martedì 30 giugno 2009

la tregua di Napolitano

LA "TREGUA" DI NAPOLITANO

L'invito di Giorgio Napolitano a dismettere le polemiche da qui al G8 merita
una attenzione particolare. I giornali che tirano la volata al centro-destra, a cominciare da Libero ed il Giornale (1) hanno accolto con molto favore l'appello di Capri di Napolitano sostenendo che la cessazione del gossip diffamatorio per il Presidente del Consiglio è necessario per il buon nome dell'Italia tuttora aggredita spesso dalla stampa estera. Repubblica replica sostenendo che non si tratta di polemiche ma di fatti. Può la stampa ignorare i fatti, non parlarne? Ma quasi tutte le forze politiche con l'eccezione del solo PdC di Paolo Ferrero
hanno accolto l'appello alla tregua che a quanto pare è stato preceduto e forse sollecitato dallo stesso Berlusconi con una lunga telefonata al Capo dello Stato. Mi domando: dal momento che le gesta di Berlusconi sono note al mondo che figura fa l'Italia a far finta di niente, a non polemizzare, a far credere che non è successo niente e che non abbiamo niente da dire? La tregua delle "polemiche" squalifica l'Italia assai di più della loro ripresa virulenta.
Penso che l'appello di Napolitano sarebbe stato condivisibile se fosse stato preceduto da una precisa condanna per comportamenti lesivi della dignità delle istituzioni e della figura, del prestigio, del ruolo del Capo del Governo. Non c'è ombra di dubbio che le boccaccesche riunioni di Villa Certosa e di Palazzo Grazioli non possono essere liquidate con il richiamo alla privay che sarebbe stata violata oppure dalla guascona affermazione di Berlusconi: piaccio agli italiani così come sono e non cambierò. Le fotografie
dei festini con diecine e diecine di ragazze compiacenti, escort, aspiranti veline, e non si sa che altro hanno fatto il giro del mondo provocando scandalo e ludibrio per l'Italia. Non risulta che il Presidente della Repubblica abbia in qualche modo redarguito comportamenti licenziosi degni di Tiberio a Capri, divertimenti a base di sesso certamente offensivi per tutta l'Italia che arranca e che è in affanno per fare quadrare i bilanci ma anche per tutta l'Italia civile che si è fatta rispettare nel mondo per cultura, sapere, ingegno, iniziativa.
Ricordo la durissima invettiva di Napolitano contro il deputato Francesco Caruso, persona benemerita impegnata sui fronti sociali più difficili dai senza tetto ai carcerati ai disoccupati. Napolitano definì "indegni vaneggiamenti"
le critiche di Caruso alla legge Biagi, legge che ha stravolto il diritto del lavoro e aiutato gli imprenditori ad eludere la legge a tenere sotto ricatto milioni di giovani molti dei quali sono già incanutiti da precari. La condanna per le parole di Francesco Caruso fu durissima. Il reprobo a momenti finiva fuori dal Parlamento espulso per indegnità ( se ci fosse stata una norma al riguardo). Maa evidentemente ci sono due pesi e due misure. Una per Caruso l'altra per Berlusconi.
A guardare con serenità e freddezza l'operato di questo Presidente della Repubblica bisogna dire che lo stato di degrado del diritto imputabile certamente al governo di destra non lo vede estraneo. La legislazione di repressione xenofoba verso i migranti spesso oltraggiosa dei diritti della persona non lo ha visto riluttante e custode delle garanzie costituzionali. Inoltre sono stati introdotti incrudelimenti del codice penale e riduzioni della libertà dei cittadini e le leggi ad personam sono tutte in vigore a cominciare dal lodo Alfano. Questa Presidenza quando si è trattato di diritti della persona osteggiati dal Vaticano è sempre stata assai attenta
alle pretese della Chiesa. In quanto alla continua, monotona richiesta di coesione delle forze politiche non si può dire che sia stata una cosa positiva dal momento che un Parlamento assolve alle sue funzioni se l'opposizione non è subalterna, non è collaborazionista, porta avanti istanze presenti nel Paese e che non possono essere conculcate.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

(1)diventati parametri di riferimento di quanti si occupano della rassegna stampa che mentre prima apriva sempre dal Corriere della Sera e da Repubblica ora apre dai due giornali berlusconiani quasi a volerne fare la sintesi dell'informazione giornaliera e l'ispirazione dei commenti vocali dei mezzibusti radiotelevisivi e dei giornalisti della Radio.

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