratori stessi.
Quali sono gli obiettivi più urgenti:

• salari minimi almeno a 1400.
• pensioni minime almeno a 1100.
• salario orario dell’interinale e di un impiego a tempo determinato almeno
il triplo dell’equivalente orario di un simile impiego a tempo indeterminato.
• soppressione delle forme di impiego atipiche tipo partita iva, progetto ecc
• plafond del reddito esentasse ad almeno 20.000 euro netti annuali
di reddito, ridefinizione delle norme fiscali e relative gestioni dei cespiti.
• reale lotta all’evasione.

Questa forma di pressione, puo essere generalista quindi applicata a tutti i consumi o selettiva, colpire determinati generi di consumo, essa si applica e si deve attuare indifferentemente nei confronti di governi che siano di sinistra, di destra o altro; i primi non sono grado di curare gli interessi dei lavoratori essi sono troppo litigiosi, non hanno il senso dell’obiettivo comune da raggiungere e dell’impegno duro e compatto nel conseguire risultati; i secondi si dedicano ad attività alla puttanesca o se la prendono con i giudici, i comunisti, inventano guerre dei crocifissi e o vari e fantasiosi nemici a seconda delle loro necessità di comunicazione, sono specialisti nel diffondere visioni di realtà olografiche e inesistenti ma soprattutto non hanno nessuna intenzione di lavorare nell’interesse di quella parte di popolazione povera o meno ricca.

Lavorare sulla riduzione dei consumi è tattica vincente da utilizzare su tutte le spese sopportate dal lavoratore, come fare; si selezionano gli ambiti, esempio: abbigliamento, cibo, tempo libero, comunicazioni, media, ecc., si misurano le spese sostenute in un arco di tempo e successivamente si stabilisce un budget che equivale al 50% di quello rilevato e ci si impegna a rispettarlo; esempio: in una settimana ho speso 80 euro per l’alimentazione, nelle prossime settimane starò in 40 euro, sembra una pazzia ma è praticabile, c’è da guadagnarci, in tutti i sensi, salute, economico, politico, ambientale, immaginate inoltre quanti rifiuti in meno da smaltire e sopratutto questa è una chiara dimostrazione di forza di fronte alla quale qualsiasi governo scenderebbe a patti.

Il lavoratore non ha alternative, c’è una guerra in corso, essa è attuata in modo subdolo per sfruttare meglio i lavoratori, il lavoratore deve adottare una tecnica di guerrilla per contrastare in modo vincente l’offensiva, il lavoratore deve toccare obiettivi sensibili, i consumi, nella nostra società essi rappresentano l’obiettivo ideale.

L’antico lavoratore proletario aveva come unica forma di lotta, lo sciopero; il moderno lavoratore consumatore deve usare come pratica di lotta la riduzione dei consumi e utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione per amplificarne la portata.

Da leggere, da praticare, da diffondere.

Anonimo ha detto...

Scioperare non serve è necessario portare le forme di lotta in altri ambiti, i consumi sono il campo delle nuove battaglie dei lavoratori.
L’attuale drammatica condizione dei lavoratori impone un nuovo approccio nel modo di protestare, è necessario che il lavoratore adotti nuove leve per forzare il raggiungimento di quegli obiettivi che consentano di affermare che il lavoratore riceve una contropartita equa e non sia sfruttato. La dimostrazione che lo sfuttamento è cosa reale sta nel fatto che dopo avere normato il costo del lavoro al basso ora ci vengono a dire che il lavoratore consumatore deve utilizzare il prestito al consumo o altri generi di indebitameto, sempre a suo discapito, per sostenere il consumo.
E’ invece fondamentale che il lavoratore consumatore che voglia ottenere risposte alle sue rivendicazioni inizi una reiterata dimostrazione di forza basata sulla riduzione dei consumi; questa forma di lotta è l’unica arma convincente che possa portare risultati concreti costringendo gli esecutivi, con questo termine si intendono: governi, politici, sindacati, ecc. ad impegnarsi raggiungimento di risultati che siano nell’interesse dei lavoratori stessi.
Quali sono gli obiettivi più urgenti:

• salari minimi almeno a 1400.
• pensioni minime almeno a 1100.
• salario orario dell’interinale e di un impiego a tempo determinato almeno
il triplo dell’equivalente orario di un simile impiego a tempo indeterminato.
• soppressione delle forme di impiego atipiche tipo partita iva, progetto ecc
• plafond del reddito esentasse ad almeno 20.000 euro netti annuali
di reddito, ridefinizione delle norme fiscali e relative gestioni dei cespiti.
• reale lotta all’evasione.

Questa forma di pressione, puo essere generalista quindi applicata a tutti i consumi o selettiva, colpire determinati generi di consumo, essa si applica e si deve attuare indifferentemente nei confronti di governi che siano di sinistra, di destra o altro; i primi non sono grado di curare gli interessi dei lavoratori essi sono troppo litigiosi, non hanno il senso dell’obiettivo comune da raggiungere e dell’impegno duro e compatto nel conseguire risultati; i secondi si dedicano ad attività alla puttanesca o se la prendono con i giudici, i comunisti, inventano guerre dei crocifissi e o vari e fantasiosi nemici a seconda delle loro necessità di comunicazione, sono specialisti nel diffondere visioni di realtà olografiche e inesistenti ma soprattutto non hanno nessuna intenzione di lavorare nell’interesse di quella parte di popolazione povera o meno ricca.

Lavorare sulla riduzione dei consumi è tattica vincente da utilizzare su tutte le spese sopportate dal lavoratore, come fare; si selezionano gli ambiti, esempio: abbigliamento, cibo, tempo libero, comunicazioni, media, ecc., si misurano le spese sostenute in un arco di tempo e successivamente si stabilisce un budget che equivale al 50% di quello rilevato e ci si impegna a rispettarlo; esempio: in una settimana ho speso 80 euro per l’alimentazione, nelle prossime settimane starò in 40 euro, sembra una pazzia ma è praticabile, c’è da guadagnarci, in tutti i sensi, salute, economico, politico, ambientale, immaginate inoltre quanti rifiuti in meno da smaltire e sopratutto questa è una chiara dimostrazione di forza di fronte alla quale qualsiasi governo scenderebbe a patti.

Il lavoratore non ha alternative, c’è una guerra in corso, essa è attuata in modo subdolo per sfruttare meglio i lavoratori, il lavoratore deve adottare una tecnica di guerrilla per contrastare in modo vincente l’offensiva, il lavoratore deve toccare obiettivi sensibili, i consumi, nella nostra società essi rappresentano l’obiettivo ideale.

L’antico lavoratore proletario aveva come unica forma di lotta, lo sciopero; il moderno lavoratore consumatore deve usare come pratica di lotta la riduzione dei consumi e utilizzare i nuovi mezzi di comunicazione per amplificarne la portata.

Da leggere, da praticare, da diffondere.