martedì 15 febbraio 2011

Patto federalista PD-Lega

Patto federalista PD-Lega


I comunisti di un tempo dai quali discende l'on.Bersani erano famosi per il realismo, la real politik per cui Togliatti giunto a Salerno non mise in discussione la monarchia e

sopratutto votò l'inserimento nella Costituzione dell'art.7 che riconosceva gli accordi mussoliniani con la Chiesa Cattolica che riducevano l'Italia ad uno Stato parzialmente sovrano, uno Stato Concordatario. Ma la real politik dei comunisti è sempre stata concepita negli interessi del PCI in quanto partito in marcia per la conquista del potere e che sacrifica a questo obiettivo qualsiasi cosa.

Questo machiavellismo ha avuto la conseguenza di ingessare lo sviluppo culturale dell'Italia impedendole di diventare un paese laico come era stato prima del fascismo per quasi settanta anni. La conferma dei patti lateranensi poi ribadita ed aggravata dagli accordi craxiani del 1984 hanno congelato l'evoluzione in senso laico della legislazione e consegnato il Parlamento nelle mani di emissari del Vaticano che ne bloccano ogni possibile scelta di segno laico e quindi civile e moderno.

Un Cardinale del Vaticano è difatto commissario del Parlamento: Monsignor Leuzzi fermissimo oppostore del matrimonio omosessuale e già amico della signora Oliana Fallaci a suo tempo propagandista dello scontro di civiltà .

Basti ricordare le gravissime limitazioni contenute nella legge sull'aborto, la legge 40, il divieto di morire con dignità, la discriminazione perdurante verso i gay....

Ora non c'è più il PCI ma il PD che è un ircocervo nato dalla sua unione con la sinistra democristiana. Ma il PD di oggi è lontanissimo dall'afflato sociale politico ed umano dei due grandi raggruppamenti politici che lo hanno originato ed hanno una storia positiva di lotte per una migliore socialità, la libertà e la democrazia. Il PD di oggi sembra avere ereditato il machiavellismo della nomenclatura comunista ed il gesuitismo della democristianeria. Il potere conta assai di più dei contenuti morali e civili della politica!

La proposta di Bersani a Bossi di un accordo "popolare" tra i due partiti sul federalismo appartiene appunto alla real politik delle politiche di palazzo rivolte alla creazione di intese "politiche" che sono utili soltanto nello scacchiere politico: in questo caso spingere la Lega ad abbandonare Berlusconi, proporre alla Lega un alleato che non ha le difficoltà che ha oggi l'attuale centro-destra e che può quindi realizzare il sogno di un federalismo che giunge finalmente al suo traguardo finale.

La proposta di Bersani non tiene in giusto conto l'effetto galvanizzante che questa intesa ha già avuto ed avrà ancora sul corpo elettorale leghista il cui secessionismo viene incentivato e legittimato dal riconoscimento del maggiore partito di opposizione. Ma, a quando pare, il PD come del resto ha fatto finora il PDL, si è rassegnato ad accettare la leadership del leghismo in tutto il Nord. Ne abbiamo avuto segnali ad abbundantiam con la rinunzia a lottare legalmente per la Regione Piemonte conquistata dalla lega con i brogli e dai comportamenti di quasi tutte le amministrazioni locali pd nel Nord dal taglio delle panchine di Padova al finanziamento delle ronde della Provincia di Milano diretta da Penati.

Bersani sa o dovrebbe sapere che la legge sul federalismo renderebbe quasi irreversibile il controllo leghista del Nord e lo spingerebbe ancora di più verso lo scopo finale della secessione specialmente a fronte della certezza di un aggravamento del debito pubblico nazionale.

Che cosa è il federalismo per la lega ed i leghisti? Da quanto abbiamo visto finora uno strumento per dare più soldi e più potere alle amministrazioni locali: libertà per addizionale irpef, tassa di scopo, tassa IMU, aumento del costo dei servizi di certificazioni, libertà nelle privatizzazioni, poteri di polizia ai Sindaci, etc. Il federalismo è niente altro che la riproduzione dello Stato in cellule più piccole. Sul cittadino e sul contribuente graverebbero Tre entità amministrative, tutte e tre dotate di poteri fiscali e giuridici nei suoi confronti. Il risultato sarà catastrofico e produrrà una servitù fiscale e giuridica senza precedenti nella storia di questo Paese. Una volta si pagava dazio da una città all'altra. Ora si pagherà dazio, sempre restando nella stessa città, a tutti. Nasceranno molte altre società pubblico-private per la gestione dei servizi ed anche queste faranno parte della soma che sarà caricata sulle spalle dei cittadini.

Il PD non tiene conto della cultura leghista dalla quale è nato il federalismo, cosa del tutto estranea alla Costituzione , federalismo che non è neppure quello di Gioberti che lo voleva per fare del Papa il Sovrano d'Italia, una cultura razzista, antimeridionalistica ed antiumanitaria piena di ignorante disprezzo per il Sud, che spinge gli amministratori del Nord a negare la mensa ai bambini di genitori stranieri che usano chiamare "di colore". Una cultura di destra che ha dato luogo a due leggi sulla sicurezza che sono basate sulla discriminazione e sulla xenofobia.

Non so se Bossi e la Lega accetteranno la proposta di Bersani. In ogni caso incassano subito un grosso successo politico: la legittimazione dell'orrore anticostituzionale del federalismo, la legittimazione della cultura "politica" della Lega che non mancherà di compiacersi del corteggiamento e delle proposte che sono state fatte.

Pietro Ancona

http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/

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http://www.repubblica.it/politica/2011/02/15/news/bersani_intervista_padania-12476688/

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