Idee velenose e fastidio alla schiena
Il Ministro Sacconi ha lamentato un "fastidio alla schiena" causatogli dalle critiche alla 1167 di cui è padre gelosissimo. Ha fatto anche sapere che non "tollererà" nessuna modifica. La creatura che ha partorito è perfetta e coloro che oggi la osteggiano se ne pentiranno come hanno fatto per la loro opposizione alla legge Biagi ed alla soppressione della scala mobile. Il "fastidio alla schiena" del ministro gli è stato provocato dal "linguaggio violento" e dalle "idee velenose" di Niki Vendola il quale ha definito la 1167 un "colpo alla nuca dei lavoratori" definizione che traduce correttamente in immagine
"l'aggiramento" all'art.18 di cui ha parlato tutta la stampa italiana. .
Quando il Ministro parla di "fastidio alla schiena" forse allude al brivido di paura di chi si sente minacciato da un possibile terrorista che, ispirato dalle parole di Niki Vendola ed imbevuto dell'odio
che secondo Berlusconi sarebbe il passo successivo all'invidia sociale, potrebbe attentare alla sua vita. La stessa accusa fu fatta a Cofferati quando per avere criticato il libro bianco di Biagi fu criminalizzato addirittura come mandante morale del suo omicidio. L'accusa gli venne dall'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga a cui si unì il coro latrante della destra.
Ora Sacconi sembra volere evocare il martirio. Si vorrebbe consegnare alla storia come il Ministro della "complicità sociale" vittima di assatanati estremisti.
Intanto si accinge a raggiungere Modena dove si celebrerà il ricordo del grande antigiuslavorista Marco Biagi. A Modena si studierà l'evoluzione dell'antigiuslavorismo in gran parte trasfuso nella legge trenta e che è prossimo a sfociare nella imposizione di obblighi. Aver annichilito le tutele e stabilito che i lavoratori non sono minus habent , normare l'abuso ed il fumus della elusione non sembra più sufficiente. Bisogna andare avanti e, non avendo tanti altri diritti da togliere, si passa alla imposizione degli obblighi e degli abusi. Questi cominciano ad essere introdotti dalla 1167. L'obbligo di non adire ad un Tribunale ed a subire la privatizzazione della legge nell'arbitrato. Il diritto del lavoro è stato assaltato a più riprese da torme di topi roditori esperti sopratutto nelle procedure. Accanto all'arbitrato sono state messe vere e proprie trappole procedurali. Dalla lettura del "collegato lavoro" si evince uno sforzo per rendere difficoltosa e piena di trabocchetti la difesa del lavoratore. Molti dei suoi diritti vengono trasferiti ai Sindacati ed é questa la novità sconcertante denunziata dall'ANM, e dalle associazioni dei giuslavoristi e dei giuristi democratici: la privatizzazione della Legge.
Anche Bonanni si schiera spavaldamente a difesa della 1167 e ne attribuisce a "lobby" nostalgiche della prima Repubblica le ostilità. Non esita a definire "lazzaroni" quanti non la pensano come lui. Secondo il dizionario , il lazzarone è una canaglia, un mascalzone e come tale venivano disprezzati dai nobili della corte borbonica i popolani napoletani. Bonanni si mostra anche deluso di Ichino e lo accusa di protervia e di avere proposto il contratto unico che, questo si, avrebbe davvero cancellato l'art.18.
Ora le lobby sono potenti organizzazioni che attraverso loro campagne di persuasion, in Italia si chiamano tangenti, influenzano i Parlamenti a cominciare dal Congresso USA per proteggere o imporre i loro interessi. Ci sono le lobby di fabbricanti di armi che hanno impedito il controllo delle vendite o quelle della sanità privata o delle assicurazioni. Considerare i critici della 1167 una lobby a me sembra una enormità, una sparata. In quanto alle nostalgie per la Prima Repubblica io, a differenza di Bonanni, penso che siano assai giustificate. La prima Repubblica garantiva i diritti dei lavoratori. La Seconda Repubblica è la palude fascista nella quale stiamo affondando ed é un mondo capovolto nel quale alcuni potenti sindacati sono dalla parte dei padroni e ne tutelano gli interessi contro i lavoratori.
A fronte del vittimismo protervo e degli insulti di Bonanni e Sacconi ieri non si sono levate voci forti e chiare a difesa dell'art.18. Bersani é intervenuto alla Camera per spiegare come sarebbe assai più bravo di Tremonti e di Berlusconi nel tirare fuori dalla crisi l'economia italiana. Non ha speso una sola parola sulla legge 1167. La CGIL si affida ad un comunicato del solito addetto ai lavori più che altro per lamentare il fatto che il Ministro del Lavoro ha concluso un accordo con Cisl e UIL prima della promulgazione della legge.
Siamo alla ripetizione di un film già visto per la riforma del contratto. Solo che qui siamo in presenza di una legge, cioè di una demolizione di diritti che potranno essere restaurati soltanto da un altra legge. Che forse non verrà mai. I governi di centro-sinistra non hanno mai cambiato le leggi dei governi di centro-destra in materia sociale. Bisogna quindi intervenire ora e subito con una grande mobilitazione popolare. Ma non arrivano segnali al riguardo neppure dalla Fiom o dalla Mozione Due. Soltanto la sinistra "radicale" ha fatto e continua a fare quello che può. Grazie a Vendola ed a Ferrero.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
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http://www.agi.it/economia/notizie/201003081401-eco-rt10124-lavoro_vendola_attacco_ad_art_18_e_colpo_a_nuca_lavoratori
http://notizie.virgilio.it/notizie/economia/2010/3_marzo/17/art18_sacconi_stop_linguaggio_violentoda_fastidio_alla_schiena,23434958.html
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