domenica 11 ottobre 2009

si salverà la nostra Costituzione dal Trattato di Lisbona?

Il trattaro di Lisbona e’ un cavallo di Troia
di Titine Kriesi e Gisbert Otto
Il verdetto della Corte Costituzionale tedesca sul Trattato di Lisbona
chiarisce il dibattito politico. I magistrati non solo hanno segnalato che
il nuovo testo implica numerose rinunce in termini di sovranità – che è un
pleonasmo – ma inoltre hanno concluso affermando che la sua filosofia è
incompatibile con i principi democratici. Pertanto, la Corte Costituzionale
tedesca ha stabilito che la ratifica del Trattato di Lisbona sia inquadrata
nella ridefinizione, da parte del Parlamento Tedesco, di una serie di
principi superiori, però altri Stati non hanno evidenziato la stessa
saggezza.




28 agosto 2009


Paese
Unione europea

Temi
EuCom : Controllo dell’Europa
Il Trattato di Lisbona incrementerà le condizioni antidemocratiche e
antisociali nella UE. In questo trattato gli Stati Nazionali trasferiscono
quasi tutti i loro diritti alla UE. Circa 500 milioni di cittadini perdono
la loro possibilità di pratica democratica. La UE interverrà in tutti gli
ambiti della vita dei cittadini. La forbice tra ricchi e poveri si aprirà
ancora di più. Questo processo è contrario all’Articolo 1 della Legge
fondamentale che dichiara inviolabili la dignità dell’essere umano e obbliga
la Germania a difendere i diritti umani.
Antidemocrazia fondamentale
Una Costituzione può essere legittimata solo dal popolo, come è stabilito
nella legge fondamentale tedesca: “Il potere dello Stato emana dal popolo”
(articolo 20 comma 2 frase 1GG) e: “Questa legge fondamentale che vale per
tutto il popolo tedesco fino alla riunificazione e liberazione della
Germania, perderà il suo valore quando il popolo tedesco, liberamente,
promulghi una Costituzione.” (art. 146 GG)
Secondo questo articolo, solo un “popolo europeo” potrebbe legittimare la
Costituzione – ma in realtà un “popolo europeo” non esiste. Uno “stato
europeo” presumerebbe l’accordo dei popoli d’Europa. Solo i cittadini hanno
il diritto di decidere se vogliono trasferire il potere dello Stato alla UE
e se così fosse, in quale misura. Contrariamente alla Legge fondamentale, si
evitò un referendum su Lisbona perchè il governo sa molto bene che la
maggioranza dei cittadini avrebbero votato contro questo trattato. Ma non
consultare il popolo è contrario alla clausola di non modificazione dell’art.
79 comma 3 GG: “Non è consentita nessuna modificazione della presente Legge
fondamentale che si riferisca alla organizzazione della federazione in
Länder, o il principio della partecipazione dei Länder nell’attività
legislativa, o i principi enunciati negli articoli 1 e 20.” Le elite
politiche ignorano coscientemente questo principio fondamentale. Cercano di
ingannare i cittadini. Mediante la manipolazione dell’opinione pubblica
vogliono raggiungere i loro obiettivi di potere politico. Un pubblico
dibattito nei parlamenti non dovrà avvenire. Questa ricerca di potere è
contraria alla Legge fondamentale – per esempio all’articolo 1 GG “La
dignità degli esseri umani è inviolabile” ed all’articolo 20 GG (Principi
della Costituzione). Questi articoli vengono prima di qualsiasi politica,
allo scopo di assicurare la dignità dell’essere umano e garantire un’esistenza
degna per tutti, in libertà, e sulle basi della verità.
Senza democrazia non è concepibile uno stato di diritto
Mediante la pianificata integrazione antidemocratica degli stati nella UE, i
popoli retrocedono all’epoca precedente alla rivoluzione francese. Si
distruggono principi fondamentali dello stato di diritto, tra i quali, in
particolare la divisione dei poteri, che protegge i cittadini dagli abusi
del potere. E’ una irresponsabilità che si perda questa protezione del
diritto, soprattutto, grazie al trattato di Lisbona.
Soprattutto nell’economia, le conseguenze saranno più catastrofiche di
quello che già sono ora. Per esempio, il “diritto al lavoro” che è parte
della Carta dei diritti fondamentali della UE, così come della dichiarazione
dei diritti umani del 1948, viene eliminato nel trattato di Lisbona. Anche
il diritto a una “retribuzione adeguata e soddisfacente” del lavoro, che
permetta al lavoratore “assicurarsi una esistenza degna”. Viceversa, per la
prima volta nella storia dei diritti fondamentali si è stabilita nella Carta
della UE la “libertà di commercio”.
Accumulazione di potere della UE non dichiarata apertamente
Inizialmente era previsto che la UE potesse essere attiva solo se convocata
esplicitamente – il principio della cosiddetta “autorizzazione individuale
limitata”. Questo principio è ignorato tra quelli in considerazione nella
sentenza del Tribunale federale costituzionale, a causa delle autorizzazioni
estremamente allargate attribuite alla UE. Con il trattato di Lisbona, la UE
può agire per ottenere i suoi obiettivi senza consultare i parlamenti
nazionali. Addirittura può aumentare le tasse della UE a suo piacimento.
Inoltre, per una risoluzione del Consiglio europeo, con “procedimenti
agevolati per i cambi” può cambiare totalmente, o in parte, il contenuto del
trattato (fatta eccezione per tutto ciò che riguarda la politica estera e la
sicurezza). Il trattato di Lisbona, quindi rappresenta una legge di
autorizzazione; la UE si allontana totalmente dai principi costituzionali
fondamentali, che sono alla base della cultura europea. Questo inganno alle
persone – con profonde ripercussioni nella vita quotidiana – va reso
evidente.
Il Capitalismo sfrenato ottiene rango costituzionale
La UE è una zona del capitalismo globale. Le colonne del capitalismo sono le
cinque “libertà fondamentali”: la libertà di circolazione delle merci, dei
capitali, di residenza, dei servizi come la mano d’opera, sono stabilite in
forma estrema nel trattato di Lisbona. Questo sistema di “mercato aperto e
di libera concorrenza” in cui l’aspetto sociale è poco considerato, sarà
decisivo per le nostre condizioni di vita. L’ordine economico in Germania ha
un fondamento sociale, in cui non solo si considera il principio di
efficienza, ma anche l’aspetto sociale: l’economia deve avere anche una
funzione di servizio alla comunità. Viceversa, il trattato di Lisbona segue
una chiara linea contraria a questo principio. La libera concorrenza non è
altro che un liberismo che crea le attuali condizioni di spoliazione, a
scapito dell’aspetto sociale.
I requisiti per i quasi 8 milioni che ricevono gli aiuti sociali Hartz IV,
sono vergognosi. Il sistema neoliberista del mercato e della libera
concorrenza non ammette una reale politica del lavoro statale e ci porta
verso la dittatura del capitalismo sfrenato.
Il principio del paese di origine rovina l’economia nazionale
Un esempio estremo della concorrenza senza pietà è il principio del paese di
origine, che si ripercuote negativamente sulle economie interne. Questo
principio consente ad aziende straniere di lavorare in Germania, alle
condizioni vigenti nel loro paese di origine. Per esempio, un’azienda
polacca con impiegati polacchi e ucraini può lavorare con stipendi molto più
bassi di quelli tedeschi. Oltre agli stipendi, valgono pure le condizioni
del paese di origine, tra l’altro, sugli standard di qualità, garanzie ecc.
La concorrenza senza limiti così creata, minaccia soprattutto le aziende
medie e anche la cogestione delle aziende in Germania. Ancora più aziende
dovranno chiudere, ma anche le multinazionali saranno colpite, per esempio,
quelle di prodotti alimentari; si corre il pericolo che queste ultime
offrano prodotti di minor qualità a prezzi inferiori, per ottenere maggiori
utili.
Si indebolisce la protezione dei diritti fondamentali
Il trattato di Lisbona legalizza la Carta dei diritti fondamentali della UE.
In questa Carta, il capitale non ha alcun obbligo sociale – contrariamente
alla Legge fondamentale, secondo la quale deve servire anche al bene comune.
Inoltre, è assente il diritto al lavoro – un diritto elementare secondo l’art.
23 della Dichiarazione generale dei diritti umani.
La UE si attribuisce il diritto alla guerra
Gli stati membri perdono sempre di più la sovranità nella difesa a causa
dell’integrazione delle forze armate nella difesa congiunta. Inoltre il
trattato di Lisbona non solo obbliga i paesi membri della UE al riarmo, ma
nell’art. 43 comma 1 EUV si attribuisce il diritto alla guerra, soprattutto
nell’ambito della lotta al terrorismo in tutto il mondo e nei propri paesi.
Perciò viene eliminato il divieto di una guerra offensiva, contenuta nell’art.
26 comma 1 della legge fondamentale tedesca.
Appoggiarsi alla democrazia
Le strutture democratiche vigenti sono l’unica protezione contro la slealtà
di coloro i quali decidono, i quali obbediscono al capitale e alle lobby di
potere. Purtroppo, viviamo in un’epoca in cui il diritto è violato
costantemente. Eufemismi o semplicemente bugie sono all’ordine del giorno.
La missione dei soldati tedeschi in Afghanistan, per esempio, secondo il
governo non è una missione di guerra, anche quando ovviamente lo è. Bugie
come questa vanno messe allo scoperto. Anche i procedimenti di una politica
di potere per rendere effettivo il trattato di Lisbona, con il quale si
annullerebbe la democrazia. I popoli d’Europa hanno il diritto di vivere in
pace e libertà come cittadini liberi e sovrani in una autentica democrazia.
Titine Kriesi e Gisbert Otto




Traduzione a cura di Umberto Cammarata (ComeDonChisciotte.org).


ATO

http://ec.europa.eu/news/eu_explained/091003_1_it.htm

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