venerdì 20 novembre 2009

Venti anni dalla morte di Leonardo Sciascia. Ricordiamolo!

Luogo nascitaRacalmuto
Data nascita8 gennaio 1921
Luogo mortePalermo
Data morte20 novembre 1989
Titolo di studioDiploma magistrale
Professionescrittore
Circoscrizione
Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 gennaio 1921 – Palermo, 20 novembre 1989) è stato uno scrittore, saggista e politico italiano.
Leonardo Sciascia nasce a Racalmuto, in provincia di Agrigento (allora chiamata Girgenti), primo di tre fratelli, da un impiegato, Pasquale Sciascia, e da una casalinga, Genoveffa Artorelli. La madre proviene da una famiglia di artigiani mentre il padre è impiegato presso una delle miniere di zolfo locali e la storia dello scrittore ha le sue radici nella zolfara dove hanno lavorato il nonno e il padre.
Gli studi: il periodo nisseno [modifica]
A sette anni Sciascia inizia la scuola elementare a Racalmuto e ben presto si dimostra intenso lettore. Nel 1935 si trasferisce con la famiglia a Caltanissetta dove si iscrive all'Istituto Magistrale "IX Maggio" nel quale insegna Vitaliano Brancati, che diventerà il suo modello e che lo guida nella lettura degli autori francesi, mentre l'incontro con un giovane insegnante, Giuseppe Granata (che fu in seguito senatore comunista), gli fa conoscere gli illuministi e la letteratura americana.
Nel capoluogo nisseno trascorrerà gli anni più indimenticabili della sua vita, come lui stesso confessa nella sua autobiografia, fatti delle prime esperienze e delle prime scoperte della vita oltre ad imprimersi la sua formazione culturale.
Richiamato alla visita di leva viene considerato per due volte non idoneo, ma alla terza viene finalmente accettato e assegnato ai servizi sedentari.
Nel 1941 prende il diploma magistrale e nello stesso anno si impiega al Consorzio Agrario, occupandosi dell'ammasso del grano a Racalmuto, dove rimane fino al 1948. Ebbe così modo di avere un rapporto intenso con la piccola realtà contadina.
Nel 1944 si unisce in matrimonio con Maria Andronico, maestra nella scuola elementare di Racalmuto. Da lei Sciascia avrà le sue due figlie, Laura e Anna Maria.
Il suicidio del fratello Giuseppe, avvenuto nel 1948, sconvolge Sciascia lasciandogli un profondo segno nell'animo. Nel 1949 inizia ad insegnare nella scuola elementare di Racalmuto.
Le prime opere: poesie e saggi [modifica]
Nel 1950 pubblica le "Favole della dittatura", che Pier Paolo Pasolini nota e recensisce. Il libro comprende ventisette brevi testi poetici.
Nel 1952, esce la raccolta di poesie La Sicilia, il suo cuore, che viene illustrata con disegni dello scultore catanese Emilio Greco.
Nel 1953 vince il Premio Pirandello, assegnatogli dalla Regione Siciliana per il suo saggio "Pirandello e il pirandellismo".
Inizia nel 1954 a collaborare a riviste antologiche dedicate alla letteratura e agli studi etnologici, assumendo l'incarico di direttore di «Galleria» e de «I quaderni di Galleria» edite dall'omonimo Salvatore Sciascia di Caltanissetta.
Nel 1954 Italo Calvino scrive, riferendosi a un'opera di Sciascia:
« Ti accludo uno scritto d'un maestro elementare di Racalmuto (Agrigento) che mi sembra molto impressionante »
(Lettera di Italo Calvino a Alberto Carocci, 8 ottobre 1954)

Nel 1956 pubblica "Le parrocchie di Regalpetra", una sintesi autobiografica dell'esperienza vissuta come maestro nelle scuole elementari del suo paese. Nello stesso anno viene distaccato in un ufficio scolastico di Caltanissetta.
A Roma: I racconti [modifica]
Gli zii di Sicilia [modifica]
Nell'anno scolastico 1957-1958 viene assegnato al Ministero della Pubblica Istruzione a Roma e in autunno pubblica i tre racconti che vanno sotto il titolo "Gli zii di Sicilia". La breve raccolta si apre con la "La zia d'America", un tentativo di dissacrare il mito dello "Zio Sam", visto come dispensatore di doni e libertà.
Il secondo racconto è intitolato "La morte di Stalin", nel quale, ancora una volta, il personaggio è un mito, quello del comunismo che viene incarnato, agli occhi del siciliano Calogero Schirò, da Stalin. Il terzo racconto, "Il quarantotto", è ambientato nel periodo del Risorgimento (precisamente tra il 1848 e il 1860) e tratta del tema dell'unificazione del Regno d'Italia vista attraverso gli occhi di un siciliano. Nel racconto l'autore vuole mettere in evidenza l'indifferenza ed il cinismo della classe dominante affrontando un tema già trattato da Federico De Roberto ne I Viceré (1894) e da Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo.
Alla raccolta si aggiunge, nel 1960, un quarto racconto, "L'antimonio", che ebbe favorevole consenso della critica ed al quale Pasolini dedicherà un articolo sulla rivista Officina. In esso si narra la storia di un minatore che, scampato ad uno scoppio di grisou (chiamato dagli zolfatari antimonio), parte come volontario per la guerra d'Abissinia ed, in seguito, per la guerra civile in Spagna.
A Caltanissetta: i romanzi [modifica]
Sciascia rimane a Roma un anno e al suo ritorno si stabilisce con la famiglia a Caltanissetta, assumendo un impiego in un ufficio del Patronato scolastico.
Nel 1961 esce "Il giorno della civetta" con il quale lo scrittore indica nel giallo il genere di riferimento delle sue opere. Al romanzo si ispira il film omonimo del regista Damiano Damiani, uscito nel 1968.
Gli anni '60 vedranno nascere alcuni dei romanzi più sentiti dallo stesso autore, dedicati alle ricerche storiche sulla cultura siciliana.
Nel 1963 pubblica "Il consiglio d'Egitto", ambientato in una Palermo del '700 dove vive e agisce un abile falsario, l'abate Giuseppe Vella, che "inventa" un antico codice arabo che dovrebbe togliere ogni legittimità ai privilegi e ai poteri dei baroni siciliani a favore del Viceré Caracciolo.
Il ritorno al saggio [modifica]
Nel 1964 pubblica il breve saggio o racconto, come dice lo stesso Sciascia nella prefazione alla ristampa del 1967, "Morte dell'Inquisitore", ambientato nel '600, che prende spunto dalla figura dell'eretico siciliano Fra Diego La Matina, vittima del Tribunale dell'Inquisizione, che uccide Juan Lopez De Cisneros, inquisitore nel Regno di Sicilia.
La Compagnia del Teatro Stabile di Catania, diretta da Turi Ferro, mette in scena "Il giorno della civetta", con la riduzione teatrale di Giancarlo Sbragia.
Risale al 1965 il saggio "Feste religiose in Sicilia", che fa da cornice alla presentazione ad una raccolta fotografica ad opera di Ferdinando Scianna, fotografo di Bagheria, dove torna l'accostamento della Sicilia alla Spagna, soprattutto per quanto riguarda il valore e l'importanza, in ambedue le società, della superstizione religiosa e del mito.
La commedia [modifica]
Sempre nel 1965 esce la sua commedia "L'onorevole" che è una impietosa denuncia delle complicità tra governo e mafia.
Il ritorno al romanzo [modifica]


Statua di Sciascia a Racalmuto
Nel 1966 ritorna con un romanzo, A ciascuno il suo, che riprende le modalità del "giallo" già utilizzate ne "Il giorno della civetta".
La vicenda narrata è quella di un professore di liceo, Paolo Laurana, che inizia per curiosità personale le indagini sulla morte del farmacista del paese e dell'amico dottore, ma che si scontra con il silenzio di tutti i paesani, silenzio dovuto alla paura ed alla corruzione. Come commento alla tenacia nelle indagini del professore e alla sua tragica fine, l'explicit del libro si risolve in una frase lapidaria:
« "Era un cretino." disse don Luigi »


Dal romanzo, il regista Elio Petri trae, nel 1967, il film omonimo.
A Palermo [modifica]
Nel 1967 si trasferisce a Palermo per seguire negli studi le figlie e per scrivere. Esce intanto per l'editore Mursia una antologia "Narratori di Sicilia", curata da Sciascia in collaborazione con Salvatore Guglielmino.
Nel 1969 inizia la sua collaborazione con il Corriere della Sera e pubblica "Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A.D.", che racconta, attraverso una rappresentazione teatrale, la controversia per la vendita di una partita di ceci per la quale il vescovado di Lipari non vuole pagare la tassa (siamo all'inizio del '700). Il vescovo aveva scomunicato i gabellieri, ma il re, mediante l'appello per abuso, aveva annullato la scomunica. La storia, apparentemente banale, in realtà denuncia i rapporti tra Stato-guida dell'ex Urss e gli Stati satelliti. Le iniziali A.D. identificano Alexander Dubček, che fu protagonista nel 1968 della Primavera di Praga.
La pensione [
Nel 1970 Sciascia va in pensione e pubblica la raccolta di saggi "La corda pazza", nella quale l'autore chiarisce la propria idea di "sicilitudine" e dimostra una rara sensibilità artistica espressa per mezzo di sottili capacità saggistiche. Quest'opera riporta, già dal titolo, a Luigi Pirandello che nel suo libro "Berretto a sonagli" sostiene che ognuno di noi ha in testa "come tre corde d'orologio, quella "seria", quella "civile", quella "pazza"".
Sciascia vuole indagare sulla "corda pazza" che, a suo parere, coglie le contraddizioni e le ambiguità ma anche la forza razionalizzante di quella Sicilia che è tanto oggetto dei suoi studi.
Il ritorno al genere poliziesco [modifica]
Il 1971 è l'anno de "Il contesto", con il quale l'autore ritorna al genere poliziesco. La vicenda si svolge intorno all'ispettore Rogas che deve risolvere una complicata vicenda che origina da un errore di giustizia e una serie di omicidi di giudici. Benché il romanzo sia ambientato in un paese immaginario, il lettore riconosce senza sforzo l'Italia contemporanea. Il libro desta molte polemiche, più politiche che estetiche, alle quali Sciascia non vuole partecipare, ritirando così la candidatura del romanzo al premio Campiello.
Dal romanzo venne ispirato il film di Francesco Rosi, uscito nel 1976 ed intitolato Cadaveri eccellenti.
Con gli "Atti relativi alla morte di Raymond Roussel" del 1971, si comprende che in Sciascia la propensione ad includere la denuncia sociale nella narrazione di episodi veri di cronaca nera si fa sempre più forte. Così sarà ne "I pugnalatori" del 1976 e ne "L'affaire Moro" del 1978.
Nel 1973 pubblica "Il mare colore del vino" e scrive la prefazione ad un'edizione della "Storia della colonna infame" di Alessandro Manzoni.
Nel 1974 pubblica la prefazione ad una ristampa dei "Dialoghi" dello scrittore greco Luciano di Samosata dal titolo "Luciano e le fedi".
Esce intanto Todo modo, un libro che parla "di cattolici che fanno politica" e che viene stroncato dalle gerarchie ecclesiastiche. Il racconto, di genere poliziesco, è ambientato in un eremo/albergo dove si effettuano esercizi spirituali. In questo luogo, durante il ritiro annuale di un gruppo di "potenti", tra i quali cardinali, uomini politici e industriali, si verifica una serie di inquietanti delitti.
Anche da questo romanzo verrà tratto un film dallo stesso titolo diretto dal regista Elio Petri nel 1976.
L'incarico politico
Alle elezioni comunali di Palermo nel giugno 1975 lo scrittore si candida come indipendente nelle liste del PCI e viene eletto con un forte numero di preferenze come consigliere al comune.
Nello stesso anno pubblica "La scomparsa di Majorana", una indagine sulla scomparsa del fisico Ettore Majorana avvenuta negli anni '30.
Nel 1976 esce una ristampa delle commedie "L'onorevole" e "Recitazione della controversia liparitana" con l'aggiunta de "I mafiosi".
Nello stesso anno pubblica l'indagine "I pugnalatori", un libro inchiesta su una vicenda avvenuta a Palermo nel 1862 che vide uccise a pugnalate 13 persone.
All'inizio del 1977 Sciascia si dimette dalla carica di consigliere del PCI. La sua contrarietà al compromesso storico e il rifiuto per certe forme di estremismo lo portano infatti a scontri molto duri con la dirigenza del Partito comunista[1].
Successivamente sarà parlamentare nazionale ed europeo per il Partito Radicale.
Pubblica in quell'anno "Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia", dove è chiaro il riferimento al "Candido" di Voltaire.
I contatti con la cultura francese
In questi anni aumenta i suoi viaggi a Parigi e si intensificano i contatti con la cultura francese e nel 1978 pubblica "L'affaire Moro" sul sequestro e il processo nella cosiddetta "prigione del popolo" ad Aldo Moro organizzato dalle Brigate Rosse.
L'inchiesta sulla strage di via Fani [modifica]
Nel 1979 accetta la proposta dei Radicali e si candida sia al Parlamento europeo sia alla Camera. Eletto in entrambe le sedi istituzionali opta per Montecitorio, dove rimarrà fino al 1983 occupandosi quasi esclusivamente dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani e sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro.
Esce in quell'anno "Nero su Nero", una raccolta di commenti ai fatti relativi al decennio precedente, "La Sicilia come metafora", un'intervista a Marcelle Padovani e "Dalle parti degli infedeli", lettere di persecuzione politica inviate negli anni '50 dalle alte gerarchie ecclesiastiche al vescovo Patti, con il quale inaugura la collana della casa editrice Sellerio intitolata "La memoria" che festeggia nel 1985 la centesima pubblicazione con le sue "Cronachette".
Nel 1980 pubblica "Il volto sulla maschera" e la traduzione di un'opera di Anatole France, "Il procuratore della Giudea".
Nel 1981 pubblica "Il teatro della memoria" e, in collaborazione con Davide Lajolo, "Conversazioni in una stanza chiusa".
Nel 1982 esce "Kermesse" e "La sentenza memorabile", nel 1983 "Cruciverba", una raccolta di suoi scritti già pubblicati su riviste, giornali e prefazioni a libri.
Pubblica nel 1984 "Stendhal e la Sicilia", un saggio per commemorare la nascita dello scrittore francese.
Gli ultimi anni di vita ]


Ricordo di Sciascia a Racalmuto
Gli ultimi anni di vita dello scrittore sono segnati dalla malattia che lo costringe a frequenti trasferimenti a Milano per curarsi ma egli continua, sia pure con fatica, la sua attività di scrittore.
Nel 1985 pubblica "Cronachette" e "Occhio di capra", una raccolta di modi di dire e proverbi siciliani, e nel 1986 "La strega e il capitano", un saggio per commemorare la nascita di Alessandro Manzoni.
Carichi di tristi motivi autobiografici sono i brevi romanzi gialli "Porte aperte" del 1987, "Il cavaliere e la morte" del 1988 e "Una storia semplice", che uscirà in libreria il giorno stesso della sua morte.
Nel 1986 Sciascia scrive a Bettino Craxi, comunicandogli di aver votato per il PSI nelle elezioni regionali siciliane di quell'anno ed invitando il leader socialista a favorire il ricambio della classe dirigente siciliana del partito.
Nel 1987 cura una mostra molto suggestiva, all'interno della Mole Antonelliana a Torino, dal titolo "Ignoto a me stesso" (aprile-giugno). Erano esposte quasi 200 rare fotografie scelte da Leonardo Sciascia e concesse in originale da importanti istituzioni di tutto il mondo. Si tratta di ritratti di scrittori famosi, dai primi dagherrotipi ai giorni nostri, da Edgar Allan Poe a Rabindranath Tagore a Gorkij a Jorge Luis Borges. Il catalogo viene stampato da Bompiani e oltre il saggio di Sciascia "Il ritratto fotografico come entelechia" contiene 163 ritratti e altrettante citazioni dei relativi scrittori. La chiave della mostra è forse la citazione di Antoine de Saint-Exupéry:
« Non bisogna imparare a scrivere ma a vedere. Scrivere è una conseguenza »


Dopo la pubblicazione dell'articolo "I professionisti dell'antimafia", apparso sul Corriere della Sera il 10 gennaio 1987, Sciascia subisce attacchi da molte personalità della cultura italiana a causa delle accuse rivolte al pool di magistrati dell'antimafia palermitana: a suo dire, alcuni di essi si sarebbero macchiati di carrierismo, utilizzando la sacrosanta battaglia per la rinascita morale della Sicilia come titolo di merito all'interno del sistema correntizio delle promozioni in magistratura. A causa di questo, Sciascia viene isolato da più parti eccezion fatta per i Radicali ed i Socialisti. Solo di recente è stata proposta una rivalutazione dell'intervento sciasciano al quale hanno aderito Leoluca Orlando (favorevole), allora sindaco di Palermo, e Nando Dalla Chiesa (contrario), fra gli altri.
Pochi mesi prima di morire scrive "Alfabeto pirandelliano", "A futura memoria (se la memoria ha un futuro)", che verrà pubblicato postumo, e "Fatti diversi di storia letteraria e civile" edito da Sellerio.
La morte [modifica]
Leonardo Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989 e chiede i funerali in Chiesa. Con lui nella sua bara si volle portare un crocifisso d'argento. Al funerale viene ricordato da numerose parole di stima, fra cui quelle del grande amico Gesualdo Bufalino.
È sepolto a Racalmuto, suo paese natale, all'ingresso del cimitero. Sulla lapide bianca una sola frase:
« Ce ne ricorderemo di questo pianeta »


Il senso di una frase simile su una tomba per la verità appare già molto chiaro e ben poco "laico e agnostico". Su un manoscritto, conservato dalla famiglia, Sciascia scrive:
« Ho deciso di farmi scrivere sulla tomba qualcosa di meno personale e di più ameno, e precisamente questa frase di Villiers de l'Isle-Adam: "Ce ne ricorderemo, di questo pianeta". E così partecipo alla scommessa di Pascal e avverto che una certa attenzione questa terra, questa vita, la meritano »


Amici di Leonardo Sciascia
Fondata il 26 giugno 1993 a Milano, nella sede storica presso la Biblioteca Comunale, Palazzo Sormani, l'associazione degli Amici di Leonardo Sciascia si propone di incoraggiare la lettura e la ricerca in merito al pensiero e all'opera dello scrittore. È attualmente presieduta (2008) da Salvatore Silvano Nigro, docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa. L'associazione è priva di scopi di lucro e si autofinanzia con i contributi dei soci e di terzi.
Tra le attività più importanti dell'Associazione vi sono la realizzazione dei Quaderni Leonardo Sciascia, rivista annuale che ospita scritti monografici o di rassegna, atti di convegni, contributi originali, studi, ricerche, riflessioni, dibattiti sui diversi aspetti dell'opera di Sciascia. La collana Porte aperte, che alterna testi di autori particolarmente amati da Sciascia a saggi critici sulla sua opera; le cartelle annuali di Omaggio a Sciascia, contenenti un'incisione a tiratura limitata e un breve testo letterario.
Il Premio internazionale e biennale Leonardo Sciascia Amateur d'Estampes per ricordare la passione di Leonardo Sciascia per l'incisione originale d'arte, il servizio Internet del Leonardo Sciascia Web che offre, tra l'altro, l'opportunità di consultare La memoria di carta, la bibliografia più completa ad oggi realizzata (ed in costante aggiornamento) sulle opere dello scrittore; Seminari di studio e incontri pubblici per avvicinare soprattutto i giovani all'opera di Sciascia. È in preparazione per la conclusione dell'anno sciasciano (20 novembre 2008-20 novembre 2009) la pubblicazione dell'Enciclopedia di Leonardo Sciascia.
Il 30 ottobre 2008 è stato lanciato ufficialmente a Firenze un manifesto per ricordare Leonardo Sciascia dal titolo Ce ne ricorderemo di questo maestro che è stato firmato da decine di uomini di cultura in varie parti del mondo: il Nobel 2006 per la letteratura, Orhan Pamuk, il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, Salvatore Settis, scrittori come Andrea Camilleri, Dacia Maraini, Mario Andrea Rigoni e Vincenzo Consolo, filosofi come Fernando Savater e Massimo Piattelli-Palmarini, il senatore ed ex-presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, uomini politici come Marco Pannella ed Emanuele Macaluso, l'editore Elvira Sellerio, pittori come Piero Guccione e Bruno Caruso, ecc.
Riconoscimenti [modifica]
Gli è stato dedicato un asteroide, 12380 Sciascia.
Bibliografia [modifica]
Opere di Leonardo Sciascia [modifica]
Le favole della dittatura, Bardi, Roma 1950
La Sicilia, il suo cuore, Bardi, Roma, 1952
Pirandello e il pirandellismo, Salvatore Sciascia, Caltanissetta, 1953
Le parrocchie di Regalpetra, Laterza, Bari, 1956 e 1967
Gli zii di Sicilia, Salvatore Sciascia, Caltanissetta, 1958 e Einaudi, Torino, 1960 con l'aggiunta de L'antimonio
Il giorno della civetta, Einaudi, Torino, 1961
Il consiglio d'Egitto, Einaudi, Torino, 1963
Morte dell'Inquisitore, Laterza, Bari, 1964
L'Onorevole, Einaudi, Torino, 1965
Feste religiose in Sicilia (fotografie di Ferdinando Scianna), Leonardo da Vinci, Bari, 1965
A ciascuno il suo, Einaudi, Torino, 1966
Narratori in Sicilia, (in collaborazione con S. Guglielmino), Mursia, milano, 1967
Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A.D., Einaudi, Torino, 1969
La corda pazza, Einaudi, Torino, 1970
Atti relativi alla morte di Raymond Roussel, Esse Editrice, Palermo, 1971
Il contesto, Einaudi, Torino, 1971
Il mare color del vino, Einaudi, Torino, 1973
Todo modo, Einaudi, Torino, 1974
Luciano e le fedi (Prefazione ai Dialoghi di Luciano), Einaudi, Torino, 1974
La scomparsa di Majorana, Einaudi, Torino, 1975
Cola di pesce, Emme Edizioni, 1975
I pugnalatori, Einaudi, Torino, 1976
Candido, ovvero un sogno fatto in Sicilia, Einaudi, Torino, 1977
L'affaire Moro, Sellerio, Palermo, 1978
Nero su nero, Einaudi, Torino, 1979
Dalle parti degli infedeli, Sellerio, Palermo, 1979
Il teatro della memoria, Einaudi, Torino, 1981
Conversazioni in una stanza chiusa, (con Davide Lajolo), Sperling & Kupfer, Milano, 1981
Kermesse, Sellerio, Palermo, 1982
La sentenza memorabile, Sellerio, Palermo, 1982
Cruciverba, Einaudi, Torino, 1983
Cronachette, Sellerio, Palermo, 1983
Per un ritratto dello scrittore da giovane, Sellerio, Palermo, 1985
La strega e il capitano, Bompiani, Milano, 1986
1912+1, Adelphi, Milano, 1986
Porte aperte, Adelphi, Milano, 1987
Il cavaliere e la morte, Adelphi, Milano, 1988
Ore di Spagna, Pungitopo, Marina di Patti, 1988
Alfabeto pirandelliano, Adelphi, Milano, 1989
Una storia semplice, Adelphi, Milano 1989
Fatti diversi di storia letteraria e civile, Sellerio, Palermo, 1989
A futura memoria (se la memoria ha un futuro), Bompiani, Milano, 1989
Occhio di capra, Piccola Biblioteca Adelphi, Adelphi, Milano, 1990
Opere – 1956.1971, A cura di Claude Ambroise, Classici Bompiani, ISBN 88-452-4413-X
Opere – 1971.1983, A cura di Claude Ambroise, Classici Bompiani, ISBN 88-452-5001-6
Opere – 1984.1989, A cura di Claude Ambroise, Classici Bompiani, ISBN 88-452-5302-3
Monografie dedicate a Leonardo Sciascia [modifica]
Filippo Cilluffo, Leonardo Sciascia: cinque immagini della Sicilia, Fondazione Ignazio Mormino, Palermo, 1965
Walter Mauro, Leonardo Sciascia, La Nuova Italia, Firenze, 1970 (e poi 1973, edizione ampliata e riveduta)
Claude Ambroise, Invito alla lettura di Sciascia, Mursia, Milano, 1974 (e poi 1983, edizione riveduta e ampliata)
Antonio Di Grado, "Leonardo Sciascia. La figura e l'opera", Il Pungitopo, Marina di Patti, 1992.
Antonio Di Grado, "Quale in lui stesso alfine l'eternità lo muta", Sciascia, Caltanissetta, 1999.
Gaetano Compagnino, Leonardo Sciascia nella terra dei letterati, Catania, Bonanno Editore, 1994.
Massimo Onofri, "Storia di Sciascia", Laterza, Roma, 1994, nuova edizione 2004
Matteo Collura, "Il maestro di Regalpetra. Vita di Leonardo Sciascia", Longanesi, (1996).
V. Fascia, F. Izzo, A. Maori, La memoria di carta: Bibliografia delle opere di Leonardo Sciascia, Edizioni Otto/Novecento, Milano, 1998
Leonardo Sciascia di Giuseppe Traina, Bruno Mondadori,1992
Valter Vecellio (a cura di), L'uomo solo: L'Affaire Moro di Leonardo Sciascia, Edizioni La Vita Felice, Milano, 2002
Valter Vecellio, Saremo perduti senza la verità, Edizioni La Vita Felice, Milano, 2003
G. Jackson, Nel labirinto di Sciascia, Edizioni La Vita Felice, Milano, 2004
Lanfranco Palazzolo. Leonardo Sciascia. Deputato Radicale, 1979-1983. Kaos edizioni, 2004. ISBN 88-7953-128-X.
E. Palazzolo, Sciascia. Il romanzo quotidiano, Edizioni Kalós, 2005
L. Pogliaghi (a cura di), Giustizia come ossessione: forme della giustizia nella pagina di Leonardo Sciascia, Edizioni La Vita Felice, Milano, 2005
J. Cannon, The Novel As Investigation: Leonardo Sciascia, Dacia Maraini, and Antonio Tabucchi, Toronto Italian studies, Toronto: University of Toronto Press, 2006.
M. D'Alessandra e S. Salis (a cura di), Nero su giallo: Leonardo Sciascia eretico del genere poliziesco, Edizioni La Vita Felice, Milano, 2006.
P. Milone, L'enciclopedia di Leonardo Sciascia: caos, ordine e caso : atti del 10 ciclo di incontri (Roma, gennaio-aprile 2006). Quaderni Leonardo Sciascia, 11. Milano: La Vita Felice, 2007.
G. Lombardo, Il critico collaterale: Leonardo Sciascia e i suoi editori, Collana Porte Aperte. Milano: La Vita Felice, 2008.
Andrea Camilleri, Un onorevole siciliano. Le inchieste parlamentari di Leonardo Sciascia, Milano, Bompiani, 2009. ISBN 9788845263514.
Articoli su testate nazionali [modifica]
Corriere della Sera - 10 gennaio 1987 - "I professionisti dell'Antimafia" Secondo Sciascia il protagonismo e la spettacolarità delle indagini inquinano un serio e doveroso contrasto a Cosa Nostra.
Articoli, recensioni, testi su Il giorno della civetta [modifica]
M. Prisco, "Il giorno della civetta", in Baretti, n°8, marzo-aprile, 1961
D. Giuliana, "Sicilia di Sciascia", in La Fiera Letteraria, 28 maggio 1961
P. Milano, "Un carabiniere di sinistra", in L'Espresso, 4 giugno 1961
P. Dallamano, "L'ora della civetta", in L'Ora, 8 luglio 1961
V. De Martinis, "Il giorno della civetta", in Letture, n°7, luglio 1961.
Recensioni e studi sull'opera di Sciascia [modifica]
Giorgio Trombatore, "Sicilia amara", in Scrittori del nostro tempo, Palermo, Manfredi, 1959
Carlo Salinari, "L'Ironia di Sciascia", in Vie Nuove, 12 marzo 1960
Alessandro Galante Garrone, "Quasi un anti-Gattopardo l'ultimo racconto di Sciascia", in La Stampa, 27 febbraio 1963
Giorgio Manacorda, "Il Consiglio d'Egitto", in Il Contemporaneo , n° 62, luglio 1963
Giuliano Gramigna, "Il professore indaga", in La Fiera Letteraria , 31 marzo 1966
Geno Pampaloni, "La prigione dei moralisti", in L'espresso, 24 aprile 1966
Salvatore Battaglia, "La verità pubblica di Leonardo Sciascia", in Il Dramma, n°5, maggio 1970
Ferdinando Camon, "Il contesto di Leonardo Sciascia", in Nuovi Argomenti, n°26 marzo 1972
Giovanni Raboni, "Amarezze poliziesche", in Quaderni Piacentini, n°46, marzo 1972
Carlo Bo, "Todo modo", in Interventi sulla narrativa italiana contemporanea 1973-1975, Treviso, Matteo Editore, 1976
Furio Colombo, «"Il contesto" di Sciascia e "I cadaveri" di Rosi» in La Stampa (Tuttolibri), 28 febbraio 1976
Enzo Siciliano, "Candido in Sicilia", in Corriere della Sera, 28 dicembre 1977
Eugenio Scalfari, "La passione di Moro secondo Sciascia", in La Repubblica, 17-18 settembre 1978
Angelo Guglielmi, "Leonardo Sciascia", in Il piacere della letteratura, Feltrinelli, Milano, 1981
Giulio Nascimbeni, "Sciascia alla festa della memoria" in Corriere della Sera, 22 maggio 1982
Nello Ajello, "Parola di Sciascia", in La Repubblica, 5 gennaio 1985
Giovanni Raboni, "Un filo di speranza", in L'Europeo, 2 febbraio 1990
Pino Arlacchi, "Perché non amo Sciascia", in La Repubblica, 14 dicembre 1993
Sciascia al cinema [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Elenco_di_film_tratti_da_opere_letterarie#Leonardo_Sciascia.

1967: A ciascuno il suo di Elio Petri
1968: Il giorno della civetta di Damiano Damiani
1969: Un caso di coscienza di Giovanni Grimaldi
1976:
Cadaveri eccellenti di Francesco Rosi, tratto dal romanzo Il contesto
Todo modo di Elio Petri
Una vita venduta di Aldo Florio, dalla novella L'antimonio
1990: Porte aperte di Gianni Amelio
1991: Una storia semplice di Emidio Greco
2000: Ce ne ricorderemo, di questo pianeta. Un sogno di Sciascia in Sicilia di Davide Camarrone e Salvo Cuccia
2001: Il consiglio d'Egitto di Emidio Greco
Note [modifica]
^ Sciascia e il PCI
Altri progetti [modifica]
Commons
Wikiquote
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Wikiquote contiene citazioni di o su Leonardo Sciascia
Curiosità [modifica]
"Leonardo Sciascia" è il nome di una immaginaria scuola pubblica secondaria di 2° grado presente nella fiction Agrodolce.
Voci correlate [modifica]
Le parrocchie di Regalpetra
Il giorno della civetta
A ciascuno il suo
Porte aperte
Una storia semplice
Caltanissetta
Provincia di Caltanissetta
Racalmuto
Provincia di Agrigento
Controversie Liparitane

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