L'Italia era un paese democratico fino a quando, in nome della governabilità che sarebbe stata impedita dal pluralismo delle rappresentanze politiche, non è cominciato un processo di progressiva espropriazione del cittadino-elettorale dei suoi diritti che sono stati compressi, deformati, limitati fino quasi all'annullamento.
Questo processo che chiamerei di autoritarismo pseudo democratico si basa su quattro cose fondamentali: il premio di maggioranza, lo sbarramento del 3 o del 4 o addirittura del 5 per cento (Sicilia), la elezione diretta del Sindaco o del Presidente della Provincia o del "Governatore" della Regione, la eliminazione del voto di preferenza. La legge regionale siciliana presenta inoltre particolari mostruosità come il listino del Presidente che consenta la elezione di alcuni personaggi soltanto perchè indicati dallo Stesso Presidente e l'attribuzione alla minoranza che supera il cinque per cento di un terzo dell'assemblea regionale.
Le conseguenze di queste norme sono una democrazia azzoppata e drogata dalle scelte delle segreterie dei partiti e la prevaricazione della maggioranza sulle minoranze che non vengono ammesse nelle istituzioni
o cancellate dalle stesse se hanno la disgrazia di scendere anche solo di qualche frazione dalla linea di sbarramento.
Sullo sfondo di questo scempio oramai quasi ventennale del sistema elettivo e della legittimità delle rappresentanze sta la scelta del maggioritario e la volontà di mettere la camicia di forza del bipolarismo allo scopo di ridurre la qualità e la diversità degli apporti politici e culturali. Il risultato è che questa degenerazione e regressione verso semplificazioni autoritaristiche hanno reso ingordo il centro-destra che governa l'Italia al quale non basta una maggioranza assoluta nel Parlamento e ricorre alla decretazione sistematica con richiesta di voto di fiducia tutte le volte che vuole imporre la sua arbitrarietà.
Bisognerebbe percorrere all'indietro la strada delle cosidette "riforme" e tornare alla proporzionale pura
lasciando un premio di maggioranza per la coalizione o il partito che risultano vincenti. La proporzionale pura dal momento che nessun cittadino può essere privato del diritto di vedere rappresentato il suo voto nella assise degli eletti anche se largamente minoritario. All'indomani del voto per le europee abbiamo oltre il dieci per cento dell'elettorato privato del suo diritto di eleggere la propria rappresentanza con un vulnus politico-culturale notevole della scomparsa obbligata di partiti fondamentali come socialisti, verdi, comunisti. .
La questione della non sommabilità del premio di maggioranza e dello sbarramento che consente un ingiusto vantaggio ai vincitori dovrebbe essere sollevata anche davanti la Corte Costituzionale non ignorando
l'appropriazione delle liste vincenti dei rappresentanti che sarebbero toccati agli esclusi come possiamo vedere subito dalla attribuzione del 72 seggi italiani al Parlamento Europeo.
La democrazia è limitata e manomessa dal sistema maggioritario e dai marchingegni che ho denunziato.
La riduzione delle rappresentanze politiche è una perdita secca di diritti di cittadinanza per gli elettori. La crisi della politica e della governabilità non può essere attribuita allo strumento tecnico della legge elettorale quanto a processi politici spesso di disfacimento morale o di blocchi sociali che feriscono l'integrità delle maggioranza. La DC non finì a causa del sistema elettorale quanto per il disfacimento della sua politica.
Pietro Ancona
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