lunedì 28 febbraio 2011

l'invidia di De Michelis

L'invidia di Gianni De Michelis

Gianni De Michelis, il dioscuro rampante che con Martelli, negli anni della rifondazione socialista del Garofano si assunse il compito di svellere le radici del socialismo e farne un moderna arma per una politica corsara al servizio di Ghino di Tacco in guerra continua con l'alleato dc ed il nemico pci, ieri parlava della fortuna che sarebbe toccata a Berlusconi che, come a suo tempo D'Alema, si trova nella condizione di arrecare servizi preziosi agli USA. D'Alema ebbe la opportunità di offrire basi militari ed aerei per bombardare Belgrado e quindi essere iscritto nell'albo degli amici della Casa Bianca. Berlusconi ha le stesse opportunità riferite alla Libia, nel caso che Gheddafi non accettasse l'esilio impostogli da Obama e decidesse di resistere e magari di farsi uccidere nella difesa della Libia.
Questa singolare uscita di De Michelis è davvero strabiliante! Il cinismo politico di cui
è frutto porta ad ignorare gli interessi dell'Italia per la quale la caduta rovinosa di Gheddafi é una disgrazia con conseguenze pesanti sul piano economico e sociale. Che fine farà l'interscambio commerciale per miliardi di euro tra l'Italia e la Libia? Che cosa succederà al metanodotto? Quanto pagheremo il petrolio ed il gas? Quante migliaia di lavoratori occupati nelle aziende italiane in Libia resteranno senza lavoro? Quanti dei tre milioni di lavoratori stranieri che vivono da decenni in Libia si riverseranno verso il nostro Paese?
De Michelis sa benissimo che gli USA hanno fatto una doppietta con la messa in crisi di Gheddafi: hanno abolito la sovranità della Libia ed inferto un colpo durissimo all'Eni al quale fanno la posta da sempre, fin dalla uccisione di Mattei. Ma questo a lui ed alla ipocrita e disonesta casta politica italiana attenta soltanto alla carriera non importa proprio niente.
Il pavido governo italiano è costretto a fare finta di niente. La sua meschina opposizione lo incalza per la cancellazione del trattato italo-libico. Berlusconi dovrà stare in riga e fornire il supporto militare se si deciderà di bombardare Tripoli al fine di spaccare in due od in tre la Libia oppure di mettere al potere la tribù fedele all'Occidente dell'ex re Idriss. Il benessere della Libia sarà un ricordo del passato come quello dell'Iraq di Sadam Hussein che era diventato lo Stato più moderno industrializzato e colto tra i paesi arabi. Gli USA non sopportano la crescita di civiltà diverse da quella del suo capitalismo. Anche l'Iran dovrà essere schiacciata e riportata all'età della pietra. Tutta la polemica contro l'Islam ed il fondamentalismo islamico, contro il terrorismo, non è altro che il manifesto ideologico di un Impero che non accetta di convivere con entità autonome e culture diverse dalla sua. In lista di attesa per essere omologata con le buone o le cattive sta la Russia. Farebbe bene Berlusconi, prima che Obama decida di tirargli il collo e di ordinare ai suoi "fedeli" in Italia di rivedere tutto, a rivedere, se può, le sue posizioni verso Putin.
Intanto dalla Libia giunge un pesante silenzio. Tutto si è fermato come se la macchina del tempo si fosse inceppata. Che fine hanno fatto i rivoluzionari? Che cosa ne è del tiranno Gheddafi chiuso nel suo bunker come Hitler secondo la descrizione della batteria massmediatica?
Persone provenienti da Tripoli intervistate da rai news 24 hanno detto che niente di quanto raccontato dalle televisioni e dalla stampa è vero. Tripoli è tranquilla e la vita vi scorre normalmente. E allora? Che cosa sta accadendo?
Sta accadendo che le orde monarchiche manovrate da Obama e dalla Clinton hanno avuto l'ordine di congelare la "rivoluzione" in attesa dei negoziati con Gheddafi e la sua famiglia. Se questi accetterà di andarsene dal paese dove è nato e dove ha governato per quaranta anni non ci sarà bisogno dell'assalto finale al Palazzo d'Inverno. Se Gheddafi resisterà la Libia farà la fine dell'Irak e dell'Afghanistan: sarà invasa da truppe che qualcuno nella sinistra fariseica italiana chiama "umanitarie". Vedremo in diretta lo spettacolo pirotecnico delle bombe al fosforo che illuminano il cielo di Tripoli. Lo stesso spettacolo che abbiamo visto sul cielo di Bagdad.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

1 commento:

Avenarius ha detto...

Qualcuno in altri siti (es. Conflitti e Strategie) ha voluto dipingere il BerlusKa quale campione di un presunto "non allineamento", novello Maresciallo Tito sganciato dalle logiche dell'Impero e difensore degli italici interessi.

In realtà, pur dovendosi tristemente riconoscere che la (falsa) opposizione è la prima ad essere totalmente prona all'Impero ed al capitalismo assoluto, il BerlusKa ed i suoi accoliti non hanno mai avuto una politica "autonoma", ma sono bensì stati saldamente attaccati solo a piccoli (o grandi) interessi di bottega, comunque attenti a non urtare troppo gli interessi dell'Impero: ché altrimenti non staremmo in Afghanistan a "distribuire democrazia" e caramelle ai bambini (così come cominciammo a fare qualche anno fa in Somalia, proseguendo con Libano, ex Jugoslavia, Iraq etc)!