LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE ED IL 18 BRUMAIO DI STALIN
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Nel rivedere un pò di iconografia e di scritti sulla rivoluzione d'ottobre mi ha molto colpito l'operazione di passivizzazione delle masse, dei gruppi, delle comunità fatta dal regime comunista.I quadri, i manifesti ci fanno vedere sempre Lenin che arringa dall'alto di un podio le masse rivoluzionarie che ascoltano ed applaudono. Del grande, fortissimo gruppo dirigente bolscevico non se ne sa nulla. Per saperne qualcosa bisogna fare approfondite ricerche storiche attraverso fittissimi strati di storiografia stalinista
che ci impediscono di vederli come erano. Molti li vediamo attraverso le ingiurie e la criminalizzazione
dei processi intentati a loro carico. Spesso per amore del socialismo si dichiaravano colpevoli!
La rivoluzione russa non fu opera soltanto dei comunisti ma anche di altre forze politiche come i socialisti. I bolscevichi vinsero dapprima la battaglia interna con i menscevichi e poi fecero fuori i socialisti. Famosa la frase del soldato comunista pronunciata mentre c'era in corso una discussione interminabile tra comunisti e socialisti: "la guardia è stanca"! Spense la luce e costrinse tutti ad uscire mettendo fine all'Assemblea Costituente ed aprendo la strada alla gestione militare della rivoluzione da parte di Lenin e dei bolscevichi.
Attribuire l'ottobre, cioè la rivoluzione contro il regime zarista soltanto ai comunisti è sbagliato! Per lungo tempo i comunisti furono una minoranza, o, come amava dire Lenin, una avanguardia. La rivoluzione cominciò spontaneamente con il ritorno di milioni di soldati dal fronte, soldati che non esitarono a fucilare gli aristocratici ufficiali che li comandavano richiamati dalla voce della terra e delle famiglie che non vedevano da anni..
I bolscevichi fecero fuori tutti i gruppi diversi dal loro e si piazzarono alla guida militare della rivoluzione. Rivoluzione che durò parecchi anni dal momento che tutte le potenze del capitalismo europeo fornivano armi, uomini, aiuto assistenza alle guardie bianche. Si può ben affermare che mentre la rivoluzione francese fece la guerra all'europa inseminandola delle sue idee egalitè, fraternitè,libertè la rivoluzione bolscevica fu costretta ad agire dentro i confini della Russia. La guerra
capitalistica fu tanto dura e sanguinosa da lasciare le sue stimmate per sempre sullo Stato comunista
che induri moltissimo la cosidetta "dittatura del proletariato" e ridusse al minimo gli spazi di libertà e di democrazia.
Dentro il gruppo dirigente bolscevico, dopo la morte di Lenin, Stalin si sbarazza di tutto il gruppo dirigente a cominciare da Trotscki e stende sull'URSS un lunghissimo 18 brumaio culminato nel processi del 1936. Quasi tutto il gruppo dirigente comunista fu fucilato e con esso anche i membri dei Comitati Centrali di tanti paesi europei. I fuoriusciti comunisti italiani che scappavano dal fascismo e si rifugiavano in Russia venivano imprigionati, isolati, uccisi perchè ritenuti portatori di infezioni libertarie e "democraticistiche". Bastava dire che erano sospettati di spionaggio per essere subito impiccati o fucilati.
La storia del comunismo dall'avvento alla morte di Stalin è dominata da un progetto statalista controrivoluzionario,imperiale, dotato di una sterminata ed immensa burocrazia dedita alla realizzazione di piani quinquennali che tuttavia ebbero il merito di mettere l'Unione Sovietica in grado di difendersi all'attacco nazista. Noi conosciamo il comunismo realizzato soltanto nella sua versione stalinista. Non sappiamo come e che cosa sarebbe stato con la direzione democratica di tutto il gruppo dirigente.
L'iconografia stalinista ci fa vedere quattro facce sovrapposte: Engels,Marx,Lenin e Stalin. I cinesi vi aggiunsero Mao.Il culto della personalità diventò parte importante del comunismo. Tuttora resiste anche nella concezione dei partiti comunisti dell'occidente ed ha dato luogo a dittature personali in tutto il mondo.
Pietro Ancona
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