venerdì 13 aprile 2012
fattorino professionista
Ho incontrato un vicino di casa un cinquantenne che da tempo era disoccupato e vive in casa del padre quasi novantenne. E' sposato da venti anni e la moglie guadagna cinquecento euro al mese ed è aiutata dalla vecchia madre. Si sono separati certamente a causa di dissapori che nascono dove ci sono difficoltà o semplicemente perchè la moglie non riusciva a mantenerlo. . Mi ha raccontato finalmente quasi contento (si può dire amaramente contento?) di avere trovato posto e che tornerà a guadagnare di che vivere. Ho chiesto se l'avessero messo in regola. Mi ha risposto che il suo nuovo datore di lavoro ha provveduto a fargli aprire una partita IVA alla Camera di Commercio (costo 420 euro). Farà il fattorino-factotum-impiegato d'ordine ma avrà il rapporto di lavoro di un professionista che percepisce un onorario per le sue prestazioni. Guadagnerà cinquecento-seicento euro al mese ed il suo orario di lavoro è legato all'orario di apertura e chiusura del suo ufficio. Naturalmente se si ammala dovrà curarsi a spese sue e non potrà fruire di nessuno dei diritti contrattuali che gli impiegati d'ordine hanno avuto nel settore commerciale. Niente ferie e niente tredicesima. Niente di niente di ogni diritto legato allo status di lavoratore dipendente. Questo è tutto! Capisco perchè la Marcegaglia vuole il massimo di biagizzazione nella cosidetta flessibilità in entrata. "Flessibilità" in entrata vuol dire una miseria al posto dello stipendio e nessun diritto. Stop.-
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