LA CATTURA DEL MAFIOSO E L'IMPUNITA' DI COSENTINO
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La cattura del mafioso Raccuglia, latitante da quindici anni ,è stata salutata da manifestazioni di giubilo dei poliziotti di Palermo e dei giovani di Addio Pizzo che, proprio l'altro ieri, avevano fatto un volantinaggio antiracket porta a porta nel quartiere di San Lorenzo oppresso da una delle cosche più avide e sanguinarie della organizzazione criminale. Anche il Ministro Alfano si è rallegrato ed ha annunziato di
infliggergli subito il carcere duro del 41 bis.
In generale, io sono contrario alla giustizia di piazza, ai cow boy che preparano il nodo scorsoio ed adocchiano il ramo dove impiccare il malcapitato. Ma trovo significativo ed importante che una parte della società siciliana impegnata in una difficilissima azione di contrasto al pizzo ed al dominio sociale della mafia esprima pubblicamente la sua soddisfazione per la cattura di una delle più importanti espressioni della piovra
che da sempre opprime la Sicilia e ne tarpa le ali. La mafia siciliana ha subito e continua a subire durissimi colpi ad opera di una Magistratura di prima linea, impegnata e competente, ricca di una esperienza che da Rocco Chinnici ad Ingroa ha accumulato un sapere, una conoscenza che dà continuamente i suoi frutti. Speriamo che questa Magistratura mantenga anche in futuro i compiti di direzione e di coordinamento della polizia. In qualche modo dobbiamo preoccuparci dei propositi del centro destra che vorrebbe ridurne al minimo i poteri inquirenti sottraendole la polizia giudiziaria.
Confermo la mia opposizione al 41 bis. Rendere terribilmente afflittiva la pena a chi è già stato condannato all'ergastolo mi sembra una crudeltà gratuita, una vendetta di Stato indegna di un Paese civile. Che il 41 bis, poi, venga comminato da un Ministro e non dalla Magistratura mi inquieta.
Alfano annunzia castigo durissimo al catturato mentre propone percorsi legislativi privilegiati per salvare dal giudizio dei tribunali il Presidente del Consiglio e con lui tanti esponenti della ricchezza e del privilegio. Non è contraddittorio? La giustizia non tollera squilibrio. Non può essere durissima con la criminalità comune ed organizzata e benevola, misericordiosa o complice dei potenti, degli oligarchi.
La società civile siciliana si libera con l'opera antimafia profonda dei ragazzi antipizzo, delle associazioni antiraket, della costante azione di tutte le scuole di ogni ordine e grado impegnate nella educazione delle nuove generazioni ai precetti della Costituzione, alla legalità.... con una trasparenza della pubblica amministrazione che siamo assai lontana dal possedere.
La durezza del 41 bis ostentata dal Governo non compensa dei cedimenti continui alle organizzazioni mafiose. Il Ministro Lunardo arrivò a dichiarare la necessità di una convivenza con i mafiosi mentre pezzi dello Stato si sono spinti fino ad una vera e propria trattativa durante la quale morivano Falcone e Borsellino. I giudici napoletani chiedono l'arresto di un membro del governo e questi resta imperterrito al suo posto pare incoraggiato dal Presidente del Consiglio. Lo stesso Presidente della repubblica non ritiene di intervenire e di far sapere di non gradire un sottosegretario sul quale pende una richiesta di arresto.
Come recepisce la popolazione campana il messaggio di Cosentino accusato di essere uomo del clan dei casalesi che resta al suo posto financo con la copertura del PD? I campani come i siciliani i calebresi i pugliesi sono aperti nella loro stragrande maggioranza ad un profondo e duratura impegno contro la mafia.. Ma se questa continua ad essere un pezzo dello Stato è difficile provocarne la estirpazione. Il suo ruolo di oppressione continuerà fino a quando sarà parte integrante del sistema di potere, della democrazia che condiziona e spesso possiede, un sistema democratico composto da
da iperprivilegiati che vivono separati dalla popolazione nelle loro nicchie di potere.
Pietro Ancona
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