venerdì 2 ottobre 2009

lettera sulla mia generazione

alla signora Flavia Perina Direttrice del Secolo d'Italia
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Cara Signora,
nella sua intervista rilasciata a Iaia Vantaggiato del Manifesto di ieri, lei ha testualmente affermato: "Nel suo rapporto con le donne e nell'ostentazione di questo rapporto,Berlusconi segue il codice della sua generazione. Che non è la mia".
La generalizzazione del comportamento (patologico secondo la moglie) di Berlusconi a tutta la sua generazione è sbagliata e non corrispondente a verità. La generazione alla quale appartiene il Nostro è artefice delle più grandi e civili trasformazioni del costume italiano. Le elenco alcune cose: la chiusura dei bordelli voluta dalla senatrice Merlin, luoghi infami che riducevano la donna, nel consenso dello Stato e della Chiesa, a mero oggetto sul quale sfogare le voglie sessuali; la abolizione del famigerato delitto d'onore e del reato di concubinaggio; l'innovazione del codice per quanto riguarda la famiglia, codice che consentiva al marito di bastonare la moglie ed i figli a fini "correttivi" stabilendo parità di diritti nella conduzione del menage; il divorzio e l'aborto oggi insidiato dal neoclericalismo del centro-destra, una legislazione sulle separazioni che tutela la donna ed i figli, l'apertura al genere femminile di tutte le carriere compresa quella militare.
Al centro di questa immensa rivoluzione che ha cambiato costumi secolari c'è stato il sessantotto che fu opera sempre di questa generazione e di quella immediatamente successiva.
Osservo inoltre che c'è in lei una punta di razzismo nell'attribuire a persone anziane un codice di comportamenti machisti inaccettabili.
Io che sono coetaneo di Berlusconi osservo invece una immensa regressione del costume in corso con la mercificazione della donna e la contemporanea pressione clericale sulle sue conquiste oggi pericolanti. Tutto questo dopo
quindici anni di berlusconismo che non è soltanto quello che fa Berlusconi ma una intera squadra di avidi ed ignoranti guastatori dei diritti civili e costituzionali.

Pietro Ancona
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