venerdì 23 ottobre 2009

lo sciopero dei sindacati di base

LO SCIOPERO DEI SINDACATI DI BASE
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Oggi sciopero generale dei sindacati di base. Le notizie che ne abbiamo sono veramente poche dal momento che tutta la batteria massmediatica si è autocensurata o è stata censurata. D'altronde che cosa possiamo aspettarci da una stampa, da una radio e da una televisione nelle mani di imprenditori
o foraggiati dal governo? Tutti a libro paga compresa Radio Radicale che credo si aspetti di ricevere
qualcosa come dieci milioni di euro (venti miliardi di vecchie lire) per quest'anno.
L'informazione riceve a vario titolo dallo Stato qualcosa come sei o sette miliardi di euro. Dà vita ad un ceto di professionisti superpagati ed assistiti da un ottimo contratto di lavoro. Attorno a questi professionisti della informazione stanno migliaia di "negri", di giovani o non più giovani giornalisti pagati a cottimo
un tanto a pezzo, senza vere prospettive di essere immessi nell'Olimpo dei loro colleghi-padroni più fortunati. Un esercito di schiavi della penna a disposizione di una editoria faziosa.
I sindacati di base sono l'anomalia, la bestia nera non solo del centro-destra ma anche del PD dal momento che non sono accomodanti e di regime come le Confederazioni Cgil, Cisl, Uil. La stessa CGIL pur avendo sottoscritto passaggi obbrobriosi del conflitto sociale come gli accordi Alitalia viene considerata con sospetto dai "falchi"come Sacconi o Cazzola e tende ad essere tenuta in ostaggio dal regime e dal pd.ed ad esserne esclusa. Soltanto i rapporti di forza di cui è consapevole la Confindustria impediscono alla data la sua defenestrazione. Si aspetta il Congresso della CGIL per decidere che cosa farne.
I sindacati di base non accettano di limitare le loro richieste alla detassazione della tredicesima e vorrebbero l'abrogazione della legge Biagi e degli accordi stipulati dal Governo Prodi e da questo Governo con i confederali. Vorrebbero aumentare i salari e le pensioni soggetti ad un progressivo impoverimento dagli accordi consociativi. Le loro richieste suonano blasfeme, una vera e propria
bestemmia alle orecchie dell'oligarchia politica!
L'estambliscement bipartisan l'altro ieri, dopo avere sbeffeggiato Tremonti per avere riproposto
la sua idea sul posto fisso, ha votato in Parlamento una durissima legge di dimagrimento fino all'anoressia della scuola italiana che costerà il pane a centotrentamila persone. Senza battere ciglio!
Al PD complice della Confindustria e del Governo bisogna aggiungere schegge impazzite o degenerate di quella che fu fino a non molti anni fa la sinistra. Bertinotti ha definito l'elogiodi Tremonti al posto fisso un ritorno all'ancien regime in in perfetta armonia con la Marcegaglia che ne ha parlato sprezzantemente come di un ritorno "all'antico". Hanno usato quasi le stesse parole e gli stessi argomenti!!E' incredibile l'accoglienza che la proposta di Tremonti ha ricevuto dalla oligarchia dell'opposizione italiana. Franceschini e lo stesso Bertinotti si sono trovati all'unisono nel suggerire "dinamismo" all'economia italiana, un dinamismo che verrebbe naturalmente assicurato dalla flessibilità e dalla precarietà fornite dal ricchissimo arsenale di fumus giuridici che la legge Sacconi ha messo a disposizione del padronato italiano. Quattro milioni di precari con tendenza ad aumentare che assicurano ricchezza a quanti hanno imboscato all'estero miliardi di euro che rientreranno al riparo dello scudo fornito dal Governo.
Ma, nonostante la fitta coltre di silenzio, lo sciopero di oggi ha avuto successo. C'è una classe lavoratrice che continua a lottare e che ha riconosciuto da un pezzo la funzione di regime dei sindacati confederali.
Se domani si azzerassero tutte le deleghe sindacali e si rinnovasse il tesseramento , credo che i sindacati che oggi hanno scioperato risulterebbero di gran lunga i più forti. Ma questo non avverrà e cosi continueranno ad essere esclusi dalle trattative con il governo al quale sono ammessi solo coloro
che accettano le "regole" che detta il capitalismo italiano. I loro dirigenti continueranno ad essere iscritti nel libro nero, ad essere discriminati ed a volte licenziati insomma a fare lo stesso calvario dei dirigenti operai della CGIL ai tempi di Di Vittorio e di Valletta. Ma resisteranno ed alla fine vinceranno dal momento che la ragione
è dalla loro parte e finiranno con l'essere riconosciuti come espressione genuina dei lavoratori italiani dal momento che la civiltà che rivendicano è anche un bisogno della società italiana oggi umiliata dal precariato, dalla disoccupazione, dai bassi salari.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it


http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200910articoli/48573girata.asp

(ANSA)- ROMA,20 OTT- 'Riteniamo che la cultura del posto fisso e' un ritorno al passato non possibile, che in questo Paese ha creato problemi', ha detto Marcegaglia. Il presidente di Confindustria ha cosi' commentato le dichiarazioni del ministro Tremonti. Marcegaglia si e' detta favorevole ad una 'flessibilita' regolata e tutelata, come quella fatta con Treu e Biagi, che ha creato 3 milioni di posti di lavoro'. 'Ovviamente nessuno e' a favore della precarieta' e dell'insicurezza'. 'Pero' - ha spiegato la leader degli industriali - noi siamo per la stabilita' delle imprese e dei posti di lavoro, che peraltro non si fa per legge' ha aggiunto Marcegaglia, elencando poi i problemi che 'la cultura del posto fisso' ha portato in Italia: 'un aumento della disoccupazione, del sommerso per esempio nel Mezzogiorno, e ha creato nella pubblica amministrazione questa logica dell'assenteismo e dei fannulloni tanto deprecabile'. In merito al peso della precarieta' nei diversi settori, Marcegaglia ha voluto 'sottolineare che l'industria e' quella che fa piu' lavoro stabile; il grosso del precariato e' nell'universita', nella pubblica amministrazione e nella scuola. Bisogna dare una risposta a quello''. 'La forza di questo paese non e' la cultura del posto fisso, ma i 5 milioni di piccoli e medi imprenditori che rischiano e vanno sul mercato'. (ANSA)

1 commento:

Anonimo ha detto...

"la cultura del posto fisso... ha creato nella pubblica amministrazione questa logica dell'assenteismo e dei fannulloni tanto deprecabile" dice la wonderwoman!
a parte che la cultura era quella del "non licenziamento" (secondo me è un po' diverso): i milioni a manifestare in piazza a Roma per l'articolo 18 sono stati raggirati con la "non assunzione"! - coloro che erano negli apparati statali erano spesso e volentieri solo amici raccomandati...

" i 5 milioni di piccoli e medi imprenditori che rischiano e vanno sul mercato" e... ma... la tanto decantata libera concorrenza, allora?

p.s.: la realtà dei giornalisti si riduce spesso a fare da prestanome a testate "pornografiche"!