lunedì 8 marzo 2010

una grottesca farsa elettorale

Grottesca farsa elettorale

La batteria massmediatica mondiale ha ricevuto il suo input, la sua velina, dal direttore di Orchestra che siede a Washington o a Gerusalemme. La soffiata insufflata ai giornali ed alle radiotv del mondo è questa: Avete visto? Ha fatto bene Bush ad invadere l'Iraq. Vi abbiamo esportato la democrazia. Ieri la gente è andata a votare senza lasciarsi scoraggiare dai terroristi. Nei prossimi giorni si eleggerà per la seconda volta il Parlamento...
Questa vulgata delle elezioni irakene giunge in Italia con gli editoriali di due grandissimi esperti di politica estera, il signor Venturini del Corriere della Sera ed il signor Valli di Repubblica. I due giornali magari litigano tutti i giorni su Berlusconi e sono schierati l'uno con il centro-destra e l'altro con il centro-sinistra. Ma in politica estera vanno d'accordo che di più non si può. Non possono
scrivere cose diverse da quelle del NYT o del Wuashington post. La ventina di giornali che informano l'opinione pubblica occidentale ha un rigore ideologico che spesso sfocia in settarismo e non esita a scomunicare subito coloro che si permettono di avanzare magari qualche dubbio sugli affari che trattano. Chi non è rigorosamente atlantista e liberista è comunista! Non ci sono vie di mezzo!
C'è da dire sulle elezioni irakene che non ne sappiamo quasi niente tranne le scarne notizie diramate dalle agenzie. Dal momento dell'occupazione ad oggi tutti i giornalisti free sono stati allontanati o convertiti alla causa dell'invasione come è successo a qualcuno di quelli arabi. Circa quattrocento giornalisti sono stati uccisi dal 2003 e non potranno mai raccontarci che cosa hanno visto. La carneficina è iniziata con la cannonata di un carroarmato Usa al decimo piano dell'Albergo Palestine di Bagdad. Sappiamo bene che i giornali sono considerati fumo negli occhi dai generali americani
che, con metodi che definire brutali e spicci è dir poco, hanno imposto il filtro del loro ufficio informazioni e censurato preventivamente ogni corrispondenza. Sono accettati soltanto gli embedded. Non è da escludere che la morte di Baldoni ed il tentato omicidio di Giuliana Sgrena siano stati momenti di intimidazione e di vero e proprio terrorismo per scoraggiare la presenza di giornalisti. Inoltre è stato reso difficilissimo e pericoloso l'accesso ai vari teatri di guerra. Quello che si è saputo sul bombardamento all'uranio ed al fosforo di Falluja che oltre ad avere provocato migliaia di morti sta popolando la città di bambini-mostri per le terribili alterazioni genetiche della popolazione, è riuscito a filtrare quasi per caso. Chissà quante Falluja ci sono state in questi terribili sette anni di Apocalisse di cui non sapremo mai niente. Del resto, dal De Bello Gallico di Giulio Cesare ad oggi la storia è scritta dai vincitori e quasi niente sappiamo dei vinti.
Non sappiamo niente delle stragi quasi quotidiane che devastano Bagdad e l'Irak attribuite alla fantomatica AlQaeda alla quale fingono di credere Venturini e Valli e l'esercito di pennivendoli che
ne ricevono l'imbeccata. L'Iraq è occupato dagli eserciti della Nato ma anche da un numero sterminato di contractors della Blackwater e da altre multinazionali delle armi. Chi ci garantisce che
sulla base della enorme esperienza fatta in America Latina non siano squadroni della morte degli invasori a provocare le stragi per tenere viva la tensione tra sunniti e sciiti? Negroponte esperto in questo genere di guerra è stato a lungo in Iraq. Come mai nelle regioni in cui c'è una forte presenza kurda non si verificano stragi? La risposta non può essere che questa: qui le stragi non servono perchè c'è una strategia diversa da perseguire.
La squallida farsa delle elezioni di ieri svoltesi senza alcun controllo internazionale e sotto la rigida regia degli occupanti e dei loro quisling è servita soltanto a dare ad Obama una qualche pezza di appoggio per dichiarare vinta una guerra che invece è stata persa. Pare che la scheda elettorale fosse
piena di numeri come la carta di una tombola. Ad ognuno dei seicento candidati corrispondeva un numero. I votanti dovevano segnare con il dito intinto nell'inchiostro il numero o i numeri da votare.
Non si sa quanti giorni o settimane passeranno per potere sapere i risultati di questo grandioso evento di democrazia. A giudicare dal tono gongolante della stampa occidentale è probabile che siano già stati designati i circa trecento eletti. Forse c'è già stato un accordo a tavolino.Qualcuno dichiarerà subito validi i risultati magari per non ripetere la grottesca farsa delle elezioni in Afghanistan dove nonostante i rilievi negativi degli osservatori esteri alla fine si è steso un velo sulle vergogne di elezioni truccate e sulla riconferma di Karzay noto mafioso membro di una famiglia di trafficanti di droga. Naturalmente c'è democrazia e democrazia. E' democratica questa elezione ma non quella che diede la vittoria ad Hamas in Palestina seppur certificata a livello internazionale. Gli eletti di quella votazione furono subito arrestati o uccisi da Israele definita da Venturini la "più grande democrazia" del mediooriente. La vittoria di Ahmadinjed in Iran viene considerata truffaldina perchè non gradita agli occidentali ed a Mousavi e a quanti in Iran vorrebbero accaparrarsi e spartire con le multinazionali i proventi del petrolio, oggo destinati alla popolazione che gode di un servizio sanitario tra i migliori del mondo e di un ottimo welfare. Insomma, la democrazia c'è se vincono gli USA o Israele. Altrimenti è una truffa per la quale esistono già collaudate tecniche di lotta con le rivoluzioni colored come abbiamo visto in Ucraina ed in tanti altri posti appetiti dagli USA.
Ieri sera, mentre i telegiornali erano in piena euforia per la giornata "storica" della neodemocrazia irakena, un servizio di Rai Uno si occupava della terribile devastazione di beni unici dell'umanità come i reperti storici e i libri millenari, preziosissimi per documentare le origini della cultura.
Nei primi giorni di occupazione di Bagdad la città è stata abbandonata al saccheggio. Gli americani si sono installati soltanto nei Ministeri a cominciare da quello del petrolio ed hanno lasciato che il Museo e le opere d'arte di cui era ricca la città fossero depredati da una folla di ladroni. Magari moltissime opere si trovano ora nelle ville dei miliardari texani per dare un tocco "culturale" alle loro ricchezze. Inoltre si è fatto scempio delle testimonianze archeologiche. Sui resti dei templi di Babilonia
si è steso l'immenso campo di cemento di una pista per elicotteri. Il centro di Bagdad è stato sventrato per costruirvi una città proibita nella quale giganteggia una enorme ambasciata USA, la più grande del mondo, circondata da una base militare nucleare che resterà a presidiare la "democrazia" che ieri ha dato il suo festino elettorale.
Una cosa è certa: l'Iran di Sadam Hussein era assai più civile e prospero di quello di oggi. Vantava un altissimo numero di ingegneri, scienziati, professori, università. Una grande tolleranza testimoniata dalla presenza di una comunità di un milione di cristiani copti oggi decimata e terrorizzata e dalla sua rappresentanza al potere del grande ministro degli esteri Terek Aziz. Oggi l'Irak è una nazione avvelenata dall'uranio e dal fosforo che darà generazioni di malformati e di mostriciattoli. Il suo patrimonio è usato per finanziare la presenza americana e, per accordi-capestro in futuro sarà incamerato in gran parte dagli USA. L'Iraq non rialzerà mai più la testa. Basta guardare Haiti per comprendere quale destino spetta alle nazioni che hanno la disgrazia di cadere sotto il tallone della Casa Bianca.
Pietro Ancona
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