FRANCIS FORD COPPOLA ED I GIOVANI ITALIANI
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Francis Coppola, il regista italo-americano ha detto alla "Stampa" parlando dell'Italia:
«Non offre opportunità ai giovani. ( Questo è vero, verissimo!!) In giro per il mondo, persino in Messico o Guatemala, trovi ragazzi italiani che cercano occasioni di lavoro. Per avere un futuro ci vogliono buoni genitori alle spalle. I padri italiani, invece, sono come quelli dei miei film, vogliono tutto per se stessi, i soldi, le ragazze, il centro dell’attenzione. Sono addirittura capaci di rubare la fidanzata ai figli, come in “Tetro”». (E questo non è assolutamente vero!)
Questa affermazione del famoso regista del "Padrino" e di di "Apocalisse New" è stata subito
legata dalla stampa di destra alla campagna aperta anni orsono dai liberisti della Bocconi di Milano sul conflitto generazionale, sui padri che tolgono spazio ai figli, sulle pensioni che mangiano le risorse che dovrebbero essere destinate ai giovani. Insomma sulla contrapposizione genitori privilegiati e protetti
contro figli precari, insicuri e senza rete.
La generalizzazione di Francis Coppola è del tutto campata in aria. Non è vera in generale e, se ci avviciniamo di molto alla questione ed ingrandiamo per vedere meglio, neppure in particolare. Le nuove generazioni italiane sopravvivono alla crudele legge del lavoro imposta dal potere dei liberisti soltanto perchè esiste una fortissima solidarietà parentale intergenerazionale. Proprio il contrario dei figli divorati dai padri evocati daL regista!Milioni di giovani con retribuzioni basse fino al ridicolo sopravvivono con le integrazioni dei loro genitori o dei loro nonni, due generazioni precedenti al profondo e radicale sconvolgimento introdotto dagli accordi concertativi del 1993, dalla destrutturazione del contratto di lavoro in lavoro precario variamente denominato, dalla legge sacconi-maroni e prima di questa dal cosidetto pacchetto Treu, dalla alienazione della loro personalità. Il mercato manipolato dice loro: non mi interessa se hai due lauree e sei musicologo. a me occorre un domestico! Vieni a fare il domestico!!
La voracità cannibalesca dell'imprenditoria italiana contagiata anche allo Stato è giunta financo ad andare oltre il contratto a tempo determinato. Non gli basta più. Oggi è assai gettonato il rapporto di collaborazione, a progetto, un fumus che, dietro l'autonomia della prestazione "professionale" fasulla
nasconde il disimpegno datoriale da ogni sia pur minimo welfare.
Le famiglie italiane hanno fatto di tutto per assicurare ai figli l' avvenire migliore. Molti ragazze e ragazze si sono laureati con difficoltà e sacrifici enormi dei genitori. Ma anche questa porta, questo passaggio ad una condizione di relativa sicurezza sociale si è chiusa con i ridimensionamenti imposti dalla privatizzazione dei servizi scolastici e sanitari ed ora della privatizzazione dei servizi pubblici locali. Un giovane professore può aspirare a guadagnare 5 euro l'ora in una struttura scolastica privata! La modesta ma tranquilla posizione assicurata dal concorso pubblico fino ad ieri non esiste più! Un acquedotto municipale a gestione pubblica garantiva un decente stipendio ad un
biologo, un ingegnere, un ragioniere. La privatizzazione fa subentrare stipendi e salari bassissimi, insufficienti per il mantenimento di una famiglia,e naturalmente la precarizzazione...
Il Ministro Padoa Schioppa aveva definito i giovani italiani che fino ai 35 anni si trattengono ancora nella casa paterna "bamboccioni" imputando loro mancanza di coraggio nell'affrontare la vita.
Ai giovani meridionali è stata imputata - in passato- la mancanza di mobilità, il restare in casa per non trasferirsi al Nord dove ci sono le opportunità. Ma come si fa ad andare al Nord quando l'affitto di una stanza costa più di quanto si ricaverebbe da uno "stipendio"?
Insomma, Francis Coppola esprime un giudizio sbagliato. Non deve imputare ai genitori la cattiva condizione economica e sociale dei figli ma chiedersi quali siano le responsabilità del Governo e come si sia trasformato ed involuto il sistema economico italiano che si è ridotto oramai a produrre infelicità e non soltanto per i giovani ma per quanti non appartengono ai gruppi sociali del privilegio.
Dovrebbe fare l'elogio ai genitori ed ai nonni per l'aiuto che danno nel tenere a galla i loro figli e nipoti. Questi affonderebbero nel girone degli schiavi se qualcuno non provvedesse a pagare l'assicurazione della loro auto, le medicine e quanto serve ai loro bambini, le spese straordinarie che non mancano mai. Cinque milioni di precari a vita non sarebbero sopravvissuti senza l'aiuto delle loro famiglie. Precipiterebbero tutti nella miseria più nero se venisse meno l'aiuto familiare. Ma questo ora è diventato ancora più difficile per la prolungata erosione delle pensioni e dei vecchi stipendi prodotta dal fisco, dal mercato sempre più oligopolistico, dal costo dei servizi locali, dalla vita in città sempre più cara....
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/torino-film-festival/speciale/articolo/lstp/90902/
http://italia2013.wordpress.com/2009/09/30/quei-poveracci-dei-precari-italiani/
http://www.finanzautile.org/lavoro-in-forte-crescita-il-numero-dei-precari-in-maggioranza-sono-donne-del-mezzogiorno.htm
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