Abolire ergastolo e 41 bis
Nel giro di pochi giorni i giornali ci hanno scodellato due tragedie: la morte di Stefano Cucchi ed il suicidio in carcere di Diana Blefari Milazzi, condannata all'ergastolo perchè coinvolta nell'omicidio del Prof. Marco Biagi. Le due notizie sono giunte alla prima pagina dei massmedia con difficoltà e solo per l'insistente denunzia dei familiari e su internet. Ora è in corso una campagna di denigrazione dei due giovani che non possono risorgere dalla tomba e smentire, correggere, zittire i manipolatori. Una sofferenza psichica da sempre ignorata nel caso di Diana viene oggi amplificata fino alla schizzofrenia ed alla tara ereditaria che però non è valsa a farla dichiarare incompatibile con il carcere duro. Nel suo caso i consulenti sono stati durissimi e forcaioli, mentre per altri detenuti sono assai comprensivi come abbiamo visto nel caso di Licio Gelli ancora vivente e ultranovantenne a suo tempo escluso dal carcere con una perizia che lo definiva quasi moribondo e che si gode la sua favoloso villa o nel caso di Tanzi e di tanti finanzieri che hanno rovinato decine di migliaia di famiglie nessuno dei quali ha fatto più di qualche giorno di carcere. Oggi tutta l'Italia ha potuto leggere che anche la madre di Diana è deceduta per suicidio. Quasi a giustificare con la tara la fine della figlia. In quanto al povero Stefano tutto l'estambliscement difende o l'arma dei carabinieri o gli agenti penitenziari Si trovano patologi e clinici che si spingono financo a dire che le lesioni del corpo di Stefano risalirebbero a prima del suo arresto!! La pressione per ridurre ad evento naturale la morte per gravissime lesioni è palpabile. Fare emergere la verità sulla morte di Stefano sarà un parto faticosissimo: ci vorranno diversi forcipi e una dura lotta.
L'Italia ha un triste primato di "suicidi" in carcere. Solo quest'anno sono 62 e tutti riguardanti giovani detenuti. Le condizioni esistenziali nel carcere sono diventate allucinanti per il sopraffollamento ma anche per l'isolamento, l'emarginazione a cui sono soggetti i detenuti. In generale si tratta di persone appartenenti alla popolazione povera in gran parte immigrata spesso non in grado di permettersi avvocati e consulenti per l'elevato costo dei loro servizi dopo la riforma del processo penale che ha aumentato enormemente le parcelle da pagare. Nel carcere esistono vari gironi di inferno ultimo dei quali il 41 bis riservato ai mafiosi ed ai sovversivi. Il 41 bis è un trattamento che può spingere al suicidio. E' una feroce vendetta dello Stato verso persone che certamente sono pericolose ma che non dovrebbero essere private del diritto ad un trattamento umano e teso alla rieducazione civile. L'ergastolo al quale era condannata la povera Diana Blefari è una pena crudelissima, indecente, indegna di un paese civile. Nel caso della nostra disgraziata suicida come nel caso dei giovani detenuti per terrorismo si tratta di pena eccessiva, sproporzionata, frutto di un accanimento ideologico e di carattere "esemplare" cioè didattico. Non si capisce poi perchè i quattro poliziotti siano condannati soltanto a tre anni e sei mesi di reclusione nel caso dell'omicidio di Federico Altrovandi mentre viene comminato l'ergastolo a Diana Blefari Milazzi che, seppur partecipando ad una inaccettabile esecuzione, è stata messa nelle condizioni di impazzire nell'inferno del 41 bis inflittole per ben tre volte senza ricevere attenzione ed aiuto da parte di tutti coloro che hanno gestito la sua vita di detenuta. Ma centro-destra e centro-sinistra convergono in una linea securitaria che, sfruttando le paure indotte nella opinione pubblica, ha allentato il controllo e l'educazione alla civiltà ed alla democrazia dei corpi dello Stato. Ogni volta che qualcuno resta stritolato negli ingranaggi della "giustizia" la reazione pavloviana della Oligarchia è di difesa a priori del sistema accompagnata di considerazioni e campagne di criminalizzazione verso le vittime. La situazione delle carceri è diventata esplosiva e viene contenuta da una repressione continua e forse da comportamenti delle gestioni penitenziarie di cui non sappiamo nulla ma delle quali abbiamo avuto un saggio per il G8 di Genova.
Bisognerebbe abolire il 41 bis e l'ergastolo e avere un programma per i carcerati che non sia soltanto quello della promessa di nuovi stabilimenti penali. Restituire alla pena la sua funzione di recupero nel rispetto dei diritti del detenuto a cominciare dall'abolizione del tu con il quale questi viene interpellato. Ma gli oligarchi del centro-destra e del centro-sinistra sono distanti mille miglia dal cambiare registro. Vanno avanti nella linea della repressione senza alcuna pietà verso chi sbaglia.
Pietro Ancona
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2 commenti:
"...alcuna pietà verso chi sbaglia."...
Tranne poi verso chi, con un sacco d'ergastoli per aver ammazzato anche rappresentanti delle forze dell'ordine, fa finta di pentirsi ed estingue la pena come: Mambro e Fioravanti (autori di stragi)
proprio cosi!
Pietro
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